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L’apprendimento formativo dell’infanzia diventa trasformativo in età

adulta, perché alle conoscenze apprese viene data una veste del tutto

nuova. L’apprendimento trasformativo porta al rafforzamento del sistema

che crea significato, inoltre porta a strutture cognitive nuove. Gli schemi di

significato si trasformano attraverso la riflessione. Un apprendimento che

diventa riflessivo porta sempre ad un esame critico della realtà. La teoria

trasformativa conferisce alla memoria un ruolo centrale, in quanto

anch’essa interviene nel percorso di formazione. Tale teoria, secondo

PENTZ e HULTSCH si esprime secondo tre fasi fondamentali:

in auge fino alla fine degli anni ’50,

-teoria del vincolo associativo:

l’apprendimento porta alla formazione vincoli stimolo-risposta che

definisce i contenuti della memoria. L’attività è ciò che deriva da uno

stimolo esterno: lo sviluppo consiste nella modifica del comportamento;

diffuso fin dai primi anni ’60,

-teoria della processione delle informazioni:

si basa sull’idea che tracce di ciò che si trova nella nostra memoria, si trovi

in tre strutture che fungono da archivio: sensoriale, di breve termine e di

lungo termine. Ciò di cui è formato un ricordo viene trasferito all’archivio

recente; quello di breve termine ha una capacità limitata e gli elementi che

contengono spesso sono sostituiti da altre informazioni; quello di lunga

durata ha una capacità illimitata;

è legata a determinati eventi con un dato

-teorie contestuali:l’esperienza

significato. Anche in questo caso la memoria è importante, in quanto il

ricordo si caratterizza per essere una ricostruzione di eventi immagazzinati

proprio nella memoria( legata alla percezione).

L’uomo cerca continuamente di assegnare un significato alle cose, vuole

sempre capire ciò che gli accade intorno e perché. Ecco perché

l’apprendimento è così importante: attraverso di esso, infatti, egli assegna

significati a ciò che lo circonda per orientare le sue azioni. Come se

cercasse una guida costante. Il processo di apprendimento, quindi, coincide

con la schematizzazione e l’interiorizzazione del rapporto con l’ambiente e

con gli altri, ma anche con noi stessi. Apprendere vuol dire sempre

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riorganizzare l’esperienza dandole un significato diverso, in base alle

conoscenze pregresse possedute dall’individuo. Perché il ricordo è

un “insegnamento”,

importante? Perché sono le azioni passate a lasciarci

cioè un sapere da poter utilizzare in modo diverso: quindi adoperando una

modalità trasformativa dell’esperienza. L’apprendimento si verifica in

luogo di determinate situazioni:

-schema di riferimento;

-condizioni di comunicazione;

d’azione con cui avviene l’apprendimento;

-linea

-immagine de sé;

entro le quali si verifica un’esperienza.

-circostanze

Un’altra caratteristica dell’apprendimento è la “riflessione”, ossia la

possibilità di dare un senso alle cose e alle situazioni grazie al linguaggio

ed ai simboli che fanno parte del nostro contesto d’interazione. Ogni

qualvolta operiamo un’interpretazione della realtà,utilizziamo la nostra

percezione come sosteneva GOLEMAN: soprattutto l’educazione degli

L’uomo attraverso il linguaggio

adulti avviene secondo questa modalità.

esprime la propria intenzionalità, attraverso l’interpretazione di determinati

sistemi simbolici. Secondo GALANTER e GERSTENHAABER è proprio

il pensiero a permettere quest’operazione. I significati si costruiscono

attraverso il modo in cui percepiamo e comprendiamo, soprattutto grazie

allo scandagliamento e la costruzione interpretativa; il primo porta

l’esplorazione ed il riconoscimento del sentimento invece la seconda

indica la costruzione di nuovi elementi spazio-temporali.

Le prospettive di significato: come interpretiamo l’esperienza (capitolo 2)

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Quando un’esperienza ci fornisce tutti i significati di cui necessitiamo,

saremo più inclini a percepirla e quindi ad apprendere. POPPER si è

interessato a questa tematica, ritenendo che siamo portati a costruire nuove

aspettative per conferire senso alle nostre azioni. Nessuna nostra azione è

libera dalle interpretazioni che facciamo. Come lui, diversi studiosi si sono

interessati alle cosiddette “prospettive di significato”: queste si riferiscono

ad un insieme di aspettative che vanno a costruire un nuovo sistema

orientativo che utilizziamo per proiettare modelli simbolici nuovi. Tre

sono le prospettive di significato fondamentali: prospettive di significato

epistemologiche ( riguarda il modo in cui conosciamo e come utilizziamo

la conoscenza), prospettive di significato sociolinguistiche e psicologiche.

A cosa servono le prospettive di significato? Esse determinano le

Ognuna

condizioni che permettono di costruire significato all’esperienza.

di queste prospettive contiene diversi “schemi di significato” formati da

conoscenze, convinzioni, giudizi di valore e sentimenti che si manifestano

nell’interpretazione. ROTH ha individuato sei tipologie di variabili che

caratteristiche dell’individuo, in base a queste siamo in

determinano le

grado di diversificarci dagli altri individui oppure a provare soddisfazione

o insoddisfazione. La prospettiva di significato, comunque, è simile al

“paradigma” di cui hanno parlato diversi studiosi; KUHN con tale

concetto, indicava i diversi approcci e metodi che influenzano ogni analisi

scientifica. Successivamente, questo è diventato sinonimo di modello e

quadro di riferimento. GOFFMAN, invece, ha usato la parola “frame” per

di una situazione che organizza l’interazione

indicare la definizione

sociale. Un quadro di riferimento è una prospettiva di significato

collettivo. BATESON conferisce ad un quadro di riferimento una

connotazione psicologica che si connota per essere esclusiva ( include

alcuni messaggi escludendoli altri); inclusiva e meta comunicativa. Gli

schemi di riferimento ( stabiliscono l’oggetto dell’attenzione e l’area di ciò

che entra nel nostro raggio d’azione) ed i modelli di aspettative

stabiliscono il modo di categorizzare oggetti ed eventi. KELLY parla di

“costrutti personali”per indicare le funzioni che incanalano tutte le nostre

esperienze. Essi, inoltre, ci consentono di collocare in sequenza gli eventi.

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L’apprendimento intenzionale: un processo di problem solving ( capitolo

3)

Il dialogo ( o azione comunicativa) si crea ogni volta che un soggetto si

relazione con un altro per raggiungere un’intesa comune. Questo è uno

strumento fondamentale perché ci permette di entrare in relazione con il

mondo esterno ma anche di poter mettere alla prova le nostre competenze

raggiunte e la nostra capacità di riflessione e costruzione di significati.

Secondo il filosofo HABERMAS, ogni individuo non può separarsi dalla

propria razionalità in quanto questa è essenziale per l’assegnazione di

ad un’esperienza. Quest’azione può definirsi anche come

significati

argomentazione, ossia processo dialettico in cui ogni validità è messa in

discussione. Quando comunichiamo entrano in gioco tre elementi

fondamentali:

-il mondo della vita: insieme di convinzioni, norme, ruoli, prassi sociali,

modelli psicologici ma anche relazione con gli altri;

-apprendimento: tutto ciò che acquisiamo e che riutilizziamo per andare a

costruire nuove conoscenze;

-interazione sociale: insieme di tutti quei modelli che ci permettono di

relazionarsi con gli altri in base a regole specifiche.

HABERMAS, ancora, assegna all’apprendimento il concetto di

“strumentale” per indicare tutti quei processi e quegli strumenti che

portano all’acquisizione di una conoscenza; assegna il concetto di

“comunicativo”,invece, per sottolineare il suo ruolo nel far imparare il

soggetto ad apprendere il modo di esprimersi degli altri ma anche di tutti i

mezzi di comunicazione con i quali il soggetto entra in relazione. Anche

l’azione comunicativa porta ad una conoscenza, possiamo dire che ogni

cosa che porta il soggetto a conoscere è fondamentale ed utile al suo

processo formativo ed individuale. Tuttavia, quando si verifica un evento

comunicativo, dobbiamo fare in modo che questo sia “validato

cioè siano condivisibili i significati e le caratteristiche

consensualmente”,

di queste da tutti.

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Costruire il significato attraverso la riflessione ( capitolo 4)

La riflessione è un punto essenziale per il verificarsi di ogni

apprendimento, perché pone l’attenzione sull’interpretazione di

un’esperienza. Chi ha studiato a fondo questa tematica è stato DEWEY,

per il quale la riflessione rappresenta una forma di conoscenza vera e

propria: essa porta il soggetto a fare un’analisi del modo in cui siamo stati

portati a fare una determinata azione e il motivo che ci ha spinto a farla.

Quando un’azione non è riflessiva, si attinge all’apprendimento pregresso

per giungere alla soluzione di un problema oppure per trovare una

soluzione ad una problematica. La riflessione interviene solo quando

decidiamo che una guida è necessaria. Invece, un’azione si dice riflessiva

quando si prende una decisione in base ai risultati della riflessione. Molti

psicologi hanno cercato di dare varie accezioni al termine. Si parla allora

di:

-riflessione come meta cognizione:si riferisce agli stati cognitivi ed alle

loro dinamiche, cioè dar forma alla routine;

modo in cui si gestiscono situazioni d’incertezza,

-riflessione in azione:

instabilità e conflitto;

-riflessione come presa di coscienza: coincide con la consapevolezza di

eseguire una determinata azione per un determinato motivo.

Gli assunti distorti: scoprire gli errori nell’apprendimento ( capitolo 5)

Durante il processo di ragionamento può succedere di subire delle

il corretto sviluppo dell’individuo. Queste

influenze che non permettono

influenze prendono il nome di “distorsione” e possono essere di diversa

natura: distorsioni linguistiche riguardano il modo in cui entriamo in

relazione con l’altro ma non solo, esse infatti possono riferirsi anche alla

società. Il linguaggio porta all’interiorizzazione di codici indispensabili per

far si che l’azione comunicativa abbia

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
8 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giusybisogni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia Generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof Romano Alessandra.