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Robert Owen, in questi anni,
industriale di una grande
manifattura a New Lamark in
Scozia con 500 operai, di cui
130 sono bambini fra i 5 e i 10
anni, provenienti dalle
Workhouses. Per prima cosa,
Owen tagliò quella
manodopera, accettando solo
ragazzi di oltre 10 anni e
“liberi” (cioè non assistiti dalla
carità pubblica), prevedendo
per loro un orario di fabbrica
ridotto.
Owen eliminò per i piccoli lavoratori l’obbligo
dell’istruzione elementare al termine
dell’orario di lavoro, perchè secondo lui il
modo migliore per formare la persona virtuosa
è di rendere migliore e piacevole la sua
condizione: l’impronta repressiva
dell’ambiente crea individui autoritari e
violenti.
L’originalità di Owen consiste nel progettare un
ambiente educativo organizzato, quale mezzo
fondamentale per ottenere una società migliore. Primo
esempio di sistema formativo integrato, collegato
all’azienda di New Lamark che curava il benessere di
bambini e genitori impiegati nella stessa azienda,
fondamentale per ottenere un loro migliore rendimento
nel lavoro. Come queste persone sfruttate e oppresse
potevano divenire cittadini e genitori esemplari?
Occorreva ricomporre l’unità positiva famiglia-
educazione-lavor che il processo industriale aveva
compromesso.
L’istituto di New Lamark partiva da un asilo nido
(vera novità per l’epoca) per bambini dai 18 mesi in
poi, un asilo infantile dai 2 ai 5 anni; una scuola
primaria fino ai 12-13 anni; una secondaria fino ai
20. In tutti i gradi erano banditi premi e castighi. Si
escludeva l’insegnamento religioso, considerato
questione privata che le diverse confessioni
avrebbero curato (la popolazione era divisa in
anglicani, puritani, cattolici). La formazione morale
era il frutto della pratica di vita dei bambini, i quali
avrebbero lentamente interiorizzato regole e valori
guida.
Queste associazioni di lavoratori creeranno nella
seconda metà ‘800 diverse strutture cooperativistiche
che, in modo autonomo dallo Stato e dalle
associazioni religiose che tradizionalmente avevano
gestito gli aiuti ai ceti più deboli, crearono una rete di
protezione su base volontaristica. Queste nuove
tipologie associative e le istanze rivendicative di cui si
fecero promotrici conobbero un momento di forte
affermazione in occasione delle rivoluzioni del 1848.
Queste forme di associazionismo popolare si diffusero
su scala europea, con evidenti differenze imputabili ai
diversi stadi di sviluppo industriale dei vari paesi.
Questo movimento impose quasi ovunque
nella seconda metà ‘800 all’attenzione dei
governi e dell’opinione pubblica la questione
della non differibilità delle riforme sociali che
andavano ormai attuate attraverso il
coinvolgimento diretto dello Stato.