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Il modello di Heckscher-Ohlin e gli effetti distributivi

Dx), dove (Dy-Qy), differenza fra consumo e produzione di y, sono le importazioni di y nel paese, mentre (Qx-Dx), differenza fra produzione e consumo di x, sono le esportazioni; quindi le importazioni di y sono uguali alle esportazioni di x per il prezzo relativo di x; questa equazione viene chiamata "vincolo di bilancio" ed è rappresentata graficamente da una retta la cui pendenza è pari al prezzo relativo di x. Nel momento in cui le due economie si aprono agli scambi, Py/Px aumenta in B, mentre diminuisce in A. In A quindi aumenta il consumo di y rispetto a quello di x e si riduce la quantità relativa di y prodotta; ora A importa y ed esporta x. Il teorema di Heckscher-Ohlin dice, quindi, che un paese tende ad esportare il bene che utilizza più intensivamente il fattore di cui è relativamente più abbondante. Il modello H-O gli effetti distributivi.

fattore abbondante e importerà il bene che usa intensivamente il fattore scarso. Dal commercio tra economie a due fattori la distribuzione generale convergenza dei prezzi relativi; le variazione nei prezzi relativi hanno effetti rilevanti nelle remunerazioni relative del lavoro e della terra in entrambi i paesi considerati. In ogni paese i proprietari del fattore abbondante traggono beneficio dal commercio internazionale, ma i proprietari del fattore scarso ne sono danneggiati. Modello di concorrenza imperfetta I modelli di concorrenza imperfetta si concentrano sugli effetti prodotti sui flussi di commercio dall'esistenza di economie di scala di diversa origine. In presenza di economie di scala, il commercio consente ai paesi di sfruttare i vantaggi dalla specializzazione senza rinunciare alla varietà dei prodotti. Le economie di scala possono essere: Interne (il costo unitario dipende dalle dimensioni della singola impresa, le imprese grandi hanno un vantaggio di costo sulle)imprese piccole e questo favorisce l'istaurarsi di condizioni di mercato non concorrenziali); esterne (il costo unitario dipende dalle dimensioni del settore, un settore consiste di tante piccole imprese ed è compatibile con la concorrenza perfetta. Economie di scala interne Concorrenza monopolistica ed eterogeneità delle imprese In presenza di mercati di concorrenza imperfetta le imprese sono consapevoli di poter influenzare il prezzo dei loro prodotti (capacità di price setting); la struttura di mercato di concorrenza imperfetta più semplice è quella di monopolio puro, tuttavia le economie di scala danno origine a mercati oligopolistici o di concorrenza monopolistica. I modelli oligopolistici presentano difficoltà legate alle dinamiche di interazione tra le imprese, per cui la maggior parte dei modelli di commercio di concorrenza perfetta è sviluppata ipotizzando condizioni di concorrenza monopolistica. Le ipotesi del modello di commercio diconcorrenza monopolistica sono: come nel monopolio le imprese fronteggiano una curva di domanda individuale decrescente e quindi per accrescere le vendite devono diminuire il prezzo; siamo in presenza di economie di scala (costi decrescenti al crescere della produzione); il settore è costituito da n imprese che producono beni differenziati ma sostituti; la domanda individuale che fronteggia l'impresa (Q): cresce al crescere della domanda complessiva di settore (S), cresce al crescere del prezzo praticato dalle rivali (P*), diminuisce al crescere del numero delle rivali (n), diminuisce al crescere del prezzo che pratica (P). Una particolare funzione di domanda con queste proprietà è: Q=S(1/n-b(P-P*)) in cui b è una costante che rappresenta la sensibilità delle vendite di un'impresa al prezzo da essa praticata (rispetto ai rivali); P* è il prezzo medio praticato dalle imprese rivali. Se supponiamo che S sia dato e che tutte le imprese presenti nel settore abbiano la stessa funzione di domanda, allora ogni impresa massimizzerà il proprio profitto scegliendo il livello di produzione che massimizza la differenza tra ricavi totali e costi totali.

settore sono simmetriche, per analizzare il settore edeterminare l'equilibrio di mercato, rimane da determinare P,P* e n. Per farloderiviamo dalla curva di domanda una funzione di costo medio e una funzione discelta del prezzo dell' impresa rappresentativa. Quando il prezzo sarà superiore alcosto medio, ci saranno profitti e di conseguenza entreranno nuove imprese.L'equilibrio si raggiunge in assenza di profitto(con n stabile). Sappiamo che ilCM(costo medio) è la somma di costo fisso e costo variabile unitario CM=CF/Q + c,dato che le imprese sono simmetriche, scelgono lo stesso prezzo (P=P*) e laquantità domandata a ciascuna sarà Q=S/n quindi la funzione di costo sarà:CM=CF/S n+c. Per quanto riguarda la fissazione del prezzo, sappiamo che leimprese fissano il prezzo eguagliando Cm e Rm. Il Cm=c per definizione mentre Rmlo possiamo derivare dalla curva di domanda. Dato che P* è considerato come unacostante, attraverso una

Serie di calcoli algebrici otteniamo che Rm=P-Q/Sb. Inequilibrio, quando tutte le imprese fissano lo stesso P=P*, Q=S/n, P=c+1/nb. Maggiore è il numero delle imprese n, minore è il prezzo fissato dalla singola impresa. Nel modello di concorrenza monopolistica troviamo dei limiti derivanti da due tipi di comportamento che vengono esclusi dalle assunzioni del modello: comportamento collusivo (incremento dei profitti delle imprese tramite accordi o strategie, a spese dei consumatori); comportamento strategico (adottato dalle imprese al fine di influenzare il comportamento delle rivali). In un mercato aperto le economie con settori che godono di economie di scala possono produrre di più, specializzandosi in un bene, ad un costo medio inferiore; disporre di una maggiore varietà di beni, a causa della differenziazione dei prodotti tra nazioni che possono essere scambiati. Dunque, in presenza di settori con economie di scala il commercio internazionale offre vantaggi.

reciproci anche in assenza di differenze rilevanti nella dotazione di risorse o di tecnologia. Eterogeneità delle imprese: nella realtà le imprese non sono simmetriche, cioè la performance varia da impresa a impresa. Quando la competizione aumenta, l'impatto maggiore sarà sulle imprese più deboli, e coloro che partecipano ai mercati internazionali godono di vantaggi. Si assiste dunque ad una riallocazione intra-settoriale, con un miglioramento dell'efficienza media del settore. Rimuoviamo l'ipotesi che le imprese producono con costi identici, invece manteniamo costante l'ipotesi di omogeneità della curva di domanda individuale. Con l'apertura del commercio le imprese meno efficienti (coloro che superano il costo marginale limite), le imprese più efficienti crescono e fanno maggiori profitti abbassando il markup e aumentando la quantità prodotta. Il commercio internazionale dunque espelle dal mercato le imprese.meno efficienti e si genera quindi una riallocazione delle quote di mercato dentro i settori a favore delle imprese più efficienti, che aumenta l'efficienza complessiva del settore produttivo. Per capire tra le imprese che sopravvivono quali sono quelle che esportano bisogna introdurre i costi del commercio nel modello: i costi fissi (non recuperabili) e i costi variabili (barriere tariffarie e costi di trasporto). In queste condizioni l'apertura al commercio genera due mercati distinti che si differenziano per i costi (maggiori nel mercato estero). Questo aumento dei costi sul mercato estero derivante dai costi di commercio induce alcune imprese (meno efficienti) a rinunciare all'esportazione operando solo su mercati nazionali. Il modello di outsourcing I modelli di outsourcing si concentrano sulle cause e sulle conseguenze dei flussi internazionali di beni intermedi. L'outsourcing è il trasferimento all'estero di alcune fasi produttive. Persviluppare un modello di outsourcing occorre scomporre il processo produttivo nelle varie fasi produttive e capire quali attività conviene per l'impresa esternalizzare. Il processo produttivo può essere composto per ordine di realizzazione, in alternativa le fasi produttive possono essere ordinate per intensità di lavoro: assemblaggio, produzione di componenti, marketing e vendita, R&S. Le ipotesi del modello di outsourcing sono: esistono due paesi (A e B) che producono gli stessi beni con il processo produttivo sopra definito. Le diverse fasi possono essere svolte all'estero, i salari sono più bassi nel paese B. Le differenze salariali implicano che un'impresa in A potrebbe avere convenienza a spostare la sua produzione in B. Ma ciò comporta dei costi. I costi di delocalizzazione riguardano: la probabilità di costi maggiori per costruire l'impianto e prezzi maggiori per i servizi, i costi relativi al trasporto e alle comunicazioni.i costi dovuti ai dazi e alle barriere doganali. Ipotizzando che questi costi ricadano uniformemente su tutte le fasi produttive, si avrà convenienza a trasferirne solo alcune (per esempio quelle più intensive di valore). Qualora i costi della delocalizzazione diminuiscono, sarà conveniente esternalizzare una parte maggiore delle fasi di produzione. Questo spostamento di attività da un paese all'altro fa crescere la domanda relativa e i salari del lavoro qualificato, rispetto alla situazione iniziale, in entrambi i paesi. I risultati del modello ci dicono che per effetto dell'outsourcing, i paesi si specializzano nelle fasi produttive in cui è più intensivo l'uso del fattore abbondante (in cui il suo costo è minore). Questi risultati sono identici a quello del modello H-O. Tuttavia esistono delle differenze nelle conseguenze distributive: nel modello H-O, a seguito dell'apertura degli scambi, la remunerazione dei fattori

cresce nel paese arretrato e diminuisce nel paese sviluppato; nel modello di outsourcing la disuguaglianza cresce in entrambi i paesi dato che i salari dei lavoratori qualificati crescono in entrambi i paesi.

La mobilità internazionale dei fattori

Una delle forme di integrazione internazionale è il movimento (internazionale) dei fattori produttivi: migrazione della forza lavoro, trasferimenti di capitale mediante prestiti internazionali, collegamenti internazionali coinvolti nella formazione di imprese multinazionali. Per quanto riguarda la mobilità internazionale del lavoro, le assunzioni del modello (di breve periodo) sono: ci sono due paesi (A e B), ogni paese produce due beni (X e Y), per la loro produzione vengono impiegati due fattori produttivi: lavoro (L) e capitale (K), i paesi commerciano tra loro e i prezzi dei prodotti sono determinati sui mercati internazionali e quindi comuni; in tutti i paesi vigono condizioni di concorrenza perfetta; il lavoro (L) è mobile.

  • L'assunzione di concorrenza perfetta implica in ciascun paese:
    1. Un gran numero di acquirenti e venditori sul mercato.
    2. Prodotti omogenei, cioè identici tra loro.
    3. Libera entrata e uscita dal mercato per le imprese.
    4. Informazioni complete e trasparenti sulle condizioni di mercato.
    5. Assenza di barriere commerciali o restrizioni governative.
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A.A. 2020-2021
23 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher antonio_madeo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia internazionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Perugia o del prof Perugini Cristiano.