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ANALISI DEI MERCATI CONCORRENZIALI E INTERVENTO PUBBLICO
Il surplus del consumatore è il beneficio del consumatore al netto del prezzo, mentre il surplus del produttore è il beneficio del produttore derivante dalla vendita al prezzo di mercato. Questi sono usati per misurare il benessere e per giudicare il risultato degli interventi pubblici. In alcuni casi lo Stato interviene nei mercati a concorrenza perfetta con prezzi regolamentati, livelli minimi di prezzo, programmi di sostegno ai prezzi, quote di produzione e programmi di incentivazione per la limitazione della produzione e dazi doganali e contingentamento. L'efficienza economica si ha nel mercato libero (aperto) e grazie a questa si ha la massimizzazione della somma del surplus del produttore e del surplus del consumatore. Si parla di fallimento del mercato quando si ha la situazione in cui un mercato concorrenziale non regolamentato è inefficiente per mancanza di informazioni o presenza di.esternalità.Nell'intervento del prezzo regolamentato lo stato impone un prezzo massimo inferiore al prezzo di equilibrio. Il surplus del consumatore aumenta (A-B), il surplus del produttore diminuisce (-A-C) e si ha una perdita secca (B+C). Se la domanda è anelastica si ha una perdita anche per i consumatori.
Ogni volta che il prezzo è diverso da quello di equilibrio, ho una perdita secca quindi il mercato concorrenziale è efficiente.
Nell'intervento dei livelli minimi di prezzo lo stato impone un prezzo minimo oltre quello di equilibrio (es. Leggi sul salario minimo, politiche agricole). Il surplus del consumatore aumenta (A-B), il surplus del produttore diminuisce (A-C-D) e si ha una perdita secca (B+C+D). Se i produttori producono Q3 la perdita è B+C, mentre se producono di più la perdita aumenta perché sostengono i costi di produzione per Q2-Q3 pari all'area al di sotto della curva di offerta compresa tra Q2 e Q3 quindi.perdono molto (A-C-D) Nell'intervento del sostegno ai prezzi lo stato fissa un prezzo oltre quello di equilibrio ed acquista la produzione in eccesso per mantenerlo. L'obiettivo è di garantire un reddito più elevato ai produttori. La perdita del consumatore è A+B, il guadagno del produttore è A+B+D, il costo per lo stato è (Q2-Q1)Ps e si ha una perdita secca pari a D-(Q2-Q1)Ps. Nell'intervento delle quote di produzione lo stato definisce le quote di produzione, riducendo l'offerta (es. Licenze dei taxi). Si ha una perdita secca pari a B+C. Nell'intervento degli incentivi per la limitazione della capacità produttiva, la variazione del surplus del produttore è data da A-C+incentivo. In questo caso cambia il costo per il governo rispetto a quando si definiscono le quote di produzione perché il costo è pari almeno al profitto perso dal produttore cioè B+C+D. Se I è proprio B+C+D il provvedimento.
è analogo al sostegno dei prezzi. È più efficiente il pagamento diretto ai produttori. Di solito è meglio un programma di incentivi rispetto alle quote di produzione poiché B+C+D<(Q2-Q1)Ps. Il sussidio ai produttori lasciando il prezzo inalterato risulta più economico.
Nell'intervento del contingentamento delle importazioni e dei dazi si mantengono i prezzi interni al di sopra di quelli internazionali. Si importa una quantità Qd-Qo senza dazi se il prezzo interno è superiore a quello mondiale. Se le importazioni sono vietate (quindi il contingentamento è zero), la variazione del surplus del consumatore è pari a -A-B-C, la variazione del surplus del produttore è pari ad A e la partita secca è pari a B+C.
Il dazio è un'imposta di T euro per unità di prodotto. Il prezzo interno aumenta a P*=Pw+T. La variazione del surplus del consumatore è pari a -A-B-C-D (area tra il prezzo e la
curva di domanda), la variazione del surplus del produttore è A (area tra il prezzo e la curva di offerta), le entrate per il governo sono pari a D=T•Qimportata e la perdita secca è pari a B+C. Il contingentamento è pari a Q0'-Qd' per cui la perdita secca è B+C+D.
MONOPOLIO
In un monopolio esiste un unico produttore del bene. Il monopolista possiede il potere di mercato e il controllo sulla quantità offerta sul mercato e decide il prezzo quindi può vendere ad un prezzo superiore. Il monopolista si comporta nell'ottica di massimizzare i suoi profitti quindi in modo che il ricavo marginale sia uguale al costo marginale. Esempi di monopolio sono alcune public utilities come energia elettrica, gas, telefonia, ferrovia, municipalizzate per i trasporti pubblici e alcune imprese che detengono quote di mercato elevate come ad esempio Microsoft. Le cause del monopolio sono il controllo degli input, le economie di scala, i brevetti, le licenze.
pubbliche e le economie di rete.
La curva di domanda del mercato coincide con la curva del ricavo medio del monopolista. Il ricavo medio ha pendenza negativa per cui il ricavo marginale è inferiore al prezzo e tutte le unità sono vendute allo stesso prezzo. Nel caso di curva di domanda rettilinea il ricavo marginale è sempre una retta con pendenza doppia e stessa intercetta verticale.
Il prezzo del monopolista è p=C'/(1+1/Ed), da cui (p-C')/p=-1/Ed (tasso di markup). Un monopolista dovrebbe fissare un margine di profitto unitario tanto più grande quanto più piccola è l'elasticità della domanda Ed. Il tasso di markup è la misura del potere del monopolista ed esprime di quanto il monopolista riesce ad aumentare il prezzo rispetto al costo marginale in percentuale al prezzo. Se la domanda è molto elastica, il tasso di Markup è piccolo e quindi il monopolista ha un basso potere.
Si ha l'inefficienza del
monopolio rispetto alla concorrenza perfetta poiché nel mercato concorrenziale il prezzo è pari al costo marginale mentre nel monopolio il prezzo è superiore al costo marginale e dipende dall'elasticità della domanda: se la domanda è elastica è uguale alla situazione concorrenziale. Il prezzo è più alto e la quantità prodotta è inferiore nel monopolio. Si parla di potere monopolistico poiché non esiste il monopolio puro tranne se l'impresa coincide con lo stato, ma esistono un certo numero di imprese tra le quali ce n'è una dominante. Esiste una curva di domanda del mercato e una dell'impresa: la curva di domanda dell'impresa ha pendenza negativa e non orizzontale come della concorrenza perfetta. La decisione di quanto produrre fa cambiare il prezzo. L'impresa ha una curva di domanda più elastica di quella del mercato e il suo potere è inferiore al caso della presenza.di mercato, mentre la collusione si verifica quando le imprese si accordano per mantenere prezzi elevati e limitare la concorrenza. Per misurare l'elasticità della domanda, si utilizza il concetto di elasticità-prezzo della domanda, che indica quanto la quantità domandata di un prodotto varia in risposta a una variazione del prezzo. Se l'elasticità-prezzo della domanda è elevata, significa che la domanda è molto sensibile alle variazioni di prezzo, mentre se è bassa significa che la domanda è poco sensibile. Le barriere all'ingresso sono ostacoli che impediscono ad altre imprese di entrare nel mercato e competere con il monopolista. Queste barriere possono essere di diverso tipo, come ad esempio costi elevati di produzione, brevetti o licenze esclusive, controllo delle risorse necessarie per la produzione, o anche accordi di esclusiva con i fornitori. L'interazione tra le imprese può influenzare l'elasticità della domanda. Se le imprese sono in competizione aggressiva, cercano di attirare i consumatori offrendo prezzi più bassi e migliorando la qualità dei prodotti. Questo può portare ad un aumento dell'elasticità della domanda, in quanto i consumatori hanno più alternative tra cui scegliere. Al contrario, se le imprese colludono e si accordano per mantenere prezzi elevati, l'elasticità della domanda sarà più bassa, in quanto i consumatori avranno meno alternative e saranno meno sensibili alle variazioni di prezzo. In conclusione, il potere monopolistico di un'impresa dipende dall'elasticità della domanda, che a sua volta dipende dall'elasticità della domanda del mercato, dal numero di imprese concorrenti e dalle barriere all'ingresso, nonché dall'interazione tra le imprese.mercato e quindi si ha elasticità elevata, mentre si parla di collusione se le imprese si mettono d'accordo per avere tutti un prezzo alto e quindi l'elasticità è meno elevata. Con i prezzi amministrati il livello di prezzo massimo P1 è inferiore a Pm: in questo modo si modifica la curva del ricavo medio che è pari a P1 per q<q1, la curva di ricavo marginale è costante per q<q1 e la curva di ricavo marginale è uguale alla precedente per q>q1. Si riduce anche la perdita secca. Al di sotto di P4 l'impresa esce dal mercato.
Si parla di Monopolio naturale se l'impresa singola produce l'intera produzione di un settore a costi più bassi che in presenza di più imprese. La causa è la presenza di forti economie di scala che implicano barriere all'ingresso e quindi di conseguenza c'è una sola impresa sul mercato. Il costo marginale e medio sono decrescenti e il costo marginale è
inferiore al costo medio. La regolamentazione è la soluzione ottimale: si utilizza il criterio del costo medio.
Nella regolamentazione del tasso di rendimento, il prezzo è basato considerando un tasso equo di rendimento atteso del capitale per cui c'è poco incentivo delle imprese a ridurre i costi, mentre nella regolamentazione price cap, il prezzo è fissato in base al costo variabile, all'inflazione e alla produttività per cui c'è un incentivo a ridurre i costi.
Se il settore non è più un monopolio naturale non ci sono più economie di scala. Le leggi antitrust puniscono comportamenti volti ad ostacolare il libero mercato e a creare un potere monopolistico: in particolare vietano la collusione sul prezzo implicita o esplicita, vietano che un'impresa proibisca ai suoi clienti di acquistare da altre imprese, vietano la politica dei prezzi predatori per allontanare i concorrenti dal settore e vietano la fusione e le
acquisizioni che riducono la concorrenza. Ad esempio secondo il dipartimento di Giustizia Americano Microsoft è un monopolista perché la quota di mercato sui sistemi operativi è dell'80% mentre la microsoft si difende dicendo che non lo è perché non può praticare un pezzo di monopolio a causa della concorrenza di altri sistemi operativi, di potenziali entranti, delle vecchie versioni di Windows e delle copie illegali.
OLIGOPOLIO
Nell'oligopolio la produzione è ripartita tra poche imprese e la causa sono le barriere all'entrata nel settore. Alcuni esempi sono le automobili, il petrolio, l'acciaio, l'alluminio, i computer, le bibite analcoliche, i generi di largo consumo. Le barriere all'entrata sono dovute alle economie di scala, al fabbisogno di capitali, alle protezioni governative (licenze), alle protezioni legali (brevetti), alla differenziazione del prodotto (pubblicità) e alle ritorsioni. Nei mercati
Negli oligopolistici le decisioni sono prese tenendo conto della reazione degli avversari: in concorrenza imperfetta e nel monopolio si ignora la presenza dei concorrenti.