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PRINCIPALI OPERE PEDAGOGICHE CHE CONTRIBUISCONO A RENDERE LA
PEDAGOGIA UNA SCIENZA
1) Comenio, Didactica magna (1632).
• Pansofismo: conoscenza e sapere per tutti; ciascuno deve acquisire le basi culturali per
imparare a crescere nella vita e leggere la realtà per potersi integrare in essa. Non esistono
persone che non possono essere educate.
• Introduzione dei cicli scolastici: i livelli scolastici si dividevano in quello della scuola di
lingua nazionale, quella di latino e l’accademia (l’unico non obbligatorio). Gli insegnanti
dovevano considerare le caratteristiche dell’alunno e del tipo di disciplina da insegnare
(adattamento dell’insegnamento all’allievo).
• Importanza della didattica: la didattica deve essere impostata in maniera circolare (concetto
ripreso da Bruner), dal semplice al complesso, in modo che vengano ripresi i concetti trattati
precedentemente in maniera più approfondita e complessa. Quest’opera rappresenta uno dei
primi esempi di sistemazione del sapere pedagogico: metodo+teoria dell’educazione.
• Educazione come diritto/dovere.
2) Rousseau, Emile ou de l’education (1762).
• Educazione indiretta e preventiva: fa riferimento ad un tipo di educazione che non incide
direttamente sull’educazione, ma ne rimuove gli ostacoli. Il bambino si sviluppa da sé e
l’educatore deve prevenire eventuali danni. Si valorizzano, così, la soggettività del bambino
e i suoi sentimenti.
• Rifiuto della cultura e della società: il fanciullo nasce buono, come una figura angelicata e
rischia di essere corrotto dalla società; per questo motivo, Rousseau propone un’educazione
in campagna, in solitudine, lontano dall’inciviltà.
• Rispetto dei ritmi di sviluppo: il bambino deve essere lasciato libero di svilupparsi fino alla
pubertà seguendo i ritmi della natura.
Rousseau si pronuncia contrario ai libri, che insegnano a parlare di ciò che non si sa e rendono
schiavi del pensiero di un altro.
Per quanto riguarda la concezione di errore, egli ritiene che c’è bisogno che il bambino si auto-
corregga, infatti, costretto ad imparare da sé, userà la sua ragione e non quella di altri, fonte
maggiore di errore.
Si compie, grazie a Rousseau, un passo in avanti verso l’autonomia della pedagogia: infatti, solo
una teoria pedagogica può prospettare l’educazione dell’uomo, liberandolo da tutti i vincoli che
la tradizione culturale impone.
3) Herbart, Pedagogia generale dedotta dal fine dell’educazione (1806).
• Pedagogia come scienza autonoma, pur collocandola all’interno della riflessione filosofica.
• Rapporto con la psicologia e l’etica: La pedagogia è una scienza pratica ed applicata,
tributaria dell’etica per quanto riguarda i fini e della psicologia per quanto riguarda le
condizioni di svolgimento delle varie fasi educative. È impossibile, infatti, impostare
l’azione educativa senza conoscere la psicologia del soggetto e i modelli di comportamento.
La psicologia, quindi, non può spiegarci il perché dobbiamo agire in un determinato modo,
compito, questo, dell’etica. Il vero insegnante è quello che non si affida esclusivamente al
suo istinto o al suo talento pedagogico, ma che opera secondo un piano preordinato.
• Necessità di un metodo oggettivo.
• Educazione come istruzione (limite).
• Come mai l’herbartismo ha avuto larga diffusione in corrispondenza dell’affermazione del
positivismo? Secondo Fornaca per 2 ragioni: a)la pedagogia si stava distanziando dalla
filosofia per assumere un proprio metodo, oggetto di studio, statuto epistemologico; b)era
necessario dare un’impostazione scientifica alle discipline educative, cono uno studio più
attento dei processi conoscitivi, dei programmi di studio… La diffusione dell’herbartismo ,
in tutta l’Europa, coincise con la convinzione secondo cui, conosciute le regole della
scienza, fosse possibile aggiornare e rinnovare le scienze umane alla luce dei criteri che
governavano le scienze fisiche e sperimentali. Lo snodo fondamentale che si creò rispetto
alla tradizione filosofica, consistette nel basare lo studio dei processi educativi su un metodo
sperimentale, senza lasciare spazio ad atteggiamenti spiritualistici o religiosi. Agli inizi del
‘900, si verificò il passaggio dalla definizione “scienza dell’educazione” al plurale “scienze
dell’educazione”, aspetto approfondito da Dewey*.
4) Dewey, Le fonti di una scienza dell’educazione (1929).
• Pedagogia come scienza autonoma.
• Interdisciplinarità: i processi educativi sono considerati nella loro realtà sociale e vanno
sostenuti dagli apporti di una pluralità di scienze (soprattutto psicologia e sociologia). Per
quanto concerne la filosofia, la pedagogia necessita del suo apporto non per ottenere
certezze, ma solo ipotesi.*
Dewey, sul piano della struttura formale, supera l’herbartismo e il positivismo, in quanto
affida al momento pedagogico compiti di organizzazione di molteplici saperi in funzione
educativa.
• Necessità di un metodo sperimentale: 5 fasi del pensiero riflessivo (1. nel momento in cui si
presenta una situazione confusa e problematica, l’azione è costretta a fermarsi
momentaneamente, però, esiste una tendenza a proseguire l’azione che si manifesta, anziché
come azione diretta, come idea o suggestione; 2. si cerca la via per la soluzione del
problema e ci si impegna a risolverlo; 3. la suggestione si trasforma in una ipotesi, in una
idea-guida per l’azione; 4. elaborazione in base alle conoscenze pregresse delle suggestioni;
5. l’ipotesi viene controllata prima teoricamente e successivamente attraverso l’azione. Se le
conclusioni sperimentali coincidono con quelle teoriche, l’ipotesi viene accettata come
valida e viene definita come significato o come concetto).
• Raccordo teoria-prassi: i problemi relativi all’educazione nascono dalla pratica e ritornano
ad essa per essere verificati.
Nei primi decenni del XX secolo autori come Piaget, Dottrens…superarono la visione
monodisciplinare della pedagogia, rivolgendosi alle altre scienze umane (psicologia, in particolar
modo) da cui trarre il maggior numero possibile di dati ed elementi per fornire agli insegnanti una
buona padronanza dei processi educativi.
5) Gentile, Sommario di pedagogia come scienza filosofica (1913-1914).
• Dipendenza della pedagogia dalla filosofia: in quanto la pedagogia si occupa dei fini
dell’educazione e ciò caratterizza un freno per l’autonomia della pedagogia. Essa non ha il
compito di confrontarsi con obiettivi pratici, ma di prendere consapevolezza delle dinamiche
spirituali attraverso cui l’uomo assume la dignità umana.
• Unità, specularità tra maestro e scolaro: concezione magistrocentrica, contro quella
puerocentrica che si stava affermando con vigore.
• Educazione come processo spirituale: la religione ha un ruolo importante, la didattica perde
il suo significato (chi sa, sa insegnare).
• Importanza delle discipline umanistiche.
DALLA FILOSOFIA ALLE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE: Si assiste ad un progressivo
allontanamento dalla filosofia e un progressivo avvicinamento alle scienze dell’educazione. Quando
si parla di scienze dell’educazione si fa riferimento ad un’ampia rete sistemica, unitaria di scienze in
cui interagiscono:
- Discipline storiche e teoriche: filosofia dell’educazione, antropologia dell’educazione, pedagogia
generale, storia della pedagogia, storia dell’educazione, educazione comparata ...
- Discipline psicologiche e sociologiche: psicologia generale, psicologia dell’educazione,
sociologia generale, sociologia dell’educazione ...
- Discipline tecniche: pedagogia sperimentale, pedagogia speciale, didattica, docimologia (studio
dei sistemi di valutazione delle prove di verifica), tecnologie dell’istruzione, educazione degli
adulti...
IL GRADUALE AFFERMARSI DELLE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE è collegabile:
- all’estendersi dell’interesse sociale per le questioni dell’educazione e della formazione
- all’ampliarsi alle diverse età della vita dell’interesse educativo e formativo
- all’estendersi delle competenze pedagogiche anche in ambiti non scolastici
LA PEDAGOGIA COME SAPERE PRATICO-PROGETTUALE.
IL DIBATTITO SULLE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE: generalmente il modello delle scienze
dell’educazione appare più efficace quando è impiegato per contrastare i modelli monodisciplinari
della pedagogia, che non quando occorre tracciare i confini entro i quali esse trovano applicazione.
Le maggiori difficoltà per le scienze dell’educazione derivano dalla molteplicità di approcci
ciascuno con il suo metodo, le sue tecniche, i presupposti epistemologici che rischiano di far venir
meno l’unità e coerenza dell’intervento educativo. I sostenitori del modello delle scienze
dell’educazione, ravvisano nella presenza di un medesimo oggetto di studio (la problematica
educativa osservata da più punti di vista, nessuno egemone) e della medesima metodologia (analisi
dei problemi-ipotesi-controllo critico) criteri di unità. La critica mossa a questo modello consiste nel
fatto che si preferisca assegnare all’esperimento un’importanza maggiore rispetto all’esperienza,
traducendosi in un’istanza scientista più che scientifica(non si tiene conto delle intenzionalità di
fondo, delle aspirazioni, degli affetti alla base dei comportamenti, che non possono essere
generalizzati).
Rifiuto del paradigma delle scienze dell’educazione: di fronte a queste contraddizioni si sono
sviluppati nuovi filoni che rilanciano un modello pedagogico alternativo a quello empirico, basato
sulla dimensione della riflessione teoretica e rinvia alle altre discipline il compito della traduzione
in azione del progetto educativo.
QUESTIONE DEL METODO:
Il metodo di ricerca della pedagogia non è oggettivo sperimentale, ma è incentrato sullo studio del
singolo nella sua specificità (studio sia quantitativo che qualitativo).
PEDAGOGIA PRIGIONIERA TRA SCIENZA, FILOSOFIA E POLITICA?
La pedagogia, essendo una scienza composita, deve tener conto delle altre scienze e circostanze che
caratterizzano la vita di un individuo. È in questo che consiste la sfida della pedagogia:
• Rapporto con la filosofia. La pedagogia deve trarre dalla tradizione il concetto di cura, e
quindi l’idea secondo cui l’educatore deve accudire sia l’allievo che se stesso. La filosofia
insegna che è necessario prima di conoscere l’altro, conoscere se stessi. La specificità della
compe