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FATTORI CULTURALI E SOCIALI DETERMINANTI: I FAUTORI DI UNA DATAZIONE ALTA

A. Leroi – Gourhan, atropologo, 1911 – 1986, (Le geste et la parole, 1964), ha messo in

evidenza la complessità delle articolazioni societarie, delle tecniche produttive e

progettuali di cui già Homo Erectus (1.5 milioni di anni fa) era capace.

Alla complessità delle tecniche dovette necessariamente corrispondere una non minore

complessità delle semiotiche usate.

Uso di altri sistemi di comunicazione = profonda unitarietà tra linguaggio verbale e altri

sistemi di segni.

I fattori biologici sono determinanti nell’acquisizione e nel possesso delle lingue.

ACQUISIZIONE LINGUISTICA IMPROVVISA: PAROLA VS LINGUAGGI

In nesso con ciò che Lieberman e a lungo Chomsky hanno condiviso una pregiudiziale

antievoluzionistica che negava ogni rapporto tra linguaggi di altre specie (o altri linguaggi)

è il linguaggio verbale.

FATTORI SOCIALI DETERMINANTI: I FAUTORI DI UNA DATAZIONE ALTA

I dati paleantropologici ci dicono di comunità umane la cui organizzazione economica –

produttiva e socio – culturale aveva già da un milione di anni (almeno) un livello tale da

implicare l’uso di sistemi di comunicazione. Già Homo Erectus e Homo Habilis si siano

serviti di lingue gesto – visuali, segnate, integrate da segnali orali, prima di dare la

prevalenza (non esclusiva) a questi. E’ questa una prova sincronica, attuali e permanente

dell’unità profonda della capacità di linguaggio.

A. LEROI – GOURHAN ~ “IL GESTO E LA PAROLA” (136 – 139)

Si può tuttavia mettere in risalto un punto fondamentale: esiste la possibilità di un

linguaggio a partire dal momento in cui la preistoria ci tramanda utensili, perché utensile

e linguaggio sono collegati neurologicamente e perché l’uno non è dissociabile dall’altro

nella struttura sociale dell’umanità. Probabilmente non v’è motivo per separare, negli

stadi primitivi degli Antropiani, la fase del linguaggio da quella dell’utensile perché

durante tutto il corso della storia il progresso tecnico è collegato al progresso dei simboli

tecnici del linguaggio. Nei Neanderthaliani si verifica l’esteriorizzazione di simboli non

concreti. Da questo punti i concetti tecnici sono superati da concetti di cui non

possediamo che le testimonianze operative manuali: inumazioni, coloranti e oggetti

strani; tali testimonianze implicano la certezza dell’apparizione del pensiero a campi che

oltrepassano l’utilità tecnica vitale. Il linguaggio del Neanderthaliano non doveva differire

di molto dal linguaggio che conosciamo negli uomini attuali.

SEGNI VERBALI E NON VERBALI… E IL PREVALERE DEI PRIMI

Il prevalere dei segni verbali sui non verbali si è correlato in Homo Sapiens Sapiens con

novità genetico – strutturali:

 Abbassamento della laringe

 Formazioni di aree cerebrali Wernike e Broca per tradizione ritenute le zone

dell’emisfero sinistro del cervello preposte alla produzione e alla comprensione del

linguaggio.

 PET: attivazione simultanea di molte aree cerebrali a seconda del tipo di funzione

linguistica realizzata.

I fattori che hanno spinto a privilegiare le realizzazioni audio – orali rispetto alle gestuali e

ad altre possibili sono quelli delle assai più favorevoli condizioni di produzione e ricezioni

dei segnali:

- Basso costo energetico

- Produzione/ricezione nel corso di altre attività

- Possibilità di graduare tono e intensità

- Comunicazione oltre gli ostacoli

- Comunicazione in assenza di luce

CHE COS’ERA IN PRINCIPIO?

De Mauro (2008):

“Forse non das wort ma das zeichen, il segno con la congiunta capacità semiotica va

collocato agli inizi della vita. Ciò che Homo Erectus doveva certamente possedere era la

capacità di usare un codice semiologico non lontano dalle potenzialità semiotiche delle

lingue.” IL LINGUAGGIO VERBALE UMANO: UNA SEMIOTICA PRIMA INTER PARES

De Mauro (2008):

“Collocare il linguaggio verbale umano in una prospettiva semiotica seguendo le

indicazioni di Pierce e Saussure […] ha posto un problema che Saussure pare non avere

ignorato. Se il linguaggio verbale umano non è altro che una qualunque semiotica e se

l’audio – oralità è un carattere importante ma non costitutivo a che cosa esso deve la sua

importanza?”

PROSPETTIVA FILOGENETICA

Gli essere umani durante la loro evoluzione erano in possesso della possibilità di

comunicare non attraverso le parole dette e successivamente scritte nelle caverne e nei

graffiti, ma attraverso sistemi di comunicazione, non altrettanto sofisticati con le lingue

storico-naturali, ma abbastanza efficaci dal punto di vista comunicativo. La filogenesi

sottolinea che c'è una componente naturale che avvicina molto la prospettiva

filogenetica alla prospettiva ontogenetica. Succede qualcosa a livello organico che poi

rende possibile l'acquisizione e lo sviluppo delle lingue storico naturali. E, succede

qualcosa a livello organico che poi rende possibile l'acquisizione e lo sviluppo delle lingue

storico-naturali; i paleontologi dicono che è successo quello che succede ai neonati,

ovvero si ha l'abbassamento della laringe, tale meccanismo è avvenuto in moltissimi anni

di evoluzione. Tale evoluzione ha permesso lo sviluppo delle lingue storico-naturali però

allo stesso tempo non si sono persi gli altri metodi di comunicazione. Prima della

comparsa delle lingue non è che gli uomini non comunicassero, lo facevano utilizzando

altri codici. DAI SEGNI ALLE LORO PROPRIETÀ

- Arbitrarietà: non è proprio una proprietà, ma è una caratteristica da cui dipendono

tutte le altre proprietà. Senza questa caratteristica non si potrebbe parlare di codice, di

segni e quindi non si potrebbe parlare di comunicazione.

- Creatività

- Articolatezza

- Ridondanza

- Vaghezza

- Metalinguisticità riflessiva / Riflessione metalinguistica

ARBITRARIETÀ

[Dizionario] Che dipende dalla volontà o arbitrio del singolo senza riferimento a leggi o

norme esteriori

[Definizione semiotica] è un principio in virtù del quale viene garantita la comunicazione,

il riferimento non è al singolo individuo ma è qualcosa di universale.

L'arbitrarietà è forse la proprietà segnica più importante, ed è per questo che su di essa si

dibatte sin dall'antichità.

Platone, Cratilio ("Dialogo di Platone")

Protagonisti: Cratilio, Ermogene, Socrate

Erge mine sostiene che i nomi rappresentano l'oggetto solo per CONVENZIONE, e dunque

sarebbero il frutto di un patto esplicito tra i parlanti.

Cratilio, invece, seguace di Eraclito, sostiene che vi sia una corrispondenza tra nome e

cosa, e dunque che i nomi significhino per NATURA, imitando l'essere delle cose.

Socrate prima prende le parti dell'uni, poi dell'altro, poi critica sia l'uno che l'altro: il

LINGUAGGIO non è convenzionale, ma è ARBITRARIO. Ciò non lo rende veicolo di

conoscenza diretta, ma va sostituito da una diretta contemplazione intellettuale del vero.

ARISTOTELE, "DE INTERPRETATIONE"

(Teoria dell'enunciazione)

Alcuni passi di questa opera sono stati (erroneamente?) Interpretati come fondanti per

una teoria convenzionali sta, secondo la quale il rapporto tra nomi e cose si va a stabilire

per convenzione e non per natura, a differenza dei suoni emessi dagli animali. Nella

concezione moderna (De Saussure, Hjelsmev, De Mauro) si è arrivati a distinguere diversi

tipi di arbitrarietà:

1) tra segno e referente

2) tra significato e significante

3) nell'organizzazione interna del significato

4) nell'organizzazione interna del significante

TRA SEGNO E REFERENTE:

Il segno nella sua interezza (significato + significante) non è legato naturalmente al

referente, ossia all'elemento o evento reale presente nell'esperienza esterna dei parlanti

cui è associato, all'oggetto, alla cosa che rappresenta. Tra la scritta "semaforo" e

l'immagine di questo non vi è un rapporto privilegiato, non c'è somiglianza, non c'è un

rapporto necessario e nessuno ci obbliga a chiamarlo in quel modo.

TRA SIGNIFICATO E SIGNIFICANTE:

Non esiste un rapporto che lega necessariamente, in virtù di un motivo, in considerazione

di una somiglianza, un dato significante ad un dato significato. Il significante /3/ Del

sistema della cifra azione araba è legato in maniera immotivata al significato (concetto)

"tre volte l'unità", tanto è vero che in altre lingue è indicato da diversi significanti:

••• = /3/ nei numeri Maya

3 barre orizzontali = /3/ nei numeri brahamitici indiani (III secolo d.C)

Il significante /cane/ è solo convenzionalmente e immotivatamente legato al significato

(concetto) "cane", tanto è vero che in altre lingue è indicato da diversi significanti: dog,

chien, kalb... Quindi il significato (il concetto di cane come "animale quadrupede

domestico…") è legato in maniera immotivata a un particolare significante, ovvero a una

particolare sequenza di fonemi, di suoni di una lingua.

NELL'ORGANIZZAZIONE INTERNA DEL SIGNIFICATO (Hjelmslev, Saussure):

Tra forma (sistema di distinzioni) e sostanza (materia) del significato si intuiscono

rapporti non determinati dalla natura, ma ritagliati secondo organizzazioni proprie di

ciascuna lingua, dipendenti esclusivamente da ragioni storico-culturali. Un esempio

classico di come diverse lingue suddividono i segni:

ITALIANO: bosco, legno, legna

FRANCESE: bois

TEDESCO: wald (bosco), holz (legno, legna)

NELL'ORGANIZZAZIONE INTERNA DEL SIGNIFICANTE (Hjelmslev, Saussure):

Parallelamente al caso precedente, anche per il significante le lingue organizzano

liberamente, senza alcuna costrizione la scelta del materiale fonico (la strutturazione

formale dei fonemi). In alcune lingue dunque un insieme di suoni sarà pertinente e cioè

distinguerà parole diverse, mentre in altre lingue non avrà questo poteri: ad esempio nel

latino classico la quantità sillabica a valore distintivo e consente di differenziare sensi.

Esempio: pôpulus> popolo; pōpulus > pioppo

pâlus > palude; pālus > palo

lêvis > leggero; lēvis > liscio

mentre in italiano tale valore è stato perso e il fatto di pronunciare lunga o breve la

vocale non ha alcuna rilevanza semantica.

CREATIVITÀ

Ogni proprietà semiotica è collegata alle altre. La creativit&agrav

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
33 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vale_13 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Semiotica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università per stranieri di Siena o del prof Machetti Sabrina.