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LA POLITICA E LA CITTA'cap.5 (pp.137-164)

5.1 Che cosa sono le politiche urbane?

La città europea del Medioevo era piccola, con circa 10000 abitanti e svolgeva un ruolo di centro amministrativo politico ed economico per il suo retroterra rurale. I prodotti agricoli confluivano verso i mercati cittadini dalle campagne circostanti dove veniva prodotto più cibo di quanto ne servisse, generando un surplus. In città risiedevano l'élite dominanti. Ad un livello inferiore c'era la classe media costituita dagli artigiani. Lo scalino più basso della scala sociale era rappresentato dai servi, dagli schiavi ed dai lavoratori.

Harvey stabilisce che l'urbanizzazione dovrebbe venire vista come un processo, non come un oggetto e necessariamente non ha limiti spaziali fissi e sostiene che i datori di lavoro debbono adattarsi alla disponibilità di forza lavoro all'interno dei limiti di ogni regione urbana. Se manca la forza lavoro gli...

imprenditori non possono procurarsene di nuova con la stessa facilità poiché la forza lavoro viene incarnata dagli esseri umani che la producono. Nel lungo periodo questi limiti non sono insormontabili grazie alla possibilità di un'immigrazione di nuovi lavoratori ma nel breve termine gli imprenditori devono lavorare con la forza lavoro che hanno a portata di mano la cui qualità diventa quindi determinante. Quando un'impresa capitalista trova una collocazione auspicabile fa di tutto per proteggere questa posizione vantaggiosa. Secondo i modelli ideali dell'economia di mercato i limiti geografici dovrebbero venire facilmente scavalcati dalle leggi della domanda e dell'offerta. La carenza di forza lavoro dovrebbe venire compensata con facilità dall'immigrazione. I limiti geografici influenzano sia al lavoro che il capitale con due risultati:

  • Il primo è quella che Harvey definisce "la tendenza alla coerenza"

strutturata" (structuredcoherence) delle regioni urbane.

  • Il secondo è lo sviluppo di coalizione di interessi sociali ed economici che nascono daiconflitti e dai compromessi sui salari.

5.2 Una "specie urbana"

Secondo le Nazioni Unite il 2007 è stato l'anno nel quale la popolazione urbana del mondo èdiventata maggioritaria.

Sulla base di statistiche dettagliate, il programma Globalization and World Cities (GaWC) haidentificato 55 città mondiali suddivise in tre categorie principali e otto categorie minori.

Al vertice si trovano le 10 città mondiali alfa suddivise in due sottogruppi. Le più importanti sonoLondra, New York, Parigi e Tokyo (si trovano al vertice della lista per le loro funzioni all'internodel sistema economico mondiale).

Al di sotto delle prime quattro ci sono altre città alfa come Francoforte e Singapore, città betacome Sidney, Stoccolma e Seul e trentacinque città gamma come Boston,

Il termine infrastruttura indica grandi costruzioni come strade, ponti, ferrovie oppure manufatti sepolti sotto terra come le fogne.

La crescita di dimensioni delle città richiede infrastrutture sempre più complesse.

La vulnerabilità della vita urbana nei confronti del malfunzionamento delle infrastrutture è stata dimostrata in modo drammatico da alcuni casi clamorosi.

Le condizioni di vita in molte parti del mondo sono misere: molte persone vivono in insediamenti informali.

Lo Slum Sanitation Programme (SSP) di Mumbai è l'ultimo tentativo di provvedere a servizi igienici decenti per i residenti negli insediamenti informali.

McFarlane descrive come le politiche statali nei confronti degli insediamenti informali oscillino tra la regolazione e l'eliminazione.

Le baraccopoli meno povere e meglio strutturate sono soggette ad una regolazione, le baraccopoli meno stabili e più misere subiscono periodici

tentativi di demolizione. Le politiche urbane contemporanee hanno alcune caratteristiche fondamentali:
  • Lo Stato è facilitatore piuttosto che fornitore diretto di servizi.
  • C'è l'esigenza di organizzare partnership tra enti pubblici per realizzare nuove forme di governance urbana in molte realtà.
5.4 La gentrification: rinascimento urbano o revanscismo? Il termine "gentrification" veniva inizialmente utilizzato nel settore immobiliare, riferendosi all'acquisto di case da parte della classe media in zone della città che fino a poco tempo prima erano occupate da quartieri operai o da aree industriali. Verso la metà del XX secolo, si è assistito a massicci processi di suburbanizzazione, che resero le abitazioni del centro città relativamente più economiche e accessibili per i gruppi sociali più poveri. Anche se la suburbanizzazione continuava, quartieri come SoHo a New York, iniziarono a vedere il tentativi di demolizione.ritorno delle classi medie, dando il via a quel processo che prese poi il nome di gentrification. Questo fenomeno si presentava solitamente in due modi:
  • Gli agenti immobiliari acquistano abitazioni, le ristrutturano e le rivendono a prezzi molto più alti.
  • Le singole persone comprano delle proprietà che ristrutturano per andarci poi a vivere (sweat equity = aumento del valore di una proprietà dovuto al sudore della fronte del suo stesso proprietario).
Quando l'offerta di appartamenti ed edifici da ristrutturare cominciò a scarseggiare, gli immobiliaristi iniziarono a costruirne di nuovi, sotto forma di condomini nel cuore della città. Il geografo Neil Smith descrive il processo di gentrification utilizzando il concetto di "rent gap" che si riferisce al divario tra la rendita di una proprietà in base al suo uso attuale e quella potenziale. La gentrification avrà luogo solo quando i guadagni conseguenti allo sfruttamento.delle differenze di rendita (rent gap) saranno superiori ai costi necessari per rinnovare le abitazioni.

Nel corso degli anni Novanta, si è discusso in modo acceso riguardo ai diversi modi di considerare la gentrification sia dal lato dell'offerta che dal lato della domanda.

Dal punto di vista degli urbanisti, la gentrification viene solitamente vista molto positivamente, come un rinascimento urbano: molti vecchi edifici vengono ristrutturati riempiendo i terreni rimasti vuoti per le nuove folle che frequentano queste aree e l'arrivo di residenti più ricchi genera una domanda di negozi.

La vita culturale della città sembrerebbe beneficiare del processo ma la gentrification non è un fenomeno esclusivamente positivo: il cuore del processo è costituito da trasferimenti. Per permettere alla nuova classe media di spostarsi all'interno della città, i gruppi sociali più poveri ne vengono espulsi. A volte queste espulsioni sono

topologici. Gli approcci topografici si concentrano sulla definizione fisica dello spazio pubblico e privato, mentre gli approcci topologici considerano le relazioni sociali e politiche che si sviluppano in questi spazi. Secondo Iveson, le città pubbliche (public cities) sono caratterizzate da una forte presenza di spazi pubblici aperti a tutti, come parchi, piazze e strade pedonali. Questi spazi sono gestiti e regolati dal settore pubblico e sono considerati luoghi di incontro e scambio sociale. D'altra parte, le city publics sono spazi pubblici all'interno di edifici privati, come centri commerciali, stazioni ferroviarie e aeroporti. Questi spazi sono aperti al pubblico, ma sono gestiti da enti privati che stabiliscono regole e restrizioni sull'uso degli spazi. La gentrification ha contribuito a un cambiamento nella distribuzione di questi spazi pubblici e privati. Con l'aumento dei prezzi degli affitti, molte attività commerciali e servizi pubblici sono stati costretti a trasferirsi in spazi gestiti privatamente. Ciò ha portato a una diminuzione degli spazi pubblici aperti a tutti e a un aumento degli spazi pubblici all'interno di edifici privati. In conclusione, la gentrification ha avuto un impatto significativo sulla distribuzione degli spazi pubblici e privati nelle città. Questo ha generato una città revanscista, in cui il pubblico e il privato sono diventati sempre più interconnessi e influenzati dalle forze di mercato.

"procedurali" agli spazi pubblici.

La definizione più comune di spazio pubblico urbano è topografica: si riferisce a determinati luoghi delle città che sono aperti a tutte le componenti della popolazione urbana.

Gli spazi pubblici topografici sono quelli che si potrebbero colorare su una mappa, secondo un approccio che, secondo Iveson, presenta due problemi:

  • Molte delle tesi in favore di un migliore accesso agli spazi pubblici vengono formulate in termini di perdita e rivendicazione.
  • Anche al di là delle narrazioni fatte di perdite e rivendicazioni si tende a far coincidere il pubblico con lo stare in uno spazio pubblico.

L'altro approccio, quello procedurale, definisce come spazio pubblico qualunque luogo nel quale si realizzino alcune azioni di orientamento o di tipo pubblico.

Il problema dell'approccio procedurale, però, è che minimizza l'importanza degli aspetti materiali degli spazi pubblici.

Secondo i propugnatori

di identità diventa oggetto di lotta politica e di movimenti sociali. Questi movimenti cercano di promuovere la visibilità e il riconoscimento delle identità marginalizzate o discriminate, al fine di ottenere pari diritti e opportunità per tutti. Le politiche dell'identità si concentrano sulle questioni legate alla discriminazione e all'oppressione basate su caratteristiche come il genere, la razza, l'etnia, la religione o l'orientamento sessuale. Questi movimenti cercano di sfidare le norme sociali e culturali che perpetuano l'ineguaglianza e di promuovere una società più inclusiva e giusta. Nel corso della storia, i movimenti per i diritti civili, i movimenti femministi, i movimenti per i diritti LGBTQ+ e molti altri hanno adottato politiche dell'identità per combattere l'oppressione e promuovere l'uguaglianza. Questi movimenti hanno lavorato per cambiare le leggi, le politiche e le mentalità che discriminano e marginalizzano determinati gruppi. Le politiche dell'identità possono essere criticate da alcuni che sostengono che esse creino divisioni e conflitti all'interno della società. Tuttavia, i sostenitori di queste politiche sostengono che esse sono necessarie per affrontare le disuguaglianze strutturali e per garantire che tutte le persone abbiano la possibilità di vivere una vita dignitosa e piena. In conclusione, le politiche dell'identità e i movimenti sociali sono strumenti importanti per combattere la discriminazione e promuovere l'uguaglianza. Questi movimenti cercano di dare voce alle identità marginalizzate e di creare una società più inclusiva e giusta per tutti.identità di un gruppo è fonte di conflitti o divenga l'oggetto intorno al quale ruotano azioni finalizzate a portare un cambiamento sociale.

6.2 Che cosa sono i movimenti sociali?

Per movimenti sociali ci si riferisce a gruppi di persone che perseguono obiettivi condivisi richiedendo un cambiamento sociale o politico.

I movimenti sociali sono iniziative collettive che mirano a modificare l'ordine delle cose. Un movimento rivoluzionario può cercare il completo rovesciamento dell'ordine sociale esistente mentre un movimento sociale cerca di modificare o di estendere la situazione esistente.

I movimenti sociali sono anche d'opposizione o contenziosi, ossia si oppongono ad uno o più elementi dell'ordine politico e sociale esistente.

I movimenti sociali possono diventare partiti politici.

Secondo Walter J. Nicholls, i movimenti sociali possiedono due importanti caratteristiche:

  • Sono reti di individui e di organizzazioni piuttosto che singole identità di un gruppo.
istituzioni.
  • Utilizzano strumenti non convenzionali
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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

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