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EZRA POUND
Vedi lett. Inglese (ultima parte)
FRANCIS SCOTT FITZGERALD (1896 – 1940)
Francis Scott Fitzgerald nasce a St. Paul, nel Minnesota, il 24 settembre 1896 da una famiglia della media borghesia d'origine irlandese. Il padre non ha fortuna in affari, così il già modesto patrimonio di famiglia continua ad assottigliarsi e i Fitzgerald hanno molte preoccupazioni finanziarie. Solo grazie all'aiuto di una zia rimasta zitella, Scott riesce a realizzare il suo primo sogno, quello di frequentare una scuola preparatoria per poi iscriversi all'Università di Princeton. Qui comincia a scrivere commedie musicali e trova le sue prime ammiratrici. Nell'autunno del 1917 è nominato sottotenente di complemento nell'esercito e parte per il campo di addestramento dove, durante i fine settimana, scrive la maggior parte del suo primo romanzo L'egocentrico romantico. A un ballo conosce la figlia di un giudice, Zelda Sayre, che descrive agli
amici come «la più bella fanciulla dell’Alabama e dellaGeorgia». I due giovani si fidanzano ma, non potendo sposarla prima di aver dimostrato al padre della ragazza di essere in gradodi mantenerla, Scott, dopo il congedo, si reca a New York in cerca di un impiego. È questo un periodo molto difficile per il giovaneche, nonostante gli sforzi, non riesce a veder riconosciuto il proprio talento letterario. Zelda si rende ben presto conto che i suoitentativi sono disperati e rompe il fidanzamento, richiamandosi al buon senso. Fitzgerald si fa prestare denaro dai compagni dicorso, si ubriaca, poi torna a St. Paul e scrive daccapo il romanzo con un nuovo titolo, Di qua dal paradiso (1920). Questa voltail libro viene pubblicato e si rivela un successo perché in grado di rappresentare con precisione e accuratezza i problemi chesembrano affliggere la nuova generazione. Ai primi d’aprile del 1920, Zelda arriva a New York e i due giovani finalmenteSi sposano: incomincia una nuova era e Scott e Zelda ne sono i rappresentanti più in vista. Gli anni successivi al 1920 sono gli anni in cui l'etica della produzione cede il passo all'etica del consumo, necessaria per fornire mercati ai nuovi beni che affluiscono dalle catene di montaggio. Fitzgerald continua a mietere successi, le riviste sono adesso ansiose di pubblicarne i racconti e disposte a compensarli assai bene. Nel 1922 esce I belli e i dannati dove, ancora una volta, lo scrittore affronta il tema del crollo degli ideali giovanili. Il grande Gatsby (1925), il romanzo cui Fitzgerald deve la fama presso il grande pubblico, solleva il velo sulle ipocrisie e sulle meschinità che si nascondono dietro il mondo sfavillante delle classi agiate. Nel 1934 viene pubblicato Tenera è la notte in cui esamina con profonda penetrazione psicologica la complessità dei rapporti interpersonali. Gli ultimi fuochi, il romanzo incompiuto su Hollywood pubblicato
postumo nel 1941, concilia abilità tecnica e investigazione psicologica. La depressione economica all'inizio degli anni Trenta vede anche il declino fisico, intellettuale ed economico dello scrittore che cade in depressione e comincia a bere. La moglie, emotivamente fragile e instabile, non può essergli di alcun aiuto dovendo, lei per prima, far ricorso a cure specialistiche. Tornato in patria dall'Europa dove si era recato dopo la prima guerra mondiale, Fitzgerald comincia a lavorare a Hollywood (per la Metro-Goldwyn-Mayer, la famosa casa di produzione cinematografica), dimostrandosi un abile scrittore per lo schermo. Pochi anni dopo, nel 1940, muore. I "ruggenti anni Venti", come furono battezzati i primi anni del nuovo secolo per la struggente frenesia del vivere che li caratterizzò, sono magnificamente rappresentati dalla vita artistica e personale di Fitzgerald. La critica è sempre stata restia ad attribuire all'opera.Dell'autore un serio valore letterario: la sua reputazione di forte bevitore ha ispirato il mito dello scrittore irresponsabile, nonostante l'attenzione quasi maniacale con cui soleva revisionare i suoi lavori. A 23 anni, quando pubblica il suo Il grande Gatsby (1925) è sicuramente l'opera più rappresentativa di quelli che sono passati alla storia come "i ruggenti anni Venti", anni di consumi sfrenati e di guadagni facili. Nel romanzo viene raccontata la storia del sogno impossibile di un uomo, Gatsby, che incarna la purezza degli ideali americani corrotti dal materialismo e dal successo sociale. Con questo romanzo Fitzgerald vuole ribadire le accuse, che spesso egli stesso ha mosso, contro il materialismo della società. La sua è una satira amara dell'"età del jazz" (come egli stesso definisce gli anni successivi al 1920), un periodo di successo apparente, ma di profondo caos morale in cui si sono persi.
tutti i valori. I due protagonisti, Jay e Daisy, ne incarnano i diversi ideali: il primo fa il gangster, tuttavia è un puro, anzi è pulito e innocente, perché crede e combatte fino in fondo per realizzare il suo sogno; Daisy è una donna molto bella, eppure fragile, confusa e infelice, sembra innamorata di Gatsby, ma forse è soltanto una ragazza viziata e volubile. Attraverso quest'affascinante spaccato di vita nell'America degli anni Venti, emerge chiaramente come il sogno americano di felicità e benessere sia, di fatto, irraggiungibile. Jay Gatsby è un uomo misterioso che vive a West Egg, noto sobborgo di New York, dove, nella sua sfarzosa villa sempre illuminata, offre ricevimenti lussuosi e affollati di finti amici. La sua segreta e inconfessabile speranza è quella di ritrovare Daisy, la ragazza che ha conosciuto e amato quando aveva appena diciotto anni. Lei, irraggiungibile, apparteneva a una ricca famiglia eRappresentava anche lo stile di vita che Jay aveva sempre sognato. La storia tra i due era finita quando Gatsby era partito per la guerra, rimanendo lontano per cinque anni, durante i quali, però, i suoi sentimenti non erano cambiati, mentre lei si era sposata con un giovane rampollo di buona famiglia. Ora, però, Jay è ricco e potente (grazie anche ai suoi legami con la malavita) e riesce, con la sua stravagante devozione, a riconquistare Daisy e a diventare l'amante. Il suo sogno, purtroppo, si concluderà in tragedia ed egli morirà pur avendo messo in gioco tutte le sue ricchezze e il suo potere per ottenere ciò che desiderava.
Primo romanzo, lo scrittore ha quel tipo di origini sociali che la sua generazione considerava rappresentativo e i primi successi gli insegnano che, quando scrive con sincerità dei propri sogni, delle proprie disavventure e scoperte, gli altri si riconoscono in quelle pagine. In realtà, nella vittoria e
nella sconfitta, Fitzgerald conserva una qualità che pochi autori riescono ad acquisire: la sensazione di vivere nella storia. I costumi e la morale mutano durante la sua esistenza e lo scrittore si accinge al compito di riferire questi mutamenti. Partecipa alla baldoria e all'esaltazione del suo tempo, ma mantiene anche una posizione di segreto distacco, considerandosi un povero che vive tra milionari, un burbero contadino tra la nobiltà. Il suo punto di osservazione è la linea di confine fra due generazioni, quella prebellica e quella postbellica. Nei romanzi e nei racconti tenta di rappresentare lo splendore della vita dei circoli eleganti di Princeton, a Hollywood e sulla riviera francese; circonda i suoi personaggi di una nebbia di ammirazione e al contempo seguita a lacerare e a dissolvere tale nebbia. Riesce, cioè, a mantenersi distaccato e a esaminare dall'esterno le cause e le conseguenze di un evento. In ciò consiste la sua.capacità di sdoppiarsi o la sua ironia, ed è questo uno dei tratti che lo contraddistinguono come scrittore.
Brano: [da Il grande Gatsby, La morte di Gatsby] 93 94 95 […] Poco prima delle tre arrivò da Flushing il ministro luterano; incominciai involontariamente a guardare dalla finestra per vedere se arrivavano altre macchine. Così fece il padre di Gatsby. E mentre il tempo passava e i domestici entravano e si fermavano in attesa nell'atrio, il vecchio si mise a sbattere ansiosamente gli occhi e a parlare della pioggia con tono preoccupato, incerto. Il ministro guardò più volte l'orologio, così lo trassi in disparte e gli chiesi di aspettare mezz'ora. Ma fu inutile. Non venne nessuno.
Verso le cinque la nostra processione, composta di tre macchine, giunse al cimitero e si fermò in una pioggerella fitta presso il 96 97 cancello: prima il furgone funebre, orrendamente nero e bagnato, poi il signor Gatz e il ministro
E io nella berlina e, poco dopo, 98 quattro o cinque domestici e il postino di West Egg nella macchina da lavoro, tutti bagnati fino alle ossa. Mentre varcavamo il 99 cancello per entrare in cimitero udii fermarsi una macchina e poi qualcuno che ci seguiva guazzando nel terriccio molle d'acqua. Mi guardai attorno. Era quel tale dagli occhiali di gufo che avevo trovato nella biblioteca di Gatsby tre mesi prima intento a meravigliarsi dei libri. Non l'avevo più visto da allora. Non so come avesse saputo del funerale e nemmeno come si chiamasse. La pioggia colava sugli occhiali spessi e lui se li toglieva e li asciugava per vedere la tela di protezione che veniva tolta dalla tomba di Gatsby. Cercai in quel momento di pensare a Gatsby, ma era già troppo lontano; riuscii soltanto a ricordare senza risentimento che Daisy non aveva mandato né una parola né un fiore. Udii confusamente qualcuno che mormorava: "Benedetti i morti bagnati dalla pioggia".
E poi l'uomo dagli occhiali di gufo disse con voce energica: "Amen". Ritornammo in fretta alle macchine, sotto la pioggia. Accanto al cancello, Occhi di Gufo mi parlò: "Non ho potuto venire a casa" disse. "Nessuno ha potuto". 103 "Andiamo!" Si avviò "Ma perdio! Ci andavano a centinaia". Si tolse gli occhiali e li asciugò di nuovo, dentro e fuori. "Povero bastardo" disse. [...] Analisi del testo: Nessuno dei tanti amici che frequentavano le sue lussuose feste si reca ai funerali del grande Gatsby; sotto la pioggia, un misero corteo dà l'addio a un uomo e al suo sogno. Il brano si apre con un'attesa, un'aspettativa che non sarà realizzata: nessuno si presenta ai funerali del grande Gatsby, nonostante fossero in tanti a partecipare alle sue feste. Nick Canaway, il giovane vicino di casa che lo ha aiutato a riallacciare i contatti con il suo grande amore, Daisy, e
Il signor Gatz, il padre di Jay, aspettano invano l'arrivo di almeno qualcuna delle persone che popolavano i suoi sfarzosi ricevimenti; sono però costretti ad arrendersi all'evidenza: purtroppo nessuno si presenterà. La pioggerella fitta che comincia a cadere suggella la fine di un'esistenza vorticosa e fantastica.