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I.ACCADEMIE E BANDEIRAS
Il settecento è nelle lettere brasiliane il secolo delle accademie: dall’inizio di un’attività letteraria di gruppo.
Nel settecento nasce il letterato brasiliano, ha coscienza della propria qualità di intellettuale. Cerca la
compagnia dei propri simili; la cerca in patria; dove patria è il territorio in cui si è nati: la colonia.
Accademia Basilica dos Esquecidos nel 1724, aveva il fine di comporre una storia del Brasile, sorta sul
modello delle accademie portoghesi. Questa prima congrega riflette il sentimento di segregazione che
pervade l’uomo di lettere coloniale.
Seguiranno i Felizes, i Selectos, i Renascidos e infine i Felizes di São Paulo.
La vita culturale del paese si estende così ai nuovi territori che Gesuiti e banderantes inglobano via via nel
processo acculturativo del paese.
Il Brasile aveva incominciato ad assumere un volto unitario nella mentalità dei regnicoli. Saranno questi
locali che partiranno alla scoperta dell’interno.
Le prima bandeiras erano ancora dirette al reclutamento di indios per le piantagioni di canna da zucchero.
Attratta dalla scoperta dell’oro, una turba composita ed errante era affluita verso il sud.
La corona portoghese conclude allora con l’Inghilterra il trattato che infeuderà per sempre agli inglesi
l’economia del Portogallo. E l’oro brasiliano passerà a poco a poco nelle casse d’Oltremanica.
II.NATIVO APOLOGETA
Il Brasile dell’oro costruisce la civiltà preziosa di Vila Rica che sostituisce Salvador come nuova capitale
economica.
Sorge una nuova aristocrazia economica e culturale. Sorgono poeti Arcadi a cantare i nuovi fiumi.
Le prime società letterarie hanno tuttavia all’inizio scopi solo contingenti e mondani, esse si dedicano alla
celebrazione di avvenimenti quali l’omaggio corale a un uomo pubblico o l’incoronazione del monarca
metropolitano. Nella sua Historia da America Portuguesa, Sebastião da Rocha Pita scriveva che l’accademia
baiana fosse servita a far sì che gravi problemi venissero dibattuti in eleganti e acutissimi versi.
Pita compone la propria storia in prosa: in uno stile pieno di agudezas.
La risposta poetica viene da Manuel de Santa Maria Itaparica: Eustaquidos.
La freddezza del poema è riscattata da un forte amore del natio loco. Può fissare le riflessioni sui tipi umani,
le bellezze della natura, le attività delle genti della sua terra.
La comparazione più audace è tratta dal IX canto dei Lusiadas.
Il sentimento nativista è così alla base di ogni manifestazione culturale del tempo.
La divulgazione di avvenimenti della colonia, tendono a conferire al Brasile una propria fisionomia.
Luis dos Santos Vilhena fissa in venti epistole la vita settecentesca della capitale baiana. Loreto Couto nei
suoi Desagavod so Brasil e Glorias de Penambuco sostituisce l’indio al protagonista bianco.
Nuno marques Pereira in Compendio Narrativo do Peregrino da America divulga in forme portoghesi il
genere dela peregrinatio edificante.
Il bagaglio di allegorie rende il suo racconto fantastico e per noi illeggibile.
La storia è divenuta nuovo genere letterario e a essa si dedicano specialmente i religiosi: Antonio de Santa
Maria Jaboatão autore del Novo Orbe Sarafico; Gaspar da Madre de Deus con Memorias para a Historia da
Capitania de Sao Vincente e Pedro Tarques con Nobiliarquia Paulistana dove narra le imprese dei
banderantes.
III. PARENTESI PORTOGHESE
Matia Aires in Reflexões sobre a vaidade dos homens, opera in cui rifletteva le inquietudini barocche e
preromantiche pur nell’impianto di un pensiero razionalmente illuminista.
Al Brasile appartiene il personaggio Antonio Josè de Silva.
Domingos Caldas Barbosa era mulatto e questa condizione contribuì a fare di lui un poeta BRASILIANO.
Nella poesia di Barbosa si è voluto scorgere il segno del LANGUORE creolo. La musa lasciva e dolciastra di
Lereno accoglie il termine localistico o la strisciata plebea.
IV. ARCADIA OLTREMARINA
Nel 1768 Claudio Manuel d Costa in Obras Poeticas si qualifica come arcade ultramarino, nel Parnoso
obsequioso si definirà BACELLIERE formato in Canoni, Accademico dell’Accademia Liturgica di Coimbra e
creato dall’Arcadia Romana vice-custode della Colonia Oltremarina col nome di Glauceste Saturnio.
Si sa con sicurezza che venne realmente costituita un’Arcadia brasiliana.
Il canone arcadico tende a sostituirsi all’ancora imperante canone barocco.
L’imitazione della natura propugnata dagli Arcadi brasiliani sotto spoglie pastorali era comunque ancor più
letteraria di quella che si proponeva gli Arcadi portoghesi.
L’Arcadia Brasiliana costituisce proprio come espressione di gruppo uno dei momenti chiave di questa
storia letteraria.
È una poesia che influisce sulla futura letteratura brasiliana.
Nasce con gli Arcadi, quella coscienza patria che con i romantici sfocerà nella volontà di indipendenza.
De Costa è di famiglia luso-brasiliana, nato a Vila do Carmo, aveva preso la via dell’Europa e si era
addottorati a Coimbra in diritto canonico.
Nel 1789 tuttavia egli si trovò coinvolto nel movimento indipendentista che venne poi conosciuto sotto il
nome di Inconfidencia Mineira.
Capo della congiura, organizzato quando si era saputo che il nuovo governatore recava dalla metropoli
l’ordine di riscuotere dai sudditi di Minas e in favore della Corona portoghese ogni arretrato della tassa
sulla estrazione dell’oro, era un personaggio pittoresco ed esaltato.
Un’insurrezione armata avrebbe potuto fare da capitanato di Minas uno statuto autonomo libero e ricco.
Traditi da Reis vennero tutti arrestati e imprigionati: il Tiradentes venne giustiziato, De Costa si suicidò o
venne ucciso, mentre Alvarenga Peixoto e Gonzaga erano esiliati in Africa.
Da Costa aveva formulato la propria poetica antibarocca e neoclassica in favore di una restaurazione dei
modelli classici.
Incapace di cantare altri luoghi che le brulle serras della patria.
L’opposizione serras di Minas e piana del Mondego diventerà uno dei temi ricorrenti di questa poesia
arcadica.
L’ambientazione rocciosa della favola pastorale salda il paesaggio delle rupi barocche e quello dei dirupi
romantici. L’arcade brasiliano sente l’opposizione di natura come proiezione esterna di un intimo conflitto.
Il patrio rio nascerà dalla roccia,
È una poesia di contrasti, che saprà recuperare i solidi valori lirici del grande Cinquecento portoghese.
Il poeta civile che affiora in proteste al re contro l’iniquo sistema tributario ai danni di un povero paese
decadente o in confronto con la Russia illuminata di Pietro il Grande. Si manifesta soprattutto nella
costruzione di un mediocre poema, Vila Rica. Il tema nativista presenta qui i coloni di Minas già insediati da
una volteriana Discordia e ora pacificati dal trionfo della giustizia e dell’autorità regia.
Alvarenga Peixoto e Barbara Eliodora
Peixoto nato a Rio de Janeiro, dottore a Coimbra nel 1767, partecipe nella metropoli delle contese
letterarie palombine.
Eliodora, compagna di Peixoto, musa di un arcadico salotto coloniale e celebrata come la prima poetessa
del Brasile. Sarebbe infatti assurta a simbolo della rivoluzione mancata.
Barbara passò alla leggenda letteraria che la volle errante, lacera e pazza fra le vestigia dell’antico
splendore.
Peixoto, arcade illuminato e modernista. Fu in freddo versificatore.
Si è anche parlato di questo Inconfidente come si un semplice precursore dell’indianismo.
Nell’esiguo canzoniere non mancano illuminazioni poetiche, versi raffinati che rendono possibile
l’accostamento di Alvarenga Peixoto ai metafisici inglesi.
Tomas Antonio Gonzaga è l’univo che non uni l’espediente pastorale come alibi di convenzione. L’unico che
abbia creato una leggenda letteraria che è anche un personaggio: Marilia.
Costruisce vita e opera in funzione una dell’altra.
L’esordio è portoghese: nato a Oporto e morto in Africa, il giovane passa a Salvador di Bahia ed è allievo dei
Gesuiti per lo meno fino al 1759. Il rientro in Portogallo nel 1762 presenta Lisbona distrutta dal terremoto.
Poco sappiamo degli anni a Coimbra in cui Gonzaga si laure in legge.
Direito Natural trattato di sapore illumistico e la dedica al Marchese de Pombal.
Nel 1782 si trasferisce a Vila Rica. Nel 1783 si era distinto con la compilazione di un trattato in difesa
dell’usura. S’innamora di una fanciulla della buona borghesia.
L’arresto di Gonzaga avviene del 1789 e fu mandato in esilio in Mozambico per 10 anni; qui vide mutare la
propria sorte, ricostruì una fortuna e una vita, sposa la figlia di un ricco mercante di schiavi, negli ultimi anni
della vita ritorna alla poesia con un poema di gusto tragico-marittimo sul naufragio del MARIALVA.
Quando conosce Maria Doroteia, ha 40 anni, intorno a questo amore della maturità si trasfigurano e
unificano tutte le precedenti esperienze. I primi versi sono quelli della conquista, dove tuttavia la dignità e
alla compostezza del magistrato si manifesta in un ideale di praziana medianitas in cui si riflette la lezione
dei civili Arcadi metropolitani, ma anche una corposa realtà autobiografica: Marilia è la sposa, il ritratto è
ancora di maniera, come di maniera sono i capelli d’oro di lei. Col maturarsi della passione il trattato
assume toni realistici: i capelli hanno il colore della nera notte e gli occhi sono delle donne brasiliane.
Si drammatizza nel tema iberico e barocco della mudança si portoghesizza nel ritrovamento del motivo
della saudade.
Gonzaga vede le cose dal chiuso si una stanza.
Brividi di presagio pur nell’ossequienza al tema classico e oraziano del Carpe diem, sembrano allora
scuotere la compatta tessitura di questi poemi di bonaccia.
Quando il mutamento avviene, il poeta ha imparato a guardare in se stesso. La poesia diviene metro di una
situazione umana.
In carcere scrive3 versi, ad essi egli affida la propria difesa. Eppure le poesie della seconda parte della
Marilia, dalla prigione, sono anche dolorosi documenti di una vita frustata.
Si affollano e si sovrappongono nel carcere buio e immagini luminose di una Marilia distante: perduta per
sempre. Nascono il lamento, la protesta, il canto di saudade, il sogno e infine l ’invio che la descrizione
puntigliosa dei luoghi amati tinge di realismo.
La prima parte della Marilia compare a Lisbona nel 1792, la seconda nel 1799, la terza nel 1812.
La Marilia reca in sé la ragione della futura fortuna romantica.
Alexandre Eulalio, un’opera concepita come raccolta di versi amorosi, si trasforma qui infatti per i posteri in
una storia con principio e fine.
Cartas Chilenasè suddiviso in 12 lettere e rivolto contro le prevaricazioni coloniali del governa