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Estratto del documento

Bath conoscenze. Mi recai per un soggiorno a Bath, dove passai diverso tempo. Qui usai parte dei miei

soldi per “divertirmi” ma già che non ne avevo molti, non fu una buona idea. Conobbi una donna

con la quale ebbi un buon rapporto; le raccontai di avere una madre e un fratello nella Virginia e di

essere vedova; lei sentendosi toccata dall’accaduto, mi ridusse anche la retta dell’alloggio.

Un uomo iniziò a girarmi intorno, tanto che pensai che fosse la mia padrona di casa ad averlo

Amante incitato a

farlo Mi disse che era un uomo d’onore, rispettabile e di grande ricchezza. Era successo più di

di Bath .

una volta che lui entrasse in camera mia o io nella sua anche mentre eravamo a letto, ma tra noi

non ci fu nulla più di un bacio. La mia padrona mi disse che dovevo sperare in qualche ricompensa

per la compagnia che gli tenevo, ma io non gli avevo dato il pretesto che ne avessi bisogno o che

avrei accettato qualcosa da lui.

Cominciò a domandarmi sulle mie condizioni, ma non gli dissi più di tanto, non gli dissi che mi

trovavo in una situazione critica, anche perché non lo volevo ammettere.

Le nostre conversazioni erano molto libere, ma io non arrivai mai a dirgli che mi serviva del

denaro.

Passò qualche settimana e la mia padrona con un escamotage fa capire all’uomo che fossi in una

situazione economica critica, ma io cercai di ribaltare la situazione. Il giorno dopo mi chiese di

andare in camera sua e dopodiché mi domandò di fargli vedere il mio borsellino; avevo 3 ghinee e

mezzo. Così che lui prese una chiave e aprendo un mobile, mi fece infilare la mano e prendere

una manata di monete e me le fece portare in camera mia.

Facevamo questa vita da tre mesi dopodiché mi iniziò a dire che volesse andarsene e che potevo

seguirlo a Londra. Partì, ma si ammalò, così lo riportai a Bath, dove mi presi cura di lui per cinque

settimane. Guarì lentamente e appena si fu ripreso mi regalò 50 ghinee per la cura che ebbi nei

suoi confronti; mi dichiarò il sincero affetto che lo legava a me. Io dovevo andare via per delle

commissioni, mi accompagnò e poi ci fermammo in una locanda. Andammo a letto e continuammo

a parlare per molto, poi mi disse che anche se fossimo stati entrambi nudi nello stesso letto non mi

avrebbe fatto nulla. Infatti fu così, mi abbraccio solo per tutta la notte, nient’altro. Tornammo a Bath

e altro volte accadde che dormimmo assieme, ma mai successe nulla tra noi.

Vivemmo in questo modo circa due anni poi capitò anche a noi, una sera che avevamo un po’

bevuto, ma la prima inflazione non venne da lui. In seguito al fato, per il resto della settimana la

nostra compagnia fu un po’ fredda, anche perchè io avevo paura di essere incinta, ma lui cercava

di rassicurarmi e che se fosse anche stato così mi sarebbe stato fedele.

Successe altre volte, fino a che rimasi davvero incinta. Con consiglio della padrona, feci

allontanare il mio compagno per un periodo, io mi feci assistere da una balia e una volta partorito

partii e andai a risiedere in un appartamento nell’Hammersmith.

Sapevo che non sarebbe durato per sempre, che gli uomini hanno un’amante e cambiano spesso,

ma io non volevo cambiare e anche quando lui era con la moglie non facevo nulla. Vedevo però

sempre la prospettiva della miseria e della fame e spesso decisi di smettere non appena avessi

ammassato abbastanza denaro da mantenermi.

Vissi per sei anni in questo modo; misi al mondo altri tre figli, dei quali sopravvisse solo il

primo.

Un giorno mi arrivò una lettera che mi comunicava che il mio compagno stava male e che a causa

L’amante di parenti e moglie, non mi era possibile che lo raggiungessi. Passavano i giorni e io continuavo a

si ammala non avere più notizie. Scoprì dove abitava e seppi che stava per morire, così comincia a

intravedere la fine della mia prosperità. Avevo un figlio di 5 anni il che mi opprimeva molto.

Dopo circa 15 giorni seppi che si stava riprendendo e che era già uscito più volte. Passarono

quattro mesi, ma non si fece vivo. Gli scrissi diverse lettere, una in particolare dove gli spiegavo la

mia condizione, delle bollette da pagare e del bambino, al che mi rispose di tornare a Bath, che al

malattia e la soglia della morte lo avevano fatto riflettere e gli avevano fatto venire i rimorsi sul suo

passato.

Non andai a Bath poiché non volevo rincontrare la mia padrona e dirle che ero stata abbandonata.

Decisi di abbandonare mio figlio e con lo scopo di rubargli le ultime 50 sterline, chi chiesi di darmi

altri soldi per almeno poter tornare da mia madre in Virginia, cosa non vera.

Rimasi così in celibato, eccetto per il marito mercante di cui non ebbi notizie da quindici anni.

Avevo quasi vent’anni e un patrimonio di circa 450 sterline. Iniziai a dire in giro che valevo una

grande sostanza, ma non avevo conoscenti e quindi era difficile farmi conoscere.

Una nuova speranza ci fu quando una donna che abitava nella mia stessa casa (con la quale non

Moll

decide di avevo smesso di simulare che valevo un patrimonio) mi propose di andare con lei nel suo paese,

seguire che si prospettava agibile ed economico. Mi disse che aveva una sorella a Liverpool e un fratello

l’amica, con un grosso capitale in Irlanda e che se volevo potevo star con loro lassù un mese, due, quanto

ma prima

va in volessi.

banca Mi decisi di partire, ma prima volevo sistemare ciò che avevo; essendo che i miei beni erano tutti in

denaro, volevo che qualcuno se ne occupasse, ma non avendo amici decisi di andare in banca,

dove mi venne presentato un uomo che mi indirizzò come fare. Gli descrissi a fondo le mie

condizioni e dopo diversi idee, mi disse che se volevo poteva occuparsi lui dell’amministrazione di

ciò che possedevo. Finimmo a parlare della sua situazione; mi disse che era sposato con una

prostituta avrebbe voluto smettere il loro rapporto. Mentre lui era assente dall’Inghilterra per lavoro,

lei ebbe due figli da un ufficiale, lo derubò e infine scappò con un mercante di tv. Mi chiese cosa

potesse fare, gli dissi che non sapevo come aiutarlo, ma quando mi disse che voleva risposarmi

allora replica dicendogli che doveva divorziare, così mi chiese se io avessi accettato. Io gli dissi di

no perché il nostro rapporto era di tutt’altro tipo, ma insistette dicendo che si sarebbe divorziato a

patto che la moglie fossi stata io se no non avrebbe avuto senso farlo. Mi disse di pensarci e ci

saremmo rivisti la sera, per parlare ancora. Andai a casa sua e vidi che non se la passava male e

l’idea di sposarlo, non mi dispiaceva. La proposta era la seguente: io avrei dovuto sposarlo,

quantunque non avesse ancora ottenuto il divorzio da quella baldracca di sua moglie, e per

assicurarmi che le sue intenzioni erano onorevoli, mi prometterebbe di non pretendere che gli

coabitassi o dormissi insieme, fin che non fosse pronunciato il divorzio. Fin dalla prima parola di

quest'offerta il mio cuore gridò sì, ma era necessario fare ancora un poco l'ipocrita con lui.

Portai così a fondo l'argomento in contro che lo convinsi che la sua proposta non aveva il minimo

buon senso; egli allora passò a un'altra, e fu che dovessi firmare un contratto, che diceva che

l'avrei sposato non appena pronunciato il divorzio, nullo nel caso che non glielo concedessero.

Gli dissi che questa era più ragionevole della precedente e che ci avrei pensato su.

Sentivo di averlo solidamente all'amo: così mi presi gioco anche di questa proposta,

A farla breve, osai rifiutare di firmare quel contratto, dato che la dama che mi aveva invitata ad

andare con lei nel Lancashire, insisteva tanto ostinatamente e pensavo che forse mi sarei potuta

rimettere a posto.

Rifiutai di impegnarmi , gli lasciai tutto nelle sue mani e gli dissi che sarei partita e che una volta

che lui si fosse divorziato, allora sarei tornata a Londra e ne avremmo riparlato sul serio.

Andai via con la mia falsa amica che mi portò a casa di colui che chiamava zio, dove saremmo

state ospitate. Arrivammo in una villa signorile, dove lei era chiamata cugina.

Mi trattenni per circa sei settimane poi mi portò in campagna, dove suo fratello, così lo chiamava in

questo periodo iniziò a corteggiarmi. Era un uomo degno della mia osservazione, di 1000 sterline

annue mentre io ero considerata ben al di sopra delle mie, ossia 15000 sterline annue. L’uomo mi

corteggiò e si indebitò come un folle facendomi regali. Aveva una straordinaria eleganza

aristocratica, era alto, ben fatto e possedeva un garbo meraviglioso: conversava con tanta

naturalezza del suo parco e delle scuderie, dei cavalli e dei guardacaccia, dei boschi, dei fittavoli e

dei servitori, come si trovasse nel suo castello e tutte quelle cose io me le vedessi intorno.

Mai neppure mi interrogò sulla mia fortuna né sul mio stato; mi garantì invece che, quando

4° marito fossimo a Dublino, mi avrebbe dato in dote una tenuta, che rendeva 600 sterline. Così acconsentì

a sposarlo, ma non posso negare di non aver fatto certe riflessioni sul mio vergognoso abbandono

del segretario.

Ma la scintillante lustra di una grande ricchezza e di tante cose belle, che quell'ingannata creatura

occupata a ingannarmi dipingeva di ora in ora alla mia fantasia, mi spronò, senza lasciarmi il

tempo di pensare a Londra né a nessuna cosa di laggiù, e tanto meno agli obblighi che mi

legavano a un uomo che valeva infinitamente più di colui che ora mi stava davanti.

Dopo un mese circa di matrimonio iniziammo a parlare di andare in Irlanda, ma prima chi chiese se

avessi da sbrigare delle faccende economiche qui. Gli dissi che non capivo, che non avevo nulla di

cui occuparmi e che non gli avevo mai fatto dubitare una cosa simile. Mi disse di no, ma che sua

sorella gli aveva detto che la mia sostanza era nella Banca d’Inghilterra.

La mia “amica” mi aveva descritto in modo completamente errato. Così l’indomani chiamai sua

La truffa sorella in camera e le feci ammettere che io non avevo mai detto di valere una fortuna e lei lo

riconobbe; entrò mio marito e così capimmo che nel nostro matrimonio vi fu un enorme inganno.

Mio marito scoppiò in una collera assurda, che non ebbi mai visto in vita mia, le disse che l’aveva

rovinato. Poi rivolgendosi a me disse che quella non era la sorella, ma per due anni era stata la

sua baldracca. La donna si mise a piangere e uscì dalla stanza; non la vidi più. Mio marito mi disse

che entrambi ora eravamo sul lastrico, gli dissi di prendersi le ultime 20 sterline che mi rimanevano

e la stesse cosa fece lui, ma entrambi li rifiutammo. Così decidemmo di fare il possibile per

sopravvivere con quegli ultimi soldi.

Mi dichiarò tutto il suo piano. Voleva avere la parte della mia fortuna che

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A.A. 2014-2015
22 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/10 Letteratura inglese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Katendless di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura inglese II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Michelucci Stefania.