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LA FASE MONARCHICA
La tradizione fissa il periodo monarchico della storia di Roma dal 754 al 509 a.C.
Su Roma regnarono sette re:
1. Romolo —> fondatore, creazione prime istituzioni politiche (senato di 100 membri);
2. Numa Pompilio —> primi istituti religiosi;
3. Tullo Ostilio —> campagne militari di conquista (distruzione Alba Longa);
4. Anco Marcio —> fondazione colonia Ostia, foci del Tevere;
5. Tarquinio Prisco —> importanti opere pubbliche;
6. Servio Tullio —> costruzione prime mura città (serviane) e comizi centuriati);
7. Tarquinio il Superbo —> tratti tipici tiranno che infligge a cittadini vessazioni.
Il principio della monarchia era elettivo; il re veniva eletto all’interno di un’assemblea di
capi-famiglia alla pari tra loro.
Tradizione pone netta cesura tra i primi quattro re di origine latina-sabina e gli ultimi tre di
origine etrusca.
LA FASE MONARCHICA ETRUSCA
• Periodo di prosperità economica;
• Sviluppo notevole VI secolo sotto controllo etrusco;
• Brillantezza artistica;
• Potenza politica;
• Allargamento orizzonti commerciali;
• Accrescimento attività artigianali;
• Sviluppo urbano perseguito dai re con intensa politica di lavori pubblici (sistemazione Foro
con costruzione Cloaca Maxima, edificazione templi su Campidoglio e area Foro
Boario);
• Grande Roma dei Tarquini;
• Presenza di artisti etruschi a decorare templi (confermato da dati archeologici, anche
attività edilizia);
• Dati epigrafici in lingua etrusca arcaica —> testimonianza insediamenti gente etrusca
(forse commercianti e artigiani);
• Roma rimasta città latina, nella lingua e nei costumi (lapis niger prova —> la più arcaica
iscrizione in lingua latina);
• Etruria nel VI secolo a.C. allargò suoi interessi politici e commerciali ad alcune aree
Campania;
• Età arcaica periodo di grande mobilità sociale in tutta Italia tirrenica;
• Storici moderni avevano interpretato a lungo fase monarchica etrusca come presa di potere
di Roma da parte Etruschi e caduta monarchia come cacciata dominatori stranieri da
parte dell’aristocrazia gentilizia romana (oggi no, maggior cautela);
• Ascesa Tarquinio Prisco e Servio Tullio potrebbe essere: presenza gruppi militarmente forti
che si impongono a Roma, immigrati e non invasori giunti x ottenere trono;
• Fonti presentano periodo etrusco come momento di grandi riforme costituzionali;
• Roma e il sud del Lazio fioriscono;
• Città sotto egemonia di Roma—> trovate iscrizioni greche a Gavii
—> Lavinium (=Pratica di mare) diventata centro religioso, ritrovati 13 altari ognuno
apparteneva ad una diversa città latina, santuario panlatino —> Tibur (= Tivoli)
—> Preneste (=Palestrina, si suppone di origine etrusca o
sabina) tempio della fortuna costruito su varie terrazze
—> Satricum, pietra dei suoi sodales dedicata a
Publio Valerio;
• Grandezza zona controllata da Roma di 822 km^2 (per studioso Cornell);
• Roma controlla 1/3 del territorio della costa tirrenica centrale ed è grande come una colonia
greca;
• E’ in grado di misurarsi con le grandi potenze straniere se non indebolita da lotte interne.
Tarquinio Prisco
Per la tradizione (leggenda con nucleo di verità) egli era figlio di un greco originario di
Corinto, Demarato, che arrivato a Tarquinia, dove aveva attività commerciali, dopo essere
stato cacciato dalla sua città e sposa una giovane dell’aristocrazia locale perché era ricco ma
straniero.
Alla morte del padre Tarquinio ne eredita le ingenti ricchezze, ma la sua origine straniera non
gli permette di accedere al governo della città. Tarquinio sposa Tanaquil, donna di grande
abilità politica che lo porta a trasferirsi a Roma, che gode fama di accogliere generosamente
gli stranieri; giunto a Roma il giovane Lucumone (=Tarquinio) si guadagna il favore di Anco
Marcio e cambiato il nome in Lucio Tarquinio alla morte del re viene eletto suo successore.
Prisco = l’antico, per distinguerlo da Tarquinio il Superbo.
Probabilmente egli non era gradito alla nobiltà romana che provava diffidenza verso gli
stranieri, perciò per mantenersi la potere doveva appoggiarsi ai ceti inferiori e allargare il
numero dei senatori, così da rendere meno unitaria la politica senatoria. I senatori creati da
Romolo si chiamavano Patres, questi nuovi senatori vennero invece chiamati Conscripti
(=scritti insieme in latino, perché nei documenti ufficiali i senatori aggiunti firmavano dopo i
patres) che venivano o utilizzati nelle ambascerie (ad es. con i problemi di confine).
Si appoggia ai ceti inferiori per limitare l’aristocrazia (=cesarismo).
La politica di Tarquinio Prisco si fondava perciò su due azioni:
1. Misure favorevoli ai ceti inferiori (politica filopopolare) —> accrescimento edilizia
pubblica o sacra con utilizzo di mano d’opera per dare lavoro e costruire qualcosa di
utile;
2. Aumento del numero di senatori —> conscripti.
Per il punto 1:
• Fece costruire sul Campidoglio il grande tempio di Giove Capitolino;
• Fine VII secolo a.C. inizio VI fece e rifece il lastricato del Foro con i quattro edifici più
importanti: Regia (casa del re), Tempio di Vesta, Curia (distrutta in un incedi o e fu
fatta costruire da Tullo Ostilio) e Comizium (dove si riuniva il popolo).
Questa politica filopoplare sarà persuita anche dai suoi successori, Servio Tullio e Tarquinio
il Superbo. Il mondo romano con Tarquinio Prisco fu dal punto di vista politico tendente alla
democratizzazione e dal punto di vista sociale verso la ricchezza. la fine di questo re è
avvolta in un groviglio di leggende: sarebbe stato ucciso dai figli di Anco Marcio perché non
hanno governato; si apre un interregno ed è fondamentale la funzione di Tanaquil che
favorisce l’ascesa al trono di Servio Tullio.
Servio Tullio
Per la tradizione latina:
Servio Tullio sarebbe nato da una schiava di nome Ocresia e da un Tullio signore di
Cornicoli. Servio, molto caro a Tanaquil fu educato alla corte del re e divenuto il suo più
stretto collaboratore ne sposò una delle figlie. Un evento prodigioso, segno che gli dei lo
mandano a governare su Roma, lo segnala come predestinato ad una sorte fuori del comune:
delle fiamme, sprigionate senza nessuna cauda apparente intorno al suo capo, mentre
dormiva, non gli causarono alcun male. Da allora godette di particolare protezione a corte,
soprattutto per l’intervento di Tanaquil. Quando Tarquinio fu assassinato da due sicari al
soldo dei figli di Anco Marcio il re venne ricoverato a palazzo dalla moglie, che nascondendo
la sua morte annunciò al popolo che il re si stava riprendendo, ma che ha disposto che Servio
regnasse in sua vece; dopo pochi giorni Tanaquil annunciò la morte del marito. Servio perciò
assunse i poteri regi senza che la sua successione fosse legittima, in mancanza della nomina
da parte dell’interrex. Evidente propensione di questa fase della monarchia al principio
dinastico.
Le sue origini sono perciò avvolte nell’incertezza, ma nella tradizione non si nasconde
l’illegalità che è alla base della sua presa del potere.
Per la tradizione etrusca:
Tacito racconta un episodio avvenuto sotto il regno di Claudio (più grande conoscitore di
storia etrusca —> scrisse opera “tirrenica”) nell’ottocentesimo anno di Roma; in Senato
(conservatore) si presentano dei notabili della Gallia (provincia romana) che vogliono adire a
cariche pubbliche romane. Claudio favorisce la causa dei Galli e fa un lungo discorso di
carattere storico in cui afferma che Roma è diventata grande grazie all’apporto di popoli
stranieri e fa degli esempi.
Tra questi esempi troviamo Tarquinio Prisco e Servio Tullio, che era etrusco e non romano.
Il suo nome in etruria era Mastarna ed era di Vulci; faceva parte di un clan i cui capi erano i
fratelli Aulo e Celio Vibenna, sodales di Macstarna. Quando i due capi muoiono lui prende il
comando del clan e si installa sul colle Celio a Roma, destinato a diventare il colle con
maggior presenza etrusca. Cambia il suo nome in un nome latino e si fa chiamare Servio
Tullio.
Il discorso di Claudio oltre che negli scritti di Tacito si può trovare nell’epigrafe di Lione, che
derivava da un documento ufficiale da Roma i Galli avevano ricevuto il privilegio delle
cariche pubbliche da Claudio.
—> Tomba François a Vulci
Questa romba ipogea ha due pareti affrescate che si fronteggiano e hanno due diverse scene:
1. Sacrificio dei prigionieri troiai sul cadavere di Patroclo;
2. Scena di singoli duelli che vede coinvolti vincitori e vinti.
In questa tomba sono raffigurati i fratelli Vibenna che lottano insieme ad un personaggio,
Mastarna, contro un certo Gneo Tarquinio, di Roma. Essi sono rappresentati come Vincitori,
mentre Tarquinio come vinto. Questo affresco conferma il racconto dell'imperatore Claudio e
questa tomba offre una nuova interpretazione della storia arcaica di Roma che non compare
nelle fonti. Per questa tomba ad uccidere Tarquinio Prisco sarebbe stato il clan di Servio
Tullio.
Servio Tullio attuò trasformazioni a livello monumentale e a livello politico-istituzionale; era
un re riformatore, am anche popolare (questo conferma che i re venuti dall’Etruria
contribuirono a democratizzare il potere che era nelle amni del re). Per la tradizione latina
Servio fu quindi il secondo fondatore di Roma, ila aule diede un assetto definitivo alle
istituzioni dell’età monarchica.
Le fonti antiche tendevano ad attribuire ad un personaggio politico un gran numero di
riforme, alcune non plausibili; poche delle riforme attribuitegli potevano collocarsi nel VI
secolo a.C. quindi sono da verificare.
Riforme plausibili:
1. Costruzione di un santuario dedicato a Diana sull’Aventino (VI secolo a.C.).
Nel mondo latino i templi di Diana erano numerosissimi e le città traevano prestigio
dalla presenza dei templi. E’ plausibile che Servio fece costruire un tempio dedicato a
Diana a Roma per far venire i Latini in modo tale da ribadire la superiorità di Roma.
Per la tradizione il re lasciò l’Avventino fuori dal Pomerium e costruì lì il tempio così
che potessero andarci anche i Latini per non dargli un’idea di costruire un tempio
comune all’interno dei confini sacri della città così che la neutralità territoriale fosse
assicurata.
2. Mura serviate costruzione (fine VI secolo a.C.)
Furono costruite con delle pietre che si usavano a Roma nel corso del VI secolo,
furono quindi sicuramente costruite da un re di quel periodo.
3. Ripartizione della citt&agr