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IL TESSUTO CONNETTIVO
Il tessuto connettivo è quindi quel tessuto caratterizzato da una maggiore presenza di sostanza fondamentale, formata
da una parte amorfa (ossia la sostanza fondamentale ricca in acqua) ed una fibrosa (organizzata in fibre, prodotte da
cellule dette fibroblasti e fibrociti).
Si divide in sottotipi: connettivo propriamente detto, adiposo, cartilagineo, osseo ed umori circolanti.
Le fibre sono di natura proteica e si distinguono in:
• Fibre di collagene: composti da fibrille dette trocollagene. Il nome deriva dalla “colla”, una sostanza che si
forma riscaldando la fibra stessa. È caratterizzata da una resistenza alla trazione, inoltre è indice di tenerezza
nella carne.
• Fibre reticolari: simili alle fibre di collagene, ma le fibre sono più sottili e ramificate.
• Fibre elastiche: hanno una proteina detta “elastina”, molto estensibile.
In base alla predominanza di tale fibre, vi è una classificazione del tessuto connettivo:
• Lasso: vi è una predominanza di sostanza fondamentale. Forma il tessuto sottocutaneo.
• Elastico: formato da fibre elastiche. Forma i legamenti.
• Reticolare: formato da fibre reticolari. Si trova nel fegato, organi linfatici come la milza, midollo osseo.
• Denso o compatto: formato da fibre di collagene. Si trova nel derma, tendini e legamenti.
• Mucoso maturo: un tessuto primitivo che va a formare la polpa dentaria ed il cordone ombelicale.
Scritto da Alessia Diana
Il tessuto cartilagineo è un tipo di tessuto connettivo dotato di una notevole resistenza alla pressione e flessione. Le
cellule che lo costituiscono sono dette condrociti, a forma ovoidale e sferica, ma è formato anche da una abbondanza
di sostanza intercellulare. Tale tessuto è rivestito da un involucro detto pericondrio (tessuto connettivo fibroso) in
modo uniforme, tranne a livello delle superfici articolari. È sprovvisto di nervi e di vasi sanguigni o linfatici, infatti è
nutrita per diffusione.
È presente in varie parti del nostro corpo ad esempio le orecchie, il naso, la trachea, i bronchi e le articolazioni.
Si differenzia in base alla presenza di fibre, in tre tipi:
• Cartilagine ialina, che appare traslucida in quanto non vi sono molte fibrille. È il tipo più diffuso.
• Cartilagine elastica, con elevato numero di fibre elastiche.
• Cartilagine fibrosa, con elevato numero di fibrille, ed è priva di pericondrio. È composta da grossi fasci fibrosi
immersi in una scarsa matrice cartilaginea.
Il tessuto osseo invece è una forma specializzata di tessuto connettivo, caratterizzato dalla mineralizzazione della
matrice extracellulare, che conferisce resistenza e durezza. Va a formare lo scheletro, la dentina ed il cemento dei
denti. Si divide in due sottotipi:
• Tessuto osseo non lamellare: la matrice è disordinata, ed è presente solo nei volatili, poiché nei mammiferi è
una versione immatura del tessuto osseo lamellare.
• Tessuto osseo lamellare: la matrice ossea è organizzata in lamelle, e si divide a sua volta in due tipi.
1. Tessuto osseo spugnoso: le lamelle si organizzano in “spicole”, ricche di cavità. Gli spazi sono riempiti
con midollo osseo e appaiono organizzate in modo disordinato. Si trovano nelle epifisi delle ossa
lunghe e nella parte interna delle ossa corte.
2. Tessuto osseo compatto: le lamelle si organizzano in “osteoni”, che si chiudono attorno al canale detto
di Havers, contenente uno o più vasi. Le lamelle sono circonferenziali o interstiziali. Si trovano nella
diafisi delle ossa lunghe o all’esterno delle ossa corte.
Il tessuto osseo è rivestito esternamente da periostio, una membrana connettivale vascolarizzata assente nelle
articolazioni, tendini, e legamenti. È ricoperta da osteoblasti quiescenti, che si attivano nel caso di una lesione al
tessuto. L’endostio invece è un sottile strato cellulare incompleto che riveste le trabecole dell’osso spugnoso e le cavità
midollari.
Il tessuto osseo si forma attraverso un processo di ossificazione.
IL PROCESSO DI OSSIFICAZIONE
Il processo di ossificazione comprende le varie tappe che vanno poi a formare il tessuto osseo, e si distingue in
ossificazione diretta (l’osso si sviluppa direttamente dal mesenchima) ed indiretta (l’osso si sviluppa da un modello
cartilagineo preesistente).
Le cellule che vi partecipano sono: preosteoblasti, osteoblasti, osteociti, osteoclasti.
L’ossificazione diretta si può dividere in varie tappe:
1. Le cellule mesenchimali si addensano in un punto, formando il centro di ossificazione, da cui inizia il processo;
2. Le cellule mesenchimali si differenziano in osteoblasti, che depositano il tessuto osteoide;
3. Tale tessuto va incontro a mineralizzazione, trasformandosi in osso fibroso;
4. Gli osteoblasti diventano osteociti, nel mentre arrivano altri osteoblasti ed intanto l’osso inizia ad accrescere;
5. Dal sangue arrivano i preosteoclasti, che diventano poi osteoclasti. Inizia così la dissoluzione dell’osso fibroso,
che viene rimpiazzato da altri osteoblasti con osso lamellare.
L’ossificazione indiretta parte quindi da un modello cartilagineo, sia all’interno (endocondrale), che all’esterno
(pericondrale).
L’ossificazione endocondrale avviene in diverse tappe:
1. Le cellule mesenchimali si differenziano in condroblasti, depositando quindi il tessuto cartilagineo.
Scritto da Alessia Diana
2. Al 3° mese di vita intrauterina, compare il centro di ossificazione primario, dove i condrociti iniziano a produrre
collagene, attivando i condroblasti, mentre i condrociti depositano calcio, formando cartilagine calcificata, che
degenera subito, formando zone di degradazione.
3. In queste zone entrano nuovi vasi, all’interno dei quali troviamo osteoclasti e preosteoclasti, che vanno a
distruggere la cartilagine formando l’osso.
L’ossificazione pericondrale invece prende avvio dai preosteoblasti, che si differenziano poi nel pericondrio, che
diventa poi il periostio. Le tappe sono tre:
1. La prima fase è quella della deposizione di tessuto osteoide, dopo che i preosteoblasti, si differenziano in
osteoblasti;
2. Il tessuto si mineralizza trasformandosi in osso fibroso.
3. Tale tessuto viene poi manipolato dagli osteoclasti, nel mentre viene depositato l’osso lamellare.
L’ossificazione in lunghezza avviene grazie alla persistenza di un tessuto cartilagineo a livello della metafisi, detto di
coniugazione.
L’ossificazione in larghezza invece avviene per apposizione di osso lamellare del periostio, e vengono deposti strati di
lamelle sulla superficie esterna.
Il tessuto adiposo è un tipo di tessuto connettivo, formato da grosse cellule dette adipociti, che contengono grosse
gocce di trigliceridi. Si riuniscono in lobuli di grasso, divisi in tessuto connettivo lasso. Gli adipociti possono essere di
due tipi:
• Adipociti bianchi: sono cellule giganti, che contengono un grosso vacuolo di grasso, che schiaccia tutti gli
organuli vicino alla membrana. Intorno al vacuolo si trova una membrana di fosfolipidi.
• Adipociti bruni: sono i più rari. Il nucleo è centrale, e vi sono gocce di lipidi sparse per il citoplasma. Vi sono
varie peculiarità, come la presenza di mitocondri. Infatti, non rilasciano ATP, bensì calore, non per altro si
trovano nei neonati e feti, poiché aiutano l’omeostasi termica.
Le funzioni sono varie: meccanica, poiché occupa interstizi, riveste nervi, fodera muscoli, termoisolante e di riserva,
grazie alla presenza di due enzimi: lipoproteinlipasi (membrana citoplasmatica) e la lipasi (citoplasma).
Gli umori circolanti sono il sangue e la linfa, formati da cellule e plasma.
• Il sangue è costituito da elementi corpuscolari sospesi in un liquido plasmatico (formato da acqua, glucidi, sali
minerali ecc..). L’ematocrito mostra la composizione del sangue, ossia formato dal 55 % di plasma, 44 % di
globuli rossi e 1% da globuli bianchi e piastrine. Si forma attraverso il processo di ematopoiesi, che parte dalle
cellule staminali.
I componenti principali sono i globuli rossi, globuli bianchi, granulociti, polimorfonucleati, monomorfonucleati,
piastrine.
I globuli rossi sono i più numerosi nel sangue e sono anucleati, perciò hanno una forma a disco biconcavo. La
loro membrana plasmatica permette loro di cambiare forma per entrare nei capillari più piccoli. Il citoplasma
contiene l’emoglobina, un noto vettore di ossigeno nel sangue, perché contiene 4 atomi di ferro, che quindi si
possono legare con 4 atomi di ossigeno (gruppo EME).
I globuli bianchi: o leucociti, preservano l’organismo combattendo contro patogeni di varia natura e corpi
estranei.
Le piastrine, sono frammenti di megacariociti, cellule del midollo osseo, che si svolgono in un importante
compito, la coagulazione. Partecipano nell’arresto del sangue (emostasi) durante una lesione.
• La linfa, si trova nei vasi linfatici. Ha una composizione simile al sangue, ma non contiene globuli rossi, piastrine
e fibrinogeno (infatti è bianca o incolore, e non coagula). La linfa deriva dalla trasudazione del plasma
sanguigno a livello dei capillari, ed in rapporto in equilibrio con esso. Lungo i vasi linfatici ci sono organi detti
linfonodi, che producono linfociti, e la linfa non è spinta dal cuore, bensì dall’azione dei muscoli. Come il
sangue, forma un sistema di vasi, detto sistema linfatico. Scritto da Alessia Diana
IL TESSUTO MUSCOLARE
Il tessuto muscolare è il principale costituente della massa corporea. È formato da cellule mononucleate capaci di
modificare la propria forma. Possono essere striate, che presenta un’alternanza di bande chiare e scure, e lisce, che
non presenza bande. Queste bande sono formate da actina e miosina, le due proteine che agiscono nella contrazione.
Si differenzia in:
• Tessuto muscolare striato: presenta un’alternanza di bande ed è a contrazione di volontaria.
• Tessuto muscolare cardiaco: ha una struttura simile a quello scheletrico, ma ha una contrattilità indipendente.
• Tessuto muscolare liscio: non ha striature ed è involontario.
Andando più in dettaglio:
• Il tessuto muscolare liscio: è composto da cellule allungate dette fibrocellule, circondate da tessuto connettivo
reticolare. La contrazione è involontaria, e si origina da delle zone particolari, dette “pacemaker” del tessuto
e sono regolati dal sistema nervoso.
• Il tessuto muscolare striato: le unità sono plurinucleate, le cellule sono dette fibre muscolari riunite in fasci, e
formano i muscoli. Oltre ai numerosi nuclei, immersi nel sarcoplasma, ed addossati al sarcolemma, vi sono
varie miofibrille. Le miofibrille sono circondate dal reticolo sarcoplasmatico che comunica con il sarcolemma
consentendo la trasm