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LIBRO SECONDO
Psiche non riuscì a dire né far nulla di fronte al marito: avrebbe potuto chiedere perdono o spiegare la
situazione incolpando le sorelle, oppure avrebbe potuto mostrare il pugnale chiedendo di esser trafitta.
Cupido la guardò e volò via. La sposa si trovò sulla rupe nuda, pallida e tramante. Cupido la osservava
dall’alto, per evitare che attentasse alla sua stessa vita, forse per compassione. Psiche si spinge verso la
rupe, chiede alla Sorella del Sole di guardarla, di raccontare a Cupido ciò che è successo, ma senza spiegar
nulla ai suoi parenti. Lanciatasi nel baratro, Zefiro la recupera per evitare la sua morte e la posa sulle rive di
un fiume. Psiche inizia a pensare che forse a lei era destinata la morte per annegamento, forse era il luogo
dove risiedevano le innamorate di Cupido.
Psiche tenta di annegarsi, ma viene portata su una riva meno alta dalle Ninfe. Nisea e Cimodoce la tengono
tra le braccia, mentre la fanciulla continua a piangere. Le due Ninfe chiedono di vestire ancora una volta
Psiche, lei si getta ai loro piedi e li inizia a baciare. È un gesto di pietà di cui lo stesso Cupido si sorprende,
senza smettere di trarre piacere dal dolore della sposa.
Cupido chiede a Psiche di spiegargli perché volesse ucciderlo, a cosa fosse servito vederlo. Le dice, inoltre,
di non considerarsi più sua sposa. Lei non si ritiene all’altezza di esser sua sposa, né schiava. Cupido la lascia
nelle mani di sua madre, sarà sua schiava ma non dovrà cercare la morte, sarebbe troppo rapido. Chiede
infine che le due sorelle gli vengano sacrificate. Cupido scappa via, il dolore dell’olio non gli consente di
restare.
Un’oca del fiume va a riferire a Venere quanto successo. Gli uomini della dea non la trovano, mentre Psiche
va alla ricerca di un’erba che potesse guarire la scottatura di Cupido.
La fanciulla arriva alla casa di un pescatore su un monte. Egli viveva con due giovani pastorelle. Per arrivare
alla casa e chiedere di qualche erba che potesse guarire il suo dio, attraversa un sentiero di rovi che le
lacerano il vestito e la pelle. Arrivata ad un torrente, si mette a riposare sotto alcuni arbusti. Due degli
uomini di Venere arrivano vicino agli arbusti, non la vedono e sperano che qualcuno possa trovare colei la
cui bellezza ha generato invidia in Venere.
Sulla sponda di fronte appare un pescatore, un bellissimo vecchio. Inizialmente teme che salvarla le
avrebbe messo contro i suoi nemici, ma poi si avvicina alla fanciulla. Lei lo aveva scambiato per Deucalione,
padre dei mortali, in realtà era solo un pescatore che le offre riparo. Arrivati a casa, Psiche vede le due
pastorelle: una di circa quattordici anni, l’altra di sedici. Erano le nipoti del pescatore, la loro madre era
morta pochi mesi prima e da quel momento lui ha iniziato ad educarle. Le giovani conducono Psiche nel
loro letto, dove lei inizia a riposarsi. Al risveglio le viene dato l’unico cibo a disposizione: frutta e latte.
Psiche riconosce che il pescatore non aveva svolto quella mansione per tutta la vita: la casa era bella, il suo
linguaggio adeguato e le due giovani avevano una buona educazione. Inizia poi a raccontargli di esser stata
sposata, di aver avuto un marito che l’amava e che si trattava di Amore. Adesso lui non vuole più che lei sia
sua moglie, né sua schiava. Gli racconta dei privilegi di cui godeva, delle Ninfe che la vestivano e di come
abbia perso tutto per colpa sua. Adesso le è vietato anche il suicidio, e deve fuggire dai ministri di Venere.
Sarebbe meglio andare in un mondo in cui Venere non ha potere. Certo, Psiche pensò che non cibarsi
sarebbe stato un modo per morire di tristezza, quindi una possibile soluzione. Al nome di Amore, il
pescatore di prosternò ai suoi piedi elogiandola e poi le disse che l’uomo ha due possibilità: morire o
fuggire dalla morte. Non si può andare contro natura, si deve sempre cercare di vivere. Le consiglia di
valutare la sua colpa, magari il Cielo le riserva una felicità più grande, forse suo marito potrebbe tornare. Se
suo marito le ha impedito il suicidio, non può lui lasciarla morire di tristezza, è un sotterfugio. La
convinzione del vecchio rimane quella che Cupido tornerà a cercarla, e che nel frattempo potrà restare
nella sua dimora dedicandosi allo studio della saggezza.
Il pescatore racconta la sua storia: si trovava alla corte di un re a cui piaceva ascoltarlo, il quale gli aveva
dato la carica di filosofo della sua casa. Sua moglie era venuta a mancare, per cui la sua famiglia consisteva
solo in una figlia bellissima, educata alla virtù. Presto trovò u marito, che il giorno dopo delle nozze divenne
geloso al punto da circondarla di spie e di guardie. Lo sposo non capiva che è inutile circondare una donna
di guardie, quando lei possiede la virtù. Il marito viene ucciso in un combattimento, lei rimane vedova con
una figlia e incinta di un’altra (le due pastorelle). Decise di rimanere vedova pur di sopportare un secondo
rischio con un altro matrimonio. Ma dentro la casa, il più importuno degli uomini era il figlio del re, cosicché
la figlia lo pregò di chiedere al re di aver la possibilità di ritirarsi in una casa in campagna. Gli innamorati
continuavano a seguirla, e loro continuavano a fuggire: si ritrovarono nel deserto per due giorni. Il terzo
giorno vengono raggiunti da due innamorati, non c’era modo di fuggire. Una notte, la Filosofia gli apparve
in sogno guidandolo nel posto dove si trovano adesso. Una volta stabiliti in quella campagna, il pescatore
tornò a prendere i mobili che decorano l’abitazione. Grazie al fiume, riesce a pescare e a vedere il subito il
pesce in città senza che nessuno sappia dove abita. Gli innamorati si aprono varchi ovunque, per questo il
loro protettore ha le ali.
Psiche chiede se la solitudine sia un bene così grande, se lui o le figlie si siano mai annoiati e a cosa si sia
dedicato per dieci anni. Il vecchio risponde di aver passato questi anni a riflettere sulle colpe e gli errori
degli uomini. Spiega poi che la solitudine è un bene per alcuni, ma non lo sarebbe per Psiche: la sua bellezza
la spinge a regnare altrove e non in un deserto.
Psiche racconta dettagliatamente la storia al vecchio, chiedendo alla fine se avesse una cura per la
scottatura di Cupido. Il vecchio non ha rimedi, ma gli dèi sono immortali e sicuramente ne avranno. Non
deve presentarsi a Cupido prima che il tempo abbia attenuato la sua collera, rischierebbe di esser rifiutata.
Psiche passò 8 giorni in quel luogo. Le sue pene non si assopivano, in un luogo nel bosco scrisse dei versi
richiamando la poesia che le avevano dato le Ninfe. La poesia tratta della sua separazione da Cupido, del
suo dolore e del rimorso.
Un giorno, il vecchio aveva permesso alla più grande di leggere alcune fiabe d’amore, vietandole alla
minore per non farle sapere cosa sia l’amore. In realtà è solo un modo per guadagnare tempo, in realtà è
solo un modo per rendere più facile che l’amore le inganni. Bisogna conoscere le astuzie dell’amore per
proteggersene. Le due sorelle iniziano a riflettere sulla bellezza di Psiche e la più piccola si chiede chi sia
Cupido, perché la fanciulla sospiri e cosa voglia dire amore. Chiede cosa vogliano dire le parole che Psiche
ha inciso sul faggio, ma la maggiore non può rispondere perché le è stato proibito. La più piccola rimane
curiosa al punto di voler ascoltare di nascosto i sospiri di Psiche, ma lei sentendo si avvicina e le racconta
dell’esistenza degli innamorati. Dice loro che l’Amore era il suo innamorato, suo marito ma che adesso non
lo è più. Racconta loro la sua storia per farle riflettere: devono scegliere bene, guidate dall’onesta, dal
giudizio e dalla prudenza. Psiche chiede loro poi un consiglio, una di loro le dice di continuare perché il
marito non aveva di certo smesso di amarla e a prova di ciò sono state la collera e l’impedirle il suicidio. La
minore non si capacitava di come a causa della sola curiosità, lui avesse potuta lasciarla in tanta sofferenza.
Le consiglia di aspettare, perché lui tornerà. Psiche preferì il parere della maggiore, chiede quindi di fare
cambio d’abito per non farsi notare. La pastorella si lascia persuadere, accetta il suo vestito pieno di
diamanti ma lo accetta solo in custodia.
Psiche parla con il vecchio delle pastorelle, lui le dice che quando Psiche sarebbe partita, lui le avrebbe
portate nella città vicina dove le donne fanno ciò che vogliono. Psiche gli dice di usare i diamanti del suo
abito per agevolare i loro matrimoni: quando la bellezza è ricca, è più bella. Il giorno dopo tutti e quattro
partono, il vecchio e le pastorelle verso la città, mentre Psiche si affida al caso.
Psiche rimane nella solitudine, dorme sulle pietre, sui bordi delle fontane o ai piedi di qualche albero. Il
terzo giorno si ricorda del fatto che Cupido le avesse raccomandato di vendicarlo. Lei non era cattiva, ma
pensò di far saper loro che, essendo stata ripudiata dall’Amore, adesso lui stesso voleva sposarle. Questo
inganno serviva solo ad agitarle e far loro spendere più tempo davanti ad uno specchio.
Venere, nel frattempo, aveva sparso cartelli con su scritto che ricercava la sua schiava, quella che dice di
esser la moglie di suo figlio. Chi indicherà il suo rifugio, avrà tre vaci sulla bocca. Chi gliela consegnerà, avrà
qualcosa in più.
Dopo 6 giorni Psiche arriva nel regno della sorella maggiore. Lei già sapeva cos’era successo alla fanciulla
grazie ai cartelli. Psiche intravede la sorella, le si getta ai suoi piedi. La sorella non la riconosce, pensava
fosse una schiava insolente. La fanciulla le dice che Cupido l’ha rinnegata e che avrebbe preferito sposarsi
con sua sorella maggiore, più bella e accorta di lei. Inoltre, le dice che il dio le aveva ordinato di andare a
curare le oche di Venere e di mettersi al suo servizio come schiava, ma prima di passare per il regno di sua
sorella e dirle che Cupido vuole sposarla. La sorella deve solo andare sulla rupe e lasciarsi portare da Zefiro.
La sorella risponde dicendo che lei le aveva consigliato di non essere curiosa, che se l’è meritato. Le dice
che deve seguire il consiglio di Cupido e andare a curare le oche, ma il suo abito è già troppo sfarzoso. Le
consiglia di tagliarsi i capelli e di indossare un sacco. Aveva abboccato all’amo.
Psiche va dall’altra sorella, ormai rimasta vedova. Lei precede la prima sorella, arriva alla rupe e si rivolge a
Cupido screditando Psiche e ritenendosi migliore. La donna si abbandonò all’aria, ma cadde nella rupe fino
ad arrivare al regno di Proserpina. L’altra sorella, giunta sulla rupe, mostra tutto il suo narcisismo, chiede
che non le si scompiglino