Anteprima
Vedrai una selezione di 9 pagine su 40
Riassunto per esame Storia del cinema, Prof. Alonge, libro consigliato "Il cinema. Tecnica e linguaggio" di Giaime Alonge Pag. 1 Riassunto per esame Storia del cinema, Prof. Alonge, libro consigliato "Il cinema. Tecnica e linguaggio" di Giaime Alonge Pag. 2
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto per esame Storia del cinema, Prof. Alonge, libro consigliato "Il cinema. Tecnica e linguaggio" di Giaime Alonge Pag. 6
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto per esame Storia del cinema, Prof. Alonge, libro consigliato "Il cinema. Tecnica e linguaggio" di Giaime Alonge Pag. 11
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto per esame Storia del cinema, Prof. Alonge, libro consigliato "Il cinema. Tecnica e linguaggio" di Giaime Alonge Pag. 16
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto per esame Storia del cinema, Prof. Alonge, libro consigliato "Il cinema. Tecnica e linguaggio" di Giaime Alonge Pag. 21
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto per esame Storia del cinema, Prof. Alonge, libro consigliato "Il cinema. Tecnica e linguaggio" di Giaime Alonge Pag. 26
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto per esame Storia del cinema, Prof. Alonge, libro consigliato "Il cinema. Tecnica e linguaggio" di Giaime Alonge Pag. 31
Anteprima di 9 pagg. su 40.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto per esame Storia del cinema, Prof. Alonge, libro consigliato "Il cinema. Tecnica e linguaggio" di Giaime Alonge Pag. 36
1 su 40
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Ibridi Orizzonti di gloria (1957) di Stanley Kubrick mescola film di guerra e film processuale.

→ Internazionale (1959) di Alfred Hitchcock mescola film di spionaggio e commedia.

Intrigo

Postproduzione: terminate le riprese, si procede con la fase della postproduzione, il cui fine è quello

di dare corpo al film a partire dalla massa di ciak disponibili. Il regista, affiancato dal montatore da

un tecnico specializzato nel montaggio del suono, si dedica a due attività principali:

¾ Montaggio: selezione ed organizzazione della colonna visiva secondo precise disposizioni.

¾ Missaggio: unione di dialoghi, musiche ed effetti sonori.

Nel cinema americano classico il montaggio veniva supervisionato dal produttore, che esercitava la

egemonia sull’intero processo creativo senza concedere al regista il cosiddetto final cut, ossia

propria

la definizione ultima del montaggio del film. Tra i celebri produttori della Hollywood classica vi so-

no Darryl Zanuck della Twentieth Century-Fox, Irving Thalberg della Metro-Goldwyn-Mayer e l’in-

dipendente David O. Selznick.

Tra le figure di rilievo della fase di postproduzione vi è l’autore delle musiche, che realizza la parti-

tura a film finito – ad eccezione del musical – stabilendo talvolta con il regista un sodalizio artistico

paragonabile a quello con il direttore della fotografia o con lo sceneggiatore. Ne sono esempio para-

digmatico le coppie Alfred Hitchcock-Bernard Herrmann e Sergio Leone-Ennio Morricone.

dei titoli di testa, il cui apporto si rive-

Altrettanto significativo è il ruolo ricoperto dal responsabile

la spesso determinante dal punto di vista artistico. Tra i più celebri autori di credits si ricordano Saul

Bass – La donna che visse due volte (1959), Intrigo Internazionale (1959) e Psycho (1960) di Alfred

Hitchcock – e Fritz Freleng, autore dei titoli de La pantera rosa (1963) di Blake Edwards, il cui per-

Le tipologie di credits sono due:

sonaggio darà vita ad una popolare serie televisiva animata.

Front credits: sono i titoli di testa che riportano i ruoli principali: regista, attori, produttore,

o sceneggiatori, ecc.

End credits: sono i titoli di coda, che danno conto dei ruoli secondari: truccatori, stuntmen,

o attrezzisti, ecc.

Front credits di Intrigo Internazionale (1959) End Credits di Batman Begins (2005)

L’industria del cinema si struttura in tre grandi settori principali:

• Produzione: la realizzazione del film.

• Distribuzione: la circolazione del film in patria e sul mercato internazionale.

• Esercizio: la proiezione del film nelle sale cinematografiche.

A cavallo tra gli anni Trenta e Cinquanta, le case di produzione del cinema americano classico prati-

cavano la cosiddetta integrazione verticale, poiché possedevano le risorse umane e materiali per po-

ter realizzare film – produzione -, le strutture per promuoverli e farli circolare negli Stati Uniti e all’

estero – distribuzione –, e una catena di sale cinematografiche di proprietà nelle principali città ame-

ricane – esercizio –. Tali case di produzione erano le cosiddette majors, le principali industrie cinema-

tografiche statunitensi. Esse erano:

¾ Metro-Goldwyn-Mayer (MGM)

¾ Warner Brothers

¾ Twentieth Century-Fox

¾ Paramount

¾ Radio Keith Orpheum (RKO)

Alle majors hollywoodiane si aggiungevano inoltre le tre minors, etichette produttive di minore im-

portanza che dominavano con le prime il mercato cinematografico americano. Esse erano:

¾ Columbia

¾ Universal

¾ United Artists

Fino agli anni Settanta il successo economico di un film era strettamente legato all’affluenza di pub-

blico nelle sale, le quali si strutturavano secondo una precisa gerarchia qualitativa ed economica. Le

sale italiane erano organizzate secondo il seguente ordine:

Sale di prima visione: le sale più lussuose, dove venivano proiettate le novità appena immes-

o se sul mercato.

Sale di seconda visione e sale di quartiere: sale dove passavano i film già proiettati dalle sale

o di prima visione e le pellicole di serie B.

Sale d’essai e sale parrocchiali: sale che proiettavano film di sperimentazione dalla notevole

o qualità artistica.

A partire dalla seconda metà degli anni Settanta, con l’arrivo delle televisioni commerciali le pellico-

le restano in sala per brevissimo tempo a causa della drastica emorragia di spettatori. Tale fenomeno

induce le industrie produttive a sfruttare la sala come strumento promozionale per la vendita dei sup-

– VHS e poi DVD e Blu-Ray – e la circolazione in televisione.

porti home video

Capitolo 2: Messa in scena e messa in quadro

L’inquadratura

L’inquadratura è l’unità base del linguaggio cinematografico. Essa può essere definita sia dal punto

di vista temporale, sia sotto il profilo spaziale:

Tempo: porzione di pellicola impressionata in continuità, senza stacchi.

o Spazio: porzione di spazio che viene ritagliata dal mascherino che sta davanti all’obiettivo e

o che vedremo sullo schermo.

Un quasi sinonimo di inquadratura è il termine piano. I due termini non possono però considerarsi e-

quivalenti, giacché inquadratura insiste sull’idea di cornice, mentre piano pone l’accento sul conte-

nuto della cornice sul modo in cui viene organizzato il materiale inquadrato nonché sulla distanza tra

,

l’obiettivo e il soggetto ripreso. In tal senso si opera una distinzione tra:

¾ il materiale allestito per stare davanti alla cinepresa. Riguarda la dimensione della

Profilmico:

messa in scena, che il cinema condivide con il teatro.

¾ Filmico: l’insieme delle scelte relative all’uso della macchina da presa. Riguarda la dimensio-

esclusiva del cinema.

ne della messa in quadro,

L’idea di cornice suggerisce già il concetto tipicamente cinematografico di fuori campo, termine che

indica la porzione di spazio che lo spettatore non vede in un dato momento, ma della cui esistenza è

consapevole. Ne è esempio il dialogo ripreso con la tecnica del campo/controcampo, che consiste in

una serie di inquadrature che mostrano alternativamente due soggetti contrapposti e tra loro interrela-

ti: un personaggio dice una frase, stacco, un altro personaggio risponde, stacco, il primo personaggio

replica, ecc. Questa tecnica, assai praticata durante il periodo del cinema classico, viene messa in di-

scussione a partire dagli anni Cinquanta e, successivamente, dal cinema della modernità mediante al-

– si inquadra chi ascolta, non chi parla –, la ripre-

cune soluzioni alternative come il piano d’ascolto

sa dei soggetti dialoganti all’interno della medesima inquadratura, oppure il piano sequenza.

Tutto il montaggio narrativo si basa sulla dialettica tra campo e fuori campo, che può avvenire anche

in maniera diversa dal dialogo:

ƒ Un rumore che proviene da una fonte che non vediamo.

ƒ Un personaggio che guarda di lato, verso un punto che lo spettatore non vede.

ƒ L’uscita di un personaggio da un lato dell’inquadratura.

fuori campo può assolvere altresì una funzione simbolica: ne è esempio I quattrocento colpi (1959)

Il

di François Truffaut, in cui il giovane protagonista Antoine, finito in riformatorio, dialoga con un’as-

sistente sociale di cui sentiamo soltanto la voce poiché rimane relegata nel fuori campo per sottoline-

are il baratro che separa il protagonista dal mondo degli adulti, incapace di comprenderlo.

A volte nel fuori campo c’è un personaggio con cui lo spettatore è chiamato ad identificarsi stretta-

mente: è il caso della soggettiva, un particolare tipo di inquadratura che mette in fuori campo un per-

sonaggio per mostrare al pubblico il suo punto di vista, che in questo modo coincide con quello dello

spettatore. La storia del cinema classico presenta un caso, abbastanza eccezionale, di film girato inte-

ramente in soggettiva, con un protagonista che non compare mai sullo schermo: Una donna nel lago

(1946) di Robert Montgomery. Un progetto simile era stato elaborato da Orson Welles, che intende-

va realizzare un adattamento cinematografico di Cuore di tenebra di Joseph Conrad girandolo intera-

mente in soggettiva. In tempi recenti, la narrazione in soggettiva, filtrata attraverso il mirino di una

è diventata un cliché di tanti film dell’orrore e di fantascienza contemporanei, tra cui si

videocamera,

ricordano Le cronache dei morti viventi (2007) di George A. Romero e Cloverfield (2008) di Matt Re-

eves.

Soggettiva in Notorious (1946) Soggettiva in Doom (2005)

La messa in scena. La scenografia e l’illuminazione

Un elemento chiave del profilmico è la scenografia, ovvero l’insieme degli edifici, dei mobili, dei ve-

degli oggetti di scena, che compariranno nel corso della vicenda.

icoli, →

Il Gattopardo (1963) di Luchino Visconti il regista fa riempire gli armadi di biancheria perché ri-

tiene la resa fotografica di un armadio pieno diversa da quella di un armadio vuoto.

→ il regista e il direttore della fotografia impiegano le can-

Barry Lyndon (1975) di Stanley Kubrick

dele come effettiva fonte luminosa, grazie a speciali obiettivi Zeiss che permettevano di girare con po -

chissima luce.

Per ciò che concerne la scenografia, l’opzione fondamentale è rappresentata dalla scelta tra:

• Lavorare in studio

• Lavorare in ambienti reali

binomio non va confuso con la dialettica, altrettanto importante, tra:

Tale Girare in interni: riprendere scene ambientate in luoghi chiusi, reali o ricostruiti in studio.

o in esterni: riprendere scene ambientate in luoghi aperti, reali o ricostruiti in studio.

Girare

o

Le inquadrature realizzate in studio camuffate da esterni possono essere realizzate ricorrendo alle se-

guenti soluzioni tecniche:

¾ Back projection: gli attori, in teatro di posa, recitano di fronte a uno schermo translucido su

cui, da dietro, vengono proiettate immagini girate altrove. Un esempio molto comune di tra-

sparente è rappresentato dalle scene in automobile.

¾ Front projection: il proiettore è collocato davanti anziché dietro gli attori, riducendo lo scarto

tra le due componenti dell’inquadratura.

¾ Chroma key: gli attori recitano davanti ad una parete dipinta di blu o di verde su cui, in post-

produzione, con l’ausilio della grafica computerizzata, saranno inseriti gli sfondi. È una solu-

zione tecnica utilizzata in epoca contemporanea.

Rapacità (1924) di Erich Von Stroheim film muto americano realizzato in ambienti reali.

Cinema americano classico (1917 – 1960 circa) film rigorosamente girati in studio.

Neorealismo italiano (1943 – 1955 circa) film con attor

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
40 pagine
3 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giox1988 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del cinema e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Alonge Giaime.