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RETORICA DELL’IMMAGINE: LE CONNOTAZIONI VISIVE
Secondo Barthes anche le immagini funzionano come i miti:
naturalizzano delle ideologie attraverso stereotipi, tecniche,
abitudini ecc. L’immagine non copia la realtà, ma produce “effetti
di realtà”.
Analizza una foto pubblicitaria della pasta Panzani:
Lo scopo dell’immagine è quello di definire il ruolo dell’immagine
nella comunicazione.
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Barthes si chiede in che modo sia possibile descrivere l’immagine
da un punto di vista semiotico; decide di concentrarsi solo
sull’immagine pubblicitaria.
Nel visual si vedono dei pacchi di pasta, una scatola, un sacchetto,
dei pomodori, delle cipolle, dei peperoni, il tutto all’interno di una
borsa a rete semi aperta. I colori dell’annuncio sono il giallo, il
verde, su sfondo rosso. Ritiene che il primo messaggio sia
ancoraggio:
costituito dal testo verbale, che svolge una funzione di
serve quindi a vincolare la libertà del significato dell’immagine.
Dopodiché suggerisce di concentrarsi sul secondo messaggio,
cioè sull’immagine, per cogliere alcuni segni. La borsa semi aperta
che lascia scivolare fuori i prodotti veicola un significato di
freschezza, la tinta tricolore del manifesto indica “italianità”,
assieme al nome Panzani. L’assembramento degli oggetti diversi
porta il significato di “servizio culinario totale”. Infine si è rinviati
anche ad un significato estetico con il concetto di natura morta.
Il funzionamento di questi segni è reso possibile secondo Barthes
sapere culturale più profondo.
da un Si tratta di una sorta di
competenza primaria che B considera priva di codice e che fa da
supporto alle letture simboliche dell’immagine. In questi modo
introduce quel livello letterale dell’immagine, contrapposto al livello
sensi
“simbolico”, che costituisce il terzo messaggio. Pertanto i
aggiunti del secondo messaggio costituiscono i significanti
simbolici che si servono di un livello letterale per esprimere i propri
connotativo,
contenuti; è un sistema cioè che si serve di altri segni
per costruire il proprio significante.
denotata,
L’immagine letterale è mentre l’immagine simbolica è
connotata.
C’è così un lignaggio iconico non codificato (immagine letterale
denotata), un messaggio iconico codificato (immagine simbolica
connotata). La distinzione tra messaggio letterale e messaggio
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simbolico è solo operativa: non si può incontrare un’immagine
letterale allo stato puro.
La comunicazione pubblicitaria risulta efficace proprio per la sua
capacità di iscrivere il piano connotativo in quello denotativo.
semi connotativi.
Freschezza, italianità, natura-morta ecc. —>
L’ANALISI DEL RACCONTO
Barthes prova ad applicare il metodo strutturale anche all’analisi
letteraria.
Vuole trovare delle costanti narrative, degli elementi ricorrenti che
permettano di descrivere e classificare le narrazioni letterarie.
Distingue tre livelli di senso:
funzioni: narrativa
1) Le la funzione (fa nascere il racconto e
funzioni cardinali nuclei)
matura più tardi) si divide in: (o e sono
catalsi
le vere e proprie cerniere del racconto, le colmano lo
spazio tra un nucleo e l’altro, ovvero descrizioni accessorie che
colmano il racconto. indizi
Ci sono anche altre due funzioni: gli per delineare la
informanti
psicologia di un personaggio o per le atmosfere; gli che
sono dati puri, significanti, per identificare meglio il referente.
azioni
2) Le narrazione
3) La
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Eco
Lavori presemiotici:
Opera aperta: un libro di storia della cultura. L’autore non prende in
considerazione solo l’opera. Ma il rapporti di collaborazione tra
l’opera e il suo fruitore: un tema che è ripreso incessantemente da
Eco. E’ interessato al fatto che l’opera sia aperta a differenti
interpretazioni, ma non dimentica che il testo è retto da leggi
strutturali che pongono vincoli e direzioni di lettura. Eco specifica
che se da un lato l’opera può essere aperta e interpretata in molti
modi, dall’altro è una forma compiuta e chiusa nella sua
perfezione. Opera e apertura sono quindi due valori si implicano e
interconnessi. Da un lato c’è l’apertura a numerose interpretazioni,
dall’altro l’opera pone dei vincoli e dei limiti alle letture possibili.
Questa dialettica tra apertura e chiusura verrà ulteriormente
approfondita anche in chiave semiotica.
Apocalittici integrati: l’oggetto di analisi è la cultura di massa, e ci
sono due atteggiamenti che l’autore critica. Per chi concepisce la
cultura in modo “aristocratico”, ovvero che la cultura di massa è
apocalittico,
anticultura. Questo fenomeno è visto da loro come e
sostengono che i mass media, rivolgendosi ad un pubblico vasto e
differente, livellino i propri prodotti ad evitare soluzioni originali.
Hanno una visione conformista dei consumi, con i mass media che
incoraggiano una visione passiva, che scoraggia lo sforzo
personale. La risposa degli “integrati” consiste nel constatare che i
mezzi di comunicazione mettono i beni culturali a portata di tutti,
con un proficuo allargamento dell’area culturale. Gli integrati
sostengono che la massa sia ormai la protagonista della storia, e
che i mezzi di comunicazione portino nuovi linguaggi, nuovi modi
di parlare e nuovi schemi percettivi.
Eco ricorda come nella storia dell’umanità ogni modificazione degli
strumenti culturali abbia una profonda messa in crisi del modello
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precedente, provocando forti resistenze. Senza demonizzare la
nuova cultura di massa, Eco suggerisce la necessità di uno studio
scientifico che ne sveli le caratteristiche e ne permetta una
comprensione più analitica. Secondo Eco bisogna procedere a
un’analisi strutturale dei messaggi.
LA STRUTTURA ASSENTE: METODOLIGA VS ONTOLOGIA
La struttura assente è il primo lavoro dedicato alla semiotica.
Secondo Eco, la ricerca semiologica vede i fenomeni di cultura
come fenomeni di comunicazione e i singoli messaggi si
organizzano e diventano comprensibili in riferimento a codici. Cos’
l’autore si sofferma sui concetti di informazione, comunicazione,
codice, segno, segnale, insomma sui concetti-base di una prima
semiologia generale.
A seguire Eco si dedica alla comunicazione visiva, infatti la ricerca
di quegli anni si basava sul capire come e se le altre categorie della
linguistica potessero estendersi ad altri sistemi di comunicazione.
All’interno di questo libro è presente la celebre sezione D, in cui
Eco discute le basi epistemologiche del mondo strutturale (quindi
del metodo semiotico). Secondo Eco, difronte ad oggetti culturali
diversi, si cerca di dedurne una griglia strutturale comune.
Confrontandosi con gli altri autori però ne deduce che la ricerca di
strutture ultime porti alla scoperta di qualcosa che non può essere
strutturato. Arriva a sostenere la funzionalità di uno strutturalismo
assente.
operativo e metodologico. La struttura, conclude Eco, è
Perciò il suo pensiero trova migliore esposizione nella scuola
glossematica. In linea con la prospettiva glossematica, Eco nega
dunque la “struttura”, ma sostiene l’importanza delle descrizioni
strutturali, del resto l’analista riduce la realtà a strutture per
comprenderla e spiegarla. Le strutture elaborate per analizzare la
realtà sono parziali, culturali, storiche e dipendono da scelte di
partenza che compie l’analista.
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IL TRATTATO DI SEMIOTICA GENERALE
Lo scopo di questo libro è di esplorare le possibilità teoriche e le
funzioni sociali di uno studio unificato di un fenomeno di
significazione e/o comunicazione.
significazione
La si ha quando qualcosa di materialmente presente
sta per
e percepibile qualcos’altro: un albero può stare per il
concetto di natura; un libro può stare per il concetto di cultura. La
significazione è una situazione di rinvio astratta, può esserci
indipendentemente dal fatto che un destinatario la attivi.
comunicazione
La è un processo tra esseri umani che presuppone
dei segni sistemi di significazione e li attiva: è il momento in cui gli
esseri umanisti servono delle significazioni per veicolare messaggi.
teoria generale della cultura,
Eco definisce la semiotica come una e
pensa che cultura possa essere integralmente studiata da una
prospettiva semiotica. teoria dei
Nel TSG, Eco riconosce due domini della semiotica: una
codici, con studio della funzione segnica: il modello semantico
strutturale viene integrato con la teoria della semiosi di Pierce; la
teoria della funzione segnica, il lavoro compiuto nel produrre e
nell’interpretare segni, testi, messaggi.
LA TEORIA DEI CODICI E L’INFLUENZA DI PEIRCE
codice,
Definizione di concetto di ci sono quattro possibili
fenomeni riconducibili al suo concetto:
1) Una serie di segnali regolati da leggi combinatorie interne;
2) Contenuti di una possibile comunicazione che costituiscono
quindi un sistema semantico;
3) Una serie di possibili risposte comportamentali da parte del
destinatario;
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4) Una regola che associa alcuni elementi del sistema (1), con
alcuni elementi del sistema (2) o del sistema (3).
Solo l’opzione 4, intesa come tipo complesso di regola, secondo
codice.
Eco può essere chiamata Però dato che anche le prime tre
opzioni sono assimilate al concetto di codice, Eco definisce queste
tre possibilità con il nome di S-CODICE (intendendo “codice” in
quanto “sistema”).
L’introduzione del termine codice serve a Eco per definire meglio la
funzione segnica. Riesce a circoscrivere meglio il concetto di
segno, sempre caratterizzato da uno (o più) elementi di un piano
dell’espressione correlati a uno (o più) elementi del piano del
contenuto.
Eco mette in evidenza due aspetti centrali: 1) un segno non è
un’entità fisica; 2) un segno non è un’entità semiotica fissa, ma
dove si incontrano elementi indipendenti: quindi si palerà di
funzione segnica. Quindi, i segni sono risultati provvisori,
stabiliscono correlazioni transitorie dato che ciascun elemento può
avere funzione segnica con altri elementi.
Ciò che ne consegue è una specie di paesaggio molecolare in cui
le aggregazioni sono instabili e temporanee.
Eco passa quindi a considerare un’altra possibilit&agrav