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LE VALUTAZIONI DI CONVENIENZA FISCALE

È necessario rispettare le normative locali e quelle internazionali che regolano e disciplinano le fattispecie

tributarie tra i paesi. Ciò che è rilevante a fini fiscali è la presenza di una stabile organizzazione in quanto è

rispetto a questa che si determina il luogo ove il reddito ottenuto deve essere assoggettato a tassazione.

Qualora l’impresa italiana operi all’estero senza costituirvi una stabile organizzazione, il reddito derivante

da tale attività si considera prodotto in Italia. Se è prodotto tramite una stabile organizzazione, è

assoggettato a tassazione all’estero e nuovamente tassato all’atto del suo trasferimento in Italia. Non

assumono natura di stabile organizzazione né la rete di agenti e distributori né l’ufficio di rappresentanza,

in quanto questi sono operatori autonomi nei confronti dell’impresa per la quale operano. Tutte le attività

svolte da tale ufficio sono irrilevanti a livello fiscale, l’esistenza di una stabile organizzazione invece, è

rinvenibile:

• Nella società controllata, è un’entità del tutto distinta dalla struttura originaria, dotata di

autonomia giuridica;

• Nella filiale, definibile come sede secondaria con rappresentanza stabile, ma priva di autonomia

giuridica.

In mancanza di personalità giuridica, la casa madre italiana è direttamente e illimitatamente responsabile

con il proprio patrimonio delle obbligazioni assunte dalla filiale, e il regime fiscale a cui sono soggette varia

notevolmente da paese a paese e anche in dipendenza dell’applicazione dei trattamenti internazionali

contro le doppie imposizioni.

Per quanto riguarda la scelta tra società controllata e filiale, i vantaggi di quest’ultima sono:

• Gestione più facile, gli adempimenti relativi alla registrazione dell’unità operativa, alla pubblicità dei

bilanci e al controllo contabile sono meno onerosi;

• Di solito non ci sono né tasse sul capitale né imposte di bollo relative al capitale fornito;

• Raramente sottoposta a condizioni restrittive in ordine alla residenza dei suoi soci o amministratori;

• Se nei primi anni registra perdite contabili, possono essere portate in detrazione dagli utili della

casa madre;

• Di solito, i beni di produzione possono essere liberamente traferiti dalla casa madre alla filiale.

Vantaggi della controllata:

• Avendo personalità giuridica, comporta un regime di responsabilità limitata al capitale conferito;

• Incentivi e contributi locali sono usufruibili solo da una controllata, inoltre ha un migliore impatto

locale sotto il profilo dell’immagine e dal punto di vista dell’accesso al credito;

• Se l’aliquota d’imposta è inferiore nel paese estero è possibile differire la tassazione ritenendo gli

utili presso la controllata;

• I profitti ottenuti possono essere rimpatriati sia come dividendi sia come plusvalenze sulla vendita o

liquidazione della controllata estera.

La costituzione di una filiale si prospetta come più economica rispetto alla creazione di una controllata,

perché implica adempimenti formali meno onerosi ed è di più agevole gestione. Dal punto di vista fiscale,

la controllata ubicata in un paese con aliquota d’imposta inferiore rispetto a quella del paese di residenza

della casa madre, permette di ottenere maggiori risparmi di imposta. La casa madre potrebbe

corrispondere alla controllata, compensi per i servizi offerti, così da trasferire altra ricchezza in uno stato

con trattamento fiscale più vantaggioso. Al contrario, la filiale comporta la tassazione dei suoi profitti nel

paese di residenza della casa madre e i costi o le perdite sono deducibili dalla base imponibile della società

madre. I governi e le istituzioni sono preoccupati per l’erosione della base imponibile, che avviene secondo

tale sequenza: il reddito viene prodotto da un gruppo multinazionale a seguito dello svolgimento di attività

in un paese diverso da quello in cui ha la sede legale la casa madre, ma viene poi trasferito in giurisdizioni a

più bassa fiscalità.

LA SELEZIONE DEI COLLABORATORI

Se l’impresa decide di realizzare l’esportazione diretta avvalendosi di agenti/rappresentati, richiede:

- La definizione dei criteri per la valutazione del profilo professione dei collaboratori, i requisiti

richiesti sono riconducibili al possesso delle autorizzazioni amministrative eventualmente richieste

dalla normativa locale, alle disponibilità finanziarie, alle relazioni maturate con la sua attività, agli

altri prodotti eventualmente trattati, alla disponibilità e qualità dei servizi logistici, commerciali e

assistenziali erogabili ai clienti. Un’adeguata disponibilità finanziaria è fondamentale, poiché la

penetrazione e lo sviluppo del mercato locale potrebbero richiedere il sostenimento di investimenti

per l’organizzazione e la gestione della struttura commerciale e mezzi liquidi per la concessione di

credito alla clientela o per la gestione delle scorte. Altre aree sono la competenza professionale, la

numerosità dei collaboratori, la consistenza del portafoglio clienti, appropriatezza dei supporti

logistici, organizzazione gestionale, capacità commerciale e organizzative;

- La ricerca e la selezione delle candidature richiede l’identificazione delle possibili fonti informative

da cui attingere i nominativi. Una volta identificate le fonti e raccolti i nominativi, l’impresa deve

formalizzare la selezione delle candidature ideali, e tale processo richiede la verifica delle capacità

del potenziale collaboratore di soddisfare le specifiche che descrivono il profilo del candidato

ideale;

- La negoziazione del contratto che si intende stipulare esige una chiara definizione dei diritti e dei

doveri che devono limitare o regolare il mandato, allo scopo di ridurre le possibili controversie,

poiché non i tuti i paesi esiste una legge che abbia per oggetto la disciplina di tali contratti (come la

Cina). Gli aspetti cruciali sono riconducibili alle scelte in ordine a: remunerazione (normalmente a

provvigione, ma spesso richiesta una retribuzione fissa), esclusività del rapporto, obbligo di non

concorrenza da parte dell’agente/rappresentante, durata del contratto.

L’agente e il rappresentante, essendo imprenditori autonomi, sopportano tutte le spese per l’esercizio

della sua attività ordinaria. In gran parte degli ordinamenti nazionali si esclude ogni rimborso delle spese

sostenute. L’esclusività del rapporto è strettamente connessa con la retribuzione, poiché il principale

effetto consiste nell’obbligo dell’impresa esportatrice di versargli una provvigione per tuti gli affari conclusi

nella sua area di competenza, anche se non promossi da quest’ultimo. Il venditore autonomo deve

astenersi dallo svolgere attività in concorrenza con l’impresa preponente e ciò discende dalla mancanza di

uniformità delle legislazioni nazionali in materia. Per l’ordinamento italiano tale obbligo deriva da una

norma imperativa di legge, altri ordinamenti non la prevedono.

IL TRAFFICO DI PERFEZIONAMENTO PASSIVO (TPP)

Denominazione con cui la normativa dell’UE individua il regime della temporanea esportazione. Consiste

nell’esportazione di merci al fine della loro reimportazione, dopo che esse hanno subito trasformazione,

lavorazione o riparazione. In Italia viene usato soprattutto dalle imprese appartenenti ai settori all’interno

dei quali l’elevata incidenza dei costi di manodopera rende particolarmente appetibile la delocalizzazione

produttiva in paesi con inferiore costo del lavoro. La dinamica del TPP: l’impresa del paese industrializzato

esporta il semilavorato o la materia prima in un paese a basso costo di produzione, dove vengono

perfezionati prima di rientrare nel paese industrializzato di origine per essere rifiniti e venduti. Così

l’impresa committente attua un parziale abbandono della produzione domestica con modesto

trasferimento di conoscenza tecnologica ottenendo una considerevole riduzione dei costi. L’unità

produttiva estera può essere una società controllata dall’impresa che indirizza verso di essa il flusso di

semilavorati. L’operazione comporta due movimenti di merci: il primo interessa i semilavorati che

l’impresa committente fornisce all’azienda subfornitrice in un altro paese; il secondo si ha al momento

della reimportazione dei prodotti perfezionati dall’azienda terza, e ciò da luogo a una transazione

limitatamente all’ammontare del costo della lavorazione.

L’obiettivo della normativa è quello di risolvere le difficoltà connesse a tale doppio spostamento di merci

quando queste attraversano le frontiere doganali. Questi movimenti dovrebbero determinare il

pagamento di dazi e oneri doganali, invece la regolamentazione comunitaria prevede la parziale tassazione

nel momento in cui le merci vengono reimportate (sono sottoposte al pagamento dei diritti doganali

applicabili alle merci reimportate).

Il ricorso al TPP è subordinato a determinate condizioni:

- Il richiedente l’autorizzazione deve essere l’impresa che produce nell’ambito dell’UE prodotti

analoghi che si collocano nel medesimo stadio di fabbricazione dei prodotti compensatori;

- La merce che viene temporaneamente esportata deve essere di origine comunitaria;

- L’ammontare di produzione realizzato ricorrendo al TPP non può superare i limiti quantitativi annui

fissati dalla regolamentazione comunitaria e deve essere proporzionato al numero dei loro addetti.

La scelta del TPP si giustifica in relazione alla necessità di realizzare beni che abbiano caratteristiche

internazionali, che consentono di realizzare una sorta di miscela di costi nazionali per alcune fasi del ciclo di

produzione con costi extranazionali più bassi per altre fasi.

Svantaggi: costi di trasporto e di sdoganamento delle merci raddoppiano, rischi di ritardi nelle consegne,

tempi burocratici per l’ottenimento della licenza (3-4 settimane), elevati costi che l’impresa committente

deve sostenere per individuare e per collegarsi con l’azienda terzista.

INSEDIAMENTO PRODUTTIVO ALL’ESTERO (CAP.6)

Ulteriore sfida è fare in modo che la propria presenza sui mercati esteri non abbia carattere sporadico o

provvisorio, l’impresa deve diventare un insider nelle aree geografiche reputate appetibili per trarre

vantaggio dalle risorse e dalle competenze presenti in ciascun paese. Diventare un insider attraverso l’EI è

molto difficile, è più facile mediante forme di ED, aprendo in loco unità commerciali, costituendo magazzini

ricambi, costituendo insediamenti produttivi i

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Publisher
A.A. 2018-2019
79 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher carli10 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Marketing internazionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Zanni Lorenzo.