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ENTRATE FISCALI

Le entrate fiscali si dividono in:

  1. ENTRATE TRIBUTARIE, che a loro volta si dividono in:
    1. imposte: obbligazione pecuniaria finalizzata al soddisfacimento di bisogni pubblici indistinti. Servono quindi a finanziare la spesa pubblica indivisibile. Ad esempio l'illuminazione stradale, che serve potenzialmente a tutti.

Le imposte possono essere:

  1. dirette: colpiscono una capacità immediata di ricchezza. Quali sono le tipiche?
    • sul reddito, di cui la più nota è l'IRPEF: imposta sul reddito delle persone fisiche. Il presupposto delle imposte sul reddito è il possesso dei redditi in denaro o natura, rientranti nelle 6 categorie reddituali indicate nell'art. 6 del TUIR: redditi fondiari, di lavoro dipendente,

Lavoro autonomo, di impresa, di capitale e redditi diversi. Ogni categoria ha delle regole di determinazione diverse, ad esempio per i redditi fondiari e agrari, quindi quelli che rientrano nei redditi fondiari, si prende come riferimento un reddito normale che tendenzialmente è la rendita catastale, mentre per altri redditi si prende il reddito effettivo e abbiamo visto che per l'effettività del reddito si può fare riferimento a 2 criteri, o di tassa o di competenza. Ad esempio per i redditi di lavoro dipendente il principio di cassa è un principio cosiddetto allargato, ossia si considerano rientranti nell'anno anche i primi 12 giorni dell'anno X+1 (gennaio). Differenza tra reddito di lavoro dipendente e reddito di lavoro autonomo: il reddito da lavoro autonomo si tassa al netto dei costi, mentre i redditi di lavoro dipendente si tassano a lordo dei costi. I redditi di capitale possono essere solo positivi, a differenza dei redditi diversi.

(chepossono essere sia positivi che negativi: plusvalenze e minusvalenze);

 sul patrimonio.

II. indirette: colpiscono manifestazioni cosiddette “mediate” di ricchezza. Rappresentanocirca 1/3 del gettito che annualmente l’erario percepisce sotto forma di tributi, quindihanno un peso molto rilevante. Rispetto alle dirette, che colpiscono una capacitàimmediata di ricchezza, le imposte indirette colpiscono manifestazioni mediate diricchezza. Significa che colpiscono quei fenomeni che indirettamente ci fanno capireche un soggetto ha una capacità economica, ossia:

 consumi e scambi. L’imposta tipica sui consumi è l’IVA, che nasce in un contestosovranazionale, quindi ha una matrice europea. È vigente nel nostro paese dal 1973:prima del 1973 vigeva l’IGE. Poi è stata introdotta questa direttiva europea e le regoleitaliane sono contenute nel DPR 633 del 1972.

L’IVA si basa su un meccanismo che prevede

Per fare un esempio, partiamo dai primi 2 soggetti: il soggetto A, che è il grossista, ed il soggetto B, che è il dettagliante.

A vende a B e il prezzo di questa transazione è 100+ IVA (per semplicità di trattazione ipotizziamo che l'IVA sia al 20%, anche se come vedremo più avanti l'aliquota ordinaria è del 22%).

Il soggetto A addebita a B il corrispettivo del bene + il valore aggiunto, quindi B dovrà pagare ad A 120€.

Cosa fa A? Il soggetto A trattiene il corrispettivo di 100 e in teoria dovrebbe versare quei 20 di imposta all'erario.

L'addebito dell'imposta di 20 si chiama "meccanismo dell'addebito in rivalsa". A applica quindi il meccanismo della rivalsa a B.

Abbiamo detto che è un rapporto trilaterale, quindi ipotizziamo che vi sia un soggetto C, consumatore finale.

Ipotizziamo che poi B venda al soggetto C.

Anche B addebita sempre l'IVA, sempre in rivalsa, al soggetto C. Supponiamo che nel trasferimento da B a C il corrispettivo sia di 120 e l'IVA di 24. Quindi B vende al soggetto C per 120 + 24 di IVA. Quanto pagherà C a B? sempre il corrispettivo + il valore aggiunto, quindi 144. Il soggetto B quindi ha operato il meccanismo della rivalsa nei confronti di C, ha addebitato quindi l'IVA di 24. Abbiamo detto che A addebita a B l'importo di 20 a titolo di rivalsa, e B addebita a C l'imposta di 24 a titolo di rivalsa, quindi abbiamo B che da un lato effettua una rivalsa su C, e dall'altro la subisce da A. L'IVA che subisce in rivalsa è un'imposta detraibile, è un credito.  Quindi come si deve versare l'IVA all'amministrazione finanziaria? Dobbiamo contrapporre l'IVA addebitata in rivalsa, con l'IVA che è stata pagata in rivalsa. Quindi da una parte B addebita a C l'importo di 24 a titolo di imposta,

B invece deve versare l'importo di 24 all'erario, quindi in teoria per B i 24 sono un debito. Ma avendo già subito una rivalsa, il soggetto B non deve versare i 24, ma dovrà fare un confronto fra l'IVA che ha già versato ad A e quella che ha trattenuto a C. Quindi B in questo calcolo quanto dovrà versare all'erario? Quindi: da una parte B effettua una rivalsa e dall'altra la subisce. Bisogna fare un confronto tra queste 2 grandezze: da una parte l'IVA sarà un debito e dall'altra un credito. Il debito verso l'amministrazione però non sono quei 24, ma quei 24 vanno nettati dell'IVA subita in rivalsa. Quindi, quanto versare all'amministrazione finanziaria? 4€. 4€ perché 20 è l'IVA a credito, quindi la rivalsa subita da A è IVA a credito, mentre i 24, quindi il meccanismo della rivalsa applicato su C è un debito. Quindi praticamente questo meccanismo.è che si tratti di una cessione di beni o di una prestazione di servizi, effettuata a titolo oneroso nel territorio dello Stato italiano. Per quanto riguarda la rivalsa dell'IVA, essa può essere applicata solo da parte dei soggetti passivi dell'imposta, ovvero coloro che effettuano cessioni di beni o prestazioni di servizi. La rivalsa consente a questi soggetti di trasferire l'onere dell'IVA al cliente finale, che non ha la possibilità di detrarre l'imposta. Invece, per i soggetti che non sono passivi dell'IVA, come ad esempio i consumatori finali, l'imposta rappresenta un vero e proprio onere, in quanto non possono detrarla o rivalersene su altri soggetti. In conclusione, l'IVA è un'imposta che grava principalmente sul consumatore finale, mentre per i soggetti passivi può essere resa tendenzialmente neutrale grazie alla possibilità di detrarla o rivalersene.

è la prestazione di servizi, la cessione di beni e le importazioni (da sottolineare). Abbiamo sottolineato le importazioni, perché solitamente i beni trasferiti da un paese all’altro scontato la tassazione nel paese di destinazione. Ad esempio se un italiano vende ad un soggetto straniero, il paese del soggetto che acquista il bene addebiterà l’imposta al bene oggetto di scambio. Quindi ricorda che l’IVA, tranne che per alcune operazioni, si applica sulle importazioni, quindi è il paese del soggetto che riceve il bene ad applicare l’imposta al bene oggetto di scambio.

140 c. Presupposto territoriale è che la prestazione si realizzi nel territorio dello Stato. Ci sono delle regole per determinare quando una prestazione è svolta nel territorio dello Stato.

Le operazioni che presentano contestualmente tutti quanti i 3 presupposti si dicono “operazioni soggette ad IVA”. Esse fanno sorgere tutti quanti gli obblighi.

Le operazioni imponibili si suddividono in quattro categorie: documentali, di registrazione, di liquidazione dell'imposta e di dichiarazione. Esse poi si declinano in 3 fattispecie, che hanno un diverso trattamento ai fini della rivalsa e della detrazione:

  1. Operazioni imponibili: il meccanismo della rivalsa e delle detrazioni è perfetto, cioè prevedono la possibilità di addebito e rivalsa, e la possibilità di detrarre l'IVA pagata a monte. Quindi come abbiamo visto nel caso di B, da una parte ha la possibilità di applicare la rivalsa su C, dall'altra ha la possibilità di detrarre l'IVA pagata ad A. Quindi B faceva il confronto tra l'IVA che da una parte gli era stata trattenuta da A e quella che aveva addebitato a C, pagando all'amministrazione finanziaria il netto. Quindi da una parte B ha la possibilità di detrarre l'IVA pagata a monte ad A, e dall'altra parte ha la possibilità di riaddebitare, di applicare il meccanismo della rivalsa su C.

  2. Seconda fattispecie

  3. Terza fattispecie

Operazioni non imponibili: sono tipicamente le esportazioni. Come abbiamo visto, non si può addebitare l'IVA in rivalsa, perché l'IVA verrà addebitata direttamente dal soggetto cessionario, cioè dal paese estero. Non viene cioè addebitata dal cedente, quindi io soggetto italiano che vendo ad un soggetto residente in Francia, non addebiterò l'IVA ma sarà il paese estero ad addebitarla. Quindi esse sono tipicamente connesse alle esportazioni. Ciononostante, sulle operazioni non imponibili, il soggetto che effettua l'esportazione può comunque detrarre l'IVA sugli acquisti. Quindi se il soggetto B, italiano, compra da un soggetto A, il soggetto avrà l'IVA e il soggetto B quell'importo lo può detrarre: questo significa che questi soggetti esportatori avranno sempre un credito strutturale, cioè ci sarà sempre (con il fatto che non possono applicare il meccanismo della rivalsa,

l'IVA sugli acquisti) che operazioni esenti (senza possibilità di addebitare l'IVA in rivalsa e di detrarre l'IVA sugli acquisti)? In questo caso, il soggetto dovrà distinguere tra le due tipologie di operazioni e tenere conto delle seguenti regole: - Per le operazioni imponibili, il soggetto potrà addebitare l'IVA in rivalsa al cliente e allo stesso tempo potrà detrarre l'IVA sugli acquisti effettuati per svolgere l'attività. In questo modo, si avrà un saldo tra l'IVA addebitata e l'IVA detratta. - Per le operazioni esenti, il soggetto non potrà addebitare l'IVA in rivalsa al cliente e non potrà detrarre l'IVA sugli acquisti. In questo caso, non si avrà né un credito né un debito di IVA. È importante sottolineare che il soggetto dovrà tenere una corretta contabilità per distinguere tra le due tipologie di operazioni e calcolare correttamente l'IVA da addebitare e da detrarre.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
168 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/09 Finanza aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giorgia2808 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fiscalità dell'innovazione e delle startup e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Internazionali di Roma – UNINT o del prof Molinaro Giuseppe.