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CONTESTO STORICO
Fine anni '40 - inizio anni '50. Heine ha 57 anni ed è nella fase detta "Matratzengruft...tomba di materassi", ovvero i suoi ultimi 10 anni di vita in cui non può alzarsi dal letto, a causa dei suoi problemi di salute, di cui però non si conosce moltissimo; ci sono molte ipotesi. Si sa di sicuro è il fatto che lui soffrisse di problemi di vista. Poi, attraverso degli scritti, capiamo che lui avesse la bocca paralizzata (labbra e lingua), tanto che non riesce neanche a sentire i gusti. Lo stesso autore, inoltre, afferma che i problemi di salute coinvolgono anche il suo sistema nervoso e il sistema del pensiero. Lui riesce a sopravvivere così a lungo grazie alla sua ironia, la quale non lo abbandona neanche in punto di morte.
ROMANZERO
Opera divisa in tre parti i cui titoli sono auto - esplicativi:
- "historien": storie = poesie a grandi figure storiche + elementi mitologici
- Grande faraone egizio
Il problema dell'identità ebraico-tedesca, in quanto egli doveva continuamente fare i conti con la sua parte ebraica. Ecco perché crea quest'opera. Quest'ultima, inoltre, può essere considerata un canto di addio all'ebraismo. Tutte le parti sono introdotte da una poesia, senza titolo, di due quartine che sono strane perché sembrano dare una morale della favola.
Il messaggio di Heine: Secondo Heine queste dispute avvenivano perché entrambi i popoli si basavano sugli stessi testi sacri (anche se con interpretazioni differenti - cosa sconosciuta -), quindi, si credeva che uno o l'altro fossero maledetti. Pertanto, si credeva fosse possibile arrivare l'uno a convincere l'altro della correttezza delle proprie interpretazioni. Tuttavia, le dispute medievali hanno rivelato ai cristiani che non ci si basa esattamente sugli stessi principi: pur essendo gli stessi testi biblici, si era stabilita una nuova interpretazione, quella talmudica.
che i cristiani non conoscevano o non ritenevano autorevole, quindi, in realtà non c'era un modo per arrivare ad un punto comune. Conclusione: Infatti, la conciliazione non è possibile perché bisognerebbe sfatare il mito dell'interpretazione degli stessi testi, siccome essa avviene in due modi diversi visto che ci sono due tradizioni interpretative diverse: rabbinica e sulla base dei dogmi cristiani. 3ANALISI DEL TESTO "La Disputa" Nel Medioevo (periodo di persecuzioni antiebraiche, conversioni forzate, espulsioni, Pogrom), c'era un uso particolare: organizzare una disputa (à disputatio: termine per indicare discussioni accademiche, con una particolare struttura di domanda-risposta-risposta) fra un rappresentante della fede cristiana ed uno della fede ebraica davanti ad un'autorità terza (fondamentalmente cristiana, di parte), di solito il re. Queste potevano durare giorni/ore al fine di dimostrare platealmenteLa follia/inconsistenza/illogicità della fede avversaria (ebraica, normalmente) proprio perché la finalità era quella di portare il rappresentante della fede ebraica alla conversione al cristianesimo (con la sua comunità). Le conseguenze non furono una conversione volontaria ma delle espulsioni e la bruciatura del Talmud a causa dell'ostinazione dei rabbini e degli ebrei presenti. In queste dispute si scopre che l'oggetto del contendere fosse la diversa interpretazione della Bibbia, in quanto gli ebrei partivano da una tradizione interpretativa sconosciuta ai cristiani: la Torah orale, che non si contrappone a quella scritta, ma che, piuttosto, la integra e la spiega. Dal punto di vista ebraico, la Torah scritta sarebbe inconcepibile senza quella orale: non si intuirebbero le regole da mettere in pratica. Di solito, il rappresentante della parte cristiana era un ebreo convertito, siccome un ebreo convertito, cresciuto nella fede ebraica, era piùadatto a quel tipo di dispute, perché era più probabile che non venisse preso in fallo dall'avversario.