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II PARTE
Il mondo come volontà e rappresentazione
Il tema del rapporto tra idea e concetto è trattato nel Mondo . Qui nel Mondo trova collocazione in due parti distinte
Il mondo come rappresentazione
Libro primo: Prima considerazione: "Il
• principio di ragion sufficiente"
Il mondo come rappresentazione
Libro terzo: Seconda
• considerazione: "L'idea platonica: l'oggetto dell'arte"
Nel primo libro si affronta il tema della conoscenza secondo il principio della ragione,ossia della scienza. Nel terzo libro il tema
è quello della coscienza libera dal principio di ragione, ossia dell'arte. La ragione sarebbe la filosofia per concetti, cioè si
identifica con opinione, l'uomo si deve staccare da quest'ultima e raggiungere la verità con l'arte ovvero l'idea.
DIFFERENZE TRA Nachlass e Mondo.
Tra il nachlass e il mondo come volontà e rappresentazione ci sono divergenze. Nel Nachlass l’oggetto è nella miglior
coscienza e il soggetto è nella coscienza empirica . L’oggetto è ciò che si coglie con la miglior coscienza (pienezza del mondo)
il soggetto è il vuoto. Nel Mondo come volontà e rappresentazione la coscienza empirica e la miglior coscienza non
appariranno più . Nachlass c’è una distinzione tra entrambe le coscienze , nel Mondo come volontà e rappresentazione c’è un
terzo elemento che è la volontà, ma Schopenhauer si accorge che mentre il mondo è tutto, la volontà è il nulla perché vuole
solo se stessa. Quindi la volontà scompare e prevale l’idea.
Anche volontà ed intelletto cambiano, la volontà è il male mentre nell’intelletto è buono perché crea un faro nella natura. Nel
mondo come volontà e rappresentazione sono uniti.
Il Nachlass ci serve per dare le linee di fondo di un pensiero che si andrà a fissare solo nel Mondo come volontà e
rappresentazione. Mondo come volontà e rappresentazione
I CAPITOLO “IDEA E CONCETTO”.
Il tema del rapporto o piuttosto della differenza tra l’idea e il concetto lo si è già visto affrontare da Schopenhauer nei
frammenti giovanili.
Qui nel mondo se ne parla in due libri :
I LIBRO : dove si svolge il tema della conoscenza “secondo il principio di ragione” ossia della scienza
• III LIBRO : dove il tema è quello della conoscenza “libera dal principio di ragione” ossia l’arte.
•
Nel primo libro pone il rapporto tra la conoscenza intuitiva (sensazione e intelletto) e la conoscenza astratta propria della
ragione. La ragione appartiene solo agli uomini e porta la distinzione tra l’uomo e l’animale.
Essa consiste nell’elaborare nel concetto una “copia del mondo intuitivo”, una “rappresentazione della rappresentazione “,
appunto il concetto.
Con questo la ragione non amplia la conoscenza ma le dà una forma nuova, una forma astratta; In tutta questa trattazione non
si è parlato dell’idea che tuttavia è da rilevare attentamente : Il concetto, di cui si costituisce totalmente la scienza è del tutto
infruttuoso per l’arte, quindi per l’IDEA.
Fin qui la distinzione è solo il non rapporto tra il concetto e l’idea. Nel III LIBRO si da spazio alla “conoscenza libera dal
principio di ragione “ all’arte come conoscenza dell’idea. L’idea non è passibile di conoscenza dal momento che da essa si
sottrae, si può parlare quindi di apprendimento. Oggetto dell’arte dunque è l’idea. Se il concetto è discorsivo, l’idea è intuitiva ,
se il concetto è indeterminato, l’idea è totalmente determinata. Se il concetto è astratto, l’idea è concreta ed infine : il correlato
soggettivo del concetto è l’individuo con la sua finitezza. Il correlato dell’idea è “ colui che si è elevato al di sopra di ogni
individualità” ovvero il “genio” .
Un'altra distinzione importante è la distinzione che riprende il modulo medievale dell’ “unitas ante rem “ e l' “ unitas post rem” .
L’”unitas ante rem” è la realtà in se di cui le copie sono solo copie ovvero le ombre della caverna platonica.
Il “unitas post rem” è solo un fantasma elaborato dall’intelletto umano come strumento di orientamento tra le apparenze delle
caverne.
N8 : Come l’intelletto ha una sola funzione, la conoscenza immediata del rapporto causa effetto e l’intuizione del mondo anche
la ragione ha un'unica funzione : la formazione di concetti , che distingue la vita animale da quella umana. E all’applicazione di
quest’ultima si distingue ciò che è ragionevole, e ciò che è irragionevole.
N9 : I concetti formano una speciale classe di rappresentazioni diversa da quella finora considerata dalle rappresentazioni
intuitive che è presente solo nello spirito dell’uomo . Ma anche se sono differenti da queste ultime sono legate da un rapporto
senza il quale non sarebbero niente., La riflessione è necessariamente una copia quindi una ripetizione del mondo intuitivo.
Proprio per questo i concetti si possono dire “rappresentazioni di rappresentazioni”
N12:Il sapere è una conoscenza razionale, la ragione non ampia il nostro conoscere ma lo sistema e lo classifica; quindi quel
che noi conosciamo concretamente, la ragione permette di conoscerlo in maniera astratta e universale, la conoscenza intuitiva
opera solo su casi singoli e vicini al soggetto, per questo ogni attività pianificata deve essere guidata dalla ragione. Solo
l'intelletto riesce a conoscere in maniera impeccabile e perfetta, ma per la sua caratteristica di conoscere solo il vicino ha
bisogno del supporto della ragione. Da una conoscenza intuitiva si può arrivare alla concretizzazione di qualcosa, ma quando
c'è una fitta organizzazione per costruire qualcosa allora significa che si è partiti da un progetto “in abstracto”. Nel primo caso
colui che crea da solo attraverso l'intuizione, deve accantonare il sapere che lo rende insicuro. I concetti sono come dei tasselli
del mosaico dove non si può ottenere nulla di buono con questi nell'arte, infatti i concetti sono infruttuosi per l'arte e adibiti
piuttosto per la scienza.
N49 : Al fondo di tutte le nostre considerazioni sull'arte giace la verità che l'oggetto dell'arte, è un idea, nel senso platonico, e
nient'altro : Non è oggetto di conoscenza comune, né il concetto che è oggetto del pensiero razionale della scienza.
Per idea e concetto c'è una distinzione, il concetto è astratto, discorsivo,raggiungibili comprensibile da chiunque abbia
ragione.
L'idea al contrario è assolutamente intuitiva, e sebbene rappresenta una infinita moltitudine di cose è tuttavia totalmente
determinata. Non viene mai conosciuta dall'individuo come tale, ma bensì solo da colui che si è sollevato al di sopra di ogni
volere e di ogni individualità. E dunque raggiungibile solo da genio. O da colui che con l'innalzamento della sua pura facoltà di
conoscere, si trova in disposizione geniale
Perciò è comunicabile solo condizionatamente , in quanto l'idea concepita e ripetuta nell'opera d'arte parla a ciascuno a
seconda della misura del proprio valore intellettuale. Un paragone che possiamo portare è che il concetto somiglia a un morto
recipiente nel quale stanno l'una accanto all'altra le cose che vi sono state deposte e non si possono tranne nuove
conoscenze. Mentre l'idea è come un organismo vivente che dotato di forza creata sviluppa e produce quel che non vi era
stato introdotto.
Quindi il concetto è utile per la scienza. Al contrario l'idea è, e resta intuitiva, l'artista non è cosciente dell'intento e del fine
della sua opera. ( in abstracto) ,lavora come dice la gente di puro sentimento, inconsciamente, addirittura per istinto.
Al contrario gli imitatori procedono nell'arte muovendo dal concetto, si annotato quel che delle opere piace e connotato lo
apprendono in concetti e lo imitano, non producendo un opera viva.
II CAPITOLO “L'ESSENZA DELL'IDEA”
Anche il tema dell'essenza dell'idea trova trattazione in due diversi luoghi del Mondo vale a dire :
Nel II LIBRO all'interno del tema dominante della volontà come “cosa in sé”
Nel III LIBRO dove si tratta invece dell'essenza dell'arte come conoscenza dell'idea.
Il secondo libro già risentiva dei cambiamenti nel 1815, mentre il terzo libro si avvicinava molto di più all'impostazione dei
frammenti giovanili. Qui ormai nel secondo libro si è andata teorizzando la volontà come “ cosa in sé “ anche se ricorderemo
nei frammenti giovanili che ciò che era “ cosa in sé“ è l'idea, ormai ora divenuta la manifestazione della cosa in sé, in qualche
modo è fenomeno, privo di determinazioni spazio temporali, e casuali, ma avente la forma fondamentale del fenomeno, la
distinzione tra oggetto e soggetto . La volontà si è arrogata ormai tutti i caratteri che prima erano attribuiti all'idea
In questo nuovo schema volontà\fenomeno che si è venuto sostituendo a quello rigorosamente platonico, già conosciuto, ma
qui non c'è più spazio per l'idea , ma non rinuncia del tutto alla teoria dell'idea.
Nel frammento 25 troviamo la spiegazione di spazio e tempo come forme del principio di ragione dove è espressa la
conoscenza a priori; è una proprietà della nostra conoscenza, non una propietà della cosa in sé, che invece è totalmente
libera da qualsiasi tipo di conoscenza. La volontà penetra nelle cose in gradazioni diverse, non è molto importante la quantità
poiché è una proprietà dello spazio. Questi gradi di volontà sono immobili, non soggettivi a mutamento: vengono definiti idee
platoniche.
Nel frammento 26 crea una scala di oggettivazione della volontà. Nel gradino più basso si trovano le forze generali della
natura (peso, impenetrabilità o leggi che dominano la materia: elasticità, fluidità). Sono fenomeni immutati della natura. Nel
grado successivo si trova l'individualità: l'uomo ha proprie caratteristiche fisiche, determinate e caratterizzanti. Ogni individuo
ha una propria psicologia. Gli animali non hanno delle caratteristiche che li contraddistinguono dagli altri animali della stessa
specie, ma è proprio questa che domina imponendo a ogni animale delle tracce caratt