Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 7
Rivolta ionica e guerre persiane Pag. 1 Rivolta ionica e guerre persiane Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 7.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Rivolta ionica e guerre persiane Pag. 6
1 su 7
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

La Grecia rivolta ionica e le guerre persiane

609 a.C.: Babilonesi e Medi si spartirono l'impero assiro; della Media faceva parte la Persia, che ne era un regno vassallo, situato nella regione dell'Anshan (odierno Fars, in Iran).

Ciro il Vecchio (559-530 a.C.): liberò la Persia dal dominio della Media e giunse fino all'Egeo, dove conquistò le città greche della costa. Nel 547 a.C. si scontrò con Creso di Lidia, che aveva tentato di espandere il proprio dominio oltre il fiume Halys. Creso aveva sviluppato una buona convivenza con le città greche e in particolare con Mileto. Il controllo persiano era invece assai più opprimente: i Greci della Ionia dovevano tributi al Gran Re, che le controllava anche attraverso l'imposizione di tiranni a lui devoti. Fu in occasione dell'occupazione persiana della Ionia che i Focei fuggirono in Occidente, fondando Alalia e quindi Velia.

Cambise (530-522 a.C.): nel...

525 a.C. conquistò l'Egitto (anche con l'aiuto dell'alleato Policrate, tiranno di Samo); dovette fronteggiare la rivolta dei Medi, capeggiati dall'usurpatore Smerdi, sedicente figlio di Ciro.

Dario I (522-486 a.C.): ufficiale dell'esercito, appartenente al ramo degli Achemenidi, salì al potere grazie ai nobili persiani e all'esercito, vincendo l'usurpatore Smerdi. Dario I riorganizzò l'impero, dotandolo di un'avanzata rete stradale, spostando la capitale a Susa e dividendo l'impero in 20 satrapie che fungevano da distretti fiscali ed erano governate da 'vassalli' del Gran Re, i satrapi. Nel 513 a.C.: compì una spedizione contro gli Sciti e assoggettò la costa della Tracia.

LA RIVOLTA IONICA

I Greci d'Asia non erano insofferenti solo per i tributi o la presenza di tiranni filopersiani; con la conquista dell'Egitto da una parte e della Tracia dall'altra essi erano infatti

Stati tagliati fuori da ogni rotta commerciale (Mileto non poteva più trafficare con il Mar Nero, l'emporio di Naucrati aveva perso la sua autonomia).

500 a.C.: Aristagora tiranno di Mileto propone al satrapo di Sardi Artaferne una spedizione contro Nasso: qui erano in corso lotte civili e Aristagora sperava di reintegrarvi gli aristocratici esiliati, creandosi una base commerciale nell'Egeo (il suo centro di appoggio in Occidente, Sibari, era infatti venuto a mancare, essendo stato distrutto da Crotone nel 511 a.C.).

Artaferne fallì nell'impresa e Aristagora, temendo la vendetta del Gran Re, depose la propria tirannide e diede vita a un movimento di rivolta.

498 a.C.: Si cercano aiuti in Grecia. Sparta, impegnata nella guerra contro gli Argivi (vd. supra) rifiuta. Rispondono all'appello Atene, che invia 20 navi, ed Eretria, che ne invia 5.

Vengono rovesciate tutte le tirannidi. Gli alleati arrivano a Sardi ed danno fuoco ad alcuni quartieri. Secondo Erodoto

L'invio delle 20 navi fu per Atene "l'inizio di tutti i mali". 494 a.C., Battaglia di Lade: i Persiani, con una flotta di Fenicie Ciprioti, attaccano Mileto. Alcuni Ioni ritornano sotto il Gran Re. Altri, nell'estate del 494 a.C., si scontrano presso Lade. Mileto viene conquistata, il tempio di Apollo a Didima dato alle fiamme, parte degli abitanti viene deportata a Babilonia.

LE GUERRE PERSIANE

Si tratta di un'esperienza fondante per la coscienza greca (tò hellenikòn).

492 a.C.: il Gran Re invia in Tracia e Macedonia una spedizione capeggiata da Mardonio.

491 a.C.: gli ambasciatori di Mardonio chiedono alle città greche consegna di terra e acqua. Mentre le isole (e, tra queste, Egina) accettano, Sparta e Atene rifiutano, uccidendo gli stessi ambasciatori.

Prima guerra persiana (490 a.C.)

Secondo Erodoto la causa della spedizione fu la vendetta di Dario contro Eretria e Atene per l'incendio di Sardi.

490 a.C.: spedizione persiana capeggiata

da Dati e Artaferne; si dirigono anzitutto contro Eretria, dove fanno molti ostaggi. Atene è in una posizione difficile, per difficoltà interne: la vicina Egina aveva consegnato terra e acqua al re; con i Persiani c'era anche Ippia e in città vi erano ancora molti philotyrannoi (filo-tiranni); inoltre, gli Alcmenonidi, così come molti altri cittadini, erano tendenzialmente medizzanti. I Persiani sbarcano a Maratona (territorio fedele ai Pisistratidi: consigliati da Ippia). Gli Ateniesi mandano a chiedere aiuto a Sparta tramite l'emerodromo Filippide, ma gli Spartani rifiutano accampando motivazioni di ordine religioso. I Plateesi inviano aiuti. Miliziade (filaide), fuggito dai suoi possedimenti nel Chesoneso Tracico nel 493 a.C., al suo rientro in città era stato processato con l'accusa di aspirare alla tirannide. In questo scontro era sottesa una più ampia questione politica, ossia se combattere o meno contro il persiano. Nel 490 Milziadefu eletto tra i dieci strateghi: si era deciso per la guerra. Nella Battaglia di Maratona ebbero la meglio gli Ateniesi e i loro alleati Plateesi. Gli Ateniesi ebbero pochissime perdite, come dimostra anche il tumulo dei caduti di Maratona (località Soros). I Persiani cercarono di prendere Atene passando da Capo Sunio; Erodoto racconta che qualcuno fece un segnale con uno scudo dall'interno della città, ma nega che possano esser stati gli Alcmeonidi, come la voce popolare suggeriva. La notizia tuttavia conferma l'esistenza ad Atene di una parte politica pronta all'accordo con il Persiano. Tra le due guerre (490-480 a.C.) 489 a.C.: Milziade parte per liberare le Cicladi; assedia Paro, ma non riesce a prenderla. In patria, fu accusato di aver ingannato il popolo da parte di Santippo; morì durante il processo, a causa delle ferite riportate, lasciando al figlio Cimone il pagamento dell'ingente multa comminatagli. La vera causa del processo deve essere

Riconosciuta nella lotta tra il partito della guerra ai Persiani e quello dell'intesa. In seguito, grazie anche alla fiducia infusa dalla vittoria di Maratona, Atene fece chiarezza nelle sue scelte politiche, eliminando, tramite una serie di ostracismi, tutti coloro che erano favorevoli alla tirannide e a un accordo con la Persia:

  • 487 a.C.: Ipparco (appartenente ai Pisistratidi);
  • 486 a.C.: Megacle (nipote di Clistene e maggiore esponente degli Alcmeonidi);
  • 485 a.C.: un terzo "amico dei tiranni";
  • 484 a.C.: Santippo (aveva sposato Agariste, sorella di Megacle, imparentandosi con gli Alcmeonidi).

487 a.C.: è attuata una riforma costituzionale secondo cui gli arconti venivano designati per sorteggio e detenevano solo funzioni giudiziarie e religiose. La maggiore carica dello stato era ora quella di stratega, che continuava a essere elettiva.

Dario I muore nel 486 a.C. Gli succede Serse, che inizia i preparativi per una nuova spedizione (dal 486 sino al 480).

a.C.: armata di terra e di mare di 1˙700˙000 uomini; taglio dell’Athos, dove era naufragato Mardonio; costruzione di un ponte di barche sull’Ellesponto). Emerge la figura dell’«uomo nuovo» Temistocle. Atene ha deciso di combattere: il nuovo scontro ideologico è ora su come combattere (esercito oplitico oppure flotta). Viene scoperto un nuovo filone argentifero al Laurio. Aristide, nobile vicino alla famiglia filaide, appartenente all’aristocrazia oplitica, propone elargizioni pubbliche; Temistocle, emergente figura di «uomo nuovo», ritiene invece che si debba impiegare il denaro per costruire una flotta. Nel 482 a.C. Aristide viene ostracizzato e Temistocle procede alla realizzazione di una flotta di 200 triremi. Si tratta di una svolta epocale per Atene: si dava in mano ai teti, che conducevano le navi, la difesa della città. Ufficialmente la flotta era stata costruita contro Egina, ma in realtà ci si preparava allo scontro con i

Persiani; se le cose fossero andate male, gli Ateniesi avrebbero avuto la possibilità di emigrare in Occidente.

481 a.C.: Congresso panellenico sull'Istmo di Corinto; i Greci si riunirono, per organizzare una strategia comune e venne formata una symmachìa (alleanza militare) tra Ateniesi, Spartani (e Lega del Peloponneso), oltre ad Euboici, Beoti e Tessali. Il comando supremo fu affidato agli Spartani e perfino gli ostracizzati ateniesi (Santippo, Aristide) vennero richiamati in patria. Vennero mandate staffette anche in Occidente, presso il tiranno Gelone di Siracusa, il quale all'epoca era in conflitto con i Cartaginesi; per non opporre un dichiarato rifiuto, Gelone chiese il comando supremo dell'alleanza, che gli fu ovviamente negato.

La seconda guerra persiana (480-478 a.C.)

480 a.C.: la resistenza all'esercito persiano fu organizzata in due punti: per terra, presso il passo delle Termopili, uno stretto passaggio tra il mare e le pendici dell'Eta (ci

si sarebbe potuti attestare anche più a nord, presso il passo di Tempe, ma la Tessaglia aveva dato segnali di medismo); per mare, nel Canale di Orieo, vicino a Capo Artemisio, sulla costa nord dell'Eubea. I Persiani, condotti da una guida per sentieri impervi, aggirano l'esercito stanziato alle Termopili; la maggior parte dei Greci e degli alleati peloponesiaci intendono abbandonare il passo; il comandante spartano Leonida congeda allora tutti, tranne Spartani e Tespiesi: trecento uomini che resistettero strenuamente, fino alla morte, "per obbedire alle leggi di Sparta" (iscrizione). Ad Atene viene promulgato il decreto di Temistocle: donne e bambini vengono messi in salvo a Trezene; vecchi e beni mobili vengono mandati a Salamina; tesorieri e sacerdotesse rimangono.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
7 pagine
3 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/02 Storia greca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Culasso Enrica.