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FUNZIONALE
Come già detto, i nessi sintattici sono insieme di relazione e i loro termini sono manifestati
dalle forme e dalle interpretazione degli elementi stessi che fanno parte di un nesso.
Studiare la sintassi da un punto di vista funzionale signi fica vedere ogni elemento che
ricorre al nesso come manifestazione di una funzione sintattica.
La funzione sintattica di un elemento quindi è l'insieme dei rapporti da esso manifestati,
rapporti con gli altri elementi e rapporto con il nesso sintattico in generale.
4.4.1 Operatore e operando: predicato e argomento
Prendiamo ad esempio dei numeri: 2 4 6 8 10 12 e prendiamone due a caso in maniera
tale da fare un'operazione,rendendo questi ultimi degli operandi: 3x2=6;12-6=6;12:2=6.
Come si evince, nelle operazioni è uscito lo stesso risultato ma non si può dire che esso
abbia la stessa funzione,dato che si è ottenuto da processi operatori differenti
(moltiplicazione, sottrazione, divisione).
Comporta, quindi,che si considerino i nessi come delle operazioni in cui agiscono un
operatore e un operando.
L'operatore è rappresentato dal predicato, l'operando invece è rappresentato
dall'argomento.
Il predicato viene considerato come nucleo di un nesso ed è con lui che inizia un nesso e
dopo aver trovato la sua interpretazione e la sua manifestazione, fa entrare le funzioni
argomentali. Questo processo viene chiamato processo di legittimazione.
Le funzioni argomentali si dotano di manifestazioni che si oppongono tra di loro o che si
oppongono al predicato.
Le lingue hanno un numero elevato di manifestazioni ma non ci sono manifestazione
speci fiche che hanno funzione argomentale o funzione predicativa.
Prendiamo ad esempio le due proposizioni “Mario saluta l'avvocato” e “Mario fa
l'avvocato”.
A prima vista queste due proposizioni sembrano completamente uguali ma,in realtà,
hanno un signi ficato diverso.
Mentre nella prima Mario e avvocato sono due persone diverse nella società, nella
seconda proposizione Mario e avvocato coincidono. Inoltre, nella prima è possibile
rispondere alla domanda “chi ha salutato?” “chi è stato salutato?”, nella seconda non è
possibile rispondere alle domande “chi ha fatto?” “chi è stato fatto?”.
In italiano, una composizione che vede un verbo di forma finita porta la forma verbale
come manifestazione del predicato e il nesso nominale come manifestazione
dell'argomento.
Nelle frasi “Mario starnutisce” e “Il cane obbedisce a Pietro”, notiamo che i verbi sono
manifestazione del predicato e “Mario” e “cane” sono manifestazione degli argomenti.
Ma in quanto predicato, esso legittima un argomento. “Chi starnutisce?” “Mario”
In “Nina è dottoressa” e “Mario è fedele” la situazione è diversa poiché il predicato questa
volta è fatto da un nome e un aggettivo e ,sono loro che determinano l'argomento. Non
diremo quindi “Chi è?” ma “Chi è dottoressa?”
I predicati quindi sono ottenuti da più elementi appartenenti a diverse parti del discorso.
4.2.2 Nei nessi solo argomenti legittimati
E' da considerare l'opposizione tra le due proposizioni “Ettore sghignazza la scala” ed
“Ettore sghignazza”.
Nella prima, ricorre un argomento e quindi manca il rapporto di legittimazione col predicato
di tale nesso. Il predicato legittima quindi solo una funzione argomentale.
4.5 IL PREDICATO
Ora ci soffermiamo sul predicato e le sue proprietà.
4.5.1 Proprietà del predicato
Un predicato viene chiamato predicato verbale quando viene introdotto dal verbo il quale,
si concorda in genere e numero e permette l'armonia in una proposizione.
Nella morfologia italiana ci sono tanti fattori complementari che partecipano alla
“realizzazione” del predicato verbale.
Il tempo,per esempio, riguarda il rapporto tra ciò che esprime la proposizione e un punto di
vista temporale.
L'aspetto,invece, riguarda il rapporto tra ciò che la proposizione esprime e il punto di vista
che viene espresso da chi si esprime.
La modalità, in fine, riguarda il rapporto tra ciò che la proposizione esprime e l'attitudine
che chi la esprime la prende nella sua attendibilità.
Questo discorso,però, è molto diverso se consideriamo i nomi e gli aggettivi.
Nella morfologia italiana, essi sono meno ricchi rispetto ai verbi e, per esempio nel verbo
“reagire”, la prima,seconda e terza persona singolare è sempre “reattivi” o “reattive” se
parliamo al femminile.
Inoltre, essi non hanno fattori come il tempo,aspetto e modalità.
Per esempio “bella” può essere usata in qualsiasi tempo come “Marco era bello” oppure
“Lucia è bella”.
Ovviamente, quando i nomi o aggettivi sono combinati con i verbi si ha una concordanza
che da signi ficato alla proposizione.
Per esempio, il verbo essere, è detto copula quando accompagna un nome o un
aggettivo. Esempio in “Lucia è professoressa”.
Viene chiamato predicato nominale quel predicato composto da copula più
nome/aggettivo, parte nominale del predicato.
4.5.2 Copula e ausiliari
Come detto in precedenza, la copula fa da supporto morfologico al nome e all'aggettivo e
li rende dei predicati.
Come sappiamo, esistono verbi di forma finita e di forma non finita e , in questa ultima
categoria, troviamo l'in finito, il gerundio e il participio.
Soffermiamoci ora sul participio passato. Esso, nonostante sia un verbo di forma non
finita, forma un elevato numero di predicati ed è il “responsabile” della coniugazione
passiva, dato che essa si forma con un verbo ausiliare (essere/avere) più il participio
passato. Si formano quindi delle perifrasi verbali che vengono chiamati forme ausiliare e
hanno la funzione di ausiliazione.
Mentre in “Bici ricorse al giudice” e “Il giudice condannò l'imputato” si trova facilmente il
predicato, in “Bici ha ricorso al giudice” e “Il giudice ha condannato l'imputato”, la perifrasi
verbale è data proprio dal verbo ausiliare con il participio passato del verbo “ricorrere” e
“condannare”.
Il participio passato af fiancato a un nome o un aggettivo non de finisce un predicato
nominale ma un predicato verbale.
Il verbo “avere” non funziona da copula poiché combinato con nomi o aggettivi da vita a
dei predicati verbali. Ci potrebbero essere dei dubbi anche nel caso di alcune frasi come
“Marco è impazzito” ma “è impazzito” è una perifrasi verbale e non un predicato nominale.
In poche parole, gli aggettivi si combinano con le forme del verbo essere per dare vita a
delle perifrasi verbali.
Ci potrebbero essere però delle incomprensioni in frase del tipo “Il ponte è pulito”: “è
pulito” può essere sia un predicato nominale ma anche un predicato verbale. Ma se la
frase è af fiancata da “da Marco” allora capiremo che “è pulito” è un predicato verbale.
Mentre in “Bice è archeologa” si ha un predicato nominale, in “I topo sono stati sterminati
dai gatti” si ha un predicato verbale.
Predicato nominale e participi passati possono ri flettersi ugualmente nella particella “lo” :
“Bice (lo) è archeologa”, “I topi (lo) sono stati dai gatti sterminati”.
La particella rinvia a u predicato e non ad un argomento. Gli argomenti appaiono dotati di
genere,numero e persona ma ciò riguarda sempre il punto di vista nominale. Ovviamente
non diremo mai “Bice è archeologo” ma diremo “Bici è archeologa”.
Predicati,invece, hanno genere,persona e numero solo di ri flesso,per concordanza.
In “Bice è archeologa”, il predicato nominale è femminile solo perché il suo argomento è
femminile.
4.5.3 Semantica delle manifestazioni della funzione predicativa e ruoli
semantici degli argomenti
L'interpretazione è una manifestazione della composizione sintattica, che non è differente
dalla forma ma ha differente realizzazione. Bisogna concepire una proposizione come
fosse la scena di un film in cui, il predicato verbale, permette la realizzazione di un'azione
o di un evento.
Nella proposizione “Maria imbavaglia Marco con una salvietta”, colui che compie l'azione
viene chiamato agente (Maria), colui che subisce l'azione viene chiamato paziente
(Marco), mentre il mezzo per cui si compie l'azione viene chiamato strumento (salvietta).
Nella proposizione “Marco ha assistito a un temporale”, troviamo invece un evento e colui
che vive tale evento viene chiamato sperimentatore.
Nella proposizione “L'antenna si è spezzata per il vento” troviamo una causa (vento) e un
tema “antenna”.
“La Terra è sferica” invece manifesta uno stato.
La teoria della valenza spiega che un predicato all'interno di una proposizione ha una
valenza in base al numero degli argomenti che legittima.
Per esempio, il verbo “amare” è bivalente : IO amo TE.
Il test dell'obbligatorietà stabilisce che se un elemento è obbligatorio allora è un
argomento.
4.6 IL SOGGETTO
Il nesso sintattico funziona per opposizione di funzioni sintattiche e,come detto in
precedenza, tutto è regolata dalla “centralina” chiamata predicato.
Ovviamente, all'interno di un nesso sintattico, troviamo anche gli argomenti i quali non
tutti funzionano da predicato ma hanno funzioni diverse, con forma e interpretazione
differente.
La funzione segnica di cui parla Saussure determina una combinazione di proprietà di
diversa natura; studiare gli argomenti dal punto di vista sintattico, signi fica studiarle dal
punto di vista di organizzazione dei nessi.
Se consideriamo le due proposizioni “Il vento ha spezzato le antenne” e “Le antenne sono
spezzate dal vento”, notiamo che “Vento” è la Causa mentre “Antenne” è il tema, ma il
numero grammaticale al predicato verbale è dato differentemente.
Quindi, elementi con un ruolo semantico identico non hanno le stesse proprietà.
4.6.1 Proprietà del soggetto
Il soggetto non ha una de finizione de finitiva universale.
In lingua italiana il soggetto viene de finito come l'elemento che controlla l'accordo del
verbo in forma finita.
Però potremo chiederci come mai esso non venga de finito come “col