Letteratura inglese I - Appunti
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Heathcliff adulto è una conseguenza di ciò che era da bambino una contraddizione fra due mondi.
1- trionfo degli oppressi nel capitalismo;
2- trionfo del capitalismo sugli oppressi: soprattutto le donne.
24/2/99.
Le Sorelle Brontë vicine per carattere ma sono lontane per modo di scrittura. Charlotte scrive diversi romanzi, il
primo "The professor" ha come protagonista un insegnante e sarà il suo primo e ultimo tentativo di mettersi nei
panni di un narratore maschile.
"Jane Eyre" ha un successo incredibile che le permette di abbandonare lo pseudonimo, i suoi esordi non furono
facili, lontana dal mondo letterario della capitale Charlotte scrisse a Wordsword e Shelley chiedendogli invano
consigli. Shelley che rispose con critiche negative "La letteratura non può e non deve essere interesse della
donna, deve badare alla casa, al marito, ai figli" le scrittrici del '800 hanno il senso di colpa verso la società e
scrivono quasi di nascosto. Charlotte non si stanca di ripetere che sa che prima di tutto viene la famiglia e lo
scrivere non la porta a trascurarla.
George Eliot pseudonimo di Mary Anne Evans, donna per i suoi tempi estremamente trasgressiva.
I romanzi delle scrittrici sembrano accettare le regole della società ma tentano di infrangerle.
Si instaurano su un cliché di una storia d'amore che porta al matrimonio, succede in tutti i romanzi di Charlotte
tranne che nell'ultimo "Villette" il suo romanzo più maturo, in cui si affranca anche dalla figura paterna.
Il lieto fine è un modo rassicurante e fiabesco di intendere il mondo in cui la vita ha un senso e uno scopo.
Dopo "The professor" e "Jane Eyre" scrive "Shirley" un romanzo mal riuscito ambientato agli inizi del '800. Su
questo sfondo sociale vengono ambientate due storie d'amore, cliché che si ripete anche in "Villette" ambientato
a Bruxelles, lettura autobiografica ma dei primissimi anni con un lieto fine estremamente ambiguo.
Molta critica contemporanea ha visto una ribellione nascosta nell'esplorazione della duplice personalità della
donna ed una crescente presa di coscienza del problema femminile. Charlotte però è una femminista mancata
poiché fa coincidere l'amore e la passione con le convenzioni sociali.
Nei suoi romanzi si confrontano il senso della rivolta ed il senso del dovere e Charlotte conferisce alle sue
eroine una personalità diversa.
Novità:
In "Jane Eyre " e "Villette" la protagonista scrive in prima persona, tutti gli avvenimenti sono visti tramite i loro
occhi. Jane e Lucy sono orfane e sole, in una società in cui le donne sole non hanno chance, ma combattono per
costruirsi un futuro e diventare governanti (sfruttate), condizione che le sorelle Brontë sperimentarono per anni.
L'importanza del lavoro: lungi dall'idea che la donna si possa realizzare nel lavoro che non è il centro della sua
vita, e quindi è ben felice di rinunciare al lavoro per la famiglia.
In "Villette" Lucy Snow diventa governate poi insegnante qui il lavoro è più centrale ma mai del tutto
appagante
Vittoria della volontà - razionalità sulle passioni in quanto è più facile che la sua soddisfazione nel lavoro sia un
autoconvincimento.
Immagine della donna non sposata che cerca comprensione (immaginaria) nel lavoro. C'è sempre un aggancio
al reale ma c'è un altro tipo di eroina, Charlotte difese e nobilitò le donne sole (come lei) , in "Shirley" ci sono
due personaggi femminili: Shirley ereditiera e Caroline senza soldi. Questo romanzo denuncia la società del
tempo che impedisce alle donne di svolgere funzioni utili ed ha un sistema di educazione sbagliato. Al cap. 12
di Jane Eyre dà voce alla sua protesta, che sembra tradita nel finale dei suoi romanzi, ma che spesso sono una
critica se non addirittura una satira verso la società vittoriana.
Charlotte è divisa fra il desiderio di indipendenza economica e intellettuale e la necessità di dipendenza
sentimentale.
26/2/99.
Duplicità della scrittura di Charlotte che deriva dalla sua sensibilità: aderisce alla causa del femminismo ma poi
fa promesse che non vengono mantenute (Matrimonio tradizionale).
L'originalità delle sue eroine Jane e Lucy deriva dal topos classico dell'orfana (sole, senza famiglia, senza
appoggi nella società) rielaborato in modo classico, non sono più eroine passive che aspettano il principe ma
vanno alla ricerca della propria identità in una situazione di solitudine quasi totale, L'indipendenza è una
caratteristica considerata ben poco femminile nell'epoca vittoriana. L'eroina asserisce la propria superiorità
attraverso la lotta: principio borghese - calvinista del self made men. In realtà si tratta di una self made woman
e ciò è rivoluzionario per i tempi. Presente anche il tema del conflitto di classe (romanzo principale per questo è
22
"Shirley" ma è un tema sempre presente) e delle giovani istruite ma povere, Jane l'eroina positiva in contrasto
con le giovani ereditiere, così come Lucy.
I rapporti fra Jane e Rochester sono fin dall'inizio assolutamente anticonvenzionali sia come lavoratore e datore
di lavoro, Jane non è mai umile ma rispettosa sì, sia come uomo e donna. Quando è corteggiata richiede un
rapporto alla pari basato sul rispetto, gli stessi caratteri sono presenti in Lucy. Sono loro stesse, ma devono
fingere e sono ben lontane dall'ideale di angelo del focolare.
Queste donne quando si innamorano e vengono ricambiate nel modo giusto pongono l'amore al centro della
loro vita. Cliché della fiaba gratificatoria dove l'uomo è sufficientemente anticonformista per apprezzare le loro
qualità.
In "Shirley" l'ereditiera si innamora del suo tutore e lei è la pantera e lui il domatore, la sconfitta in realtà è la
realizzazione di tutti i suoi desideri. Oltre al rapporto ALLIEVA - MAESTRO viene descritto un amore che fa
dell'altro il centro dell'universo, però questo romanticismo fa il gioco della struttura di classe vittoriana e le fa
rinunciare a quella indipendenza che era la loro caratteristica fondamentale.
In tutti i romanzi troviamo lo stesso schema di coppia, ovvero sottomissione e rispetto della donna verso l'uomo
amato, in entrambi i romanzi l'eroina è felice di abdicare a favore di a una personalità che ritiene superiore.
Il desiderio di libertà e di indipendenza cede ad un bisogno più profondo di essere vincolata e dominata, entro i
limiti del matrimonio.
Questi maestri/amanti ricalcano cliché specifici ma molto trasformati.
Rochester è una figura che rispecchia il padre e l'eroe byroniano, anche nei caratteri fisici tipici del villain della
Radcliffe (nel confronto tra il villain elisabettiano ed il devil miltoniano è meglio essere il primo nell'inferno
che servitore in paradiso).
Jane Eyre cap: 12 primo incontro con Rochester. Lui è a cavallo ancora non si conoscono, vede che è un uomo
robusto e non molto alto, lineamenti severi e colorito scuro. Definisce il carattere dell'uomo attraverso l'aspetto
fisico Lui ha 35 anni lei ne ha 18. Cupo e minaccioso ma è un eroe, ed ha alle spalle un passato oscuro,
misterioso e forse doloroso. Costruzione di un eroe del tutto mitico, che ci riporta alle figure adolescenziali del
ciclo di "Angria", sorta di compensazione per una realtà insoddisfacente.
Bisogno di sottomissione di Charlotte ambiguo, e neppure le sue eroine trovano pace nella sottomissione
(Rochester subisce nel finale una decostruzione bella e buona poiché perde un braccio e diventa quasi cieco).
Il gotico in Charlotte diventa uno strumento di cui lei si serve consapevolmente.
Rochester alla fine vede in Jane la sua parte migliore e ne riconosce la superiorità morale che pone la donna a
guida dell'eroe byroniano guidandolo alla conversione (Rochester il peccatore).
Jane finisce così per recitare il ruolo prescrittole dalla società. Cosa rimane alla fine della protesta femminile?
Ben poco: si parla di schizofrenia del personaggio e di teoria di un incompleto sviluppo adolescenziale.
Charlotte vuole a tutti i costi far conciliare il matrimonio con l'amore e la passione.
9/3/99.
L'elemento gotico è anche la figura della pazza che incendia il letto del marito. Si insiste molto sul colore rosso
sia con valenze positive che negative (amore, morte, passione, sangue, fuoco). Il secondo incendio che
distrugge il castello e uccide Bertha è anche quello che purifica Rochester il quale diventa cieco non vede più
quello che gli sta intorno. Charlotte analizza con cura i sogni di Jane, essi riflettono le tensioni del
fidanzamento: l'ultimo sogno è una grande mano che esce da una nube (sembra un quadro surrealista di Dalì).
Quando Rochester chiede a Jane di diventare la sua amante segue il cliché del seduttore ma la passione fisica è
reale ed è ben espressa. Jane capisce che non sta mentendo e anche lei fatica a controllare la sua passione. Il
personaggio di Jane è molto complesso: c'è una apertura al sentimento e ancora passione fisica. Struttura
triadica formata da una protagonista, un personaggio radicale e uno conservatore:
Jane Eyre. Villette.
Jane Lucy Snowe
Rochester Paul Emanuel
St. John Rivers M.me Beck
Tutti i personaggi non sono dei valori assoluti e sul gradino più basso della scala sociale c'è la protagonista.
I suoi romanzi sono triadici anche per la loro struttura in verticale perché sono divisi in tre fasi:
1- Preliminare (presentazione di sé);
2- Rottura dell'isolamento;
3- Integrazione finale.
La prima fase corrisponde all'autorità conservatrice, la seconda alla protagonista, nella terza avviene
l'integrazione con l'elemento romantico. In ogni romanzo c'è una diversa integrazione con un'enfasi diversa. 23
10/03/99
INTERPRETAZIONI PSICOANALITICA.
La divisione della psiche di Jane, nonché quella della società vittoriana e della scrittrice, è quella definita da
Freud:
1- Es: tutta presa di sé; materiale
2- Io.
3- Super-io.
Vi sono alcune figure che la protagonista deve fuggire, la prima è Helen Burns, la seconda è Bertha Mason.
Sono entrambe collegate alla sessualità ma il loro significato trascende il loro tempo. Queste figure riflettono
Jane e la sue pulsioni. Il dilemma psichico è risolto distruggendo le due personalità estreme: Helen compagna
ideale di St John, dedita al sacrificio.
La loro morte aiuta lo sviluppo della personalità di Jane che imparerà a controllarsi. Ma c'è un mondo legato
alla società maschilista dove le donne sono carceriere di altre donne, che agiscono per conto di uomini e non c'è
solidarietà femminile.
Helen è la vittima perfetta, simbolo di Lowood, Jane la ammira ma è ben lungi da essere come lei.
Si rifà al romanzo gotico e ha una grande intertestualità: le leggende dello Yorkshire, della donna pazza
(definita in tanti modi, per es. Vampire) una figura deviante in un'epoca misogena.
I capelli sciolti e incolti di Bertha contrastano con l'aspetto esteriore di Jane.
Il colore rosso è legato a molte metafore: la tenda dietro cui si nasconde la bambina e legge un libro sulle
regioni polari (contrasto ghiaccio/fuoco) che ritorna nei sogni e nei dipinti. Reclusione nella camera rossa dove
si riflette in uno specchio senza riconoscersi (1° momento di alienazione da sé).
E' molto importante la disposizione delle stanze. In "Villette" è pre/junghiana. Ovvero il passaggio da una casa
all'altra è un'esperienza di crescita.
Una parte fondamentale ha la struttura della fiaba soprattutto di tre:
1) CENERENTOLA: passaggio dall'infanzia alla maturità: allungamento temporale. Il nucleo della storia è la
non sottomissione della donna che dura fino alla fine. Continuo rinvio della conclusione della storia e del suo
finale erotico/etico. Elevamento della donna tramite il matrimonio che diventa un premio.
Jane è bruttina (innovazione) orfana e tartassata dai cugini, emarginata è scelta da un uomo ricco e sposata.
Nel ciclo fiabesco del "marito animale" il momento finale è problematico: fanno in modo che la donna veda
l'uomo come una bestia (ranocchio/mostro) simbolo di una sessualità preponderante, la donna deve superare
l'idea del sesso come qualcosa di bestiale che la riduce ad un essere sub - umano (Bertha) ma se nelle fiabe
l'uomo ritorna tale, per la donna il disgusto maschile non può essere superato.
C'è la minaccia o l'attuazione dello stupro per cui l'eroina condotta nel palazzo è vittima.
2) LA BELLA E LA BESTIA: Jane lascia Rochester per ritornare dopo un determinato tempo, rompendo la
promessa e ritorna perché sente la voce di Rochester che la chiama. Uso del soprannaturale.
3) BARBABLU': la stanza segreta di Bertha. È Jane stessa che nomina questa fiaba, qui però la moglie è ancora
viva. Esistono delle regioni pericolose nell'animo umano che sono molto difficili da controllare.
12/03/99
"Villette" (1853) fu considerato il romanzo meglio riuscito ma non divenne molto famoso, forse perché manca
il finale consolatorio. Offre un quadro molto interessante della donna sola che molto probabilmente vuole
rimanere tale. Presenta diversi personaggi femminili attraverso: 1) realizzazione 2) bisogno di sicurezza
affettiva. La problematica è più approfondita ed esprime consapevolmente la sua ambivalenza nel confronto del
ruolo della donna, tramite il contrasto fra i vari personaggi femminili che sono modelli da evitare.
L'io narrante è Lucy Snow: nome significativo, ha una luce in sé. Miss Marchmont è una donna sola che Lucy
accudisce e che le mostra una possibile vita da single, malinconica e rassegnata, che Lucy non sente sua. Mrs
Beck è molto innovativa: una donna d'affari dura e inflessibile che controlla tutti, Lucy l'ammira ma la teme.
Ginevra è la bella, la rappresentante di quel mondo borghese che Lucy rifiuta, ha un vocabolario molto ristretto.
Le incertezze di Lucy sono studiate a fondo e vengono a galla con Paul Emanuel.
ESTERNO - INTERNO:
Sono simboleggiati dalle scene con gli specchi con un procedimento simile a Jane Eyre anche se qui il finale
non risolve nulla. Lucy è una donna innamorata ma in carriera: non vuole la visione del romanzo rosa, non
vuole dire né che il matrimonio è una chimera ma neanche che una donna sola è insoddisfatta.
Episodi gotici: il fantasma della monaca che la terrorizza è un indizio di pazzia causata da un'estate passata da
sola con una minorata psichica. 24
Definisce la scuola come una prigione ed alla fine si libera della monaca, poiché anche per Charlotte come per
la Radcliffe, tutto ha una spiegazione logica.
"Villette" è un percorso quasi tutto solitario alla ricerca della propria identità. I rapporti con i due uomini che
ama servono per sapere cosa loro vogliono da una donna, e cosa lei vuole da un uomo: essere amata e
riconosciuta.
Le carriere di Jane e di Lucy sono molto simili e portano benefici sociali.
C'è molta ambiguità anche sul piano religioso: viene rifiutato l'estremismo calvinista e l'evangelismo è
considerato oppressivo ma utile per reprimere gli impulsi. Una polemica con la religione cristiana c'è anche in
"The professor". L'unico personaggio cattolico è Paul, che, come Rochester, dà un appagamento fisico e
spirituale.
Anche qui c'è l'attenzione agli spazi: inizia con la descrizione di una casa e finisce con l'inserimento nella sua
prima casa.
Jane si evolve da vittima a padrona come Lucy, ma qui c'è una oscillazione fra spazi positivi e negativi, con
poche escursioni nella natura (diverso da Emily).
Gli oggetti sembrano sopraffare gli uomini che vivono in una società molto chiusa.
16/03/99
Jane Eyre.(manca da pag. 40 a pag. 42).
Alla fine riuscirà a vivere coi suoi mezzi soltanto studio della personalità di una donna ma anche di molte altre
cose, romanzo più maturo e inquietante di Jane Eyre.
Villette:
Romanzo più maturo della Brontë, studio dell' io femminile fuori della società, come una donna cerca di
sopravvivere in una società maschile.
La casa dove viene ospitata Lucy (Breton) poi il collegio di Villette mondo molto più alienante, senso di
estraniamento molto marcato che poi produce alienazione e problemi di equilibrio interiore. Per lei questo
mondo è infestato dai fantasmi (haunted), alla fine Lucy ha acquisito la capacità di interpretare questo mondo
straniero con equilibrio, la lasciano nel suo appartamento, uno spazio che non la minaccia ma la protegge.
Prevalgono gli spazi chiusi, pochissima natura, interni e oggetti di vario tipo: cassetti, cassettoni, scatole topos
dello specchio: vi si riflettono i personaggi, la realtà non vista direttamente. Personaggi visti come bambole o
esseri meccanici.
Tema della sepoltura: L. seppellisce le lettere ricevute immagine sempre del sacrificio di sé comune a tutta la
cultura vittoriana. A Ginevra non interessa nulla, non le interessa comunicare con gli altri.
Atteggiamento di Lucy di fronte a un quadro di Cleopatra, parodia dell'ossessione borghese degli abiti e dell'
ipocrisia per nascondersi.
La gente è costantemente descritta per gli abiti che indossa e Lucy è vestita sempre di grigio, un'ombra alla
ricerca della sostenza.
Si evitano quasi sempre i contatti fisici diretti: fatti principali lo schiaffo che Paul da a Ulrric (?)? e il bacio a
Lucy ma quasi non sono descritti.
Il finale assolutamente atipico non è il classico happy end, per certi aspetti è il più lucido e femminista della
Brontë.
17/03/99
Anne scrisse due romanzi "Agnes Gray" storia di una governante e "The tenant of Wildfell Hall" romanzo più
ambizioso che riprende elementi da Emily ma le sue problematiche sono meno profonde, fu lei ad accogliere
più la fede religiosa, i protagonisti sono esseri morali più che sociali, c'è più realismo, il lieto fine è più
tranquillo meno fiabesco.
23/03/99
Confronto fra Jane Eyre e Wilde Sargasso Sea (1966) ("Il gran mare dei Sargassi") uso consapevole
dell'intertestualità molto insistito negli anni del '900 metaromanzi studio sul meccanismo delle strutture del
romanzo.
Storia presa dai cap. 25.26.27 confessione di Rochester della moglie pazza a cui non è concesso nemmeno il
diritto alla parole, incentrato sulla pazzia TOPOS della follia pregnante nella cultura occidentale ( -- donna più
fragile quindi più esposta dell'uomo alla malattia mentale, Ofelia).
Fino agli anni '70 Ofelia considerata un personaggi minore non caratterizzato, si insiste su "nothing" creatura
che si definisce per l'assenza, capelli sciolti e un disordine iconografia della pazzia. 25
La morte per annegamento è la morte femminile (la donna è legata alla liquidità).
Comportamento di Ofelia cliché della malinconia amorosa ( per gli elisabettiani).
Figura della donna pazza frequentissima nell'800 romantico W. Scott "The bride of Lammermoor"
La pazza è il frutto dell'oppressione e repressione della società patriarcale sulla donna, sembra che Ofelia sia
quasi una conferma dell'impossibilità di rappresentare il femminile in discorso patriarcale se non in termini di
follia. La donna sfugge al controllo.
"The female malady" Show Walter Helen.
"Maria" Mary Wollstonecraft inizia con la descrizione di una cella di manicomio, si stabilisce che già alla fine
del '700 che la finta pazzia è un torto fatto alla donna, un modo per dominarla meglio e soffocare le sue
ribellioni idea che si contrappone a quella dominante della follia è una parte essenziale della natura femminile
che si contrappone all'equilibrio maschile.
'700 - '800 presenza femminile molto più rilevante nei manicomi.
Incapacità e non comprensione dei medici psichiatri (tutti uomini).
La follia è dunque una malattia femminile.
Da Mary W la donna pazza compare in modo ossessivo e frequente.
La critica femminista considera la follia di un personaggio femminile la rappresentazione inconscia dell'ira
dell'autice verso la società patriarcale un'estroflessione. Attraverso la sua violenza l'autrice esprime il suo
violento desiderio di liberarsi dai cliché anche letterari (Virginia Woolf, Sylvia Plath).
Senso di colpa che accompagna l'espressione della propria creatività.
La follia non come ribellione alla sconfitta, è la estrema fuga dalla realtà:
["Asylum" ("Follia") Patrick Mcgraf (?); 1 ricovero per pazzi; 2 rifugio]
Dopo il romanticismo, i vittoriani con il mito domestico costruiscono molti manicomi sperando di riportare la
donna sotto controllo del dominio maschile.
L'isteria (rivoluzione psichiatrica): le donne furono le prime ad essere sottoposte a elettroshock, lobotomia,
psicofarmaci.
Le donne erano più inclini alla follia per l'instabilità del loro apparato riproduttivo (ISTERIA), connessione fra
sistema riproduttivo e sistema nervoso.
Di diverso parere Florance Nightingale per lei la follia è il risultato dell'emarginazione e atrofia mentale.
"Cassandra" analisi approfondita di stress e convenzioni che portavano le donne al che portavano le donne al
silenzio, follia e suicidio.
Brontë si interessò a questi argomenti attingendo a convenzioni letterarie le riveste di novità.
Bertha Mason sorta di ninfomane confinata nella torre senza finestre, iena, demone, wild best, un animale
inferocito più che una donna.
Vittima dell'ereditarietà, con il matrimonio diventa "intemperate" ed "unchaste" e quindi dichiarata pazza la sua
follia è connessa alla sessualità e pare quasi connessa al suo ciclo mestruale.
Una persona considerata pazza veniva chiusa a chiave e nascosta come un'onta per tutta la famiglia, da
nascondere.
Bertha alter ego oscuro di Jane e dell'autrice.
Rhys creola come Bertha, di sangue misto. Nel 1966 aveva già una certa età primi romanzi tra il '27 ed il '39 poi
per vent'anni non aveva scritto più nulla
Cinque romanzi mettono a fuoco un'eroina debole e indifesa senza radici, perduta nel grigiore della grande
città, vena autobiografica della sua personalità
Wilde Sargasso Sea è ambientato in Giamaica nel 1830, diviso in tre parti due io narranti diversi.
1) eroina che si chiama Antonietta;
2) raccontata dallo straniero (Rochester);
3) Antonietta in Inghilterra, scrive dalla torre.
Scena divisa tra il mondo dei Caraibi (infanzia) e quello grigio e ostile dell'Inghilterra.
24/3/99
Jean Rhys lesse "Jane Eyre" e si fermò nei cap. 25 - 26 - 27, centrali una svolta simbolica e reale, quelli in cui
la Rhys colpita da Bertha Mason decide di ricostruire la vita. Rochester dice di essere stato ingannato dai
parenti stretti della ragazza, di essere una vittima.
Non trascura nulla di ciò che Rochester dice ma non gli crede.
Sceglie per Berta il nome Antoinette, con il racconto della sua infanzia le conferisce dignità umana 3 parti
scrittura circolare. Rhys cerca una obiettività psicologica passando dal femminile al maschile poi ancora al
femminile. 26
Il mondo dell'infanzia è della bellezza e del dolore, quello della maturità è del freddo e grigio della prigionia,
punto di vista ribaltato per lo straniero. Nutrice figura positiva (Cristophine) la sua seconda madre, nera, ma che
pratica il wodoo.
Amore che si trasforma in odio. Estraniamento del personaggio, non si riconosce nei bianchi proprietari di
schiavi (la sua famiglia non è più ricca) schizofrenia latente (dramma autobiografico S.R. provò la stessa
divisione). La vera madre è indifferente as Antoinette. Il giardino di Colbrì luogo felice. 1° pag. 1° cap.
estraniamento della famiglia, non sono bene accetti nella società dei bianchi: padre inglese prese come seconda
moglie una donna giovane e bellissima del luogo. Tutto è finito, il padre è morto e sono isolati. Immagine dello
specchio, la madre è giovane e bella quando passava davanti a uno specchio non poteva impedirsi di sperare in
una nuova vita. Il giardino è simbolico e edenico, infatti cresce l'albero della vita, ma immagini inquietanti,
orchidea che sembra un serpente o un polipo, fascino di una bellezza pericolosa (è positivo perché legato ai
ricordi dell'infanzia) per Rochester sarà stato negativo, sensuale 1830 coerentemente con quello che dice la
Brontë hanno appena abolito la schiavitù (lettura di conflitto di razza) contrasto fortissimo fra bianchi e neri.
Dati simbolici: io diverso della protagonista, sdoppiamento della famigli con la madre creola, nutrice nera,
padre bianco, fratello bianco, fratellastri neri, patrigno bianco (Mason) al centro Antoinette e Tea (il suo doppio
nero, rapporto amore - odio, segno dell'odio di Antoinette per se stessa). Episodio in cui Antoinette indossa il
vestitino tutto stracciato di Tea, (dopo aver fatto un bagno Tea le prende i vestiti) reazione della madre
violentissima. 3 sogni descritti, premonitori che scandiscono i mutamenti che avvengono in Antoinette, i primi
due non sono completi, in tutti viene inseguita
1) 1° cap. è ancora bambina qualcuno che la odia la minaccia ma lei non può muoversi, dopo il primo incubo
entra in scena il ricco Mason che sposa la madre, Antoinette Mason non più povera ma una futura ereditiera
(romanzo che li inserisce nella letteratura coloniale) ma la nuova ricchezza trasforma in odio aperto l'ostilità
degli ex schiavi, rivolta che culmina con l'incendio della casa, muore il fratello malato, da qui inizia la
pazzia della madre.
Scena dell'incendio si conclude con l'atto compiuto da Tea (netta divisione di Antoinette) le tira un sasso poi
scappa a piangere amore/odio, ritorna l'immagine simbolo dello specchio, tendenza schizzoide che sommata
alla situazione della famiglia e il matrimonio culmina con la pazzia.
2) Notte, cammina nella foresta seguendo passivamente un uomo, vestito bianco, bellissimo, ha paura ma non
vuole essere salvata, lui si gira e lei piange, lui sorride, vanno avanti a camminare e il vestito si sporca,
cade, scale da salire, foresta e giardino chiuso.
Nei due sogni ricerca di sé e dell'altro, in entrambi la foresta, provoca terrore e accettazione di una
condanna. Qui inizia la seconda parte.
26/3/99.
2° parte: parla lo straniero di cui non si dice mai il nome, diventa l'antagonista principale di Antoinette i cui
sogni creano un momento allucinato e sospeso, rivelano l'accettazione inconscia del suo destino. Per lo
straniero è il mondo tropicale ad essere allucinato e irreale, minaccioso, ne avverte la bellezza ma lo
sconcerta, paese agli antipodi della fredda e razionale Inghilterra. Anche Antoinette percepiva la
pericolosità di quella bellezza (avvertita probabilmente dal suo io bianco) magica. Le stesse sensazioni le
prova per la fidanzata e futura moglie in cui fascino e minaccia non sono mai separati. Dopo una breve
passione questa alienazione diventerà odio fra marito e moglie. Antoinette abbandonata dal marito sceglie
di ricorrere alla parte nera di se e chiede a Cristophine di far bere allo straniero un filtro magico che lo leghi
a se (sessualmente). La parola torna ancora allo straniero che vuole credere di essere avvelenato, nel
tentativo di ucciderlo diventa cattivo. Antoinette è pazza come la madre ed è legittimo che egli la porti via
dall'isola. Tornano in Inghilterra Antoinette/Bertha non parla più.
3° parte, tutto raccontato da Bertha, prevalgono immagini di freddo e gelo, stanza senza finestre e specchi e
quindi non c'è possibilità di confronto con il sé. Senso sempre di divisione interna. Accanto al tema del gelo
rimane come contrasto quello del fuoco, dal fuoco del camino, accenno al vestito rosso, l'unico oggetto che
rimane del suo passato. Rogo finale in cui Antoinette morirà dopo essersi riappropriata del proprio passato
capisce cosa deve fare, tramite un sogno. L'"incubo" completo. (oro è l'idolo che essi adorano, critica al
mondo occidentale).
Nella hall c'è uno specchio: "I saw her, the ghost".
Si appella alle figure dell'infanzia. Il cielo rosso le ricorda tutta l'infanzia, rivede l'incendio di Colibrì la sua
casa di bambina, in quell'incendio è morto un pappagallo che non poteva volare e che ripeteva "chi è là", il
ricordo si confonde. Simile al pappagallo imprigionato, pensa pensa di poter volare. Crede di vedere Tia, il
suo alter ego, si sveglia dall'incubo nel momento in cui si getta. Nel momento della morte si ricongiunge 27
con il suo doppio, che diventa portatore di morte. Si ripetono le stesse cose del sogno che si avvera passo
per passo.
Il fuoco come immagine ultima di rivelazione, accende l'immagine del passato.
In fondo al salto suicida c'è Tia ad attenderla, il suo doppio amato/adorato.
Racconto di schizofrenia, divisione all'interno di sé ma anche dell'altro. Senso di minaccia gia presente nel
giardino di Colibri. Anche quando è bambina non è completamente alienata da se stessa.
Avventurarsi in spazi non conosciuti della proprietà comporta il rischio di perdita del sé. Paesaggio
dominato dal giallo e dal rosso del fuoco e della passione e purificazione il fuoco segna sempre i momenti
cruciali.
Cielo al tramonto infuocato, il rogo di Colibri distrugge il primo rifugio. Viene mandata in collegio, non c'è
qui il fuoco ma una luce accecante un luogo di sole e di morte. Sembra non esistano colori intermedi.
Heaven 'nd Hell.
Bianco e nero della pelle, della cultura, il dramma personale diventa collettivo, il conflitto di razza.
Nella seconda parte si sostituisce la voce del marito. Un luogo selvaggio e minaccioso, natura aggressiva e
violenta, l'aria dolcissima e intossicante. Il profumo dei fiori fortissimo. Luogo bellissimo e vergine ( 0 la
moglie) con un segreto che disturba, alienante.
Comincia ad odiare tutto anche la moglie perché appartiene a quel luogo, le sensazioni sono troppo intense
diventa una cosa sola con la natura nemica pericolosa impossibilità dell'uno di comprendere l'altro (l'uomo
con la donna, il bianco e il nero) non c'è nulla che li unisca a parte l'iniziale passione.
Patto faustiano demoniaco (Gargaih)
Romanzo coloniale, storia personale e universale. Rapporto con Tia anche qui il fuoco è presente. Sempre
legata a un significato di morte presente anche nelle immagini di acqua (Specchio di Narciso) che come tutti
i doppi letterari diventa autonomo, nemico. L'odio di Tia riflette l'odio di Antoinette per se stessa.
30/3/99.
Elizabeth Gaskell (1810/65) moglie di un pastore protestante, vita matrimoniale completa normale secondo
i canoni tradizionali.
Conoscenza diretta dei problemi della classe operaia di Manchester, partecipava assieme al marito a
spedizioni filantropiche.
Social novel. Scrittrice complessa in quanto ambigua: da un lato moglie e madre inserita nella società,
atteggiamento conservatore (Tutti gli scrittori di social novel sono conservatori Dickens) in corrispondenza
del '48 in Italia in Inghilterra il movimento dei cartisti un gruppo di operai vuol far firmare al governo una
carta dei diritti che tutelava gli operai e poneva dei limiti, fu la nascita del sindacato, fino alla fine dell'800
non vennero riconosciuti. Il cartismo durò solo pochi anni.
La Gaskell cercò un compromesso anche per i rapporti uomo - donna, denuncia la realtà ma procede con
grande cautela, è un misto di conformismo e ribellione, riconosce che ci sono sempre due modi per
affrontare un problema e abbracciarne solo uno non dà una visione equilibrata.
G. scrisse una biografia della sua amica Charlotte Brontë, è una testimonianza molto interessante. Industrial
novel: problemi sociali e trama amorosa "Mary Barton" (48) "North and South" (nord industriale più rozzo
e il sud agricolo più raffinato, love story tra una ragazza del sud e un imprenditore del nord).
"Mary Barton" ebbe più successo e produsse un certo scalpore. Storia di una ragazza che vive nel mondo
operaio a Manchester nel periodo del cartismo, sforzo di rappresentare il senso della realtà quotidiana,
visione del realismo (NON verismo alla Zola)
Il padre John Barton partecipa alla rivolta cartista il sindacato decide una vendetta: l'uccisione del figlio del
padrone, che aveva corteggiato Mary ma non era riuscito a sedurla. Mary Linck tra la vicenda personale e
quella politica. John uccide il figlio del proprietario ma in punto di morte chiede perdono e il padrone sarà
più umano.
Realismo provinciale attraverso precise descrizioni e l'uso del dialetto.
Il tema della Fallen Woman: la zia di Mary sedotta, abbandonata perde il lavoro e l'unica starda che le
rimane è quella della prostituzione (zia Ester)
"Ruth" incentrato sul tema della sedotta e abbandonata. Introduce un tema scottante per quei tempi. La sua
critica è più sul piano dei rapporti interpersonali che sociali. Il seduttore è sempre socialmente più
importante. Prima volta in cui si parla di una donna che lavora come cucitrice, abbondanza di particolari
realistici. Ruth viene sedotta da Bellingham e diventa la sua amante per poi essere abbandonata con un
figlio, è sempre vista positivamente, il seduttore è invece abbastanza squallido non è nemmeno un villain.
Vuole enfatizzare l'ingiustizia del doppio standard. Condanna la donna e assolve l'uomo per lo stesso fatto.
28
Riesce a farsi passare per vedova e si inserisce nella società con l'inganno si rifà una vita dignitosissima e il
suo seduttore anni dopo le propone un matrimonio riparatore ma lei RIFIUTA il rifiuto delle donne del
tempo però Ruth deve in qualche modo espiare, deve essere martirizzata, epidemia di tifo e lei si dedica ad
assistere i malati e muore come una santa.
Molta retorica, critica precisa contro la morale del tempo ma la donna deve comunque espiare.
"Silvia's lovers" 1883. Silvia non è vista come donna ideale ma vittima delle circostanze accetta di sposare
un cugino che la ama molto ma che lei non ama. Ritratto di un matrimonio infelice, la sonna che prova
quasi una repulsione fisica per il marito (scabroso per il tempo). Scelta decisamente condannata. Per la
moglie è un incubo per il marito è un dolore ma ha altri interessi al di fuori, Silvia alla fine riesce ad
abbandonare il marito e vive con il figlio.
"Cramford" 1853 tono dolce e scherzoso la situazione delle donne sole: vedove o zitelle.
"Cramford" paese ancora agricolo molto tranquillo governato dalle donne, i pochi uomini che ci sono non
hanno potere. Le donne possono comportarsi come preferiscono: sono superiori agli uomini.
Non è un romanzo femminista di protesta radicale dualismo: satira e simpatia, conservatorismo e sfida alle
convenzioni. Queste donne sole sono degne di ammirazione ma anche un po patetiche. Equilibrio precario
ma sempre mantenuto. C'è un bisogno di dipendenza sentimentale. Difficoltà di un problema a cui non
esistono risposte. Le sue zitelle non si sono sposate per non sottostare al mercato dei matrimoni. Romanzo
un po’ Gexobiano, patetico in alcuni suoi aspetti rammarico e rimpianto per quello che sarebbe potuto
essere. Immaturità emozionale incompletezza del loro mondo.
9/4/99.
George Eliot siamo alla fine del secolo, cambiano anche le problematiche. Pseudonimo di Mary Ann Evans
(1819/1880), scrisse molti romanzi fra cui "The Mill on the Floss" e "Middle march" "Adam Bede" "Silas
Marner", dal '60 "Romola" "Felix Holt" "Daniel De Ronda".
Scrittrice complessa, molto impegnativa, evidente influenza di Flaubert, studio dell'ambiente considerato
molto importante per lo sviluppo del carattere ma non determinante al 100%. La scelta morale
dell'individuo rimane fondamentale.
I personaggi femminili (Maggie Tulliver e Dorothea) sono atipici nel contesto vittoriano.
L'interesse profondo rivolto alla donna con aspirazioni non comuni (parallelo con la figura di S. Teresa) che
vogliono raggiungere mete e risultati, con una energia vitale e volontà non comune, non sono
rappresentative della donna vittoriana comune nella loro frustrazione totale delle aspirazioni sono
rappresentative di tutte le donne.
Nei romanzi giovanili spetti autobiografici. George Eliot imbevuta di cultura francese, nonostante l'amore
per la famiglia decise di convivere per molti anni con un uomo sposato e separato, non ebbero figli per
decisione comune solo in parte dopo il successo fu accettato dalla società. 1878 muore il compagno e sposa
un uomo più giovane di 20 anni.
Comportamento di assoluta libertà dal giudizio della società, si batte per la necessità di una educazione
uguale per maschi e femmine, esigenza di parlare di una comunità, spesso cittadina s In "Adam Bede" i
personaggi principali sono contadini e la vita rurale non è idealizzata, in questo contesto matura una
tragedia (ragazza sedotta e abbandonata che uccide il bambino) il fallimento della ragazza coinvolge tutta la
comunità, tutti soffrono e DEVONO soffrire perché gli individui non sono isolati.
"The Mill on the Floss" romanzo più autobiografico senso ancora più radicato della stabilità e continuità dei
legami famigliari: protegge e lega. La bancarotta di Tulliver coinvolge anche tutti gli altri famigliari.
Maggie legatissima al fratello ha bisogno disperato di amore e di essere amata.
"Passion" usata molto spesso nel romanzo riferita non alla sessualità, suggerisce che queste donne hanno
molto da offrire, ma la società non lo permette: la donna deve essere passiva e mite. Contrasto profondo il
desiderio di vivere una vita sua dall'altro la dipendenza totale dal fratello. Maggie è uno dei personaggi più
realistici. Finale in antitesi con la causa femminista ma il dovere risponde a una esigenza interna morale.
Forte tono emozionale romanzo giovanile ed elementi autobiografici
Immagine ricorrente dell'acqua, fine simbolico ma anche realistico.
Una critica ha posto l'accento nel senso del dovere, per altri in realtà Maggie ha atteggiamenti
dell'adolescente frustrata e il finale sarebbe il perfetto incidente sognato dall'adolescente atto finale che
renderà giustizia contro un mondo che non ci ha amato (Vendetta), atteggiamento estremamente immaturo
ma non insolito (il più delle volte è una fantasia).
Maggie alla fine prende una decisione più importante, in qualche modo trasforma i limiti imposti al suo
sesso in una più alta libertà morale. 29
"Middle March" Dorothea eroina paragonata a S. Teresa sottotitolo " A study of provincial life" M. paese
immaginario. Intento specifico intende andare oltre la funzione per puntare direttamente a una lettura
realistica della società. Voce narrante onnisciente con i suoi poteri illimitati, desiderio di un controllo
morale dei personaggi con cui si confronta. I personaggi fondamentali positivi tendono alla conquista di una
chiave interpretativa del reale, a dare una impronta alla loro vita, chiavi interpretative che sono diverse,
cercò di andare oltre il determinismo. "Prelude" ambiguità semantiche del romanzo, tono leggermente
ironico che getta un'ombra di incertezza sull'antitesi fra reale e irreale aspirazioni individuali e
condizionamenti sociali. Dorothea aspira a raggiungere una vita che trascenda la meschinità del proprio io.
S. Teresa anche dal punto di vista pratico fu molto attiva. Dorothea si disperde nel mondo meschino, la sua
natura è diversa fra innocenza e fervore cerca il martirio, non volontariamente, matrimonio fallito,
fondatrice del nulla, fornita di una anima ardente campo semantico dell'eccesso Dorothea non è in sintonia
con l'ambiente né col tempo, impossibilità di uscire di casa, finale sì positivo ma sofferto. Dorothea sposerà
un giovane con molte qualità ma lei resterà nell'ombra.
In sottofondo la prima riforma e il luddismo (?) all'inizio del secolo presente solo ai margini della vicenda.
Altra immagine incoerente "Web" la ragnatela società compatta ma equilibrio precario sembra minacciato
da elementi negativi che si agitano ai margini 30
11/05/99
George Eliot (manca la pag. 55 in inglese)…………………………………
CARATTERISTICHE DELL’ETA’ VITTORIANA (1830-1940).
Le caratteristiche dell’età vittoriana vennero a delinearsi molto prima della salita al trono della
Vittoria, non finisce l’età vittoriana, che si
regina Vittoria (1837). Con la morte della regina
protrae fino alla vigilia della prima guerra mondiale.
Le caratteristiche della società vittoriana:
SOCIETA’ INTRISA DI PURITANESIMO.
-
- SVILUPPO INDUSTRIALE.
- SVILUPPO COLONIALE.
- INGHILTERRA PAESE ESPORTATORE (importava materie prime dai paesi
colonizzati, le lavorava e le esportava)
- PAESE SOLO APPARENTEMENTE RICCO.
- PAESE SOCIALMENTE MOLTO ARRETRATO.(Nonostante si volesse attribuire
l’immagine all’Inghilterra del paese più ricco e democratico del mondo).
tutta l’Europa, sotto la spinta delle difficoltà economiche tendeva a richiudersi nel
Mentre
protezionismo, l’Inghilterra, unica eccezione, continuava ad adottare il liberismo, sotto l’alterna
guida di due valenti statisti, grandi protagonisti dell’età vittoriana, il liberale Gladstone e il
conservatore Disraeli.
L’OPERA DI MODERNIZZAZIONE DAL LIBERALE GLADSTONE:
Gladstone attuò una serie di riforme miranti a modernizzare la struttura amministrativa dello
stato:
riorganizzò il sistema fiscale e giudiziario;
introdusse il sistema del libero concorso per le assunzioni nel pubblico impiego;
potenziò l’istruzione pubblica, sia quella elementare ( resa però obbligatoria solo nel
1880 e gratuita nel 1891), sia quella universitaria con l’abolizione delle prove
previste per l’ammissione a Cambrige ed Oxford;
confessionali
introdusse la segretezza del voto;
Estese il diritto di voto ai lavoratori agricoli e ai minatori, realizzando il raddoppio del
corpo elettorale inglese.
LA POLITICA IMPERIALISTICA DEL CONSERVATORE DISRAELI E IL
COMMONWEALTH:
Disraeli si dedicò soprattutto all’espansione dello sfruttamento coloniale, sulla base di una
politica decisamente appoggiata dalla regina Vittoria e da gran parte dell’opinione pubblica, la
31
gladstoniani, accusati di essere “partigiani di una piccola
quale non condivideva le idee dei
Inghilterra” o”nemici di una politica imperiale”.
Durante il suo secondo ministro, con una politica estera finalizzata a consolidare il prestigio
dell’ Inghilterra nel mondo, riuscì ad annettersi: le isole Figi, facendo proclamare la regina
Vittoria, imperatrice d’India, intraprendendo guerre contro i Boeri, gli Zulu e gli Afgahani
, acquistando dall’Egitto le e procurando all’Inghilterra il
azioni del canale di Suez possesso
dell’isola di Cipro.
La Gran Bretagna pretendeva di sconvolgere le tradizioni, i rapporti sociali e gerarchici
dell’India e pretendeva di imporre la propria cultura. Tuttavia la cultura occidentale non fu
portata in tutta l’India, ma solamente alle classi più agiate .
di non ripetere l’errore già commesso dagli inglesi per le colonie americane, di
Egli cercò
stabilire un’eccessiva dipendenza dei territori d’oltremare dalla madrepatria: per questo motivo
con un’unione
dette vita ad una politica di sostanziale autonomia delle colonie, pur legandole
personale alla corona (COMMONWEALTH o mercato comune). Tuttavia la prima a
risentire di tale politica fu l’Inghilterra stessa che non si trovò più al vertice dei paesi del
commonwealth, ma in una posizione bassa perché i paesi colonizzaati avevano a disposizione
molte risorse minerarie e giacimenti. La Gran Bretagna diventa quindi un membro
particolarmente vulnerabile all’interno di questo mercato comune, perché passa da una
posizione di predominio economico ad una posizione secondaria. I primi beneficiari della
nuova politica furono il Canada, l’Australia, la Nuova Zelanda e l’Unione Sudafricana.
Per quanto riguarda la POLITICA SOCIALE:
Fece votare la riduzione dell’orario di lavoro e il riposo pomeridiano del sabato;
Introdusse il principio della piena uguaglianza giuridica fra imprenditori e salariati;
Soppresse nel1875 il reato di sciopero e riconosce il diritto di intervento dei lavoratori in
materia dei contatti di lavoro;
Concesse il diritto di voto agli operai e agli abitanti delle città e dei borghi.
SITUAZIONE ECONOMICA DELL’INGHILTERRA VITTORIANA:
A rendere possibili tali riforme contribuì certamente il primato economico conquistato dall’
Inghilterra su scala mondiale: un primato che offri la possibilità di vivere un lungo periodo di
pace sociale,grazie all’elevato tenore di vita dei lavoratori, togliendo terreno alle spinte
rivoluzionarie.
Infatti vediamo che l’economia del paese è in fase di crescita,m soprattutto per il fatto che le
al passato, grazie all’ampliamento del suo impero (
esportazioni sono raddoppiate rispetto
prendeva materie prime, le lavorava e le esportava). La flotta mercantile e militare britannica
erano le più forti del mondo. Anche l’agricoltura era in fase di miglioramento.
Fino a questo momento i 2 principali paesi verso i quali la Gran Bretagna esportava erano:
l’Europa e il Nord America, però fu proprio l’Europa che in questo periodo cominciò a mettere
in crisi il commercio britannico, perché grazie ai macchinari ad alta tecnologia che l’ Inghilterra
esportava, il resto dell’Europa aveva sviluppate le proprie industrie e superato la Gran
Bretagna, ciò avvenne anche nel mercato nord americano che fece passi enormi e non
rappresentò più il punto d’arrivo per le esportazioni britanniche. Questo cambiamento porta alla
crescita economica di due potenze: Germania e nord America. 32
Gli anni 1830-1880 furono per la Gran Bretagna anni di semi isolazionismo rispetto alle
questioni europee. L’illusione di pace fu però spazzata via negli anni ’50 dalla disastrosa rivolta
indiana e dalla goffa gestione della guerra di Crimea.
RIFORME SOCIALI:
Mentre per quanto riguarda la politica interna le condizioni di svantaggio delle donne e dei
poveri erano notevoli. A tante donne era negato l’accesso ad un’istruzione adeguata e il pieno
godimento dei diritti di proprietà, per non dire del diritto di voto. Ed è proprio grazie alla lotta
ostentata delle suffragette sotto la guida di Emelline Pankhurst, fondatrice nel 1902
dell’UNIONE POLITICA E SOCIALE DELLE DONNE, che fu concesso il diritto al voto solo
nel 1918 a tutte le donne che avessero compiuto il 30° anno di età e nel 1928 fu ristretto a 21°.
Le sufragette furono molto decise nella loro lotta, ricorsero a manifestazioni nelle piazze, marce
sul parlamento, scioperi della fame, e anche ad attentati a edifici pubblici.
Mentre per quanto riguarda le condizioni del proletariato esso era costretto a vivere i condizioni
igieniche pessime e godeva di salari estremamente bassi. Il lavoro minorile era sfruttato e
sottopagato(c’erano le Sunday school, ossia le scuole della parrocchia).
Vennero istituite poi le PURE LOWS: sussidio minimo per le famiglie povere, e le WORK
HOUSES: case di lavoro che offrivano un rifugio a chi non aveva altre possibilità, in queste
case la vita veniva volutamente resa difficile affinché non ci si adagiasse a tale condizione.
Proprio per questo l’epoca vittoriana fu inaugurata da una serie di riforme politiche , moderate,
appositamente concepite per allontanare il pericolo di rivolgimenti radicali.
1832 il diritto di voto fu esteso a tutti i cittadini maschi proprietari di case in possesso di un
reddito di 10 sterline o più. Benché la legge avesse raddoppiato l’elettorato, includendovi un
maggior numero di votanti della casse media , essa lasciava ancora 29 cittadini su 30 senza
voto.
1867, in una seconda revisione del sistema elettorale ( REFORM ACT) un milione di
lavoratori si videro finalmente riconosciuto il diritto al suffragio. Questa fu la conseguenza
indiretta di una continua pressione del proletariato per una rappresentanza democratica, una
pressione che aveva trovata la sua prima compiuta espressione nella “carta dei diritti del
popolo” del 1838. Il gruppo composto dagli ideatori di questa carta erano i cartisti. Emersero
nella politica degli anni ’40. Essi erano l’avanguardia di una
come forza uova di opposizione
nuova e consapevole classe operaia industriale in continua espansione.
Alle agitazioni operaie e delle suffragette si aggiungevano quelle mai risoltosi dei nazionalisti
irlandesi, che disponevano alla camera dei comuni di un gruppo di 80 deputati, il cui appoggio
era indispensabile alla sopravvivenza dei governi liberali. Nel 1911 il nuovo governo presentò
un HOME RULE, che prevedeva un’Irlanda autonoma con un proprio governo ed un proprio
parlamento, ma pur sempre legata alla corona britannica e dipendente all’ Inghilterra per tutte le
questioni di comune interesse. La soluzione proposta scontentava sia i nazionalisti irlandesi che
dell’ ULSTER (Irlanda del
miravano alla piena indipendenza, sia la minoranza protestante
nord), che organizzò un movimento clandestino armato per opporsi all’autonomia. Dopo un
lungo e tormentato dibattito, il progetto liberale fu comunque approvato dalla camera nel 1914,
ma la sua applicazione fu subito sospesa allo scoppio della 1° guerra mondiale. 33
TRA PROTEZIONISMO E LIBERISMO:
Da qualche tempo anche un altro problema agita va il mondo politico inglese. Infatti benché la
tradizione liberoscambista continuasse nel paese da 50 anni ed era considerata fonte di
prosperità, parecchi industriali posti di fronte all’ascesa economica degli Stati Uniti e della
Germania, cominciarono a propendere a favore di una politica protezionista,nella convinzione
di poter salvaguardare i propri prodotti dalla concorrenza ogni giorno più agguerrita:politica,
che parve realizzabile quando nelle elezioni del1900 lo schieramento liberale venne battuto da
quello conservatore. Fu appunto all’ora che il nuovo governo presieduto negli anni 1902 al
1905 da Balfour , impose barriere doganali nei confronti delle merci importate da paesi che non
facessero parte del commonwealth britannico. Ciò però comportò una pesante tassazione dei
prodotti, specialmente alimentari, che l’Inghilterra acquistava nelim Stati Uniti o in altre parti
di qui in ‘inevitabile pegg8ioramento delle condizioni di vita nelle classi meno
del mondo:
abbienti.
Di conseguenza le elezioni del1906 segnarono una netta sconfitta dei conservatori e permisero
il trionfale ritorno al governo dei liberali.
LE PRIME LOTTE SOCIALI:
Il movimento operaio inglese finì per assestarsi su una linea riformista e moderata. Le prime
associazioni inglesi di orientamento socialista erano formate soprattutto da intellettuali, come la
grande società Fabiana, fondata nel 188,di cui fece parte anche il commediografo Gorge
Bernard Shaw e gli storici e politici Sidney e Beatrice Webb. Tali associazioni rifiutavano la
lotta di classe ed il marxismo e sostenevano che il socialismo si sarebbe raggiunto
gradualmente attraverso le riforme e l’allargamento dell’intervento pubblico dello Stato. A loro
volta, le grandi organizzazioni sindacali inglesi, le TRADE UNIONS, sostenevano le
rivendicazioni delle diverse categorie dei lavoratori inglesi con un sostanziale disinteresse verso
l’ideologia marxista. All’inizio del ’900, tuttavia, le associazioni sindacali stimolarono e
promossero la nascita di una rappresentanza politica autonoma dei lavoratori inglesi. Nacque
così il partito laburista (LABOUR PARTY), che si presentò per la prima volta alle elezioni nel
1906.
LE POSIZIONI DEGLI INTELLETTUALI VITTORIANI:
Gran parte dello sforzo intellettuale dei vittoriani fu impiegato nel tentativo di tenere insieme
un universo che stava andando in pezzi. Fu quindi u periodo di teorie contrastanti, di ottimismo
scientifico ed economico e di pessimismo sociale e spirituale, di acuta consapevolezza
dell’inevitabilità del progresso e di profonda inquietudine per il presente.
Il cristianesimo rimase tuttavia una forza primaria nella vita e nella letteratura vittoriana.
Nonostante la grande maggioranza delle persone aveva smesso di seguire le cerimonie religiose
domenicali. Questa maggioranza era costituita da uomini e donne della classe operaia, che
potevano facilmente trovare modi più piacevoli di trascorrere l’unico giorno di riposo loro
concesso. Anche tra le classi colte si diffondeva sempre più un profondo scetticismo, che
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investiva le basi dottrinali e storiche del cristianesimo. Essi vennero poi alimentati e stimolati
dell’opera di C. DELLE SPECIE)
dalla pubblicazione nel 1859 Darwin (L’ORIGINE , e da
una cultura sempre più influenzata dal materialismo scientifico. Le teorie sull’evoluzione di
Darwin, furono fortemente rifiutate dall’ Inghilterra vittoriana di fine ‘800, perché quello che ne
derivò fu una sensazione del tutto nuova paragonabile a quello che accadde nella teoria
copernicana. La teoria dell’evoluzione porta l’uomo allo smarrimento, alla perdita di certezze,
in quanto egli si trova a confrontarsi con una teoria che esalta la sua nullità. L’evoluzione
avviene mediante la selezione (su queste teorie troviamo le basi economiche dell’epoca, in
quanto la selezione delle classi veniva vista come una teoria scientifica per soddisfare i propri
interessi economici.)
La società vittoriana era inoltre costretta entro gli angusti confini del trionfante puritanesimo
sessuale. Esso sottolineava in particolare i benefici della monogamia e della vita familiare.
Mentre molti vittoriani vedevano la famiglia come strumento di oppressione e come soffocante
conformismo.
L’età vittoriana ebbe le sue costanti e i suoi conflitti di stili, in pittura e in architettura come in
letteratura. Fu un’epoca in cui i modelli classici, gotici e italiani poterono gareggiare tra loro e
fu anche un’epoca di ingegneria sperimentale, che generò sia il complesso stile gotico del
nuovo Palazzo di Westmister, sia la classica costruzione in ferro del padiglione della Great
Exhibition. L’età vittoriana fu l’epoca dell’arte applicata ma anche dell’applicazione di nuove
tecnologie a tutti gli aspetti della progettazione e della produzione. Questa prima vera età della
macchina raccolse tutti i benefici derivanti da un capitalismo vigoroso.
L’età vittoriana è preceduta dal ROMANTICISMO ed infatti gli anni ’30 e seguito dell’800 non
sono altro che una reazione alle teorie astratte del romanticismo. I romantici infatti avevano i
loro ideali che non sempre coincidevano tra autore ed autore (es: Shelley denuncia la società
mente Byron assume un atteggiamento di disprezzo nei confronti della società). Tali
atteggiamenti ideali rimanevano però astratti ossia c’era una denuncia, ma mai una risoluzione.
E c’era un rifiuto della società ottocentesca, che era formata da un sistema di intellettuali chiuso
convinto che la società deve cambiare, non interessato più ai sogni come i romantici, ma ai fatti.
Questi intellettuali denunciano soprattutto la sfiducia nell’applicazione delle riforme, quindi
denunciavano le riforme che riguardavano solo glia spetti istituzionali, e con tantissima lentezza
quelli amministrativi.
Gli intellettuali vittoriani mostravano inoltre un certo disprezzo, ironia, snobismo verso gli
intellettuali romantici del’700, che venivano visti con tre stereotipi: gentlemen, mancanza di
cuore, falsità. I romantici erano quindi introspettivi,ossia guardavano dentro di se, mentre i
vittoriani non badavano agli ideali, ma ai fatti e guardavano fuori di se. I più importanti
intellettuali di questo periodo sono: DICKENS, CHARLYLE, NEWAN, RUSKIN, HOPKINS
e ARNOLD. 500 volte “The French Revolution”, dimostra di
DICKENS: dichiarò di aver letto almeno L’influenza di
essere un discepolo di Charlyle, in quello che era il suo romanzo rivoluzionario.
Charlyle si può infatti avvertire in tutti i suoi romanzi che si occupano della condizione
dell’Inghilterra vittoriana. Anche se non può essere proprio definito uno scrittore riformatore,
Dickens era pronto a schierarsi contro tutto ciò che considerava ingiusto , usando la letteratura
come strumento. Tuttavia il successo di Dickens nel far propaganda, era dovuto al fatto che egli
35
si rivolgesse ad un’ampia gamma di lettori. Infatti vediamo che la letteratura precedente si
rivolgeva solamente ad un tipo di pubblico:l’aristocrazia, mentre dopo la rivoluzione industriale
ci si rende conto dell’importanza di rivolgersi ad una gamma di lettori più amplia.
Molti critici catalogarono Dickens come sentimentalista, perché rappresentava una realtà triste
per suscitare la lacrima della borghesia, ma egli va apprezzato per il suo coraggio a prendere in
mano argomenti di tale portata e denunciarli.
Dickens aderiva intimamente al messaggio di fondo del cristianesimo che considerò sempre
una sicura guida morale del suo pensiero, delle sue azioni e soprattutto dei suo scritti.
dell’umorismo per sovvertire i
Come tutti i grandi scrittori umoristici, Dickens si serbe
preconcetti e i luoghi comuni. I romanzi di Dickens riflettoni la natura della società urbana
vittoriana, con i suoi conflitti , le sue dissonanza, la sua eccentricità, le sue restrizioni e la sua
straordinaria ricchezza sia umana che intellettuale.
(1836) nacquero su commissione, all’autore venne infatti chiesto di
I PICKWICK PAPERS
scrivere una serie di brevi episodi legati tra loro incentrati sulla storia di un circolo londinese.
Dickens conferirà una natura vagabonda e curiosa al circolo e Pickwick si ritroverà anche ad
avere guai finanziari finendo in prigione per un breve periodo.
Durante la pubblicazione di Pickwick Papers, Dickens scrive OLIVER TWIST (1837-38). Qui
possiamo vedere l’attacco frontale alle Workhouses (“case di lavoro” squallidi e miserabili
luoghi di reclusione in cui venivano rinchiusi, gli indigeni sani, che venivano costretti a
svolgere lavori di vario genere), ed un vero e proprio ripulso attraverso un umorismo nero per
genere di istituti. L’immagine di Oliver Twist, che chiede più cibo,
gli abusi compiuti in questo
è la scena più celebre della narrativa inglese e sarebbe rimasta impressa nella fantasia popolare.
In quest’opera le scene, i stati d’animo e i stili narrativi discordanti, mirano a delineare il
contrasto tra la vita e i pericoli dei bassifondi e i comforts della vita borghese.
Nel 1838-39 esce a puntate NICHOLAS NICKLEBY, e anche qui Dickens sceglie ancora una
volta come argomento, l’aberrazione sociale. Questo romanzo attacca l’aristocrazia, fannullona
e snob, l’inefficienza del parlamento, e le ingiustizie del sistema capitalistico. La forza di
questo romanzo sta nell’umorismo e nella scelta di una vasta gamma di personaggi eccentrici e
brillanti. Dickens nella pubblicazione a puntate di questo romanzo teneva molto in
considerazione i gusti del pubblico e si adeguava ad essi.
I lettori successivi si sono spesso lamentati del presunto, volgare sentimentalismo di Dickens.
L’ultima narrativa di Dickens ci appare più cupa, più controllata e meno esuberante, come si
dove l’impiego di materiale autobiografico e il più
può notare in DOMBEY AND SON,
rigoroso controllo formale, ottenuto con una narrazione in 1° persona, sono elementi
caratterizzanti. A questo periodo appartiene anche il famoso DAVID COPPERFIELD, qui la
trattazione della sofferenza deriva dal pungente ricordo delle vicissitudini infantili del
romanziere. David Copperfield esamina un’ampia gamma di rapporti e di matrimoni felici ed
infelici, fa una pungente satira dei problemi sociali pur se marginale, se paragonata a CASA
( 1852), dove c’è un attenta analisi delle complicate attività che si svolgono in
DESOLATA
tribunale, e Dickens osserva che mentre i misteri, i crimini e le cause legali vengono risolti, i
sottostanti problemi della corruzione, del malessere e del degrado urbano, non trovano risposta.
In HARD TIMES ( TEMPI DIFFICILI ), Dickens sposta la sua attenzione dai problemi
sociali di Londra agli effetti della rivoluzione industriale nell’Inghilterra del nord, attraverso
una pungente satira.
Nonostante la cura per i dettagli e la precisione nella descrizione dei caratteri, Dickens, non può
essere definito uno scrittore realista. Egli, infatti, solo raramente offre un’analisi dei processi
mentali dei suoi personaggi, pur essendo forse tra gli scrittori inglesi il più abile a descriverne
l’alienazione mentale, oltre che il creatore di una straordinaria galleria di assassini, masochisti
36
ecc…. L’originalità di Dickens sta soprattutto nell’usare il rapporto esistente tra personaggio e
suo ambiente. anche lui analizza gli sconvolgimenti e le anomalie dell’Inghilterra vittoriana.
CARLYLE:
Ottimo conoscitore della Bibbia e del moderno pensiero tedesco, come possiamo riscontrare in
LIFE OF SHILLER (1823) e nella traduzione del romanzo giovanile di GOETHE
L’APPRENDISTATO DI WILHELM MEISTER. Nel ’34 si trasferì a Londra, proprio per la
ricerca di un pubblico più vasto. L’anno precedente al suo trasferimento aveva iniziato a
, un’opera in cui al personaggio
pubblicare a puntate, lo sconcertante SARTOR RESARTUS
centrale, un tedesco con la tendenza a filosofeggiare, è affiancato un redattore inglese che fa da
mediatore col lettore. Carlyle aspirava ad una letteratura sarcastica, apparentemente insensibile,
ma al contempo capace di comunicare forza rettitudine e senso del dovere. Nel Sartor Resartus
questo obiettivo si concretizza in una dissertazione su uno studio erudito della filosofia degli
abiti. Il trattato è scritto con uno stile molto originale, mescolando tedesco e inglese, giocando
con il significato delle parole e le loro possibili traduzioni da una lingua all’altra. Tuttavia
Sartor Resartus è qualcosa di più di un semplice gioco letterario, è latore di un messaggio che
oppone alla forza disgregatrice di un “eterno no” , l’imperativo di un “eterno si”, che esige una
sottomissione alla volontà di Dioe un attivo impegno nel lavoro, (non si capisce bene cosa egli
intenda con dio, vista il suo presunto ateismo). In quest’ opera egli parte dal principio che le
dell’universo sono immutabili, perché stabilite da un’ essere divino.
verità fondamentali
Nel saggio CARTISMO (1839), egli analizza la crescente minaccia della guerra di classe,
rappresentata dalla nuova consapevolezza politica dei lavoratori dell’industria. Egli parte dalla
ricostruzione degli eventi della rivoluzione francese e delle loro conseguenze su tutta l’europa,
in particolare per l’Inghilterra. Il saggio comincia definendo la condizione della questione della
Gran Bretagna, Carlyle la analizza e arriva alla conclusione che ci sono i presupposti della
rivoluzione francese nell’inghilterra vittoriana, ma egli spera che con la grazia di Dio, tutto si
possa risolvere per mezzo del solo dibattito.
Nella serie ON HEROES (1841), egli sviluppa la tesi già sostenuta in Sartor Resartus,
sottolineando che l’eroismo si manifesta in una molteplicità di attività umane e che l’eroe è uno
che sfida le convenzioni e le mistificazioni.
PASSATO E PRESENTE (1843) accosta il passato con la confusione del presente. Non vede
un’epoca da rimpiangere perché riconosce che la moderna industrializzazione ha
nel passato
completamente modificato la natura della società e le sue istituzioni.Qui si può vedere come
Carlyle nella sua opera non lasci spazio al sentimentalismo e alla nostalgia.
La principale opera di Carlyle è il grande trattato THE FRENCH REVOLUTION (1837), il
saggio inizia con la morte di Luigi xv per finire con l’avvento al potere di Napoleone, allorché
la rivoluzione sprofonda nella più completa anarchia. The French Revolution dice che il
vecchio ordine viene rifiutato dal destino, e nel frattempo nasce una nuova civiltà. Anche
quest’opera parla attraverso metafore. Le sue metafore predilette sono il vulcano (paura) e la
fenice (speranza). Carlyle, con questo saggio oltre a denunciare la classe aristocratica, denuncia
anche il popolo che ha peccato di crudeltà. A questo peccato c’è una naturale penitenza perché
coloro che organizzarono la rivoluzione francese, furono loro stesse vittime.(Visione
calvinista). Una grandissima innovazione è costituita dal fatto che per la documentazione degli
eventi Carlyle utilizza fonti del tutto nuove, come lettere, articoli di giornale, volantini e
annunci pubblicitari. Ed è per questo che il suo saggio è uno straordinario amalgama, costruito
intorno a molteplici testimonianza e interpretazioni dei fatti, ma sviluppato da un narratore
37
dagli intenti pedagogici. The French Revolution ammonisce implicitamente l’Inghilterra
vittoriana sulle cause e il progredire degli sconvolgimenti sociali.
critico d’arte, sociologo della società inglese.
JOHN RUSKIN: ( Londra 1819-1900)
Fautore della rinascenza gotica, fu il maggior teorico del preraffaellismo. Come sociologo
ricercò nella legge morale la soluzione dei problemi economici, e svolse un’intensa opera di
apostolato sociale. Puritano sempre alla ricerca della moralità e di qualcosa che motivi l’uomo.
Anch’egli rivela un atteggiamento di sfida alle convenzioni, il suo agnosticismo consisteva in
un graduale rigetto del protestantesimo rigido della sua fanciullezza. Gli interventi di Ruskin
sono contro il laissez-faire economico e sociale, La sua base è solidamente cristiana, egli trae
dalle parabole di Gesù molto del suo potere metaforico e del suo linguaggio.
Ruskin accusa di aver messo in piedi una politica economica, in contrasto con i principi della
fede cristiana, che quelle stesse classi sociali dichiarano di professare. Egli inoltre sostiene che
non è il singolo individuo ad essere responsabile, ma la società complessiva, e all’interno della
società si devono distinguere dei livelli di responsabilità diversa. Secondo Ruskin lo Stato ha
quindi il dovere di intervenire nell’economia.
In UNTO THIS LAST, egli applica i principi di fondo della religione cristiana a una civiltà
meccanizzata e urbana che trovava via via più ripugnante sia moralmente, sia esteticamente. Per
questo motivo questo libro divenne, in seguito, uno dei pilastri del socialismo inglese.
L’opera di Ruskin è stata spesso considerata come una serie di digressioni che partono da un’
interesse centrale per la pittura e lo portano ad immergersi in complesse analisi per i problemi
“The Nature of Gothic”
della società moderna, come nel famoso capitolo su nel secondo
l’anno di pubblicazione è il 1851, Ruskin è già
volume di THE STONES OF VENICE,
maturo, perché aveva già avuto le conoscenze adatte dal grand tour. Egli viene indotto ad
effettuare questo viaggio dalle suggestioni di Byron e Turner, ma è spinto anche dal desiderio
di approfondire le sue conoscenze del Medioevo e del Rinascimento. Egli infatti considera il
Medioevo il momento di massima espressione dell’umanità (il gotico), mentre il Rinascimento
è l’opposto.
La sua Venezia , osservata nel suo contesto storico, è sempre un modello su cui confrontare la
Gran Bretagna vittoriana. Ruskin inizia il capitolo con il paragonare: i Greci con la mentalità
inglese, entrambi guardano al passato e poi al presente e anelano alla massima perfezione.
Questo è uno scopo mobilissimo,ma nella realtà si trattava di perfezioni meschine. Non scartare
ciò che è imperfetto, in favore di ciò che è perfetto, ma fine a se stesso.
la libertà dell’uomo non sta nel poter esprimere il proprio voto,
Concetto di libertà di Ruskin:
ma la vera libertà è quella che gli viene data dal benessere, dal poter dare libera applicazione
alle proprie capacità intellettive. ricchezza che circonda l’uomo non è altro che
Concetto di schiavitù di Ruskin: egli dice che la
il simbolo della sua schiavitù. L’uomo può essere reso schiavo nel fisico, nella materialità della
vita, ma può rimanere libero nello spirito. Mentre quello che succede oggi è secondo Ruskin
assai più grave, perché l’uomo non dipende da un suo simile, ma da qualcosa di sovraumano,
come la macchina.
Comincia ad entrare in gioco la responsabilità della classe benestante, quindi si ritiene egli
stesso responsabile, che riduce l’uomo ad una macchina, pretendendo da egli l’accuratezza e la
precisione dei strumenti.
Poi Ruskin sposta la sua attenzione sulle cattedrali gotiche, con quelle orride e deformi sculture,
non è altro che l’espressione più alta della libertà dell’uomo. Non è un
la cui imperfezione 38
prodotto industriale, splendido, ma tutto uguale, bensì è il prodotto della libertà degli operai.
Una libertà il cui raggiungimento deve essere lo scopo dell’Europa.
Ruskin è questa degradazione dell’operaio a macchina il male più grande dei nostri
Secondo
tempi, perché gli uomini hanno perso ogni spirito vitale nel loro lavoro, ogni aspirazione, e
quindi spostano il loro obiettivo verso valori puramente materiali, come il raggiungimento della
ricchezza, e questo può produrre una rivolta delle classi sociali deboli. Il lavoro deve avere un
valore morale, Ruskin elabora 3 regole da osservare che ne garantiscono la sua moralità:
-Espressività del lavoro.
-Utilità del lavoro.
-Fruizione è il fine ultimo.
(Il valore del lavoro sta nella sua utilità, il valore dell’arte sta nella sua contemplabilità).
MODERN PAINTERS (1843), qui egli ci fa cogliere i suoi cambiamenti in gusto estetico. Il
paesaggio è considerato punto d’incontro tra natura e uomo. L’esperienza della pittura viene
legittimata proprio da questo punto d’incontro.
Nell’arte degli antichi Ruskin scopre la proposizione di un ordine divino, dato da equilibrio,
proporzione, canoni estetici che l’opera deverispettare.
Ruskin viene inoltre indotto a pensare alla bellezza non in senso soggettivo, ma oggettivo:
bellezza come condizione oggettiva di quello che è la natura secondo un ordine divino.
POSIZIONE DI RUSKIN SUL RESTAURO: egli ripercorre il passato non solo come
intellettuale e critico, ma anche come restauratore. Egli si pone il problema del restauro in 2
modi diversi:
1- Le opere devono essere restaurate per emanare la loro originale bellezza.
2- Bisogna lasciar integri i segni del tempo nelle opere.
che l’opera d’arte mostri l’imperfezione dei segni del tempo. In
Naturalmente egli sceglie
quanto l’opera d’arte restaurata è priva dei valori che si acquisiscono col tempo, ed è priva della
simbolicità di quell’epoca. Quello che Ruskin non accetta è la produzione artistica fine a se
stessa.
MODO DI INTENDERE L’ARTE DI RUSKIN: il gotico rappresenta l’espressione della
perfezione umana, mentre il Rinascimento è la massima espressione della perfezione. Egli
ripercorre il gusto rinascimentale per dimostrare come questo sia andato nella decadenza
assoluta, fino ad arrivare all’esperienza ultima: il barocco, le cui figure non sono create dalla
fantasia imperfetta dell’uomo come nel gotico, ma dall’esasperazione all’estremo.
MATTHEW ARNOLD: (1822-1888) vive3 nel cuore del periodo vittoriano, le sue qualità
letterarie le esprime in forme diverse: saggista, critico, ecc…. la sua opera più importante è il
trattato CULTURA E ANARCHIA (1869), qui il suo stile si fonde in un miscuglio di ironia e
è quello di sviluppare un’indagine morale e
umorismo greve, alla Carlyle. Il suo intento
pervenire ad una definizione del concetto di cultura.
[Nella sua riflessione è avvertibile l’influenza del padre, Thomas Arnold, convinto assertore
della serietà vittoriana. T. Arnold infatti, aveva introdotto nella sua scuola un sistema
gerarchico di responsabilità morali, che aveva prodotto una generazione prematuramente
costretta a prendere decisioni da adulta e spesso oppressa da un’ eccessivo senso di
responsabilità. I ragazzi di Arnold, inoltre, dovettero assumersi il peso del cristianesimo, contro
la tirannia rappresentata dall’ateismo materialistico delle folle.] 39
Cultura e Anarchia divide ironicamente la società inglese in 3 classi: un’aristocrazia barbara,
In quest’opera egli denuncia il fatto che il
una borghesia filistea, e una plebaglia ignorante.
profitto domina qualsiasi aspetto della società inglese.
Il tono satirico è particolarmente pungente nel suo attacco alle debolezze del pragmatismo e del
contadina, l’economia inglese si basava
materialismo moderno. Egli sostiene che nella società
su 2 assiomi: il primo è che più aumenta la popolazione, più aumenta la domanda, il secondo è
che c’èla necessità di avere un costante riscontro tra la popolazione e i mezzi di sussistenza di
quest’ultima. Nella società contadina i bisogni primari si soddisfacevano attraverso la
produzione propria, quindi non c’era questa ostinata ricerca del denaro. Nella società industriale
il2°assioma crolla, perché non c’è più il rapporto tra esigenze della popolazione e mezzi di
sussistenza. E Arnold sostiene che la società si è fissata su un oggetto precisi: il perseguimento
del profitto. Secondo Arnold i valori universali dell’illuminismo potevano trasformare la
democrazia di massa, tuttavia tutto il suo discorso, sembra implicare uno sprezzante dispotismo
nei confronti della cultura popolare.
Per questo non stima Dickens, a causa di questo suo atteggiamento di buonismo nei confronti
della società. Non stima nemmeno Tennysen che nelle sue opere rappresenta la gloriosa
Inghilterra del passato (re artù), con una visione romantica, senza parlare di problemi attuali.
Ma Arnold era talmente preso dalla situazione economica- sociale di quel periodo, che non si
rende conto di come tanti scrittori intellettuali dell’epoca trattavano il presente, rifugiandosi nel
passato, con metafore.
Egli inoltre rivolge una critica ai poeti romantici inglese, accusandoli di eccessivo
provincialismo e mancanza di una cultura adeguata. Tuttavia in molti suoi saggi difende
Wordsworth, Shelley e Keats.
Nel suo saggio: LA FUNZIONE DELLA CRITICA OGGI, Arnold scrisse che la condizione
affinché si potesse effettivamente sviluppare lo spirito creativo era la necessità di un contesto
intellettuale, culturale stimolante. Ed è proprio la meschinità dell’epoca in cui viveva, la
dimostrazione di come l’Inghilterra fosse priva del necessario gradi di “vivacità” intellettuale.
EMPEDOCLE SULL’ETNA,
1852 pubblicazione gli apparve subito troppo imbevuto di
sentimenti moderni, nonostante l’argomento classico. Fu ripudiato. Il volume includeva uno dei
suoi componimenti più “gioiosi” “LO ZINGARO SAPIENTE”, un poemetto che celebra 2
fughe: la fuga di uno studente universitario da Oxford, e quindi dalla routine, e il tentativo di un
poeta di trovare rifugio nel passato non gravato dalle incertezze del presente. La rottura dello
studente con il suo ambiente universitario, si risolve in un radicale rifiuto nei confronti della
civiltà urbana del xix secolo.
HOPKINS: la sua vita è doppiamente permeata dalla sua doppia vocazione per il sacerdozio
gesuita e per la poesia. La sua conversione, ad Oxford, al cattolicesimo romano, e la sua
decisione di entrare a far parte della compagnia di Gesù, lo tagliarono fuori dalla corrente
principale della vita inglese contemporanea. Come rivelano i suoi diari, egli era solito osservare
la natura con scrupolo minuzioso, esaminando con pazienza fiori e foglie e considerando i
giochi di luce e ombre.
Data l’intransigente chiusura dell’ambiente gesuita, egli si trovava di fatto a vivere in un
culturale che aveva ben poco da offrire all’esperienza estetica. La sua attenzione per il
contesto
dettaglio è simile a quella dei poeti preraffaeliti. La poesia di Hopkins era forse troppo
personale per i gusti dei cattolici inglesi. La maggior parte della poesia di Hopkins è incentrata
su Dio, descritto come colui che risolve le contraddizioni, in quanto origine della creazione.( E’
40
un Dio creatore che riconduce a sé tutti i fili della creazione). Tuttavia nei suoi componimenti
egli non trascura la rovina, il dolore e la desolazione, infatti ola sua poesia non ignora la
presenza di violenza nel regno animale. Nonostante la sua straordinaria bellezza, il volo del
falcone, è il volo di un uccello in preda, per questo il poeta spezza i versi e distorce le parole.
La bellezza del falcone ‘è parte essenziale della perfezione animale, e per questo testimonia la
maestosa presenza del creatore.
Come altri poeti di fine secolo (Yeats, Houssman), Hopkins cerca di recuperare ad un livello
linguistico, aggrappandosi all’esperienza della lingua e del quotidiano, ciò che viene meno nei
contenuti. Egli tenta quindi, di creare una lingua fatta di suoni del mondo che lo circonda. Egli
crede che la poesia sia un discorso costruito per la contemplazione della mente, un discorso che
deve essere ascoltato di per se, al di là dei suoi interessi contenutistici. Recuperando il suono
della lingua, ci si avvicina alla vera funzione della poesia. Qualche contenuto è essenziale, ma è
solo un elemento necessario per sostenere quella forma che viene contemplata di per sé stessa.
Quest’ idea viene ripresa dai formalisti russi, che puntavano all’analisi del testo di per sé, senza
tener conto ne dell’autore, ne del periodo. Si voleva creare una separazione reale tra forma e
contenuto.
NEWMAN: teologo di grande originalità, predicatore, autore di saggi e libelli polemici,
nonché autore di due romanzi dal chiaro intento propagandistico. La sua conversione alla chiesa
cattolica, fu senza dubbio la più celebre del 19° secolo, sembrava testimoniare la nuova forza
di attrazione di una religione dogmatica e cerimoniale in un’età segnata dal dubbio e dalla
controversia.
Nonostante la sua forte fede, era uno dei più aperti intellettuali sulle teorie dell’evoluzione di
Darwin. Una delle sue più importanti opere è TRACTS FOR THE TIMES.
L’ETA’ EDOARDIANA (1880-1920):
Anche se la regina Vittoria, incarnazione di rettitudine morale, regnò fino al Gennaio del 1901,
i valori vittoriani e i modelli di comportamento, erano già stati messi in discussione da una
nuova generazione di intellettuali e scrittori.
Se gli scrittori dei primi 2/3 del secolo, lottarono per accettare una molteplicità di convinzioni,
credenze, scetticismi, i loro immediati sostenitori rielaborarono tali idee e cercarono
parallelismi, analogie nel pensiero scientifico contemporaneo.
Negli ultimi anni del 19° secolo i valori morali tipici degli anni centrali del secolo, iniziarono a
sembrare opprimenti e persino comici. Negli anni 80 dell’‘800, per esempio, le virtù della
serietà, (intesa come probità morale, ortodossia religiosa, discrezione in materia di sesso, duro
41
lavoro e fiducia nel divenire della storia,) erano state messe in discussione e soppiantate da una
nuova “serietà”. nella sua commedia “The importance of
OSCAR WILDE, per esempio, derise i vittoriani,
being earnest”, mentre BUTLER battezzo con il nome di “Ernest” l’eroe del suo romanzo,
intellettualmente e moralmente debole e tutt’ altro che serio.
La grande novità stava nei contenuti dei messaggi e non nella loro forma. Se il lettore borghese
doveva essere scioccato, quello shock sarebbe stato meglio provocarlo attraverso forme
letterarie accettate. La scelta di forme tanto conservatrici in campo formale, tuttavia non servì
ad attutire il frequente radicalismo dei contenuti.
La discussione sul movimento per i diritti delle donne, e la comparsa della cosiddetta “New
divenne usuale così come i violenti dibattiti parlamentari sul destino dell’Irlanda,
Woman”,
dentro o fuori dal Regno Unito. O come i dibattiti extraparlamentari sulle probabilità
dell’avvento di un futuro socialista.
, le riforme del 1867 e 1885, l’allargamento del diritto di voto sd una
Dopo i Reform Acts
consistente quota di lavoratori prospettò la possibilità di una futura politica di massa. A molti
osservatori sembrò che l’avvento della democrazia popolare e il dissenso delle masse popolari
implicassero il ridimensionamento del liberalismo britannico. Il socialismo, decisamente
scioccante, attrasse scrittori propagandistici e partigiani come Shaw, Wells, che lo percepirono
come la vera politica di liberazione del futuro.
PATER: era allievo di Ruskin, ma prese una via diversa da lui. Egli abbandona la strada della
moralità e intraprende quella della bellezza. Studioso per formazione e inclinazione, e docente
all’ università di Oxford per professione, diede vita ad un vasto dibattito pubblico, per la
presunta difesa dell’edonismo estetico contenuta nella sua raccolta di saggi “ Studi sulla storia
del Rinascimento” (1873), l’effetto sovversivo del libro fu tale che Pater fu obbligato ad
eliminare la famosa conclusione, nella 2° edizione, nel timore che essa avesse potuto fuorviare
alcuni di quei giovani che l’avessero avuta tra le mani.
Egli fu anche uno dei primi, che tentò di affrontare seriamente il problema relativo ad una
realizzazione di una storia dell’arte, superando i canoni restrittivi di Ruskin.
Secondo W. Pater l’apprezzamento della bellezza è troppo legato ai valori sia di natura
soggettiva, che di natura contingente (ogni epoca ha i suoi canoni). La bellezza quindi si deve
liberare dei canoni dell’oggettività, è bello ciò che si può percepire attraverso i sensi. La
bellezza non deve rimanere qualcosa di astratto, ma generare una modifica nell’uomo. Questo
genera una consapevolezza morale, che porta inevitabilmente una sensibilità diversa nella
società. MARIO L’EPICUREO
Molto importante è il romanzo storico di Pater: (1885), da un lato
l’opera sembra raccontare la storia della lenta conversione al cristianesimo di un romano
rimane un’enunciazione di intenti sospesa nel vuoto. In effetti, Mario non
pagano, dall’altro
viene mai accolto formalmente dalla chiesa. Il suo è un cristianesimo libero da puntualizzazioni
ideologiche e dogmatiche, è una fede spirituale, poetica e metafisica, un credo illuminato dalla
fiamma cristallina del puro estetismo. Mario muore sulla via del martirio, e la chiesa lo
rivendica come uno dei suoi. 42
STUDI SULLA STORIA DEL RINASCIMENTO: si impone con uno stile denso, che sa
abilmente e contemporaneamente esporre un argomento e negarne un altro, combinando
esitazione e malizia.
“AUTHOR’S PREFACE”,
Nella egli comincia dicendo che molti tentativi sono stati fatti dagli
scrittori di arte per definire la bellezza, questi tentativi però non ci aiutano a godere di ciò che è
stato fatto nell’arte e nella poesia. La bellezza, secondo Pater, è relativa e la definizione di essa
diventa priva di significato in proporzione alla sua astrattezza. Lo scopo di uno studente
dell’estetismo, è quello di definire la bellezza nei termini più concreti possibili. “Vedere lo
getto come esso realmente è” è lo scopo della critica estetica. Le domande che un critico d’arte
si deve porre sono l’effetto che produce la bellezza sulla persona che ne viene a contatto, e in
la sua natura. Per l’uomo che sperimenta la bellezza, le opere
quale modo viene modificata
d’arte valgono per la possibilità di suscitare piacere. Cambia allora la funzione del critico
d’arte, che deve distinguere, separare l’essenzialità dal contorno e definire ciò che provoca
in un uomo.
l’espressività
Ci sono 2 principi per considerare la bellezza:
concetto di bellezza relativo ai valori di un’epoca.
1- Principio che trascende nelle opere d’arte.
2-
Infatti la critica strettamente testuale è, secondo Pater, fine a se stessa, perché non si tiene conto
dell’epoca dell’autore.
Secondo Pater inoltre non va disprezzato il MEDIOEVO, perché esso lascia i presupposti per il
RINASCIMENTO. Nel Medioevo infatti c’era la preoccupazione per la bellezza fisica (la
dietro quella dell’anima). Attraverso la testimonianza dell’arte
bellezza della donna viene celata
del Medioevo di possono capire aspetti del Rinascimento. Il Rinascimento è stato, infatti, la
rinascita della cultura classica, un’illuminazione della mente umana. Il rinascimento è il
momento in cui si fondono diverse scienze e si viene a creare una cultura generale. Gli artisti,
infatti, non vivono in isolamento, ma si nutrono l’uno delle idee dell’altro. Come tutto ciò che
viene portato all’estremo, anche il Rinascimento in Francia subisce una decadenza. Pater
proprio partendo da questo principio che il portare alle estreme conseguenze un movimento,
significa portarlo alla decadenza, annuncia che l’estetismo sarebbe sfociato nel decadentismo.
L’arte in Italia del 15° secolo deve la sua dignità al Rinascimento, che non è arte fine a se
stessa, ma è un’arte che unisce varie esperienze, tutto compenetrato in un’unica tipologia
espressiva.
HUXLEY: si colloca in piena epoca vittoriana. Huxley avverte la necessità di adeguarsi alle
È molto legato al tema dell’educazione e sostiene che pur rimanendo la Gran
teorie darwiniane.
Bretagna legata ad una cultura umanistica, parallela ad essa va inserito lo studio delle materie
scientifiche nelle scuole inglesi. Questa fu una forte critica dell’ordinamento educativo
dell’Inghilterra.
OSCAR WILDE: era un signore di Dublino, che si distingueva, sia per classe sociale che
per educazione. Era anche figlio di una donna dalle forti inclinazioni romantiche, che si
dilettava a comporre versi che ispiravano al patriottismo. Egli non era molto interessato alla
questione irlandese degli anni ’80, infatti dopo aver lasciato Dublino per studiare ad Oxford, la
sua unica aspirazione fu di brillare in Inghilterra. Recitò anche i ruoli di uomo di mondo inglese
provocatorio della società. Alla radice di tutta la vita di Wilde, c’era la profonda
e di critico 43
consapevolezza che egli stesse recitando una parte. Egli intendeva fare della propria vita
un’opera d’arte, vivere nel culto esasperato della bellezza. L’eccessiva elaborazione della sua
poesia e l’arguzia paradossale delle sue commedie sono davvero rivoluzionari.
Attraverso l’estetismo, ossia la dedizione alla bellezza come supremo fine della propria vita,
egli rifiuta la realtà della nuova società borghese e dei nuovi valori di massa, mette sempre in
discussione le istituzioni, gli imperativi morali e raramente tollera la stupidità.
L’ANIMA DELL’UOMO SOTTO IL SOCIALISMO
Tra i saggi di Wilde (1891) è uno dei
più lunghi e più provocatori. L’opera non si pronuncia tanto in favore di un nuovo ordine
sociale, quanto ad un’estesa idea di libertà e di liberazione dalla fatica del lavoro e dal dominio
delle macchine.
Il piacere di Wilde per la provocazione segna il suo romanzo più importante THE PICTURE
qui l’estetismo viene allo stesso tempo condannato e sostenuto,
OF DORIAN GRAY (1890)
l’edonismo assecondato e disprezzato. Il romanzo è una tragedia, il protagonista autodistruttivo
e peccatore è al tempo stesso un suicida e un martire.
Le commedie di Wilde degli anni ’90 hanno più importanza nella storia del teatro.
THE IMPORTANCE OF BEING EARNEST (1895), HAMLET.
“IL VENTAGLIO DI LADY WINDERMERE” “UNA DONNA SENZA
Mentre e
IMPORTANZA”: sono romanzi da un’evidente inclinazione femminista, dal momento che
l’innata forza delle protagoniste femminili, una forza che deriva da una forma
viene sottolineata
di puritanesimo.
1895 data dell’arresto di Wilde, accusato di pratiche omosessuali illegali, con il diffondersi
dello scandalo, il suo nome venne tolto dalle locandine e i suoi spettacoli interrotti. Il vero
successo delle sue opere non è da ricercare nelle loro forme raffinate e anti-sentimentali, quanto
piuttosto nella noia, nella disillusione, nell’alienazione.
GEORGE BERNARD SHAW: nasce in piena epoca vittoriana, è contemporaneo di
Wilde, ma vive molto di più di lui. Si cimentò in esperienze diverse : critico, letterato, politico
(era un socialista riformista), giornalista, saggista, drammaturgo.
IL TEATRO DI SHAW: Egli usava il teatro non soltanto per far divertire, ma per lanciare
denunce nei confronti della società vittoriana. Il teatro era infatti, una forma di comunicazione
letteraria, che colpiva con più immediatezza rispetto al romanzo, ma soprattutto colpiva un
pubblico più vasto.
Benché Shaw raramente usasse il registro della farsa, egli continuò a sognare di volgere in
forma teatrale l’energia comica di Dickens, le sue descr8izioni delle diverse classi sociali e le
sue osservazioni politiche.
Shaw rimane il drammaturgo più estroso ed imprevedibile, anche se non il più sensibile della
tradizione inglese. Shaw presuppone sempre che la storia possa essere illuminante, il presente
vigorosamente riformista e che il futuro sarà esaltante più che faticoso. Il suo teatro non è tanto
didattico, quanto piuttosto istruttivo; le sue argomentazioni uniscono argomenti di socialismo,
scienza e filosofia in un modo che continua a irritare socialisti, scienziati e filosofi.
I suoi protagonisti hanno un’energia vivace, le sue ambientazioni sono relative all’Inghilterra
d’inizio secolo xx. nell’800, il rapporto tra uomo e donna era equivalente a
LA RIVOLTA DELLE DONNE:
quello di un sovrano/suddito. La donna passava da un sovrano (il padre), ad un altro (il marito).
Solo le donne più agiate potevano accedere alla cultura, imparavano ossia a leggere, scrivere,
suonare il pianoforte, ricamare ed educare i loro figli. G. B. Shaw è uno dei primi che non
44
osserva gli esseri umani alla luce di quello che fanno, ma alla luce dei loro problemi interiori.
Per la prima volta si entra nella psicologia femminile, la donna è un essere pensante. Egli
creòinfatti, dei stereotipi di donne fortemente volitive, pratiche, sopraffatrici di uomini. Il
rapporto tra i due sessi è visto in termini di conflittualità, non più di subordinazione. Le
problematiche che Shaw affronta sono:
- conflitto tra i sessi.
- Rapporto tra uomo e donna in termini conflittuali.
- Il sesso (in termini di differenza).
Shaw, infatti, tutto ciò tutto ciò che è negato pubblicamente, ma che poi esiste privatamente lo
rilegge la società in funzione non dell’apparenza, ma della sostanza.
fa esplodere. Egli
Egli inoltre affronta anche i problemi che affliggono l’Inghilterra vittoriana, come la
PROSTITUZIONE, denunciandola pubblicamente tra le assi di un palcoscenico, come fece con
PROFESSION
MRS WARREN’S (1893),che insieme a THE PHILANDER, fu vittima di
forti censure e dovette aspettare i primi del’900 per essere rappresentati privatamente, e solo a
metà degli anni ’20 pubblicamente.
In “Mrs Warren’s profession” rappresenta la storia di una povera donna che per dare
l’opportunità alla figlia di studiare, oltre al suo consueto lavoro di sarta, si prostituiva. La figlia
studia e diventa una professoressa di matematica, ma quando scopre la professione della madre,
la colpevolizza, l’accusa, assumendo un atteggiamento di rifiuto. La madre si giustifica con la
“ il solo modo che una donna abbia di
figlia e con la società vittoriana con le seguenti parole:
provvedere a se stessa decorosamente è di essere gentile con qualche uomo che si possa
di essere gentile con lei”.
permettere
Questo dramma, affronta quindi, le future carriere professionali di donne colte e desiderose, e la
professione più vecchia del mondo, quella della prostituzione. Le argomentazioni dell’opera
le scelte. L’opera si conclude con la riconciliazione, il
suggeriscono la validità di entrambe
compromesso, ma con una porta sbattuta in faccia e una Vivie sola, felicemente assorbita dal
suo lavoro.
Nella prefazione a mrs Warren’s profession, scrive che la prostituzione è causata non dalla
depratività femminile, ne dalla licenziosità dell’uomo, ma semplicemente dai salari troppo
miseri e dallo sfruttamento del lavoro femminile. Egli inoltre asserisce, allargando il concetto di
prostituzione: è una prostituta anche colei che si vende sposandosi con un uomo per soldi e
sono considerati prostituti anche coloro che scendono a compromessi per raggiungere il potere,
come i politici. “UNPLEASENT PLAYS”,
Shaw era molto orgoglioso dei suoi ma per il teatro commerciale
“PLEASANT PLAYS” Nelle “commedie
fu di fatto obbligato a scrivere anche i (1898).
sgradevoli”, Shaw rappresenta in modo critico aspetti della società vittoriana. Nella prefazione,
egli scrive che il loro potere drammatico, è usato per costringere gli spettatori ad affrontare fatti
sgradevoli, gli stessi fattidi cui il cittadino inglese medio, per quanto uomo d’onore, non si
cura, chiudendo gli occhi agli abusi più scellerati. Egli inoltre, con molto coraggio asserisce che
non ci sono solo donne prostitute, ma anche una “grande classe di uomini prostituti”, dai
drammaturghi ai giornalisti, gli avvocati, i medici, i politici, tutti uomini questi, che ogni giorno
nascondono i propri sentimenti in funzione di un obbiettivo. Attacco questo, rivolto ai lettori
stessi, dice Shaw, che con le loro opinioni, con le loro azioni e il loro contributo, potrebbero
rimpiazzare i bassifondi di Sartorious con decenti abitazioni, e assicurare a mrs Warren una
retribuzione che risponda ad un minimo di morale.
Nelle “commedie gradevoli”, invece Shaw tratta argomenti seri in modo piacevole, in termini
personali. Si parla della guerra, inserendola in un contesto non tragico. 45
IL MAGGIORE BARBARA (1905), che esplora il conflitto e la finale riappacificazione tra
Quest’opera turbò molto gli amici socialisti di Shaw,
un padre volitivo e una figlia determinata.
a causa della sua accettazione dell’idea di una futura ricostruzione della società da parte di una
minoranza, capace di manipolare il potere.
La manipolazione, benché di tipi diverso, appare anche in PYGMALION (1913), che si fonda
sul tema della collaborazione sociale, che ci riporta ad una subordinazione tra uomo/donna. Il
maturo Lord, che si invaghisce della giovane fioraia, la educa, la cambia, insegnando lei la
dizione, le buone maniere dell’aristocrazia, e inserendola nel mondo dei ricchi, ma non per
questo ne fa un essere più felice. La mette di fronte ad una diversa se stessa e finisce per entrare
in conflitto con la sua nuova immagine.
Le opere di Shaw scritte durante e dopo la 1° guerra mondiale sviluppano stili e idee precedenti
e indirettamente meditano sul cataclisma causato da quel conflitto.
Composta in tempo di guerra “CASA CUORINFRANTO” (1920), descritta come una fantasia
alla maniera russa, su temi inglesi. Qui viene affrontato il tema di 3 tipi contrapposti di uomini
e di donne, che alla fine distruggono il milionario Mangan, (adoratore del denaro), in una
spedizione punitiva con un dirigibile “Zeppelin”. La forza dell’opera non è nel suo simbolismo,
venire a turno a patti con delusioni e si trova con “il
ma nel fatto che ogni personaggio deve
cuore infranto”.
HARDY: il mondo della narrativa di Hardy, è un mondo in cui mancano le forme confortanti
della teologia tradizionale. Infatti, benché egli dichiari esplicitamente di essere un uomo di
chiesa, quasi nessuno dei suoi romanzi presenta segni di tale devozione. L’apprezzamento
estetico nei confronti dell’architettura religiosa, viene regolarmente controbilanciato, nei suoi
romanzi, dall’idea che la vecchia religione praticata nelle chiese non sia di nessuna utilità. Egli
sostiene infatti che il senso di religiosità cristiana sia finito con il feudalesimo.
All’inizio del suo ultimo romanzo JUDE THE OBSCURE (1895), egli sostiene che la
religione cristiana e la moralità del cristiano, vengono considerate ridicole o estranee rispetto
alla complessità dell’esperienza moderna. La funzione della religione in questo romanzo, è
infatti quella di complicare e frustrare ulteriormente i destini dei personaggi principali. In “jude
the oscure”, la fantastica “Christminister”, ossia la città di Oxford, emerge come un’ artefatto
umano, più antica e più importante di cristo e della cattedrale. I collegi della città mantengono
lontano Jude, sia a causa della loro architettura, sia per la loro rigida politica di ammissione.
Ma “fourways”, l’antico incrocio centrale di “Christminister” , brulica di vita alternativa , e qui
Jude ha spazio con docenti universitari e sgualdrine, studenti e artigiani. Questo romanzo tratta
di personaggi strappati alle proprie radici. La densità narratologica è molto forte, mescola
citazioni letterarie e bibliche, riferimenti e allusioni scientifiche. La prosa sembri quasi aspirare
alle più libere condizioni della poesia. Fu proprie in questo romanzo che culminò la sua
complessiva visione della donna, alternativamente vergine e civetta, attrice e vittima. In tutta la
narrativa di Hardy le donne non sono ne intellettuali metropolitane, né femministe di
formazione universitaria, tuttavia spesso risultano più determinate e più raffinate dei personaggi
maschili. Variano inoltre molto per classi sociali e modi di vedere. In “jude the oscure”
Arabella Donn, viene presentata come una volgare sfruttatrice, ma è anche straordinariamente
concreta e riesce a sopravvivere. Tuttavia il personaggio femminile su cui più si è concentrata
la critica è Sue, la sue nevrosi e le sue oscillazioni tra libertà di pensiero e ossessiva religiosità.
46
Infine un altro elemento che scandalizzò la critica è il modo in cui Hardy tratta la sessualità e la
morale sessuale.
L’INTERESSE PER LE TEORIE DI DARWIN: in Hardy è molto forte l’interesse per la teoria
geologica e per le teorie avanzate da Darwin, egli sostenne infatti di essere stato uno tra i primi
lettori del “L’origine delle specie”. La teoria darwiniana sottrasse all’umanità ogni pretesa di
superiorità sulle altre specie, quindi questa teoria ha confermato per Hardy, l’intuizione di un
universo indifferente in continua evoluzione e di una natura che deve essere compresa senza
ricorrere all’idea di un creatore. Sia le trame dei suoi personaggi, sia il destino dei protagonisti
riflettono questa intuizione. E’ nelle teorie di Darwin, che va ricercato il profondo pessimismo
che investe Hardy. Queste teorie che sottolineano la piccolezza dell’uomo lo portano a credere
che il nostro destino sia segnato e noi dobbiamo passivamente adattarci ad esso…. Frase
Hardy “ What is done, cannot be change!”.
emblematica di
THE DYNAST (1904) consiste in un disordinato dramma poetico di ambientazione
con attenzione alle misere illusioni e alle ambizioni dell’umanità e
napoleonica. Il coro guarda
svaluta, con un punto di vista distaccato e superiore, ogni ipotesi di eroismo. (Infatti, nonostante
la sua grandezza, Napoleone non ottiene niente).
Dopo lo scalpore suscitato da “Jude the oscure”, Hardy abbandona totalmente la narrativa e
intraprende una nuova carriera di poeta. L’agnosticismo che caratterizza i suoi romanzi assume
un nuovo volto nella poesia. Nella sua poesia “IL TORDO NELL’OSCURITA’”, il
impersonalità, l’ “io” rimane ignaro, non si impone più, non
paesaggio conserva la tradizionale
accentua interpretazioni. La poesia di Hardy si allontana quindi da ciò che nella narrativa era
apparso un bisogno pressante di fornire spiegazioni.
Molte delle poesie, raccolte nei primi volumi, evocano immagini, scene o episodi di un passato
personale. L’amore ricordato è un amore perduto, talvolta per scelta, talvolta in modo
inspiegabile. Gli amanti si incontrano, si separano senza capirsi o vengono separati dal tempo
indefinito.
che utilizza Hardy è semplice, anche se c’è un chiaro piacere nell’esibizione, di un
Lo stile
lessico e di un fraseggio obsoleti e di giochi di parole.
WELLS: nei suoi romanzi compare un mondo piccolo borghese, essi hanno però tuttavia un
e lo sviluppo di un discorso esasperatamente “scientifico”. Wells è uno
deciso taglio politico
dei pochi scrittori inglesi a essere versato negli studi di scienza moderna e nel metodo
scientifico. Egli era anche convinto sia dei vantaggi che possono derivare da un futuro
pianificato scientificamente e, secondo criteri socialisti, sia della tendenza antiumanista di certi
aspetti del progresso scientifico. LA MACCHINA DEL TEMPO, L’ISOLA DEL DOTTOR
I suoi romanzi di fantascienza:
MOREAU, LA GUERRA DEI MONDI, hanno la funzione di allarmanti profezie.
Tuttavia la narrativa sociale inglese di Wells, si oppone con forza a tali fantasie. Il socialismo di
Wells, è indocile, bellicoso e pieno di interrogativi. In TONO BUNGAY il narratore si muove
tra 3 inghilterre: quella del mondo privilegiato, quella delle prospettive anguste di un negozio di
tessuti, e quella del capitalismo di mercato. Tutte e tre mancano di qualcosa, ma l’autore rifiuta
come soluzione il socialismo. Nelle argomentazioni wellsiane, e nei personaggi che le
c’è un individualismo alla Shaw.
sostengono 47
L’ultimo dei grandi romanzi è IL NUOVO MACCHIAVELLI, che costituisce una sorta di
testamento personale, scritto dal punto di vista di un membro del parlamento, ma anche un
acuto resoconto della vita parlamentare nei primi anni del 20° secolo.
Un altro romanzo che affronta temi sociali è ANNA VERONICA ( 1909), qui si parla del
matrimonio e dei diritti delle donne. Il libro contiene anche materiale per i sostenitori del
suffragio delle donne, esponendo vigorosamente le ragioni per cui si dovrebbe cessare di
intimidire le donne e si dovrebbe, invece, chieder loro una partecipazione al progetto globale
per l’umanità.
BUTLER: la sua narrativa si colloco tra quella agnostica di fine secolo. A causa delle sue
dotte polemiche contro Darwin,e il darwinismo, che dominarono la sua produzione degli anni
’80. La sua opera più importante: EREWHON ( il titolo è un anagramma di nowhere, in
nessun luogo). Si tratta di un’opera delineata da una fantasia utopica, che tende a definire i
propri termini di riferimento per mezzo di negazioni. Butler tratta la religione con irriverenza
canzonatoria, e rende ridicolo il desiderio del narratore di convertire alla cristianità gli indigeni
del paese che ha scoperto. Lo stesso Erewhon , non costituisce un luogo ideale alternativo
all’Inghilterra, dal momento che viene mostrato come un’irritante nazione di pazzoidi, dove la
malattia viene punita e il crimine curato.
COSI’ MUORE LA CARNE, c’è una denuncia dei meschini valori familiari vittoriani e
In di sottolineare l’importanza dell’evoluzione sociale e dell’influenza della famiglia nella
cerca
formazione di una persona (che era stata sminuita dai darwinisti). Il conflitto interiore del
protagonista, consiste nel bisogno di trovare una propria integrità personale, sottraendosi ai
condizionamenti familiari . The way of all flesh si fa più tagliente e didattico, quando
condanna il potere perverso dell’ideologia vittoriana che confonde la rettitudine con la teologia.
FORSTER: i sei romanzi pubblicati da Forster, trattano quasi esclusivamente della
sensibilità e dell’insensibilità della borghesia edoardiana. Egli era membro del Bloomsbory
Group, riusciva abilmente a mescolare una commedia sociale acuta, con un insistenza di tipo
didattico sulle virtù della tolleranza e del decoro.
Nei suoi primi 3 romanzi: WHERE ANGELS FEAR TO TREAD (1905 dove gli angeli hanno paura
), THE LONGEST JOURNEY (1907 ), A ROOM WITH A VIEW
di passare il cammino più lungo
(1908 ), si può notare un forte interesse per il risveglio di una sessualità repressa.
camera con vista
“A room with a view”, contiene una descrizioni dell’atteggiamento di superiorità degli inglesi a
È essenzialmente una storia d’amore, costruita intorno a contrasti reiterati: da un lato
Firenze. inglesi di controllare le emozioni, dall’altro la libertà di spirito.
vi è la capacità degli
In CASA HOWARD (1910) Forster,crea un gioco narrativo, intrecciando e sciogliendo una
serie di legami tra i personaggi e tra ciò che egli considera le opposte culture degli affari e
Questo romanzo è ambientato con grande cura in una società che manca di
dell’intelletto.
certezze e di spiritualità. Qui Forster, tratta il tema della crisi di una tradizionale famiglia
vittoriana, causata dalla morte della madre. E’ un romanzo emblematico perché la tradizione
rimane forte, ma cambiano i termini di definizione della tradizione.
Il romanzo più ambizioso e convincente di Forster è A PASSAGE TO INDIA (1924). Il
romanzo offre un quadro del Raj (dominazione britannica in India) e dei suoi funzionari
britannici, veramente poco generoso e compiacente. I britannici, si sentono estranei alle
molteplicità delle culture delle popolazioni dell’India, ma al contempo al loro interno
mantengono le distinzioni di classe e gli insignificanti snobismi tipici della madrepatria. Nel
48
corso della storia i rapporti personali falliscono sotto i colpi del razzismo, del classismo, del
colonialismo e della religione.
“A passage to India” è il romanzo che contiene la maggior quantità di riferimenti e la più
profonda indagine sulla confusa realtà esistente che gli stava intorno.
LA SITUAZONE DELLA GRAN BRETAGNA DURANTE LA PRIMA
GUERRA MONDIALE:
1910 sedeva al potere GEORGE V (appartenente alla casa degli Hannover). Egli risolve i
problemi costituzionali relativi alla camera dei Lords, mantenendo un profondo equilibrio della
nazione.
Ma negli anni 1911-1912, preludio della 1° guerra mondiale, la Gran Bretagna, aveva stipulato
un trattato con la Russia e la Francia, contro Germania, impero Austro-Ungarico e Italia.
1914 impero Austro- Ungarico attacca la Serbia . Entra in gioco un sistema di alleanze che
avrebbe portato ad una devastante guerra mondiale. La Russia si schiera con la Serbia e la
in favore della Russia. All’inizio si
Germania si schiera contro la Russia. La Francia interviene
credette che la Gran Bretagna rimanesse neutrale, ma la Germania si spinse oltre attaccando il
Belgio (paese neutrale), e il Regno Unito entrò in guerra (4 agosto 1914). Questa guerra le costa
1.000.000 di morti, 3.000.000 di feriti. (8.000.000 di uomini che combatterono nella guerra,
1.000.000 di donne occupate al posto degli uomini nelle fabbriche, per la produzione di
armamenti).
In questo contesto Gorge v fu una certezza per il paese. Molto importante fu anche il suo gesto
simbolico di abbandonare il suo nome Hannover, di origine tedesca, per adottare il nome di
Winson per la sua casata. Gesto fatto per stabilire la sua totale appartenenza al Regno Unito e
disconoscere le sue origini tedesche.
1920 fine totale della guerra, furono smantellate tutte le fabbriche che producevano armamenti
Riconversione da un’economia di guerra ad un’economia di pace. Inoltre ci fu il
da guerra. 49
riassorbimento dei reduci nella vita lavorativa e il conseguente licenziamento della manodopera
femminile. Tutto questo portò ad una gravissima crisi economica seguita da una pesante
inflazione, causata dal distoglimento del capitale dall’investimento industriale, il conseguente
aumento dei prezzi e il crollo dell’economia del paese.
RUOLO DELLE DONNE DURANTE LA GUERRA: il bisogno di impiego di manodopera
femminile durante la guerra, portò ad una grande emancipazione delle donne ma soprattutto ad
una presa di coscienza dei propri diritti. Questo porta le donne al voto 1918. Diritto garantito
solo a coloro che avessero compiuto il 30° anno di età, avevano contratto matrimonio e il loro
marito aveva un reddito di proprietà che superava le 5 sterline l’anno. L’elettorato aumentò.
Ma con la fine della guerra l’emancipazione delle donne fu repressa, a causa del reintegro degli
uomini nell’attività lavorativa e il loro ritorno al focolare domestico.
RIPERCUSSIONI A LIVELLO CULTURALE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE:
durante l’età vittoriana, gli intellettuali fanno un lavoro di messa in discussione del governo
inglese, del meschino perbenismo borghese, della mancanza di riforme sociali, ecc…Con la
prima guerra mondiale, finisce l’età vittoriana. Questa guerra , che è devastante perché
combattuta con mezzi potenti, coinvolge un gran numero di nazioni e colpisce soprattutto per la
sua crudeltà.
La 1° guerra mondiale costituisce un momento di passaggio tra un mondo vecchio e un mondo
nuovo. Con la guerra si avverte un cambiamento di natura psicologica, e un cambiamento
dell’atteggiamento degli uomini nei confronti della vita. Il modo di parlare e di esprimersi a
parole non è più lo stesso, perché le sensazioni sono cambiate. GLI ORRORI DELLA
GUERRA SEMBRANO AVER PROVOCATO UNA SPECIE DI MORTE DEL
LINGUAGGIO.
Dopo l’esperienza dell’orrore, l’uomo post-guerra guarda all’800 come un secolo di certezze,
infatti nel 1919, con la fine ufficiale della guerra, la Gran Bretagna ricomincia a riconsiderare
tutte le esperienze passate,e invece di guardare al futuro, guarda al passato. Quindi il processo
di ricostruzione nella Gran Bretagna per un periodo non avviene, in quanto essa è tutta
proiettata verso un nostalgico rimpianto per il passato.
L’uomo inoltre oltre che rifugiarsi nel passato, si rifugia nella ricerca delle cose semplici, nella
natura.
Molti furono,infatti, i poeti georgiani che finirono al fronte e produssero delle poesie molto
significative, mettendo insieme letteratura ed esperienza personale. I loro versi, le loro lettere, i
loro ricordi ci consentono di capire cosa possa essere stata l’esperienza della guera.
. Cominciò a scrivere versi all’età di 11 anni.
WILFRED OWEN: Era un poeta georgiano,
che celebrava la natura e la bellezza. Fu molto influenzato dalla poesia di Keats. Owen
“ INNO
sperimentò diverse forme e strutture poetiche tradizionali, come il SONETTO, in
PER UN GIOVANE CONDANNATO” “LA PROSSIMA GUERRA”
e , e una passione per
“UNO STRANO INCONTRO” “FUTILITA’”. In “futilità” il
la RIMA che sviluppò in e
poeta è colto dalla rabbia per lo spreco della vita umana.
solo una settimana prima dell’armistizio che avrebbe messo fine
Il poeta fu ucciso nel 1918,
alla guerra. 50
Nella lettera che Owen scrive per sua madre, egli descrive l’esperienza della guerra in modo
freddo e oggettivo, descrivendola come un’esperienza lontana da lui.
Le parole non potevano descrivere in alcun modo gli orrori che egli aveva provato in guerra. Le
parole non bastano più a veicolare quello che l’uomo sente, la parola è un involucro vuoto.
Questo è il momento di frattura tra esperienza e linguaggio che porta all’incomunicabilità della
parola, tema che scoppierà con il modernismo.
Egli descrive gli orrori che ha vissuto nella trincea “…nel mezzo della terra di nessuno….”,
dove il terreno interrato da crateri pieni d’acqua, risucchiava gli uomini. Tuttavia nel descrivere
i fatti, non aspira a suscitare panico in questa madre, infatti lascia che le conseguenze siano
tratte o non tratte.
ISAAC ROSENBERG: era un ebreo/russo, inglese, pronto a combattere per il suo paese.
Nonostante la sua famiglia fosse estremamente severa, egli fu incoraggiato nei suoi studi.
Lasciò la scuola a 14 anni perché era il limite dell’epoca. Fece molti viaggi, tra cui l’Africa, ma
tornò poi in Inghilterra perché fu chiamato a combattere.
Le sue poesie di guerra, mostrano un tipo di macinazione distaccata e curiosa per la guerra, per
gli uomini e per i paesaggi devastati. Rosenberg, che aveva attinto alla storia e alla mitologia
giudaica, in molte delle sue prime poesie sperimentali, continua a esplorare le immagini che
egli ha scoperto intorno a sé, nella desolazione delle trincee. Nella sua poesia BREAK OF
c’è una dislocazione delle emozioni attraverso l’immagine del
DAY IN THE TRENCHES,
topo e del papavero (simbolo del sangue). Egli, infatti, nella sua poesia, parla di un topo
sardonico, che passa accanto ai soldati, e sfiora la mano del poeta, poi farà lo stesso con quella
di un tedesco. Il topo è un tramite che stabilisce un legame tra due nemici.
SIEGFRIED SASSOON: cresce in una famiglia agiata, studiando a Cambrige, ma non si
laureò mai. Scrisse poesie,e frequentò circoli letterari.
Nel 1914, con lo scoppio della guerra, viene inviato al fronte in Francia, fu ferito e nel 1917,
rimandato in Gran Bretagna, qui cominciò a frequentare alcuni circoli di intellettuali pacifisti.
contro la guerra e decise di rendere pubblica quest’idea con “THE
Prese forti posizioni
SOLDIERS DECLARATION” (1917), fatta come un gesto di sfida intenzionale all’autorità
militare. Non si trattava di un etimologico attacco sulla guerra, ma piuttosto era un attacco alle
alte sfere della politica, che fanno presto a mandare in guerra gli uomini senza sapere cos’è
veramente la guerra. Egli incluse anche un riferimento significativo, alla fredda indifferenza
della maggior parte degli uomini e delle donne, rimasti a casa, che si erano rifiutati di
comprendere la natura orrenda delle condizioni nelle trincee. Con questa dichiarazione Sassoon
andò incontro alla corte marziale, poi si trovarono delle attenuanti e fu ricoverato in un
ospedale psichiatrico.
“ BASE DETAILS”,
Nella poesia poesia estremamente ironica. Quì è molto evidente la
frustrazione e la rabbia di Sassoon, di fronte all’inutile prolungarsi dei combattimenti. Questa
poesia enfatizza lo iato tra coloro che prendono le decisioni e coloro che invece ne subiscono le
conseguenze. Egli non solo attacca i generali, ma anche i civili estranei alle battaglie.
Un’ altra importante lirica di Sassoon è “THEY”, poesia che colpisce per la sua estrema
ironia, e per la presenza di due differenti punti di vista, quello del vescovo e quello dei
sopravvissuti alla guerra. 51
“A OGNI
Sassoon è al suo meglio come poeta nelle liriche brevi e schiette, come in
UFFICIALE MORTO” “A UNO CHE ERA CON ME IN
o come nel postbellico
GUERRA”, dove le sue idee tendono a diventare vaghe e le sue strutture poetiche
“IL GENERALE”
disorganizzate. Le liriche amare e satiriche risalgono al 1917, quali e
“DODICI MESI DOPO”, liriche coincise e anticonvenzionali.
IL MODERNISMO NELLE ARTI E IN LETTERATURA; I PRINCIPI
DEL MODERNISMO:
A causa delle disastrose devastazioni in Europa, il periodo post-bellico fu tormentato da tanti
ricordi, alcuni teneri, alcuni dolorosi, la maggior parte sgradevoli.
La percezione che si dovesse ricominciare tutto da capo, nella politica, nella società, così come
nell’arte, era stata solo accentuata e non originata dalla guerra.
Quando Virginia Woolf annunciò con grande disinvoltura che nel dicembre del 1910, il
carattere dell’uomo mutò, la sensibilità umana cambiò, si riferiva a quello che nel 1924 era
percepito come un senso di euforia per i distacchi dal passato.(1910 anno di pubblicazione di
CASA HOWARD).
La prima rivoluzione si ebbe con gli impressionisti come Monet, Manet, Renoir e Degas. Essi
mettevano sulla tela quello che i loro occhi vedevano. Non ci si soffermava sui particolari, in
quanto l’importante era l’impressione. I colori non vengono mescolati, ma vengono distesi,
accostati tra loro. La luce acquista importanza, le figure non sono definite da linee, esse
appaiono immerse nella luce.
nel 1886, anno dell’ultima mostra dei pittori impressionisti, si comincerà
Con la fine del secolo,
a voler riprodurre sulla tela non solo l’impressione, ma anche il dato soggettivo, si guarderanno
le cose attraverso la propria sensibilità. Non ci sono più i colori della realtà, ma i colori che si
percepiscono in base ai sentimenti. elemento che rientra nell’arte pittorica,
Diventa molto importante in questo periodo il sociale,
insieme alla critica della società. Europa, nel 1910’-’11, arrivò
Nel 1910, il modernismo nelle arti comincia a diffondersi in tutta
la prima mostra dei post-impressionisti. Questa mostra sbalordì i frequentatori delle gallerie
londinesi, per i colori vivaci e le frammentazioni visive di pittori come Cezanne, Van Gogh e
Gauguin. il disegno scompare. Il fine dell’arte cambia, essa non rappresenta
Con i post-impressionisti,
più la natura, ma viene usata dal pittore per esprimere il proprio disagio sociale, scompare la
prospettiva, scompare il chiaro scuro, scompare la profondità, scompaiono i piani.
Nei quadri entrano in gioco 2 nuovi elementi:
-Tempo.
-Punto di vista.
Benché la stampa fosse stata ingiuriosa e sarcastica nelle sue critiche, i visitatori avessero riso
senza ritegno e avevano trovato le tele offensive, il succés de scandale della mostra, cambiò il
corso della pittura britannica del secolo xx. 52
Nel 1912, una seconda mostra post-impressionista presentò al pubblico londinese le sintesi
visive, le riflessioni sulla forma e le astrazioni di Matisse, Picasso, Braque e Derain.
Molto importanti sono anche le innovazioni nei cicli di balletti e di opere, organizzate a Londra
e a Parigi, dalla compagnia di Diaghilev, che rivoluzionò le idee degli inglesi sulla danza.
Oltre ai balletti di Debussy, la seconda stagione del 1912, includeva la prima londinese de
L’uccello di fuoco di Stravinskij. Egli rompe gli schemi classici nel comporre, gioca con la
dissonanza, le sue ripetizioni aggressive delle frasi musicali, e i ritmi accentuati, potevano
sembrare selvaggiamente primitivi.
Anche nel mondo della letteratura si cercarono obbiettivi diversi, perseguiti da scrittori
modernisti, che prendevano in blocco alcuni di questi punti:
1) Niente può essere considerato scontato nella forma letteraria.
2) Non ci può essere riproduzione superficiale o inconsapevole di ciò che è
riflessione da parte dell’autore sull’uso del mito).
familiare.(Attenta
3) È essenziale mantenere una consapevole attenzione estetica.
4) La nostra percezione della realtà è incerta e provvisoria.(Il modo che si percepisce in
quel momento non è immutabile, la realtà quindi è provvisoria).
5) La complessità della vita urbana moderna deve essere riflessa nella forma
letteraria.(Improvvisa esplosione della vita urbana, che talvolta diventa la
protagonista principale, come in “THE YEARS” DI Virginia Woolf. Ci accorgiamo
dei mutamenti della città in base ai personaggi che agiscono all’interno di essa.)
6) Si può far uso dei miti primitivi per riordinare e cogliere il caos della vita
moderna.(Così ci viene consentito di trovare la natura delle vere cose.)
L’immagine, il momento, l’epifania, ci danno il senso della natura delle cose.
7)
8) La vita inconsapevole della mente è importante tanto quella consapevole. (Teoria
freudiana: si può scindere l’io pensante in 2 momenti, il momento della
consapevolezza e il momento dell’inconsapevolezza, crolla il mito della personalità
immutabile).
9) La personalità è frammentaria e precaria, non è mai immutabile.
10) Le contraddizioni che sperimentiamo nella vita possono essere rappresentate in
letteratura attraverso le tecniche della giustapposizione e sovrapposizione.(Gli eventi
non hanno più una durata definitiva, ma mutabile. Il tempo, infatti, comincia ad
assumere un ruolo diverso all’interno della vita, perché questa vita inconscia ci ha
portato a capire che il tempo non è un valore assoluto, ma relativo.)
Non dobbiamo mai pensare di poter dare a un’opera letteraria un’interpretazione
11) Tutto è diventato relativo, anche l’interpretazione di un’opera
definitiva e assoluta.(
d’arte.)
PRINCIPALI TEMI DEL MODERNISMO: centrale negli scritti critici dei primi modernisti
sono i temi, come la messa in discussione delle idee tradizionali di forma, i dibattiti sulla
tradizione e sul rifiuto della tradizione, sull’uso e sull’interpretazione della storia e sul
significato della parola scritta. 53
Nonostante la reputazione di città chiusa e insulare, la Londra prebellica era diventata sempre
più attenta alle novità estetiche e s’imponeva come centro di diffusione internazionale di
un’arte che sembrava davvero moderna e innovativa.
Tra il 1910 e il 1930, si sussegue un ricco periodo per la storia della letteratura inglese. Ci
imbattiamo in alcuni importanti movimenti, che non sono più di carattere individuale, ma sono
costituiti da gruppi. Immagginismo e voticismo, sono i due movimenti che si delineano in
Inghilterra. Il voticismo è un movimento d’avanguardia, che era proiettato verso
l’interpretazione della vita, fondata non più su canoni classici, ma su canoni scientifici. Il
principale rappresentante è Windenluis.
Le loro esperienze furono circoscritte ad un numero limitato di persone. Il loro manifesto
voleva eliminare tutto ciò che era sopravvissuto all’età vittoriana. Questo movimento
intellettuale (fatto solo di idee e di voglia di distruggere il passato), ebbe vita breve, venne
infatti spazzato via con la 1° guerra mondiale.
Lo scoppio delle ostilità nell’agosto 1914, portò ad una brusca, benché temporanea,
interruzione degli scambi internazionali e degli allestimenti, di spettacoli pubblici costosi e
d’ispirazione tedesca. rappresenta un’esperienza che azzera il passato. Nel 1922, la ripresa
La prima guerra mondiale
è una ripresa lunga e faticosa. (Il 1922, è una data importante perché viene pubblicata “LA
TERRA DESOLATA” di Eliot, opera che introduce ad una visione incerta, facendo un discorso
di giustapposizione culturale, si stabilisce anche un legame con la tradizione, attraverso
frammenti di esperienza. Eliot riparte da questi frammenti, per tentare di ricostruire attraverso
questi, il futuro dell’uomo.)
RIFORME DOPO LA GUERRA: della questione irlandese, così come di altre questioni,
rimaste in sospeso, ci si occupò a partire dall’inizio degli anni ’20. Nel 1921, fu frettolosamente
creato uno stato irlandese indipendente che, senza le sei contee dell’ Ulster a maggioranza
protestante, si trovò da subito coinvolto in una breve ma dolorosa guerra civile.
SITUAZIONE DELL’EUROPA POST-BELLICA: i vecchi imperi coloniali, come
l’Austria- Ungheria, e la Turchia erano stati smembrati.
La Germania umiliata, si mosse incerta da un primo tentativo di instaurare una repubblica
marxista, verso una democrazia borghese, instabile e impoverita e infine, verso un
nazionalsocialismo intento a portare a compimento quello che soleva essere il destino d’Europa.
La Rivoluzione d’ottobre del 1917, aveva cambiato la Russia arciconservatrice di una volta,
rendendo la sua tonalità rosso acceso. La rivoluzione bolscevica aveva anche alterato i
presupposti e le regole di tutta la discussione politica post-bellica.
L’assediato stato bolscevico rappresentò per molti intellettuali d’Inghilterra, la società
progressista ideale. A molti scrittori britannici, infatti, il fallimento delle democrazie borghesi
occidentali, incapaci di risolvere il problema interno della povertà e quello internazionale
dell’esplosione di forze antidemocratiche fasciste in Italia, Germania e Spagna, sembrava
sempre più indicare la Russia comunista come unico antidoto alla disperazione politica.
BREVE SUCCESSO DEL LABOUR PARTY: il pensiero socialista, e i tentativi effettuati in
Gran Bretagna per metterlo in atto, contribuirono a decretare il successo parlamentare del
negli anni ’20. Il fatto così risolutamente all’influenza
Labour Party che il partito resistette
marxista e comunista, lo si deve alle sue origini, che affondano in tradizioni autoctone e non
teoretiche. 54
Nel 1924 il partito laburista fu sconfitto e venne al potere nuovamente i conservatori.
La continua depressione economica e l’aumento della disoccupazione, contribuirono a
riportare al governo tra il 1929 e il 1931 i laburisti. C’era tuttavia poco da fare per quella grave
depressione economica.
LA DIFFUSIONE DEI QUOTIDIANI TRA LA BORGHESIA: i nuovi quotidiani, di basso
livello, tra cui il Daily Mail, Daily Mirror e il Daily Express, erano al sevizio della borghesia. Il
Daily Mirror era esclusivamente dedicato ad un pubblico femminile.
Secondo l’opinione di questi quotidiani e dei loro lettori, una vasta cultura nazionale e un senso
di partecipazione alla vita politica nazionale, non erano più appannaggio esclusivo di un’élite
colta o privilegiata. I quotidiani popolari si assicurarono, quindi, la loro posizione di formatori
dell’opinione pubblica, sponsorizzando libri di storia di facile assimilazione.
COSTRUZIONE DI SOBBORGHI PER LA CLASSE MEDIA: il trionfo della cultura
fu largamente favorito dall’innovazione tecnologica. Infatti negli anni tra le 2
medio- bassa
guerre, molto fu fatto dalla borghesia britannica per la creazione di nuovi sobborghi (composti
da file di villette a schiera ben curate), che offrivano alla gente comune una qualità di vita a
lungo desiderata.
ANNI ’20, nel 1926, con l’avvento della radiotelegrafia,
NASCITA DELLA NUOVA BBC:
un aspetto vitale dell’intrattenimento popolare si spostò, senza ’20, attraverso la quale
distinzione di classe. Fu proprio la radio, la protagonista degli anni
anche Gorge v , coltivò uno stretto rapporto con il popolo.
ANNI ’30, TELEVISIONE E CINEMA: negli anni ’30 la forma di intrattenimento più
diffusa, per chi poteva permettersela, era senza dubbio la televisione. Anche il cinema, negli
anni ’30, cominciò ad essere una forma d’intrattenimento sia popolare, che borghese. Furono
numerosissime le sale cinematografiche costruite in Gran Bretagna. Il successo dell’arte
cinematografica e in particolare del cinema americano, non aveva precedenti. Le trame dei film,
spesso fantastiche, guardavano sia verso il passato, sia verso il futuro.
VIRGINIA WOOLF: V. Woolf è una delle prime scrittrici che proclama la libertà
potenziale del romanzo, dai concetti tradizionali di trama, tempo e identità.
“IL ROMANZO MODERNO”,
La Woolf, nel suo saggio discute la revisione dei modi
tradizionali di rappresentazione e suggerisce che il compito del romanziere del xx secolo sarà,
quindi, di esprimere l’effetto di quel “alone luminoso”, che caratterizza la nostra vita e
sviluppare una nuova forma narrativa, descrivendo quella miriade di impressioni, che
quotidianamente bersagliano la coscienza umana.”
Ciò che la Woolf cerca di difendere nei suoi saggi, non è necessariamente una nuova gamma di
argomenti, ma nuovi modi di rendere e strutturare il romanzo, tendendo verso una nuova
estetica del realismo.
A mano a mano che lo stile narrativo di Woolf abbandonò i parametri convenzionali, di THE
(1915), a favore di un tentativo di descrizione dell’inconscio
VOYAGE OUT in MRS
DALLOWAY (1925), TO THE LIGHTHOUSE ( 1927) e THE WAVES (1931),
l’esplorazione dettagliata dell’identità individuale iniziò a sciogliersi in un’espressione più
ampia e libera. Le caratteristiche di questi ultimi 3 romanzi furono: la frammentazione, la
discontinuità, la disintegrazione, il tentativo di “fare a brandelli” i personaggi, e il tentativo di
55
descrivere la natura dell’attività mentale conscia e inconscia e di metterla in relazione con
l’esterno.
Quella che è la rappresentazione frammentaria, e casuale del flusso temporale della narrativa di
Woolf, prende forma anche grazie alla scienza post- darwiniana e alle teorie tanto alla moda di
Freud.
Nel suo romanzo più lungo, THE YEARS (1937), sottolinea la natura di una percezione
del passaggio del tempo dagli anni 80 dell’800 agli anni 30 del ‘900 ed esplora i
limitata
processi dell’apprendimento e dell’invecchiamento. Altrove da forma alla sua narrativa, grazie
alla presa di coscienza di un narratore attento sia al valore storico del tempo , sia ad
un’immaginaria libertà del tempo.
La rappresentazione più completa, ma ambigua, della vita della mente di un personaggio
femminile, è in MRS DALLOWAY, il miglior esperimento realizzato con la nuova tecnica del
abilmente, con il problema di un’identità che è sia
monologo interiore. Il romanzo gioca,
singola sia multipla, sia pubblica sia privata, e insiste gradualmente sulla mutua dipendenza e
opposizione delle percezioni di Clarissa e dell’incoerente delirio da psicosi traumatica di
Septimius Warren Smith, una vittima della guerra.
In ORLANDO (1928), sembra che cerchi sia di ridurre a brandelli, sia di definire il
personaggio in un miscuglio fantasioso di storia inglese e di ambiguità sessuale.
“A ROOM OF ONE’S OWN”
Molto importante è anche il suo romanzo (una camera tutta per
sé 1929), dove la disponibilità di uno spazio privato e di una rendita, viene vista come un
requisito essenziale allo sviluppo della creatività di una scrittrice. A Room of one’s own, è
tuttavia molto di più che un’insistente richiesta d’intimità, tempo libero e istruzione. Esso è un
manifesto che proclama il prossimo avvento di una scrittura femminile giunta alla maturità, che
medita sulla diffusione della poesia composta da donne e sull’assenza del genere femminile
E’ all’interno di questa tradizione che Virginia Woolf cerca di vedere se stessa, una
dalla storia.
tradizione che a lei avrebbe, aperto una strada tipicamente femminile nel suo modo di vedere
gli esseri umani. nel 1918, Eliot proclamò Joyce “il miglio autore di prosa vivente”, e
JAMES JOYCE:
descrisse la sezione di Ulysses come la migliora opera che abbia mai letto, e disse che sarebbe
stato esasperante la battaglia per far accettare la propria opera da editori e pubblico. Fu così,
infatti, per Joyce, ma soprattutto fu frustrante la sua opposizione con la censura.
scritto nel 1914, è un testo teatrale, un po’ meccanico, ma è la chiave per la carriera
ESULI
dell’autore. L’azione si svolge a Dublino e analizza i sentimenti conflittuali , che il protagonista
per la sua terra natia. Deve rimanere fedele all’Irlanda e cercare di aprire la sua cultura ad
prova
un più amplio europeismo? O L’Irlanda alla fine gli imporrà un distacco di tipo swiftiano? Per
Joyce, l’esilio europeo si dimostrò l’unica soluzione, nonostante non preferì mai Londra o New
York a Dublino.
Una delle sue opere più importanti è THE DUBLINERS, che costituisce una raccolta di 12
racconti terminata nel 1905, e pubblicata solo nel 1914. Dubliners fu scritto a Trieste, allora
principale porto dell’Austria- Ungheria, ma abitata da Italiani. Nonostante le frustrazioni e le
restr8izioni subite in quell’ Irlanda che si era lasciato alle spalle, la fedeltà di Joyce alla sua
città natia fu espressa e insistentemente indagata in ognuna delle sue opere in prosa.
Questa raccolta di 12 racconti, sarebbe stata costruita secondo una sequenza precisa: 3 racconti
avrebbero trattato dell’infanzia, 3 dell’adolescenza, 3 della maturità e 3 della vita pubblica.
Ogni storia finisce con il fallimento del protagonista. Nella lettera che scrisse al suo editore
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londinese, ribadì che stava scrivendo un capitolo della storia morale del suo paese e che aveva
scelto Dublino, non per il suo dinamismo, ma perché gli sembrava il centro della paralisi.
In tutta la raccolta, Dublino sembra intrappolata nella mondanità, nella quotidianità, nella
storia. I suoi abitanti sono come confinati nei loro problemi privati e sono incapaci di giudicare
e misurare in modo appropriato la loro esperienza. Alcuni sono disillusi, altri perdono le loro
vocazioni e illusioni, altri ancora sono sgraziati (sia fisicamente che spiritualmente). La sua
funzione è quella di un narratore distaccato che , che osserva senza mai esprimere giudizi.
fu pubblicato a Parigi nel 1922, fu poi ritirato con l’accusa
ULYSSES di pornografia, e rimesso
in commercio nel 1933 negli Stati Uniti e nel 1937 in Gran Bretagna. Ulysses racconta la storia
di Stephen Dedalus tornato al suo luogo natio, al suo circolo di amici intellettuali, e ai tentacoli
della sua famiglia. Le intuizioni di Stephen sono contrapposte alle preoccupazioni di Leopold
Bloom, l’ebreo dublinese, e la coscienza di entrambi è poi messa a confronto con quella di
Molly, moglie di Bloom. I pensieri e le azioni di questi 3 personaggi si intrecciano con la vita di
Dublino in un solo giorno il 16 giugno 1904. Molly rimane apparentemente confinata nel suo
letto, ma qui dorme, intrattiene un amante, e si trasforma nel personaggio centrale del racconto
quando medita sulla sua vita e sui suoi amori, in uno straordinario monologo senza
punteggiatura.
Dietro ad ognuno dei diciotto lunghi episodi che costituiscono il romanzo vi è un antecedente
omerico. Bloom è un moderno Odisseo/Ulisse, Stephen ne è il figlio perduto, Telemaco. Molly
la sua Penelope. E tutti gli altri personaggi del racconto interpretano la parte di altri personaggi
dell’Odissea.
In Ulysses, da un lato, il realismo narrativo esaspera fino all’assurdo, dall’altro, il persistenze
sforzo di osservazione è più approfondito che in ogni altro romanzo precedente.
Ulysses è costituito da una struttura narrativa estremamente varia, creata seguendo le
straordinarie fantasticherie delle mente di Bloom. Possiede un forte senso di fiducia nel futuro,
che è tutto contenuto nel “Si” conclusivo di Molly Bloom.
THOMAS STEARNS ELIOT: americano residente a Londra. Aveva studiato e trovato
lavoro in Inghilterra, e aveva preso la cittadinanza inglese nel 1927, abbracciando anche la fede
della chiesa d’Inghilterra. L’opera di Eliot, può, in generale, essere considerata sia Inglese che
Americana, in quanto si rivolge sia all’Inghilterra che oltreoceano, inoltre le radici letterarie di
Eliot godono di un’ eccessivo cosmopolitismo.
In tutta la poesia di Eliot, possiamo notare una forte influenza di Baudelaire, considerato da
Eliot, inventore della poesia moderna, ma soprattutto da Dante, in cui egli trova un’autorità
spirituale medievale poetica, che gli sembrava si rivolgesse direttamente alla condizione
moderna. Infatti, quando in Ash Wednesday, e in Four Quartes, Eliot cercò di esplorare oltre le
frontiere della coscienza ordinaria, il suo suggeritore diretto fu Dante e molti dei suoi
riferimenti furono danteschi.
I saggi critici di Eliot cercano di definire e dare ordine a tradizioni che sono storiche, religiose,
morali e soprattutto letterarie. La relazione della poesia con la tradizione, è per Eliot molto
forte. In uno dei suoi primi e più celebri saggi “TRADIZIONE E TALENTO
INDIVIDUALE” (1917), egli sostiene che nessun poeta, nessun artista di nessun’arte, preso
per sé solo, ha un significato compiuto. Inoltre, sostiene che i sentimenti personali, scaturiti da
particolari eventi nella vita del poeta, non sono il materiale adatto per una poesia “interessante o
degna d’attenzione”. 57
“I POETI METAFISICI”,
Nel suo importante studio del 1921 possiamo notare che
l’attrazione di Eliot per la destrezza intellettuale e lessicale della poesia metafisica,
sembrerebbe derivare da una simpatia di fondo per una visione del mondo che amava schemi
complessi e che percepiva un’ordine divino dietro l’innegabile disordine del mondo fisico.
Alle poesie giovanili di Eliot, tardivamente raccolte nel 1950, POEMS WRITTEN IN
“IL CANTO D’AMORE DI J. ALFED PRUFROCK”
EARLY YOUTH, appartiene (
1914), si tratta di un resoconto squisitamente calibrato di rapporti sociali difficili; inquiete e
desolate evocazioni di paesaggi urbani, dai titoli esplicitamente musicali. Questa poesia
stabilisce il tono dell’intero volume con il suo gioco tra cortesie e incomprensioni, superficialità
e disperazione profonda. Prufrock si cura di presentarsi come abbastanza distinto e socievole,
ma rivela anche un’acuta presa di coscienza delle opinioni degli altri.
THE WASTE LAND (1922), è stato scritto dopo la guerra, in un anno di grandi cambiamenti.
Quest’opera è costituita da un gioco di contrapposizioni stridenti, percezioni sfuggenti,
narrazioni multiple, e dalla fluidità di tempo e luogo, il tutto è tanto visivo, quanto lessicale. Il
linguaggio viene rimesso in discussione, se ne avverte tutto il limite, cambia il linguaggio,
cambia l’approccio nei confronti della vita, cambia il ruolo dello scrittore.
“The Waste Land” è suddivisa in diverse parti:
-IL SEPPELLIMENTO DEI MORTI.
PARTITA A SCACCHI. ( c’è il senso di una nuova visione della vita, basato su
-UNA
un’incognita. Comincia il giro della vita, ma non si sa come andrà.)
-IL SERMONE DEL FUOCO (si ricollega alla tradizione orientale e a quello che è il concetto
del fuoco in tutte le culture. Il fuoco infatti brucia, purifica, ma è anche simbolo di lussuria, è
temi sempre citati, da Buddha a sant’ Agostino.
uno dei
-MORTE PER ACQUA ( parte fatta da pochissimi versi, nella quale vengono richiamati
elementi che mirano alla purificazione).
CHE DISSE IL TUONO (qui vengono presi tutti i vari elementi presentati
-CIO’
precedentemente, chiudendo questo lungo poema con delle parole sanscrite. Si chiude con 3
parole: “dare, condividere, controllare” “pace, pace, pace”.
Il punto di partenza dell’opera era stata la ricerca di qualcosa che avrebbe potuto far ripartire.
Questo perché lo svuotamento dopo la guerra era stato tanto, si tendeva alla ricerca del passato
senza essere spinti a ricostruire. Eliot va alla ricerca di qualcosa per ripartire, ossia il
SANSCRITO).
In quest’opera c’è una continua ricerca e ripresa di miti dal passato, perché essi permettevano
di creare un collegamento con quella che era l’esperienza passata. Eliot ,infatti, utilizza dei veri
e propri frammenti delle opere del passato, che ci riportano nelle civiltà antiche, ricche e
prosperose, non come la terra desolata ( terra distrutta e priva di fecondità).
La guerra, infatti, ha portato alla terra desolata, attraverso la quale bisogna camminare per
raggiungere la vita nuova, il cammino che Eliot invita a fare permette l’avvicinamento col
passato mediante l’utilizzo di frammenti.
Alcuni esempi di miti del passato sono :
Tiresia
-L’indovino (corpo di uomo, mammelle di donna), indovino cieco, ma la sua cecità gli
aveva dato la possibilità di vedere con gli occhi della mente il futuro.
-Madame Sosostriss, indovina che legge le carte e i tarocchi, è un indovina che entra in scena
nella prima parte del poema, e ha la funzione di presentare tutti i personaggi che troveremo
nell’opera. che esce dall’ufficio,
Poi abbiamo anche personaggi normali, come la dattilografa, prepara la
tavola, arriva il collega dall’ufficio, rapido rapporto sul divano, lui se ne rivà a casa sua, il tutto
non alla luce di quel dare, condividere, controllare. 58
Altri temi e personaggi sono: che può ridare vita all’uomo.
- Riproposizione leggenda del Grall: vista come elemento
- -Fisher King (re pescatore) simbolo di una società in disfacimento, perché ha perso la
sua fertilità. (il mercoledì delle ceneri 1930), in quest’opera Eliot creò una serie
THE ASH WEDNESDAY
di immagini altrettanto surreali. Alle sei sezioni di questo poema gli echi reiterati delle
preghiere e le metafore anglo-cattoliche, le conferiscono un carattere quasi liturgico.
L’ambiguità di “Ash Wednesday”, non è tanto legata alla questione dell’esistenza di un qualche
a dare risposte, quanto all’aperta meraviglia di fronte alle epifanie di un Dio
Dio pronto
cristiano. Si tratta di un poema incentrato sull’idea di un doloroso risveglio dello spirito, nel
mezzo di una terra misteriosa attraversata da figure femminili, quali la Vergine Maria, Beatrice,
che hanno la funzione di guida.
In questo lungo poema Eliot esprime il senso di crisi profonda che la sua generazione sta
affrontando. Questa crisi era avvenuta già durante il passaggio di un secolo. Anche qui si
di dare un senso vero alle parole , c’è una vera e propria frammentazione
avverte la difficoltà
della realtà che prende forma non solo nelle difficoltà dell’uomo di dare un senso al termine,
ma in ogni esperienza umana. Si comincia ad avvertire come la comunicazione possa essere
falsa e lacunosa.
I due temi principali di quest’opera sono 2:
-Mancanza di speranza. Pessimismo profondo.
-Incomunicabilità della parola. Senso di vuoto turbinoso, svuotamento del senso del linguaggio.
un’ allontanamento dai cambiamenti di
FOUR QUARTETS (1943), qui si può subito notare
tono bruschi e stridenti del poema precedente a favore di una magiore classicità. Nei Quartets,
non ci sono più varie voci parlanti , scene giustapposte e citazioni disparate e remote, ma una
superficie narrativa scorrevole, intarsiata polifonicamente da accenni di altre voci. I temi che
percorrono questopoema sono: il desiderio mistico di essere libero dal tempo, la percezione
dell’eternità in momenti di visione, la minaccia della guerra.
THE THEATRE OF THE ABSURD
'The Theatre of the Absurd' is a term coined by the critic Martin Esslin for the work of a number of playwrights,
mostly written in the 1950s and 1960s. The term is derived from an essay by the French philosopher Albert
Camus. In his 'Myth of Sisyphus', written in 1942, he first defined the human situation as basically meaningless
and absurd. The 'absurd' plays by Samuel Beckett, Arthur Adamov, Eugene Ionesco, Jean Genet, Harold Pinter
and others all share the view that man is inhabiting a universe with which he is out of key. Its meaning is
indecipherable and his place within it is without purpose. He is bewildered, troubled and obscurely threatened.
The origins of the Theatre of the Absurd are rooted in the avant-garde experiments in art of the 1920s and
1930s. At the same time, it was undoubtedly strongly influenced by the traumatic experience of the horrors of
the Second World War, which showed the total impermanence of any values, shook the validity of any
conventions and highlighted the precariousness of human life and its fundamental meaninglessness and
arbitrariness. The trauma of living from 1945 under threat of nuclear annihilation also seems to have been an
important factor in the rise of the new theatre.
At the same time, the Theatre of the Absurd also seems to have been a reaction to the disappearance of the
religious dimension form contemporary life. The Absurd Theatre can be seen as an attempt to restore the 59
importance of myth and ritual to our age, by making man aware of the ultimate realities of his condition, by
instilling in him again the lost sense of cosmic wonder and primeval anguish. The Absurd Theatre hopes to
achieve this by shocking man out of an existence that has become trite, mechanical and complacent. It is felt
that there is mystical experience in confronting the limits of human condition.
As a result, absurd plays assumed a highly unusual, innovative form, directly aiming to startle the viewer,
shaking him out of this comfortable, conventional life of everyday concerns. In the meaningless and Godless
post-Second-World-War world, it was no longer possible to keep using such traditional art forms and standards
that had ceased being convincing and lost their validity. The Theatre of the Absurd openly rebelled against
conventional theatre. Indeed, it was anti-theatre. It was surreal, illogical, conflictless and plotless. The dialogue
seemed total gobbledygook. Not unexpectedly, the Theatre of the Absurd first met with incomprehension and
rejection.
One of the most important aspects of absurd drama was its distrust of language as a means of communication.
Language had become a vehicle of conventionalised, stereotyped, meaningless exchanges. Words failed to
express the essence of human experience, not being able to penetrate beyond its surface. The Theatre of the
Absurd constituted first and foremost an onslaught on language, showing it as a very unreliable and insufficient
tool of communication. Absurd drama uses conventionalised speech, clichés, slogans and technical jargon,
which is distorts, parodies and breaks down. By ridiculing conventionalised and stereotyped speech patterns,
the Theatre of the Absurd tries to make people aware of the possibility of going beyond everyday speech
conventions and communicating more authentically. Conventionalised speech acts as a barrier between
ourselves and what the world is really about: in order to come into direct contact with natural reality, it is
necessary to discredit and discard the false crutches of conventionalised language. Objects are much more
important than language in absurd theatre: what happens transcends what is being said about it. It is the hidden,
implied meaning of words that assume primary importance in absurd theatre, over an above what is being
actually said. The Theatre of the Absurd strove to communicate an undissolved totality of perception - hence it
had to go beyond language.
Absurd drama subverts logic. It relishes the unexpected and the logically impossible. According to Sigmund
Freud, there is a feeling of freedom we can enjoy when we are able to abandon the straitjacket of logic. In
trying to burst the bounds of logic and language the absurd theatre is trying to shatter the enclosing walls of the
human condition itself. Our individual identity is defined by language, having a name is the source of our
separateness - the loss of logical language brings us towards a unity with living things. In being illogical, the
absurd theatre is anti-rationalist: it negates rationalism because it feels that rationalist thought, like language,
only deals with the superficial aspects of things. Nonsense, on the other hand, opens up a glimpse of the
infinite. It offers intoxicating freedom, brings one into contact with the essence of life and is a source of
marvellous comedy.
There is no dramatic conflict in the absurd plays. Dramatic conflicts, clashes of personalities and powers belong
to a world where a rigid, accepted hierarchy of values forms a permanent establishment. Such conflicts,
however, lose their meaning in a situation where the establishment and outward reality have become
meaningless. However frantically characters perform, this only underlines the fact that nothing happens to
change their existence. Absurd dramas are lyrical statements, very much like music: they communicate an
atmosphere, an experience of archetypal human situations. The Absurd Theatre is a theatre of situation, as
against the more conventional theatre of sequential events. It presents a pattern of poetic images. In doing this,
it uses visual elements, movement, light. Unlike conventional theatre, where language rules supreme, in the
Absurd Theatre language is only one of many components of its multidimensional poetic imagery.
The Theatre of the Absurd is totally lyrical theatre which uses abstract scenic effects, many of which have been
taken over and modified from the popular theatre arts: mime, ballet, acrobatics, conjuring, music-hall clowning.
Much of its inspiration comes from silent film and comedy, as well as the tradition of verbal nonsense in early
sound film (Laurel and Hardy, W C Fields, the Marx Brothers). It emphasises the importance of objects and
visual experience: the role of language is relatively secondary. It owes a debt to European pre-war surrealism:
its literary influences include the work of Franz Kafka. The Theatre of the Absurd is aiming to create a ritual-
like, mythological, archetypal, allegorical vision, closely related to the world of dreams. 60
Some of the predecessors of absurd drama:
In the realm of verbal nonsense: François Rabelais, Lewis Carroll and Edward Lear. Many serious
poets occasionally wrote nonsense poetry (Johnson, Charles Lamb, Keats, Hugo, Byron, Thomas Hood).
One of the greatest masters of nonsense poetry was the German poet Christian Morgernstern (1871-
1914). Ionesco found the work of S J Perelman (i.e. the dialogues of the Marx Brothers' films) a great
inspiration for his work.
The world of allegory, myth and dream: The tradition of the world as a stage and life as a dream goes
back to Elizabethan times. Baroque allegorical drama shows the world in terms of mythological
archetypes: John Webster, Cyril Tourneur, Calderon, Jakob Biederman. With the decline of allegory, the
element of fantasy prevails (Swift, Hugh Walpole).
th th
In some 18 and 19 Century works of literature we find sudden transformation of characters and
nightmarish shifts of time and place (E T A Hoffman, Nerval, Aurevilly). Dreams are featured in many
theatrical pieces, but it had to wait for Strindberg to produce the masterly transcriptions of dreams and
obsessions that have become a direct source of the Absurd Theatre. Strindberg, Dostoyevsky, Joyce and
Kafka created archetypes: by delving into their own subconscious, they discovered the universal,
collective significance of their own private obsessions. In the view of Mircea Eliade, myth has never
completely disappeared on the level of individual experience. The Absurd Theatre sought to express the
individual's longing for a single myth of general validity. The above-mentioned authors anticipated this.
Alfred Jarry is an important predecessor of the Absurd Theatre. His UBU ROI (1896) is a mythical
figure, set amidst a world of grotesque archetypal images. Ubu Roi is a caricature, a terrifying image of
the animal nature of man and his cruelty. (Ubu Roi makes himself King of Poland and kills and tortures
all and sundry. The work is a puppet play and its décor of childish naivety underlines the horror.) Jarry
expressed man's psychological states by objectifying them on the stage. Similarly, Franz Kafka's short
stories and novels are meticulously exact descriptions of archetypal nightmares and obsessions in a
world of convention and routine.
th
20 Century European avant-garde: For the French avant-garde, myth and dream was of utmost
importance: the surrealists based much of their artistic theory on the teachings of Freud and his
emphasis on the role of the subconscious. The aim of the avant-garde was to do away with art as a mere
imitation of appearances. Apollinaire demanded that art should be more real than reality and deal with
essences rather than appearances. One of the more extreme manifestations of the avant-garde was the
Dadaist movement, which took the desire to do away with obsolete artistic conventions to the extreme.
Some Dadaist plays were written, but these were mostly nonsense poems in dialogue form, the aim of
which was primarily to 'shock the bourgeois audience'. After the First World War, German
Expressionism attempted to project inner realities and to objectify thought and feeling. Some of Brecht's
plays are close to Absurd Drama, both in their clowning and their music-hall humour and the
preoccupation with the problem of identity of the self and its fluidity. French surrealism acknowledged
the subconscious mind as a great, positive healing force. However, its contribution to the sphere of
drama was meagre: indeed it can be said that the Absurd Theatre of the 1950s and 1960s was a Belated
practical realisation of the principles formulated by the Surrealists as early as the 1930s. In this
connection, of particular importance were the theoretical writings of Antonin Artaud. Artaud fully
rejected realism in the theatre, cherishing a vision of a stage of magical beauty and mythical power. He
called for a return to myth and magic and to the exposure of the deepest conflicts within the human
mind. He demanded a theatre that would produce collective archetypes, thus creating a new mythology.
In his view, theatre should pursue the aspects of the internal world. Man should be considered
metaphorically in a wordless language of shapes, light, movement and gesture. Theatre should aim at
expressing what language is incapable of putting into words. Artaud forms a bridge between the inter-
war avant-garde and the post-Second-World-War Theatre of the Absurd. 61
Daniel Defoe “MOLL FLANDERS”
Trama
Il romanzo si propone come la vera storia della vita di una donna che si fa chiamare Moll Flanders.
Abbandonata dalla madre carcerata a Newgate, la bambina vive inizialmente con una balia e in seguito a casa di
una ricca famiglia a Colchester: impara così le buone maniere ed è ammirata per la sua bellezza.
Innamoratasi del primogenito dei suoi ospiti, ne diviene l’amante, ma sposa poi il minore dei figli, che muore
dopo pochi anni. La protagonista si trova quindi sola ad affrontare il mondo: decide dunque di sposare un
mercante che però in breve sperpera tutti i loro averi e si vede costretto a fuggire, lasciandole comunque la
libertà di risposarsi. Fingendosi una vedova molto ricca la protagonista si sposa con un uomo che possiede delle
piantagioni in Virginia e con questi si trasferisce in America. Qui fa conoscenza con la suocera, la quale ama
parlarle dei suoi ricordi di gioventù, quando era carcerata a Newgate; Moll Flanders si rende conto della verità,
ovvero di essere davanti a sua madre e di aver sposato suo fratello e decide di abbandonare la famiglia per
tornare in Inghilterra.
La donna si stabilisce per un certo periodo a Bath, dove diviene l’amante di un uomo sposato che però la lascia
in seguito per tornare da sua moglie. La protagonista, che non sa più a chi domandare aiuto, affida i suoi averi
ad un fiduciario di banca e sposa James, un uomo che si fa credere molto abbiente e che a sua volta la ritiene
ricca; quando si scopre il malinteso il marito decide di andare a cercare fortuna in Irlanda e Moll Flanders sposa
il fiduciario di banca, che però muore dopo pochi anni. Spinta da una governante, che l’aveva aiutata a partorire
il suo ultimo figlio, la donna inizia a guadagnarsi da vivere rubando, impara moltissimi trucchi e si arricchisce
facendo crescere la sua fama in tutta Londra.
Solamente dopo parecchio tempo la donna viene colta in flagrante, arrestata e condotta a Newgate, dove
rincontra suo marito James, che nel frattempo era diventato un brigante. Scampata alla pena di morte grazie
all’aiuto di un prete, riesce ad ottenere di essere deportata in America con il marito; là inizia una nuova vita,
pentita, arricchendosi molto anche grazie al denaro lasciatole in eredità dalla madre.
Personaggio
dall’infanzia il più grande desiderio di Moll Flanders era quello di “vivere da signora” e con questo lei
Sin
intendeva il guadagnarsi da sola di che vivere e l’essere indipendente. L’educazione che riceve crescendo in
una ricca famiglia le sarà utile per tutta la vita e la giovane cresce con la consapevolezza delle sue potenzialità,
come della sua bellezza. La sua determinazione la porta per tutta la vita a riuscire quasi sempre ad ottenere ciò
che vuole, anche se in un secondo momento le sue scelte si rivelano spesso sbagliate, come nel caso del
secondo marito che la abbandona perché sommerso dai debiti.
È notevole la capacità con cui questo personaggio riesce a cambiare e a ricostruirsi nuove identità, con cui
raggiunge sempre, anche se per brevi periodi, la felicità; Moll Flanders è una donna previdente e consapevole
dell’instabilità della sua buona sorte ed è grazie a questo che riesce sempre ad essere pronta al peggio, mettendo
da parte del denaro o programmando in anticipo che cosa fare.
riflessioni della donna sono dedicate all’autocritica, ma Moll Flanders spende parole di
Gran parte delle
biasimo anche nei confronti della società in cui vive e delle persone che la popolano, con le quali spesso si
l’uomo che l’abborda per strada: lo ritiene una
dimostra altezzosa; è così che si comporta ad esempio con
nullità, una persona degna di dispregio, non considerando che anche lei, guadagnandosi da vivere rubando, è
certamente da biasimare. effetto dell’educazione ricevuta,
Bisogna comunque tenere presente che la protagonista, probabilmente come
compie anche le azioni più ripugnanti con stile ed intelligenza, dimostrando solo dopo l’incarcerazione quella
debolezza che la porterà ad avere una profonda paura per ciò che il futuro le riserverà ed in particolare un
grande timore della morte.
Commento
L’intera vicenda ruota intorno al personaggio di Moll Flanders e proseguendo nella lettura si viene a conoscere
la storia della donna progressivamente, dai suoi stessi racconti. Grazie alla narrazione in prima persona il
personaggio principale del romanzo ci illustra la vicenda al completo, senza omettere particolari e, inoltre, la
donna ha anche in qualche modo la possibilità di giustificarsi per tutto ciò che ha fatto di scorretto e malvagio
nel corso della sua esistenza.
Il romanzo ha un chiaro intento morale, come spiega lo stesso autore nella prefazione; Moll Flanders narra le
sue avventure, dilungandosi in particolare nella descrizione di molti e diversi colpi messi a punto durante il
periodo precedente all’incarcerazione, non per dare idee ed esempi ad aspiranti ladri, bensì per mettere in
62
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