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5.2 LA POTENZIALITA' DEL CODICE
5.2.1 Articolatezza e combinatorietà
L'articolatezza e la combinatorietà sono quelle proprietà che si verificano quando la parte
del significante è divisa in pezzi più piccoli che si combinano tra di loro. Solo le spie
luminose sono quei codici che non si avvalgono di tale proprietà.
Sono codici articolati la macchina del caffé o l'abbaio di un cane. Ma a volte, alcune
combinazioni hanno valore distintivo e la loro posizione cambia completamente il
significato del segno.
Per esempio, selezionare “senza zucchero” prima e dopo aver cliccato “caffè”, la cosa non
cambia.
Ma scrivere /35:7/ e /7:35/ sono due cose completamente diverse.
5.2.2 Doppia articolazione
L'articolatezza è una proprietà fondamentale delle lingue verbali.
Come sappiamo, le parole sono formate da fonemi i quali sono le unità minime della
fonetica e rappresentano una classe astratta, non riguardano la concreta esecuzione
nell'ambito della comunicazione.
Inoltre, tali parole sono formate da parti concrete che combinate tra di loro danno origini a
parole diverse. Esse vengono chiamate monemi. I monemi possono essere lessicali, i
quali sono una classe aperta, e grammaticali che racchiudono una piccola classe.
I fonemi sono anch'essi una classe chiusa ma insieme ai monemi portano all'arricchimento
del vocabolario e del lessico del parlante.
Abbiamo due tipi di articolazione: i monemi sono la prima, i fonemi rappresentano la
seconda.
5.2.3 Creatività
Un codice viene chiamato creativo quando ha la capacità di modificare le sue
caratteristiche iniziali. La creatività è diversa in base al tipo di codice che si analizza:
– creatività regolare;
– creatività non regolare;
– creatività di regole
Creatività regolare
La creatività regolare si verifica quando un codice può arricchire in modo illimitato il suo
inventario di segni applicando le proprietà di formazione e combinazione; venne studiata
da Humboldt che spiegò che le lingue possono fare un “uso infinito di finiti mezzi”.
Ciò si verifica nei calcoli, nella segnaletica ( chi ci dice che non si inventi un segnale
stradale nuovo da un momento all'altro?).
Il codice Morse, invece, è un codice che ha dei limiti poiché avendo solo due articolazioni
(impulso elettrico breve e lungo) e sei unità, potrà formare 64 segni.
Secondo Chomsky, una lingua verbale fa molto uso di questa creatività regolare ed essa è
percepita in positivo da chi parla e da chi ascolta.
Un bambino, per esempio, quando dice #aprito# al posto di #aperto#, non sbaglia, perché
lui da solo ha acquisito la regola che i verbi in -ire hanno il participio passato in -ito.
Creatività non regolare
La creatività non regolare si verifica quando il codice accetta al suo interno dei segni
costruiti in violazione di regole e proprietà.
Questo non si può assolutamente verificare in matematica: un segno del tipo #2x:3# non è
assolutamente accettabile e porta completamente al blocco del codice; ciò si verifica
anche nell'ambito della segnaletica stradale. se noi ascoltiamo “se avrebbi visto
Le lingue verbali, invece, sono più elastiche e flessibili:
il film non ti ho chiesto la trama” potrebbe essere facilmente corretta da chi ascolta con “se
avessi visto il film non ti avrei chiesto la trama”; ciò riguarda soprattutto il rapporto dello
straniero con la lingua italiana.
Creatività di regole
La creatività di regole si verifica quando un codice permette la riformazione dei suoi pezzi
aggiungendo o togliendo regole, non facendogli perdere la sua funzione; ciò non è
assolutamente ammesso nei calcoli.
Molto importante invece riguarda la lingua dei sordo-muti che con gli anni sta assumendo
una rilevata importanza.
Un fatto storico che rappresenta questa creatività è data dalla decadenza del latino, che
ha dato spazio a lingue come l'italiano.
fenomeno si trova nella parola “che” che oltre a svolgere la funzione di
Oggi invece questo
pronome relativo o come introduzione di una preposizione, oggi ha la funzione causale,
locativa, mezzo e temporale.
5.2.4 Metalinguisticità
La metalinguisticità è quella proprietà che riguarda quel codice che sa usare i suoi segni
per parlare di se stesso.
Questa proprietà è molto usata nelle lingue nell'ambito di termini che dovranno essere
formali, tecnici o addirittura formalizzati.
Per esempio, durante una conversazione, hanno molta rilevanza gli stessi gesti e segni
che si fanno con le mani che, in un certo senso, comunicano il contesto e la tensione di
tale conversazione.
Molta importanza invece bisogna darla al linguaggio dei sordomuti dove appunto ogni
gesto riguarda una parola in un determinato contesto.
Questa proprietà viene usata anche da parte degli animali, un esempio è lo scimpanzé
Sarah.
5.2.5 Semanticità
La semanticità è quella proprietà universale che possiedono tutti i codici. E' diverso però il
modo in cui significano e la struttura interna che tale significato assume nelle varie
tipologie di segni.
Il ruolo dell'astrazione
“Significare” significa far riferimento ad una classe astratta i cui membri sono i possibili
“sensi” realizzati in circostanze semiotiche diverse.
Un significato, quindi, è un simbolo che è una rappresentazione mentale che è esclusa
dall'oggetto concreto a cui si fa riferimento.
Per esempio, quando diciamo “Sposta quella sedia”, non viene nominato l'elemento
presente nella sfera percettiva, ma sto nominando il riferimento, l'oggetto che rappresenta
un intera classe di nomi.
Api e altri animali
La semanticità è una proprietà che viene usata dagli animali.
Per esempio, le api adottano una danza quando nell'ambiente esterno si rendono conto
di cibo e della sua quantità, “informando” tutte le altre api che si trovano
della presenza
nell'alveare.
Le specie animali, quindi, adottano un riferimento e sono capaci di significare. Ovviamente
ciò riguarda sempre le tipologie di “argomenti” che essi possiedono nel codice.
I calcoli
I calcoli, come detto in precedenza, sono soggetti alla creatività regolare ed essi
ammettono una quantità di elementi all'interno delle operazioni. Per esempio, posso dire
#7x3#, ma posso anche dire # (7x3)x(7x3)x(7x3)#
Ma la cosa strana dei calcoli, è che essi riguardano solo e soltanto la quantità, non fanno
mai riferimento ad un contesto e a degli oggetti precisi (pere, mele, ecc..)
Ma a volte, il calcolo dipende anche dalla lingua in cui esso è “ambientato”.
In un contesto diverso dal nostro, è difficile fare dei calcoli precisi e ciò è confermato da
alcune persone che vivono in dei contesti bilingui.
Le lingue
Le lingue sono i mezzi di espressione per eccellenza per la specie adattiva massima:
quella umana.
Le lingue sono un insieme di parole infinite ed è lo stesso Tullio De Mauro a dire che non
esistono i limiti all'interno della lingua.
A volte la lingua viene anche paragonata alla musica secondo alcuni studiosi, ma la sua
“onnipotenza” viene testimoniata soprattutto da parte della metafora.
Ciò ovviamente non significa che esse non hanno regole, anzi, possono compiere tutte le
classificazioni determinate.
Lingue segnate e gestualità
Il linguaggio dei segni è molto importante, soprattutto per quanto riguarda quello utilizzato
dai sordo-muti che sta avendo una rilevata importanza negli ultimi anni in cui ormai un
segno, gesto, può significare una parola inserita in un determinato contesto (basta vedere
esempi come i telegiornali).
Non a caso, in un'opera di Wittegenstein, è stato proprio il gesto di un suo amico a mettere
in crisi la sua teoria del carattere logico-rappresentativo del linguaggio.
Questi segni monoplanari, che hanno quindi solo il significante, hanno anche loro una
semantica.
6. SISTEMI DI SCRITTURA E TESTUALITA'
La scrittura è l'insieme di tutte quelle tecniche che servono per comunicare dati, messaggi
in ambito sociale tramite degli artifici di tipo grafico-visivi.
6.1 LA FUNZIONE SEMIOTICA DELLA SCRITTURA
Le prime testimonianze di scrittura si hanno intorno al IV secolo a.C in e
Mesopotamia
successivamente in Egitto.
In quel periodo, la era molto importante nel contesto e non a caso, esisteva la
parola
disciplina della che riguardava proprio l'arte del parlato. Essa serviva per dei
retorica,
discorsi in ambito giuridico, scientifico, ecc.
Con l'avvento della scrittura, le cose cambiano. Essa permetteva la comunicazione a
distanza e faceva da supporto alla memoria.
Però, come qualsiasi cosa, essa venne contestata da parte di alcuni come per esempio
il quale credeva che essa avesse eliminato la comunicazione tra gli uomini
Platone
portando questi ultimi a isolarsi in se stessi.
Tale era appunto poiché, in realtà, la scrittura faceva da supporto
opinione molto arcaica
semiotico alla comunicazione e per quanto riguarda la memoria basta prendere qualche
appunto su un block notes e dopo qualche anno è possibile ricordare ciò che è accaduto
grazie allo scritto.
Ovviamente, la scrittura comporta anche una formalità che non è richiesta nel dialogo.
Non a caso, scrittura e vanno insieme e per
grammaticalizzazione Dante Alighieri,
infatti, scrittura e grammatica erano dei sinonimi.
Il punto di massimo splendore della scrittura riguarda nel XV
l'invenzione della stampa
secolo e molta importante fu il radicale mutamento del punto di vista del tempo.
Nell'antichità si pensava che esso fosse un flusso continuo ma grazie all'avvento dei
calendari e delle agende le cose cambiarono definitivamente.
La scrittura ha permesso il calcolo e ha potenziato le facoltà conoscitive umane oltre i loro
La vera “battaglia” sta nel
limiti naturali e ha aperto le vie di una vera sapienza.
distruggere l'analfabetismo.
6.2 TIPI DI SCRITTURA
Nell'arco della sua storia, la scrittura ha avuto funzioni diverse ed è stata rappresentata in
maniera diversa.
Abbiamo quella a e quella che riguarda la lingua vera e
due tipi di scrittura: pittogrammi
propria, l'alfabeto.
La scrittura in pittogrammi fu molto usata nella storia ed è ancora in uso tutt'oggi (basti
pensare alla scrittura cinese). Essa consisteva nel disegnare un simbolo che esprimeva
appunto