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FASE DIAGNOSTICA

NESSUN INTERVENTO MEDICO• →FASE DIAGNOSTICA ESTESA [12 - 16 anni] GnRH ANALOGHI

Sospensione puberale - completamente reversibile

Bloccare la pubertà consente di creare una finestra di tempo in cui l’adolescente abbia la possibilità di:

  • esplorare la propria identità di genere e la DG
  • acquisire consapevolezza di sé
  • maturare in modo più sereno una decisione per il proprio futuro, qualsiasi esso sia

Per questo, tale fase può essere considerata una fase di diagnosi estesa.

Si tratta di un intervento totalmente reversibile che può essere interrotto in qualunque momento l’adolescente eventualmente lo richieda.

La sospensione puberale si accompagna ad altri benefici, come la prevenzione di cambiamenti fisici irreversibili che consentiranno di ottenere in età adulta caratteristiche fisiche complessivamente più congruenti con l’identità di genere nel caso in cui la DG

permanesse e la persona volesse completare l'assegnazione di genere con interventi chirurgici.

L'uso dei GnRH analoghi pone diversi dilemmi, di natura etica e legale. Kreukels e Cohen-Kettenis (2011), in seguito a un'approfondita analisi delle argomentazioni contrarie e favorevoli circa l'uso dei GnRH analoghi, hanno concluso che i dati pubblicati ad oggi sembrano supportare una posizione a favore di un trattamento precoce in pazienti adolescenti con DG accuratamente selezionati.

I benefici sembrano maggiori dei rischi, come dimostrano gli studi sulla riduzione della comorbilità psichiatrica, dell'autolesionismo, del suicidio e di altri comportamenti a rischio, quali l'autosomministrazione di bloccanti od ormoni senza controllo medico specialistico.

La possibilità di un precoce intervento medico non significa che esso rappresenti un trattamento da applicare di default a tutti gli adolescenti con sviluppo atipico dell'identità di genere.

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o con DG.Inoltre, non ha l'obiettivo di adeguare una persona all'interno di una visione binaria di genere; al contrario,tutte le sfumature che caratterizzano il continuum dell'identità di genere vengono esplorate e ogni possibile outcome preso in considerazione.In generale, ogni singolo caso deve essere considerato nella sua unicità e nel rispetto delle caratteristiche ed esigenze specifiche; ciò rende sempre opportuna la pianificazione di un intervento ad hoc creato su misura.

La RIATTRIBUZIONE MEDICA DI GENERE inizia con la riassegnazione di genere di tipo ormonale, seguita eventualmente, a partire dai 18 anni, da una riassegnazione di genere di tipo chirurgico →II FASE [16 - 18 anni] ORMONI CROSS-SEX

Riassegnazione di genere di tipo ormonale - parzialmente reversibile

La terapia ormonale viene somministrata per indurre cambiamenti femminilizzanti o mascolinizzanti.

La terapia con ormoni cross-sex può indurre cambiamenti fisici +

congruenti con l'identità di genere esperita.➔ FtM Negli FtM la terapia ormonale prevede la somministrazione di TESTOSTERONE (per via intramuscolare ogni 15 giorni) che produce: - la cessazione del flusso mestruale nel 90% dei soggetti (entro 3 mesi) - un aumento della libido (entro 3 mesi) - l'abbassamento del tono della voce (dopo qualche mese) - l'aumento della crescita pelifera e della barba (entro 1 anno) - l'incremento delle dimensioni del clitoride (da 3,5 cm a 6 cm in media entro 1 anno) - una crescita delle masse muscolari (evidente dopo 4/5 anni) - una ridistribuzione del pannicolo adiposo in senso maschile (evidente dopo 4/5 anni) Gli effetti collaterali comprendono: - la comparsa eventuale di acne sul viso e sulla schiena - l'aumento di peso (conseguente a un maggior appetito). Possono anche essere incrementati i livelli di colesterolo ematico.➔ MtF Nelle MtF si attendono i seguenti cambiamenti fisici: - crescita del seno (variabile) - diminuzione della massa muscolare - riduzione della peluria corporea - ridistribuzione del pannicolo adiposo in senso femminile - riduzione delle dimensioni del pene (con l'uso di antiandrogeni) - riduzione della libido - riduzione della produzione di sperma - modifiche nella struttura ossea (non reversibili) - modifiche nella voce (non reversibili) Gli effetti collaterali comprendono: - la comparsa eventuale di acne sul viso e sulla schiena - la diminuzione della densità ossea (con l'uso prolungato di antiandrogeni) - la diminuzione della fertilità - l'aumento di peso (conseguente a un maggior appetito). Possono anche essere incrementati i livelli di colesterolo ematico.

La terapia ormonale per la transizione da uomo a donna (MtF) comporta diversi effetti sul corpo. Nei pazienti MtF, viene somministrata una terapia antiandrogenica iniziale a base di ciproterone, che induce i seguenti cambiamenti:

  • Diminuzione delle erezioni spontanee
  • Scomparsa dell'eiaculazione
  • Riduzione delle zone pilifere
  • Prevenzione della caduta dei capelli

La terapia può talvolta influire sull'umore, portando anche a uno stato depressivo, che può essere attribuito anche alle difficoltà che questi individui affrontano nella loro vita.

Per ottenere l'effetto di femminilizzazione, vengono somministrati estrogeni, di solito etinilestradiolo, per via orale o tramite cerotti transdermici. Questi estrogeni inducono i seguenti cambiamenti:

  • Graduale sviluppo del seno (massimo raggiunto dopo 2 anni)
  • Aumento del grasso cutaneo
  • Riduzione del volume dei testicoli (evidente dopo 1 anno)
nel 25% dei casi). Tale terapia può indurre degli effetti collaterali indesiderati: maggiore rischio di trombosi e di embolie, aumento della pressione arteriosa, disfunzioni epatiche, aumento della prolattina e del volume dell'ipofisi (che va tenuta sotto osservazione in quanto la sua iperplasia può produrre pressione sulle strutture vicine, come il chiasma ottico), stati depressivi. La somministrazione di ormoni viene interrotta circa 15 giorni prima dell'intervento chirurgico e ripresa dopo di esso. In generale, la terapia ormonale deve essere individuata sulla base di criteri specifici, quali: - gli obiettivi del paziente - il rapporto rischi/benefici dei farmaci - la presenza di altre condizioni mediche - la valutazione delle diverse problematiche socioeconomiche. La terapia ormonale può offrire un benessere notevole ai pazienti che non desiderino fare una transizione sociale di ruolo o di genere o sottoporsi all'intervento chirurgico, oppure che nonsingolo caso attentamente, seguendo criteri ben definiti dagli Standards of Care per la prescrizione di ormoni cross-sex. I criteri stabiliti sono i seguenti: 1. Presenza di Disforia di Genere persistente e ben documentata: è necessario che la persona abbia una forte e persistente insoddisfazione o disagio rispetto al proprio genere assegnato alla nascita. 2. Capacità di prendere una decisione pienamente consapevole, dando il consenso al trattamento: la persona deve essere in grado di comprendere appieno le implicazioni e i possibili rischi dell'intervento chirurgico e di prendere una decisione informata. 3. Nel caso siano presenti rilevanti problematiche mediche o riguardanti la salute mentale, devono essere svolti adeguati approfondimenti: se ci sono condizioni mediche o problemi di salute mentale significativi, è necessario valutare attentamente se l'intervento chirurgico sia appropriato e sicuro per la persona. La fase III del percorso di riassegnazione di genere è rappresentata dalla riattribuzione chirurgica di genere. Questo intervento è non reversibile e rappresenta la soluzione più estrema per adeguare il corpo alla percezione di genere della persona. L'intervento chirurgico radicale e definitivo trasforma il corpo in modo da avvicinarlo il più possibile alle caratteristiche somatiche del genere percepito come proprio. È importante sottolineare che la riattribuzione chirurgica di genere è indicata solo nei casi più estremi di Disforia di Genere e richiede una valutazione accurata di ogni singolo caso, seguendo i criteri stabiliti dagli Standards of Care.singola persona in base agli specifici bisogni e caratteristiche. Per la paziente da Maschio a Femmina (MtF), gli interventi chirurgici possono essere i seguenti: 1. Seno/Torace: Mastoplastica additiva 2. Chirurgia genitale: Penectomia, Orchiectomia, Vaginoplastica, Clitoridoplastica, Vulvoplastica 3. Interventi chirurgici al di fuori di seno/genitali: Chirurgia di femminilizzazione facciale, Liposuzione, Lipofilling, Chirurgia vocale, Riduzione della cartilagine tiroidea, Aumento dei glutei (impianti/lipofilling), Ricostruzione dei capelli e altre procedure estetiche In particolare, gli interventi chirurgici impiegati nella riattribuzione di sesso da maschio a femmina prevedono: - uno svuotamento del pene dai corpi cavernosi - l'ablazione dei testicoli e della parte iniziale dei funicoli spermatici; il glande viene conservato e mantenuto collegato alla cute peniena. - Nello spazio compreso tra bulbo uretrale, vescica e prostata viene ricavato un recesso lungo circa 10-15 cm a formadi mantenere la forma e la profondità della neo-vagina durante il processo di guarigione. Questo tutore viene solitamente rimosso dopo alcune settimane. Durante l'intervento chirurgico, vengono anche create le piccole labbra utilizzando parte della pelle dello scroto. Questo contribuisce a dare un aspetto più naturale alla neo-vagina. È importante sottolineare che la chirurgia di riassegnazione di genere è un processo complesso e che richiede un periodo di recupero e riabilitazione. È fondamentale seguire attentamente le istruzioni del chirurgo e sottoporsi a controlli regolari per garantire una corretta guarigione e adattamento. La chirurgia di riassegnazione di genere è solo una delle molte fasi del percorso di transizione di genere e può essere accompagnata da terapia ormonale e supporto psicologico. È importante che ogni individuo abbia accesso a un'adeguata assistenza medica e psicologica durante tutto il processo di transizione.di mantenere dilatate le pareti vaginali, permettendole una migliore saldatura ai tessuti circostanti e prevenendo l'accorciamento del canale vaginale in seguito ai processi cicatrizziali. Tali dilatatori devono essere utilizzati in seguito con calibro e tempi diversi, al fine di mantenere le dimensioni vaginali. Dopo 2 settimane dall'intervento viene ripresa la terapia ormonale, anche se in dose dimezzata. Le complicazioni più frequenti sono la stenosi (restringimento) della vagina e la formazione di fistole rettovaginali o uretrovaginali. In considerazione della maggiore strettezza del bacino maschile e del fatto che i muscoli elevatori dell'ano dei maschi sono più robusti, l'insieme di questi aspetti può rendere difficoltosa la penetrazione, per cui vengono insegnati degli esercizi di rilassamento muscolare specifici per tali gruppi muscolari. In caso di permanenza di questa difficoltà, si rende necessaria la sezione di tali muscoli. Queste

procedure chirurgiche possono essere accompagnate da altre (in genere, anzi, si consiglia di effettuare tali interventi prima dell'operazione sui genitali, nel periodo di prova nel sesso di attribuzione desiderato), al fine di migliorare ulteriormente gli aspetti estetici:

  • Mastoplastica, con inserimento di protesi al silicone, nel caso che la terapia ormonale non sia stata sufficiente per uno sviluppo adeguato dei seni;
  • Condroplastica, al fine di eliminare la sporgenza del pomo d'Adamo, tipicamente maschile;
  • Rieducazione della voce, tramite logoterapia, per impostare la voce (che non è modificabile chirurgicamente) in modo più femminile;
  • Elettrolisi, per l'asportazione definitiva della barba e di altre pelosità.

Per il paziente da Femmina a Maschio (FtM), gli interventi chirurgici possono essere i seguenti:

  1. Seno/Torace: Mastectomia sottocutanea, Creazione di una cassa toracica di tipo maschile
  2. Chirurgia genitale: Isterectomia/Ovariectomia,
  3. Metoidioplastica o Falloplastica?

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
33 pagine
SSD Scienze mediche MED/05 Patologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher VenoricaL di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicopatologia del comportamento sessuale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Dèttore Davide.