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Foraminiferi: organismi La micrite è una matrice costituita
eucarioti, unicellulari, interamente da carbonato a grana
eterotrofi, in gran parte fine. Essa non è omogenea ma
marini, planctonici e presenta degli strati con cristalli
bentonici. Le forme più fini e grossolani. Micrite =
plantoniche sono tutte MICRocrystalline calcITE
stenoaline, alcune specie
bentoniche possono vivere in ambienti iperalini o salmastri. La loro cellula è
protetta e rivestita esternamente da un guscio, spesso mineralizzato, costituito
da 1 o più camere. La parte organica della cellula è costituita da un
endoplasma granulare rivestito da un ectoplama che si dirama in una rete di
pseudopodi che possono fuoriuscire da una singola apertura o attraverso
perforazioni del guscio. La forma del guscio è estremamente variabile e
dipende dal numero, forma e disposizione delle camere. I foraminiferi plantonici
sono ottimi indicatori di età. Quelli bentonici sono indicatori di età ed indicatori
batimetrici.
Le alghe sono organismi fotosintetici. Producono ossigeno e sostanze organiche
necessarie alla vita degli altri organismi marini. Le alghe sono presenti sia in
ambienti marini che in acque dolci e sono in gran parte ancorate a un
substrato. Cromista Le alghe marine sono quelle più importanti dal punto di
vista litogenetico perché hanno parti mineralizzate in CaCO3: ALGHE
CALCAREE Vivono generalmente in acque poco profonde a profondità non
superiori ai 200 m ( la maggiore diffusione si registra a profondità non superiori
ai 50 m), in acque calde o temperato-calde e a salinità normale.
Le alghe si suddividono, in base alla loro pigmentazione, in alghe rosse, verdi
e
brune. tallo,
Le alghe possiedono un una struttura semplice non differenziata in radici,
fusto
e foglie come nella gran parte delle piante superiori terrestri.
Bivalvi: •organismi in gran parte bentonici (sessili o vagili), da stenoalini ad
eurialini. Conchiglia rappresentata da 2 valve costituite da più strati di cui
l'intermedio è, nella
gran parte dei casi, di natura aragonitica tranne che in Ostrea, Inoceramus e
nelle Rudiste.
•ambiente: acquatico da dulcicolo a sovrasalato
Gasteropodi: •organismi nella quasi totalità bentonici, vagili, eurialini, provvisti
spesso di una conchiglia che presenta in genere un avvolgimento a spirale
intorno ad un asse
centrale chiamato columella. La conchiglia, il cui strato interno è di natura
aragonitica, è chiuso da uno opercolo corneo o calcitico
•ambiente: da dulcicolo a sovrasalato. Ambienti marini di bassa profondità.
Cefalopodi: •organismi nectonici, stenoalini con guscio frequentemente
planispirale, di natura aragonitica, chiuso da un opercolo costituito da due
valve di natura calcitica (aptici)
• ambiente: marino pelagico
Brachiopodi: organismi in gran parte bentonici, sessili, stenoalini; nella quasi
totalità hanno il guscio con lo strato intermedio di natura calcitica, fibrosa, che
può apparire, a seconda dei taxa, impunctato, punctato o pseudopunctatato. Il
guscio è in alcune forme ornato da spine.
• ambiente: marino da sublittorale a epibatiale
Anellidi: organismi in gran parte marini, bentonici, sessili o
vagili, possono tollerare anche temperature estreme
•ambiente: marino da littorale ad abissale
•vivono all'interno di un tubo prodotto dalla secrezione di cellule epidermiche
La composizione del tubo è molto varia, pochè costituito da una cuticola
collagenica frequentemente mista a particelle di fango, sabbia, materiale
calcareo ecc.
Echinodermi: organismi bentonici, vagili, stenoalini; sono forniti di un
esoscheletro
costituito da placche di calcite e sono inoltre provvisti di aculei anch'essi
costituiti da monocristalli di calcite
•ambiente: marino da littorale a batiale
-crinoidi: I crinoidi sono l'unica classe del subphylum dei Pelmatozoi. I suoi
ordini si sono quasi
completamente estinti nel Giurassico tranne uno, Articulata, che vive ancora
oggi (il giglio di mare).
• ambiente: marino da sublittorale ad abissale
-ofiuridi: •!organismi bentonici, vagili, stenoalini. Scheletro costituito da piccole
vertebre di calcite costituite da 2 monocristalli fusi che estinguono con angoli
diversi
•ambiente: da sublittorale ad abissale
Scleractinie di mare basso: Molto simili agli anemoni di mare sono forme
solitarie o coloniali. Il loro scheletro è aragonitico (meno stabile della calcite), la
simmetria è radiale e i setti compaiono per settori di 60° a cicli di 6. I setti sono
prevalenti rispetto agli elementi trasversali.
Le forme coloniali danno luogo a bio-costruzioni note come barriere coralline o
reef, diffuse a tutte le latitudini e in un ampio intervallo di profondità. I reef più
sviluppati e meglio conosciuti sono però
di mare basso e a latitudini inter-tropicali. I reef a coralli, formando barriere in
grado di resistere ad
onde e correnti, permettono lo sviluppo di ambienti di piattaforma carbonatica.
tetracoralli: L'ordine dei Rugosa o dei tetracoralli è un
ordine estinto di coralli abbondanti nell'Ordoviciano fino al tardo
Permiano.
Fanno parte del phylum Coelentarata e possono essere solitari o aggregati in
colonie. La denominazione "rugosa" riferisce l'aspetto della teca esterna
Briozoi: organismi in gran parte marini, stenoalini (molto raramente di
ambiente salmastro) quasi esclusivamentemcoloniali; bentonici, sessili (solo
alcuni sono vagili);
•ambiente: da littorale a batiale
Quasi tutte le forme marine vivono in acque temperato-calde fino alla
profondità di circa 100 m.,
poche specie sono associate ad ambienti marini profondi ed alcuni ad ambienti
polari. Una
colonia di Briozoi è formata da singoli individui, detti zooidi racchiusi in un
involucro di
forma allungata (di circa 0.5mm.) detto zoecio. La gran parte delle forme
marine hanno un
esoscheletro mineralizzato in calcite fibrosa e formano colonie erette o
incrostanti
Poriferi: • organismi coloniali bentonici, stenoalini,sessili fissati su substrati
rigidi. Endoscheletro costituito da spicole calcaree più o meno saldate.
• ambiente marino littorale, fino a ~ 100m. di profondità, acque temperato-
calde.
I travertini, tipici depositi continentali, vanno posti tra le rocce carbonatiche
prevalentemente biocostruite poiché essi si formano per "incrostazione"
Ambiente di formazione:
primaria (alghe, cianobatteri). Questi processi possono
svilupparsi in acque dolci, fredde o termali, per precipitazione su supporti
vegetali quali ad esempio piante igrofile in corrispondenza di rapide e cascate,
ovvero per attività incrostante di cianoficee su pendii acclivi (travertini
stromatolitici). Durante la precipitazione del carbonato, nel sedimento
rimangono inglobati resti vegetali (per esempio, foglie o ramoscelli) e animali
(per es. frammenti di piccole
ossa). La successiva decomposizione e dissoluzione dei resti vegetali conferisce
al travertino l'aspetto poroso e spugnoso. Il colore va dal bianco al giallo,
grigiastro e talvolta, rossastro.
Queste rocce sono usate come pietre da costruzione e da rivestimento.
Depositi di travertino si trovano nell’Italia centro meridionale
Classificazione dei calcari 1) Una classificazione molto
semplice ma utile è in
base alle dimensioni dei
granuli (calcirudite
granuli >2mm, calcarenite
tra 62 micron e 2mm,
calcilutite granuli inferiori
al micron)
2) In base alla classificazione di
folk che si basa sulla presenza
di allochimici e di matrice
principalmente micrite
3) In base alla classificazione di
Dunham
II-Dolomie
Reagiscono poco o niente, a differenza dei calcari, all’HCl. Le dolomie sono un
carbonato ad abito romboedrico. Le dolomie si differenziano dai calcari per:
- Non reagiscono all’HCl
- Il loro aspetto ricorda cristalli di zucchero
- Hanno una porosità più elevata
- Hanno un colore bruno-giallastro a differenza dei calcari che hanno un colore
grigio
- Si fratturano più facilmente
Processo diagenetico che consente la trasformazione di una roccia
sedimentaria originariamente calcitica (calcare), o solo in piccola parte
dolomitica (calcari debolmente dolomitici), in una roccia dolomitica. Con la
dolomitizzazione aumentano la cristallinità e la fragilità della roccia. Il processo
si svolge normalmente in ambiente marino e sembra dovuto a una sostituzione
metasomatica degli ioni calcio del carbonato di calcio con gli ioni magnesio
mediante scambi con i sali di magnesio contenuti nell'acqua di mare. La
dolomitizzazione avviene subito dopo la deposizione o negli ultimi stadi di
consolidazione di un sedimento calcareo, ma è possibile che si prosegua anche
per lungo tempo dopo la definitiva consolidazione.
La silicizzazione come la dolomitizzazione può verificarsi durante la diagenesi
precoce o tardiva. Consiste nella sostituzione selettiva di fossili o nello sviluppo
di noduli di selce. Si possono depositare in ambienti intertidali e sopratidali.
III- Marna
Roccia tra carbonatica e terrigena. c omposta da una frazione argillosa e da una frazione
carbonatica data generalmente da carbonato di calcio CaCO , oppure da carbonato doppio di
3
magnesio e calcio [MgCa(CO ) ]. Nelle marne tipiche la percentuale di carbonato di calcio va dal 35% al
3 2
65%
Silicee
Selce è un termine che indica depositi litificati derivanti dall’accumulo di radiolari, diatomee e piccole
spugne. Ne derivano quindi le radiolariti, le diatomiti, spongoliti e diaspri. Esistono 2 linee di pensiero
sulla formazione della selce:
la prima dice che la selce è di origine interamente biologico
la seconda afferma che la selce sia un prodotto del vulcanismo sottomarino o direttamente alla
precipitazione inorganica della selce derivata da magmi sottomarini.
Questi in base all’origine si distinguono in:
sedimenti e rocce silicee biogeniche: sono le più comuni e sono costituite
•
dall’accumulo o di porzioni silicee di organismi come le spugne o di organismi interi a
guscio siliceo come ad esempio i radiolari e le diatomee.
sedimenti e rocce silicee di precipitazione chimica: sono molto rare poiché la
•
loro precipitazione è legata a condizioni ambientali estreme e poco frequenti come ad
esempio la pre