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E’
o diffusa, non può essere attribuzione esclusiva del solo vertice ma interessa invece tutti i dipendenti o
almeno tutti i capi.
ù
I principi
Secondo la teoria della direzione amministrativa è possibile, impiegando il metodo scientifico prevenire
all’individuazione di regole per l’esercizio della funzione direzionale oggettive e universali, i principi.I principi che
stanno alla base della teoria della direzione amministrativa sono:
o Principio della divisione del lavoro: la divisione del lavoro non viene studiata a livello micro delle mansioni, ma a
nell’individuazione dei diersi
livello delle unità organizzative (livello meso e macro). Il principio di concretizza
criteri di specializzazione e nell’indicazione dei rispettivi vantaggi e svantaggi. I criteri individuati sono: la finalità
principale perseguita che determina la formazione di unità organizzative in base ai prodotti o servizi offerti, i
processi e le tecniche usate che determina la formazione di unità organizzative in base alle conoscenze e capacità, i
clienti da servire (le unità organizzative vengono definire guardando ai destinatari dei prodotti/servizi) ed il luogo
dove l’attività viene svolta (le unità organizzative vengono definite in riferimento all’area geografica). Per
d’affare;
specializzazione per prodotto si intende la divisione in determinate aree
Principio dell’unità del comando: ciascun dipendente è sottoposto all’autorità di un solo capo. Ciò è in
o contrasto
con la struttura funzionale alla Taylor (OSL);
l’autorità e la responsabilità devono essere definite in modo chiaro e senza vuoti. Le
o Principio scalare:
comunicazioni avvengono in senso discendente e ascendente e devono rispettare la via gerarchica;
Questo principio afferma l’esigenza di
o Principio del numero dei livelli: riguarda la lunghezza della via gerarchica.
rendere quanto più corta possibile la catena di comando, progettando strutture con un numero di livelli quantopiù
basso possibile;
Principio dell’ampiezza del controllo
o (span of control): definisce il numero di persone che possono dipendere da
un capo e sulle quali viene esercitato il potere gerarchico. C’è un limite al campo di attenzione oltre al quale il
cervello umano può prestare contemporaneamente attenzione: 4-7 dipendenti per direttore.
lo staff rappresenta la risposta all’esigenza di garantire adeguati livelli di specializzazione
o Principio line e staff:
anche nell’esercizio della funzione direzionale. Il problema è la non onniscienza dei capi (line), che viene risolto
potenziando le capacità di intervento del capi con degli specialisti (staff), quindi ai capi vengono affiancati degli
Il rispetto del principio dell’unità del comando
specialisti che li aiutano a prendere delle decisioni. comporta che le
relazioni fra line e staff siano di natura consultiva, e solo la line può tradurli in ordini. Le comunicazioni tra line e
Non bisogna inoltre far diventare l’organizzazione troppo “alta”, non
staff devono seguire la via gerarchica.
devono esserci troppi livelli (tutto quello che sta tra la testa e la base sono i livelli).
Alcuni elementi di valutazione
La valutazione della teoria della direzione amministrativa, deve essere data considerando le funzioni della direzione:
o La loro universalità, cioè il fatto che il management è generico, indipendentemente dal tipo di azienda in cui viene
esercitato; dell’attività dei manager e quindi la loro capacità di rappresentarne
o La loro corrispondenza con i contenuti concreti
il comportamento effettivo. (Non è reale, è invece un mito).
2.2.3 La teoria della burocrazia di Weber
Attraverso questa teoria Weber individua una maggiore efficienza della burocrazia (adattamento dei mezzi ai fini)
rispetto ad altre soluzioni organizzative di controllo e quindi il suo prevalere rispetto ad esse. Weber individua tre
tipi di autorità (carismatica, tradizionale e legale) e gli apparati amministrativi corrispondenti a ciascun tipo di
La burocrazia rappresenta l’apparato amministrativo, per l’esercizio della sua autorità
autorità. legale. Le
caratteristiche della burocrazia sono:
o La divisione del lavoro avviene mediante regole e il ricorso a persone dotate della qualificazione richiesta;
o La gerarchia degli uffici: creazione di un sistema rigido regolato dalla gerarchia, che definisce gli ambiti di
controllo e di dipendenza ed il percorso che debbono seguire le comunicazioni. Ogni livello è subordinato dal
livello sovraordinato;
o Un sistema di regole generali che, applicate alle situazioni specifiche, governano ogni decisione/azione.
L’impersonalità delle relazioni
o esterne ed interne, massima serietà e mancanza di relazioni umane. Ciò evita
l’interferenza dei sentimenti nell’assolvimento razionale dei doveri d’ufficio;
nell’ambito della burocrazia
o Il lavoro è una professione fondata sul possesso della qualificazione richiesta e sulle
in base all’anzianità;
prestazioni o
o La burocrazia riguarda le modalità non le finalità.
I motivi che secondo Weber rendono la superiorità tecnica della burocrazia rispetto ad altre soluzioni organizzative,
sono:
o La definizione dei diritti e doveri di ciascun ufficio e la gerarchia, precisando gli ambiti di cimpetenza di tutti e il
percorso che debbono seguire le comunicazioni, permettono una maggiore rapidità di risposta;
o La formalizzazione, cioè il ricorso a regole scritte e generali, consente maggiore precisione, univocità, uniformità e
prevedibilità;
o La divisione del lavoro e le modalità per la predisposizione alle diverse posizioni permettono di beneficiare delle di
specializzazione e favoriscono la crescita in senso specialistico dei dipendenti.
critica alla burocrazia weberiana deriva dall’individuazione, accanto alle funzioni attese o volute, di funzioni
Una provocano un’accentuazione delle cause che le hanno generate, dando vita a circoli
inattese o non volute. Queste
viziosi. In primis vi è una serie di disfunzioni del modello legato alla rigidità del sistema e alla mancanza di rapporti
interpersonali. Alcuni studiosi hanno individuato una serie di circoli viziosi. La burocrazia che sembrava aver risolto i
problemi dell’esigenza del controllo risulta essere la stessa causa della mancanza di controllo.
o Circolo vizioso di Merton: attraverso la burocrazia di Weber si spera di fornire al cliente le risposte che egli
desidera. In realtà a causa della riduzione delle relazioni interpersonali e a delle procedure macchinose il cliente
non risulta soddisfatto e protesta con il funzionario il quale fa notare la critica ai piani alti;
norme provocano la riduzione della frequenza delle interazioni capo‐dipendente.
o Circolo vizioso di Gouldner: le
L’ADATTAMENTO
2.4.1 o il FIT: Le Teorie Contingenti - Le caratteristiche e le scuole
nascono all’inizio degli anni 60’ e hanno rappresentato per molti anni la teoria organizzativa
Le teorie contingenti si caratterizzano per l’affermazione che l’organizzazione deve adattarsi alle
più diffusa. Le teorie contingenti
caratteristiche della situazione e che quindi non esiste un unico tipo di organizzazione valido in ogni situazione
L’idea di adattamento (fit)
(esistono diversi modelli organizzativi e tutti efficienti). fra organizzazione e variabili
contingenti è così articolata:
• Le contingenze (ovvero le situazioni differenti) e l’organizzazione sono fenomeni diversi e separati;
• Le contingenze e l’organizzazione sono collegati tra loro da un imperativo di adattamento (fit), il quale a sua volta
influisce sulla performance organizzativa;
• nel senso che è l’organizzazione che deve
La relazione è asimmetrica adattarsi alle contingenze o che le variabili
contingenti determinano l’organizzazione. Se ci riesce adeguatamente le performance saranno alte (fit), altrimenti
fino ad arrivare ad una eventuale “morte” dell’azienda;
performance basse (misfit),
• Il cambiamento delle variabili contingenti compromette l’adattamento che deve essere ripristinato attraverso un
dell’organizzazione.
cambiamento
Le variabili contingenti sono 4:
L’ambiente: Infatti l’ambiente è l’unica variabile rilevante, in quanto le altre
è la madre di tutti i fattori contingenti.
sono solo un riflesso dell’ambiente stesso. L’organizzazione non può influire sull’ambiente.
• Gli economisti Burns e Stalker affermano che il tipo di organizzazione più efficace ed efficiente dipende dal
dinamismo dell’ambiente, che riflette la frequenza con cui si presentano nuove scoperte o invenzioni tecniche
(studiavano il tasso di cambiamento tecnico) o vengono richiesti prodotti non disponibili o non domandati in
caratteristiche come “fattori esterni” o
precedenza (tasso di cambiamento del mercato). Essi qualificano queste
“variabili indipendenti”. Essi individuano 2 tipi di ambiente:
o Ambiente caratterizzato da stabilità (meccanico-statico), in cui efficacia e efficienza si ottengono
attraverso una direzione meccanica (Teorie classiche). Tasso di cambiamento basso.
o Ambiente caratterizzato da instabilità (organico-dinamico), in cui efficacia ed efficienza si ottengono
attraverso una direzione organica. (Forti esigenze di flessibilità e innovazione). Tasso di cambiamento
alto.
Nel sistema meccanico esiste una divisione del lavoro molto elevata e fondata sulle funzioni svolte; le
responsabilità riguardano quindi il raggiungimento di obiettivi limitati; la gerarchia è molto importante per
quanto riguarda sia il coordinamento sia il controllo; l’accentramento è elevato; il flusso delle comunicazioni è di
loro contenuto consiste tipicamente in ordini; la formalizzazione (l’esplicitazione in forma
tipo verticale mentre il
scritta dei diversi aspetti del funzionamento organizzativo) è elevata. Questa soluzione richiama le teorie
classiche dell’organizzazione. Il sistema meccanico è molto simile a quello di Fayol e Taylor.
Il sistema organico ha caratteristiche molto diverse: i contributi individuali sono variabili e dipendono dalle
circostanze (divisione del lavoro bassa); le unità organizzative sono definite in base all’output da realizzare; le
responsabilità riguardano il raggiungimento di obiettivi più completi; la gerarchia diventa poco importante, infatti
il coordinamento viene realizzato direttamente dalle parti interessate e il controllo si fonda sulla condivisione
degli obiettivi. La stratificazione, in t