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Ricerca educativa e servizi per l'infanzia, Sharmahd - Recensione Pag. 1
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Recensione di Cristina Luiza Badulescu

Il tema del volume è la ricerca nel campo educativo, con particolare attenzione ai servizi per la prima e seconda infanzia, per offrire le strategie, i metodi e gli strumenti a coloro che vogliono fare ricerca in questo ambito, cioè indagare, esplorare, studiare, approfondire il fenomeno e considerare i suoi soggetti co-agenti del processo conoscitivo. Il volume è stato diviso dall'autrice in tre parti: la prima parte, nel primo capitolo, affronta l'evoluzione storica del rapporto educazione-ricerca, con il dibattito fra i sostenitori della ricerca quantitativa e quelli della ricerca qualitativa. Lucia Lumbelli propone una visione integrata, identificando il momento qualitativo con la fase esplorativa della ricerca, momento che precede la sperimentazione quantitativa vera e propria. Anche il punto di vista di Nima Sharmahd è quello che la ricerca quantitativa e quella qualitativa non hanno un confine preciso edovrebbero essere utilizzate in maniera integrata: La scelta dell'uno o dell'altro metodo, nonché la loro eventuale integrazione, non dipenderà da posizioni di principio ma dalla natura dell'indagine stessa e dai suoi obiettivi. Nei servizi per l'infanzia, dove le relazioni e il contesto sono così importanti, l'approccio ecologico alla ricerca in campo educativo sembra essere quello più adatto perché prende in considerazione tutte le dinamiche e le relazioni tra i vari sistemi, come la famiglia, la scuola e il territorio. Però, questo tipo di ricerca non è stato tanto praticato nei servizi per l'infanzia italiani.percorso di ricerca diventa un'opportunità per sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e degli altri, nonché per promuovere un cambiamento personale e professionale. La Ricerca-Azione è un metodo che coinvolge attivamente i partecipanti nel processo di ricerca, incoraggiandoli a riflettere sulle proprie pratiche e ad apportare modifiche in base ai risultati ottenuti. Questo approccio favorisce la collaborazione e la condivisione delle conoscenze tra i partecipanti, creando un ambiente di apprendimento reciproco. La Ricerca Etnografica, invece, si concentra sull'osservazione e l'analisi delle pratiche e dei comportamenti all'interno di un determinato contesto sociale. Questo metodo permette di comprendere in modo approfondito le dinamiche e le relazioni che si sviluppano tra i bambini, i genitori e gli educatori. Entrambi questi approcci mettono in luce l'importanza di considerare la dimensione qualitativa della ricerca in campo educativo. Non si tratta solo di raccogliere dati numerici, ma di comprendere il significato e il contesto in cui si sviluppano le esperienze educative. In conclusione, la ricerca in campo pedagogico si sta evolvendo verso un approccio più olistico e qualitativo, che valorizza la partecipazione attiva dei soggetti coinvolti e promuove una riflessione critica e trasformativa sulle pratiche educative.lavoro di ricerca non si svolge tanto con le persone quanto sulle persone. Nell'ultima parte del volume vengono approfondate e arricchite, contanti esempi, alcune tecniche d'indagine, come l'intervista, il focus group, il colloquio, l'osservazione e il questionario, strumenti considerati dall'autrice come quelli più congrui con le esperienze che richiedono la partecipazione di educatrici, genitori e bambini. Nel caso dell'intervista, del focus group e del colloquio sono molto importanti le qualità e le competenze di ascolto attivo e incoraggiante del ricercatore/educatore che dovrebbe avere l'attenzione sia sulla comunicazione verbale, sia sugli aspetti non verbali. Il lavoro del ricercatore/educatore non è facile, in quanto esso dovrebbe avere la capacità di andare oltre il proprio ego, "di dimenticarsi, pur essendo presenti a se stessi", di mettere da parte i propri pregiudizi, sentimenti e pensieri per andare.

Incontro all'altro, per stimolare la comunicazione e la riflessione, per mettere a proprio agio, senza giudicare e senza valutare. Lucia Lumbelli parla di "comunicazione non autoritaria, identificandola con una tipologia di interazione orientata dai principi dell'ascolto empatico e mirante a rendere ognuno capace di trovare dentro di sé le potenzialità e le risorse utili a superare e rielaborare i più disparati eventi della propria vita". Anche l'osservazione presuppone un'attitudine aperta alla scoperta e al decentramento, evitando di lasciarsi influenzare dalle aspettative per confermare delle teorie iniziali. Perciò, per i servizi della prima e seconda infanzia, l'autrice indica, come la più adeguata, l'osservazione di tipo etologico che sospende il giudizio e dove l'osservatore non è partecipante ma presente e in grado di descrivere in modo dettagliato le situazioni e il loro contesto.

capitolo dedicato al questionario, Nima Sharmahd spiega accuratamente gli utilizzi che gli si possono dare nei servizi per l'infanzia, facendo degli esempi ricchi di dettagli e riportando alcune ricerche italiane e straniere. Quindi, questo libro, con un'ampia bibliografia, con tanti esempi, con uno stile fluente e accurato costituisce uno valido strumento e "guida" non solo per chi fa o vuole imparare a fare ricerca sul campo in educazione, ma per tutti coloro che si occupano dei bambini e desiderano riflettere ed 3 Idem, pg. 68. 4 Lumbelli L., Comunicazione non autoritaria, Angeli, Milano. 5 Sharmahd N., op. cit., pg. 70.
Dettagli
A.A. 2011-2012
4 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cristina.luiza di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia della famiglia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Catarsi Enzo.