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Coscienza e attenzione

Sono due dimensioni psicologiche fondamentali, che costituiscono condizioni essenziali per lo svolgimento

delle altre capacità psichiche del soggetto (dalla percezione all’apprendimento, alle emozioni). È più corretto

parlare di “processi” piuttosto di “stati” della coscienza e dell’attenzione, poiché si tratta di attività psichiche

costantemente mutevoli. “Esse sono un flusso e una corrente che variano in continuazione per qualità e per

quotidiana dell’individuo” [cit.

intensità nella vita James].

Coscienza: si può definire la coscienza come la consapevolezza degli stimoli esterni e interni da parte del

l’essere umano deve elaborare una quantità di informazioni troppo

soggetto essa ha una natura selettiva:

elevata per essere in ogni momento consapevole di tutto, per cui la coscienza funge da filtro e guida per la

Quest’ultima si esplica in diverse funzioni fondamentali per la nostra attività:

condotta umana.

1) Consapevolezza percettiva e cognitiva: la coscienza consiste nella capacità di rispondere agli stimoli

provenienti dall’ambiante “qui e ora” (consapevolezza percettiva). Essa svolge una funzione di

“comparatore” in quanto è in grado di confrontare istante per istante lo stato attuale del mondo con

quello previsto in base alle proprie conoscenze e aspettative. Essa implica dunque la consapevolezza

dei propri pensieri e idee (consapevolezza cognitiva).

2) Controllo: la coscienza esercita un controllo sui processi cognitivi, rendendo possibile organizzare e

pianificare le nostre attività mentali, interromperle o modificarle in funzione della continua variazione

delle condizioni ambientali. In particolare la coscienza assume la funzione di sistema rilevatore degli

errori.

3) Consapevolezza meta cognitiva e autocoscienza: a differenza di altre dimensioni psichiche la

(consapevolezza metacognitiva). Esempio: “sappiamo

coscienza può essere consapevole di sé stessa

di sapere”. Questa capacità di autoriflessione è alla base dello sviluppo psichico del bambino, sia della

costruzione dell’identità personale (il cosiddetto sé).

La coscienza pur essendo una funziona autonoma, si radica e si fonda su processi inconsci, come già Freud

aveva posto in evidenza alle fine dell’800 con la celebre metafora dell’iceberg (la coscienza è solo la punta,

mentre tutta la parte sommersa è costituita dall’inconscio). Conscio e inconscio sono strettamente

interconnessi. Entrambi sono costituiti dai processi mentali di elaborazione degli stimoli che si concludono in

atti di conoscenza (informazioni)

L’attenzione

l’insieme dei dispositivi e meccanismi che consentono di concentrare e focalizzare le proprie risorse mentali

È

su alcune informazioni piuttosto che su altre. È sinonimo di concentrazione. Di fronte una grande quantità di

che l’ambiente ci offre il soggetto è in grado di selezionarne uno che occupa una determinata posizione

stimoli

nello spazio. Di solito vi è coincidenza fra la direzione dello sguardo e la direzione dell’attenzione, tuttavia è

processi (fenomeno del guardare con la coda dell’occhio). Si è soliti distinguere

possibile separare questi due

fra orientamento volontario e orientamento automatico. Nel primo caso il soggetto dirige l’attenzione in modo

qualcosa si muove rapidamente

consapevole, mantenendola fissa ed ignorando altri aspetti. Se all’improvviso

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il soggetto è indotto a portare l’attenzione su questo secondo evento

o si mette a lampeggiare o a suonare ecc....

in modo automatico. In entrambe le situazioni il soggetto pone a fuoco un certo oggetto o stimolo: fuoco

dell’attenzione.

L’Attenzione selettiva

L’attenzione è basata sugli oggetti, ossia essa procede selezionando gli oggetti piuttosto che le coordinate

spaziali. L’attenzione selettiva comporta una serie di competenze fra loro connesse: integrazione (capacità di

mettere in relazione diversi aspetti dello stimolo), filtraggio (ignorare informazioni non rilevanti); ricerca

facilitazione o priming (l’elaborazione

(capacità di individuare un oggetto nel campo visivo); effetto

informazioni influenza l’elaborazione successiva.

precedente delle È positivo se facilita la prestazione

successiva, e negativo se la peggiora). Per comprendere effettivamente come il sistema attentivo riesca a

distinguere in maniera selettiva l’informazione rilevante, è opportuno tenere presenti alcuni meccanismi

(effetti):

Effetto Simon: il soggetto ha di fronte 3 riquadri a sinistra e 3 a destra nei quali scorrono in maniera casuale

immagini di quadrati e rettangoli. Il soggetto deve premere il pulsante sinistra se compare un quadrato e quello

destro se compare un rettangolo. Si è osservato che i tempi di reazione sono influenzati dalla posizione dello

stimolo e del pulsante se coincidono o no.

Effetto Stroop: i soggetti devono indicare il colore con cui è scritta una parola. La velocità è rallentata quando

ci sono dei conflitti (parola ROSSO scritta in verde).

Effetto Navon: ai soggetti vengono presentate lettere grandi composte da lettere piccole. Si rallenta la risposta

quando c’è incongruenza. È impossibile non leggere il globale.

Ipotesi della selezione tardiva: il soggetto tende a elaborare lo stimolo in maniera completa, solo quando

deve dare la risposta interviene l’attenzione selettiva.

Interferenza da doppio compito

È interessante comprendere quando e perché è possibile a volte compiere due attività contemporaneamente e

perché altre volte non è possibile. Si parla di interferenza strutturale quando i due compiti da eseguire

condividono il medesimo meccanismo: è praticamente impossibile seguire con attenzione un film e nello stesso

tempo svolgere una conversazione, in quanto entrambi i compiti coinvolgono in maniera equivalente l’apparato

acustico. Accanto all’interferenza strutturale esiste anche l’interferenza da risorse. Quando le operazioni

mentali che compiamo sono impegnative esse assorbono una quota elevata delle nostre risorse attentive a

disposizione; di conseguenza la quota residua disponibile si riduce.

Apprendimento apprendere sempre in qualsiasi circostanza. Dunque l’apprendimento

Gli esseri umani sono nella condizione di

è intrinseco alla nostra esperienza. Apprendimento: modificazione relativamente duratura e stabile del

comportamento a seguito di una esperienza di solito ripetuta più volte nel tempo. Distiguinguiamo due tipi di

apprendimento, quello individuale e sociale. In ambienti stabili l’apprendimento sociale risulta di solito più

vantaggioso di quello individuale, che al contrario è più soggetto ad errori. La psicologia scientifica si è

da sempre allo studio dell’apprendimento, nel tentativo di capire quali meccanismi sono sottesi a

interessata

questa attività quotidiana che sembra ovvia e scontata.

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Apprendimento e condizionamento classico (Pavlov)

L’uomo, a differenza delle forme di vita più semplici, è capace di muoversi nell’ambiente imparando a fare

due tipi fondamentali di previsioni: A) prelevare le casualità (quali eventi seguono ad altri): B) quali eventi

sono sotto il nostro controllo e sono quindi modificabili dalle nostre azioni. Tramite questi due tipi di previsioni

ci si può adattare all’ambiente. Inoltre l’uomo è l’unico animale che non solo si è adattato, ma ha adattato gli

ambienti a sé stesso creandone anche di nuovi. Nel mondo vi è una varietà incredibile di fenomeni e noi

dobbiamo imparare a collegarli (capacità di fare associazione). La dimostrazione più brillante di tale capacità

è stata data dal fisiologo russo Pavlov. Egli notò come, mettendo del cibo nella bocca di un cane, si producesse

un aumento della salivazione. Questa relazione fra uno stimolo (cibo) e una risposta (salivazione) è una

conseguenza di un riflesso, cioè una risposta automatica. Lavorando sui cani Pavlov notò che questi

producevano più saliva quando sentivano o vedevano eventi che di solito precedevano il cibo. Pavlov chiamò

il cibo stimolo incondizionato (SI) e la risposta di salivazione la chiamò risposta incondizionata (RI). Egli

cominciò con il far sentire ad un cane il suono di una campanella. Successivamente dopo il suono della

campanella gli portava del cibo. La campanella era uno stimolo condizionato (SC) e il successivo aumento

della salivazione in risposta al suono della campanella era una risposta condizionata (RC). Si instaura cosi un

processo di condizionamento, che comporta l’associazione ripetuta fra SC e SI. Tale associazione condiziona

l’SC ad evocare una RC simile alla RI. Pavlov chiama questo processo acquisizione. Egli inoltre osservò anche

dell’abituazione (o assuefazione).

la comparsa del fenomeno Con questo esperimento Pavlov aveva messo le

basi per lo studio dell’apprendimento associativo.

Generalizzazione e discriminazione: tanto più lo stimolo è simile a quello originario, quanto più forte è la

risposta.

Selettività dell’associazione: Anche organismi animali sono capaci di scartare le correlazioni casuali e di

selezionare solo le relazioni causa-effetto più interessanti. Ciò dimostra che il condizionamento non è riducibile

solo ad un accoppiamento tra due eventi temporaneamente contigui.

Skinner e il condizionamento operante: apprendimento per tentativi di errore

Lo studioso americano Skinner riprendendo lo studio del condizionamento classico Pavloviano e le ricerche

di uno studioso di nome Thorndike, il quale sosteneva che apprendere è connettere ossia creare una rete di

connessioni tra situazioni, stimoli e risposte, introdusse la distinzione tra:

1) Comportamenti rispondenti che derivano dai riflessi innati o appresi tramite il condizionamento

pavloviano

2) Comportamenti operanti che non derivano da riflessi innati ma sono emessi spontaneamente

dall’organismo (associazione stimolo risposta) nell’ambiente e lo modifica

Skinner distingue cosi il condizionamento operante, in cui il soggetto agisce

emettendo dei comportamenti in risposta a stimoli. Skinner è interessato unicamente alla catena associativa

stimolo riposta e assume che la mente sia come una scatola nera, non osservabile sul piano sperimentale e

quindi da ignorare. Mettiamo un ratto in una gabbia in cui è presente una leva fra molte altre cose. Il ratto

compie molte azioni e casualmente preme la leva. Non appena preme la leva, il ratto ottiene del cibo come

ricompensa. Come conseguenza il ratto tende a ripetere pi&ug

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
17 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher goodlife97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia generale e dello sport e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Napoli - Parthenope o del prof Villani Maria Grazia.