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IDENTITÀ. (ATTENZIONE SCHEMA DELLA PERSONALITà—> PLAUSIBILE
DIMANDA ESAME)
3. Inconscio: si può solo interpretare (macchine grosse, scarpe alte—> acquistate per
qualcosa, per compensare qualcos’altro)
Pertanto quanti e quali sono i livelli di personalità? :
1. Modo esteriore in cui il soggetto si rappresenta (conscio)
2. Livello interiore, ma consapevole (sub-conscio)—> emerge attraverso
l'introspezione
3. Livello inconscio—> si analizza solo in chiave interpretativa
Non importa a che livello si agisce, importante è essere consapevoli di quale parte si sta
indagando—> consapevolezza dei limiti della propria conoscenza. —> i ricercatori
pertanto adottano uno schema metodologico generale che varia a seconda del problema,
dell’esperienza del ricercatore, dalle necessità del committente e dalle caratteristiche
dell’oggetto di studio (determinare obiettivi).
Le ricerche qualitative
Strumento sviluppate negli anni 60/70—> strumenti veloci e precisi per misurare
tendenze, valori ecc.
La ricerca qualitativa indaga sui fattori determinanti di un fenomeno per poterlo poi
misurare—> ricerca di tipo ESPLORATIVO (non si conosce cosa si vuole studiare)—> la
ricerca qualitativa applicata al MKT nasce negli anni ’20 USA quando il mercato era
ancora basico (poca quantità di variabili)—> anni ’40 Dichter applica l’inconscio al mkt e
fonda un istituto per poter studiare i consumatori attraverso l’utilizzo di tecniche
interpretative fondate sulla psicoanalisi (Institute for motivation research)—> per dare poi
info alle aziende su come fare la loro pubblicità per attirare i vari tipi di consumatori. Dagli
anni ’80 in poi oltre alla psicoanalisi si usano sociologia, linguistica, semiotica ecc.—>
discipline sociali per comprendere in maniera approfondita il consumatore.
L’oggetto di studio sono valori, atteggiamenti e schemi con cui i soggetti interagiscono
con la realtà in modo OLISTICO—> relazione tra essi—> cogliere la complessità
d’insieme. Studiare come il consumatore interpreta la realtà che si trova di fronte. Per fare
ciò la ricerca qualitativa a differenza della quantitativa (rigida, numeri) è molto più
dinamica—> studia il metodo più adatto per poter studiare al meglio il consumatore. —
> Bisogna ottenere la profonda comprensione del soggetto e vedere le cose dal punto di
vista del consumatore e dal punto di vista dei suoi bisogni.
Si possono identificare due dimensioni su cui la ricerca qualitativa va a indagare:
Dimensione verticale—> la parte conscia è quella che emerge, quella inconscia o
preconscia è quella sommersa (esempio iceberg) —> IO/ES/SUPER-IO
Dimensione orizzontale—> in una situazione vi possono essere più variabili:
personalità, società, cultura, relazioni…la ricerca qualitativa deve fare emergere
queste variabili e determinare le relazioni tra esse e quanto esse sono importanti e
si influenzano tra loro—> agiscono sull’agire di consumo.
Pertanto nella ricerca qualitativa, più che nella quantitativa, il ricercatore deve cercare di
ascoltare e percepire ciò che il consumatore gli dice, assimilarlo e comprenderne la
struttura psicologica: SENTIRE—>ASSIMILARE—>COMPRENDERE—>INTERPRETARE.
ricerca DESK—>
Prima della ricerca qualitativa viene fatta la cercare ovvero le info già
disponibili: ricerche già fatte, dati disponibili, per orientarsi nella ricerca da fare, per creare
una struttura più definita. Il ricercatore inoltre deve:
Essere consapevole di sé—> deve cercare di non passare la sua visione del mondo
all'intervistato
Cogliere linguaggio verbale o non verbale dell’intervistato—> importante che anche
l’intervistatore lo curi.
La personalità può essere divisa in 3 livelli:
1. L’individuo si presenta al mondo—> parte consapevole. Indagare a questo livello
attraverso l’osservazione (linguaggio, come si comporta, atteggiamento).
2. L’individuo è (può diventare) consapevole—> preconscio. Indagare attraverso
l’introspezione (invitare la persone a ragionare su di sé attraverso focus group o
interviste personali. Indagare atteggiamenti, aspettative, desideri e pensieri).
3. Attività di cui il soggetto è inconsapevole—> inconscio. Indagare attraverso
tecniche proiettive e dell'interpretazione (giochi che si possono proporre
all’intervistato per agevolare l’emergere di pensieri meno ragionati—> l’intervistato
può proiettare una parte di sé su oggetti o giochi).
I principali strumenti di ricerca qualitativa:
Intervista qualitativa
Focus group
Osservazione naturale
In gruppo
Di gruppo
Panel
Tandem
Strumenti non possono essere affidabili, precisi e generalisti (quantitativi) e allo stesso
tempo naturali e validi (qualitativi)—> decidere che ricerca fare in base a quale obiettivo
raggiungere.
Per compiere una ricerca qualitativa bisogna pertanto avere:
Competenze del ricercatore
Alta qualità intervistato
scarsità numerica soggetti
visione olistica fenomeni
INTERVISTA (non rappresentativa):
Attenzione a come si pongono le domande poiché le persone sono compiacenti e
influenzabili (esperimento di Schwarz).
Domande precedenti o situazioni di vita precedenti dell'intervistato possono
influenzare quelle successive (soprattutto nelle quantitative) —> euristica
disponibilità.
Desiderabilità sociale—> voler apparire nel miglio modo possibile a chi si ha
davanti o volerlo compiacere.
Il disegno della ricerca a interviste prevede di dover studiare il fenomeno e di avere chiaro
obiettivi, caratteristiche interessanti del target, individuare intervistati e modalità di
intervista, preparare l traccia e registrare l’intervista. Successivamente ascoltare
l’intervista e sottolineare le analogie e presentazione all’azienda della ricerca.
Fondamentale: i soggetti che fanno parte della ricerca qualitativa non sono un
campione—> soggetti scelti sulla base di vissuti o appartenenza a una categoria—>
PIANO DI RILEVAZIONE diverso dal campionamento.
Importante è la traccia di conduzione (domande primarie, sonda per far vedere
all’intervistato che è ascoltato—> ripetizioni, espressioni di interesse,
pause, approfondimento ecc. Adeguare il linguaggio all’intervistato) che seleziona gli
argomenti da trattare, ma essere flessibili (saper anticipare contenuti a seconda di come
va la conversazione).
Chi si intervista? Consumatori o cittadini a cui siamo interessati (focus group: dipende
dal tema della ricerca); ma anche leader di opinione, osservatori privilegiati, esperti di
settore—> elite.
L’intervista può essere: sulla base di quanti soggetti devo intervistare
- Strutturata: questionario a domande aperte, stesse domande a ogni soggetto.
- Semi strutturata: traccia che ricorda gli argomenti da toccare durante l’intervista.
- Non strutturata (in profondità): domande non prestabilite, interessa ciò che la persona
vuole dire (usata su testimoni privilegiati solitamente) —> traccia solo su obiettivi generali
e temi da trattare—> l’intervistato parla.
Importante il setting dell’intervista: luogo tranquillo. Intervista registrata e riletta in chiave:
- Contenuti Manifesti
- Contenuti Latenti (elementi lasciati trasparire, espressioni ecc.)
IL FOCUS GROUP (non rappresentativo):
Discussione di gruppo (6-12 persone), solitamente 8: gruppo ristretto per poter far
esprimere a tutti la propria opinione—> non meno di 6 persone perché deve essere una
discussione di gruppo, non un’intervista a gruppo: vedere come interagiscono tra loro le
persone, l’intervistatore non deve essere la parte preponderante. I soggetti non sono
campione, ma soggetti scelti. Vi sono un moderatore (intervistatore) e un osservatore che
prende appunti per poter aiutare poi la stesura del report.
Si usa per esplorare in profondità un argomento di cui si sa poco—>si tratta di una ricerca
PILOTA: ovvero ricerca per raccogliere info su un argomento poco noto per poi fare una
ricerca più in profondità.
Il luogo deve essere neutro, piacevole, con un tavolo (importante in alcune culture per
poter mantenere la distanza e non avere un leader, posizione di rilievo—> tavolo rotondo).
Necessità che i committenti possano osservare (specchio unidirezionale; videocamera per
poter rivedere anche in fase di analisi il dibattito)—> registrare, appunti e trascrizioni di ciò
che è stato detto.
Durata: due ore canoniche—> vengono sforate—> rischio di stancare i partecipanti e non
ottenere risposte interessanti. Meno non è possibile (40 minuti per rompere il ghiaccio).
Come si formano i gruppi: società di recruitment—> selezionano i soggetti su base di
caratteristiche sociodemografiche, di consumo (usership) e socioculturali—> Gruppi
omogenei sono di più facile gestione di quelli disomogenei.
I partecipanti: sono individuati da società di recruitment e attirati da incentivi (buoni
spesa, benzina ecc), non devono conoscersi tra loro e non devono conoscere il settore e
come si conducono le ricerche (obiettivi finali)—> per non poter falsificare le risposte.
Il moderatore: solitamente psicologo che propone temi, mantiene la discussione
sull’argomento e controlla le dinamiche di gruppo—> tutti devono parlare—> clima
rilassato.
Quando è meglio l’intervista e quando il focus group?
Intervista va in profondità nel soggetto—> più psicologico: argomenti personali,
difficili, target difficili (segmentati, poco disponibili)
Group: riproduce la vocazione sociale del tema—> capire quanto è controverso,
per quali motivi—> argomenti che prevedono la discussione pubblica: creatività del
mkt. Molto utilizzato in: Concept test: ovvero determinare se le persone possono
essere interessate a una determinata idea. Pre-test: fatti prima del lancio
pubblicitario.
È anche vero che anche il focus group sottende dinamiche psicologiche: tenerne conto
per comprendere se si stanno raggiungendo obiettivi prestabiliti, capire se parlano tutti, se
qualcuno parla di più o meno, se si crea un leader, se vi è un moderatore tra i
partecipanti…—> capire la relazione che si instaura tra i partecipanti e tra essi e il
moderatore. Evitare:
Effetto normalizzazione (Sherif): quando