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Il cinema. Tecniche e linguaggio. Un'introduzione
1.1 Il film e la sua realizzazione. Cap 1
La pellicola
- "Film" significa "pellicola", "membrana", infatti agli inizi del '900 la parola italiana era femminile, proprio per il significato che aveva.
- Materialmente un film è una lunga striscia di triascetato non infiammabile e sensibile alla luce, con due perforazioni laterali grazie alle quali la pellicola viene trascinata e poi scorre. È un'invenzione di tardo '800 e si possono notare infatti i due componenti tipici:
- chimica → pellicola in cellulosa
- meccanica → nastri dentati
- Il cinema è figlio della fotografia infatti altro non è che una proiezione di fotogrammi alla velocità di 24 f/s.
- Fotografia: fotos (luce) + grafè (scrittura) = scrittura della luce
- I Fratelli Lumière, proprietari di un negozio di macchine fotografiche battezzano una loro macchina (da ripresa e proiezione) cinematografo (scrivere il movimento).
- Non hanno inventato nessuna componente della macchina, infatti c'erano già stati tentativi:
- zootropio
- testa ottico = es. Reynaud che proiettava disegni, ma era poco commerciale
Edison riesce a produrre film
ma in una macchina utilizzabile
da una persona alla volta.
- L'originalità dei fratelli Lumière stava
- nell'assemblaggio dei componenti.
- 1895 28 Dicembre: prima proiezione ufficiale in
- un cafè parigino. Non si considera
- quella prima in un'università perché
- aveva carattere scientifico e
- non di intrattenimento.
Componenti della pellicola:
- 1. perforazione
- 2. fotogramma
- 3. pista sonora magnetica (meno spazio e
- dritto) non magnetica (puntellata)
- 4. il passo
Formati della pellicola:
- 35 mm = è il formato standard che
- utilizza l'industria
- 16 mm = di qualità minore e negli anni
- '60 viene usato visto per i film
- amatoriali. Dagli anni ‘30 data
- la comodità e i costi minori
- entra ad essere usata anche
- per l’industria ma ovviamente
- aveva una minor distribuzione, la
- quale avveniva in 35 mm.
- 70 mm = diventa di moda tra gli anni
- '50 e '60 per combattere la tv. Infatti
- Esisteva anche il doppio programma:
- film serie A + uno B (cioè di generi considerati bassi e prodotti con piccoli budget).
- due film di serie B.
- I cortometraggi oggi si trovano solo in TV, nei festival, nelle cineteche o nelle sale d’essai.
- Negli anni ’50-’60 però andava di moda produrre lungometraggi composti da cortometraggi.
- regista e il produttore dato che ci sono in gioco i soldi
- il numero dei componenti della troupe va da un minimo di 30 sino a superare centinaia
- È un sistema a piramide suddiviso in reparti:
- regista: il capo, decide la posizione della cinepresa, delle luci, l'inquadratura, dirige gli attori ecc...
- aiuto regista: scandisce la vita sul set e fa da mediatore tra troupe e regista. Scrive e stabilisce il piano di lavorazione, per decidere l'ordine della riprese.
- fotografo: luci; taglio inquadratura, colori ecc.
- macchinisti: coloro che espendono (giornalerie, video assist). Le riprese di una scena si tende a girarle più volte per essere sicuri. Si tende a lavorare con una sola cinepresa, tranne nelle scene d'azione o complesse.
- fonico: si occupa del sonoro. Si unisce alle scene successivamente.
- segretaria di edizione: generalmente donna, che scrive ogni dettaglio di ogni ripresa per garantire la continuità del film.
- runner: colui che corre per prendere le cose necessarie.
- organizzatore: si occupa dell'aspetto finanziario.
nel montaggio aggiungiva panoramiche degli ambienti esterni, utilizzava il trasparente al front projection.
- Solo dopo la seconda guerra mondiale si inizia a girare in esterni (anche per motivi pratici, cinecittà era occupata dai militari).
- Prima non si girava in ambienti reali perchè:
- non si era interessati a creare ambienti che fossero reali.
- era più economico allora perché le case cinematografiche facevano molti più film di oggi.
- Si può controllare tutto, mentre negli esterni non è così.
La luce gioca anche lei un ruolo fondamentale e può essere diffusa o contrastata (cinema noir).
Obiettivi e posizione della macchina da presa
- Per costruire un'inquadratura la prima cosa da fare è scegliere l'obiettivo.
Ci sono tre tipologie di obiettivi:
- normali (35/50 mm) = riproducono più o meno la visione umana.
- focale corta (≤ 35mm) - grandangolari = aumentano l'impressione di profondità, allargando lo spazio e distorcendo l'immagine, infatti gli elementi in primo piano sono eccessivamente grandi. La forma più estrema di questo obiettivo è quella con la visuale a 180°.
- focale lunga - teleobiettivi (75-300 mm) = appiattiscono la profondità dello spazio e avvicinano gli oggetti lontani.
- Si può utilizzare anche lo zoom, un obiettivo che passa da una lunghezza focale ad un'altra. Spesso si utilizza per produrre una carrellata ottica per dirigere lo spettatore.
- Altro aspetto fondamentale è l'angolazione e l'inclinazione della macchina da presa.
- Generalmente si posiziona la macchina frontalmente all'attore, all'altezza degli occhi. È una visione che pare naturale e modificandola si crea una sorta di inquietudine in chi guarda. (es. Ipecresi e la passione di Giovanna d'Arco).
Il Doppiaggio
- Quando il cinema era muto per portare un film all'estero bisognava tradurre la didascalia.
- Con l'avvento del sonoro e l'assenza della tecnica del doppiaggio, i registi (es. Georg Wilhelm Pabst) utilizzavano due strategie:
- girare il film più volte in lingue diverse
- girare il film una sola volta con più lingue
- Il doppiaggio arriva nel 1932 e se da una parte rende tutto più semplice, dall'altra apre varie questioni di ordine filologico.
La Musica
- È presente fin dagli albori, infatti, i film muti erano accompagnati da un'esibizione dal vivo di un piano.
- Per i film più importanti veniva anche commissionato uno spartito d'autore originale e un'orchestra.
- Il sonoro entra negli anni 1927.
- Nel cinema classico ha un'estrema importanza perché serve per ribadire il significato delle immagini. (es inizio di un ballo d'onore)
- Spesso c'era anche un tema ricorrente (El dogello).
- Nella modernità quest'uso ridondante e didascalico della musica non esiste più.
- Le relazioni dei due tempi sono:
- Sequenza: TD < TS; La storia viene sintetizzata. Oltre al montaggio si possono usare i cartelli, un inserto (cambiamento di luogo), sequenza a episodi (cambio di luna o di stagioni in una stessa scena); montaggio alternato.
- scena: TD = TS: è un caso molto raro e un esempio è "Nodo alla gola".
- TD > TS: si verifica quando vi è il ralenti o il fermo immagine. Molto raro.
di questa tecnica (es. Scarface) ma era ancora "primitive", gli mancava la dimensione narrativa.
Si usavano solo per la loro continuità.
- Si supera questa situazione con il cosiddetto montaggio interno, ovvero, una serie di movimenti all'interno della scena che guidano lo spettatore (es. Quarto Potere scena della macchina da scrivere).
- Infine il piano sequenza viene utilizzato per far emergere le ambiguità e le contraddizioni all'interno della realtà. Per questo non seleziona come il decoupage e ci fa vedere anche cose inutili.
- Nella realtà non c'è una soluzione, non vi è una fine o un senso (es. finale dei "400 colpi").
SPAZIO E TEMPO NEL CINEMA DELLA MODERNITÀ
- Come abbiamo già detto il cinema della modernità cerca di trovare modi di narrare alternativi al linguaggio classico.
- Si concentra su:
- montaggio
- spazio
- tempo
- Per quanto riguarda il tempo, rifiuta la sintesi del cinema classico e fissa di uno scorrere più naturale della storia.
- Per far questo usa, per esempio, il piano sequenza o il decoupage con la mancanza della narrazione.
- Vi possono essere, infatti, intere scene di gesti di...