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Relazione tra ROI e ROE
RCIR.O.A. = Return On Assets
R.O.A. = (Reddito operativo + Reddito atipico + proventi finanziari) / Capitale investito totale
La leva finanziaria
R.O.E. = R.O.I. + (R.O.I. - i) x (D / E)
D ed E rappresentano il capitale di terzi e proprio
Analizzando pertanto la relazione tra ROI e costo dell'indebitamento (i) è possibile determinare l'effetto, positivo, negativo o nullo, che un maggior indebitamento determina sulla redditività del capitale proprio (ROE).
ROI = i (costo dell'indebitamento) → la scelta tra fonti esterne ed interne non produce alcun effetto sul ROE.
Conviene limitare il ricorso al capitale di terzi perché il suo aumento provoca un effetto moltiplicatore negativo sul ROE.
Conviene ricorrere al capitale di terzi per finanziare l'investimento poiché il ritorno sull'investimento è maggiore del costo dell'indebitamento. Ciò determina un effetto moltiplicativo sul ROE.
Capitolo 7: La struttura del capitale e la struttura finanziaria obiettivo
Quali sono le caratteristiche fondamentali del capitale proprio e del capitale di debito?
Capitale proprio
- È soggetto direttamente al rischio d'impresa, in quanto non esiste alcun vincolo di rimborso per gli investitori.
- Non è soggetto a remunerazione obbligatoria, che è collegata ai risultati aziendali e alle decisioni assunte dalla proprietà.
- Non è vincolato a scadenza, in quanto l'investimento dei mezzi propri all'interno dell'impresa è a tempo indeterminato.
Capitale di debito
- È soggetto in via secondaria al rischio d'impresa, in quanto solo nel caso di insolvenza, dovuta a elevate perdite che hanno azzerato il capitale proprio, l'impresa è obbligata a rimborsare il capitale di debito.
- È soggetto a remunerazione obbligatoria sotto forma di interessi, che devono essere pagati agli investitori secondo le condizioni contrattuali.
- È vincolato a scadenza, in quanto il capitale di debito deve essere restituito agli investitori entro una data prestabilita.
- Utili non distribuiti
- Debito ordinario
- Debito convertibile
- Azione ordinaria
- Azione privilegiata
- Azione privilegiata convertibili
- Costo medio ponderato del capitale dell'impresa attuale
- Valore
- Analisi comparata (competitors)
- I pagamenti sono prestabiliti o hanno natura residuale?
- Se prestabiliti debito
- Se hanno natura residuale capitale netto
- I pagamenti sono fiscalmente deducibili?
- Se fiscalmente deducibili si tratta di debito
titolo hanno priorità in caso di dissesto finanziario?→ se hanno priorità in caso di dissesto si tratta di debito.- Il titolo ha una scadenza prefissata?→ se ha una scadenza prefissata si tratta di debito.- Il titolo conferisce potere di controllo?→ se conferisce potere di controllo si tratta di capitale netto.
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Flessibilità finanziaria, debt capacity e trade-off
Esiste un trade-off fra il non mantenere abbastanza flessibilità (ricorso eccessivo al debito) e mantenere troppo (insufficiente ricorso al debito).
La flessibilità avrà più valore per le imprese che hanno maggiore probabilità di avere opportunità di investimento che richiedono grossi investimenti a rendimento elevato.
Via via che le imprese ed i settori in cui operano maturano, le esigenze di fondi diventano più aumentare
L'utilizzo del debito prevedibili e si potràPer Modigliani-MillerIn ipotesi di mercati efficienti e assenza di conflitti di interessi, il debito non produce effetti sul valore dell'impresa.L'introduzione dell'effetto fiscale non esclude l'irrilevanza del debito che, in certe circostanze, rimane tale.Nella realtà è improbabile che la struttura finanziaria sia irrilevante, dati i benefici fiscali e il rischio di inadempienza. Va notato che nella pratica professionale i trade-off analizzati hanno pesi differenti.Le imprese sembrano dare maggior peso alla flessibilità finanziaria e all'effetto diluizione piuttosto che al beneficio fiscale ed ai costi del fallimento.L'impresa che distrugge valore investendo in progetti scadenti non può sperare di recuperarlo attraverso le politiche di finanziamento.Perché in realtà esiste una struttura finanziaria che massimizza il valore dell'impresa?LA POLITICA
FINANZIARIA COMPORTA UN TRADE-OFF FRA I BENEFICI DEL DEBITO EDI SUOI COSTI.
In che modo le imprese scelgono la struttura finanziaria? Teoria del Trade-off
Il valore di mercato di una impresa indebitata è pari a quello di una non indebitata, aumentato del fiscale dell'indebitamento e diminuito dei costi di fallimento.
Non esiste una struttura finanziaria ottimale per tutte le imprese, ma ogni impresa dovrebbe ricercare il massimo valore con riferimento alla massimizzazione del differenziale tra vantaggio fiscale e costi del dissesto.
Pecking order theory
Le teorie del pecking order partono dalla rimozione dell'ipotesi di Modigliani e Miller di informazione perfetta. Nello specifico, ipotizzano che il management delle imprese disponga di informazioni più precise riguardo a un qualche aspetto delle prospettive d'investimento delle imprese stesse. La conclusione che unifica le diverse teorie del pecking order è che le imprese preferiranno
ricorrere alla forma di finanziamento il cui valore è meno sensibile rispetto alla particolare informazione oggetto dell'asimmetria informativa.
La dilution è riferita alle quote societarie e consiste nella diminuzione del valore delle quote detenute provocata dall'aumento di capitale o emissione di nuove quote o esercizio di stock options e altri eventi che incidono sull'assetto delle quote societarie.
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Struttura finanziaria obiettivo l'impresa, al permanere La struttura obiettivo (target) risulta identificabile come la situazione in cui delle condizioni di consonanza/risonanza sistemica, realizza:
A) il minimo costo medio ponderato del capitale.
B) una composizione delle fonti di finanziamento compatibile con il profilo strategico operativo) ed accettata dall'insieme degli (rischio interlocutori del sistema impresa.
l'ottimizzazione degli altri effetti incentivanti (ad esempio, rischio finanziario, vantaggio fiscale, flessibilità).→- Consonanza relazioni e rapporti tra i sistemi in termini di reciproca compatibilità.→- Risonanza trasforma la compatibilità sistemica in sintonia di finalità.→- Sistema finanziario.
La composizione delle fonti di finanziamento
K = MP + D
dove:
K → totale delle attività, al netto dei fondi rischi
MP → mezzi propri
D → debiti
Il capitale allocato "regolamento", utilizzata per analisi e
Il Capitale Allocato (CA) è una grandezza di giudizi sulla
copertura del rischio e sulla sua ripartizione fra i portatori del capitale.
Rappresenta il capitale che l'impresa dovrebbe stanziare a copertura della massima perdita possibile.
La struttura finanziaria limite
K = CA +
Dove: CA = MP "limite" tutto il rischio In una situazione è assunto dai portatori dei mezzi propri. La struttura finanziaria effettiva, cioè quella realmente assunta dall'impresa, è diversa da quella. Nella realtà "limite" e da tale struttura deriva una grandezza definita eccesso/difetto di capitale (ECD). - EDC = MP CA dell'impresa rispetto al rischio di non. Tale grandezza identifica una sovra(sotto)capitalizzazione conoscenza. eccesso di capitale: sovracapitalizzata difetto di capitale: sottocapitalizzata Se MP = CA, quoziente di indebitamento limite pari a q* = D* / K (in tutti gli altri casi, quoziente di indebitamento effettivo pari a q = D / K a) Se EDC = 0 q* = q e MP = CA b) Se EDC > 0 q* > q e MP > CA (impresa sovracapitalizzata rispetto al capitale allocato) c) Se EDC < 0 q* < q e MP < CA (impresa sottocapitalizzata rispetto al capitale allocato) Capitolo 8: IlWACCMetodo del costo del capitale
Il costo medio ponderato del capitale (WACC, Weighted Average Cost of Capital) tiene conto delle diverse fonti di finanziamento. È il tasso di rendimento minimo che un fornitore di risorse richiede come compensazione per il proprio contributo di capitale.
Stima del costo del capitale netto (Ke)
È il tasso di rendimento richiesto da coloro che investono in capitale di rischio ed è dato dalla somma tra tasso privo di rischio (risk free rate) e premio per il rischio (risk premium) collegato ad una attività rischiosa.
Considera:
- tassi privo di rischio attività della quale un investitore conosce il rendimento atteso; non deve quindi esserci rischio di insolvenza.
- premio per il rischio nel CAPM il pre