Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 7
Riassunto esame Testi e questioni di letteratura port e bras, prof Pincherle, libro consigliato Il Portogallo Dalle origini al Seicento, Picchio Pag. 1 Riassunto esame Testi e questioni di letteratura port e bras, prof Pincherle, libro consigliato Il Portogallo Dalle origini al Seicento, Picchio Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 7.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Testi e questioni di letteratura port e bras, prof Pincherle, libro consigliato Il Portogallo Dalle origini al Seicento, Picchio Pag. 6
1 su 7
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Antonio Vieira in Historia do Futuro disse che la speranza è un tormento.

Per lui è vero che il miglior interprete delle profezie è il tempo ma questa affermazione serve solo a chiarire che i tempi

sono maturi e che il grande cambiamento è imminente. È così dominata dall’annuncio della imminente trasformazione

del mondo. Il kairos è anche il momento della decisione. Il passato è riattualizzato a tal punto che il predicatori si

identifica con gli antichi profeti.

Questa riduzione del tempo in funzione di una decisione finale non equivale tuttavia in Vieira, al trionfo di una ispirazione

irrazionale e fanatica che distrugge ogni eventualità storica, un determinato disegno politico di cui anche la profezia si fa

portatrice.

Le complicate cabbale numeriche che servono per determinare con esattezza la maturazione dei tempi appaiono, come

il prodotto di una visione apocalittica che Vieira collocò al servizio dei destini del Portogallo.

Una volta che il compimento della profezia è stato smentito dai fatti, il suo artefice sarà consegnato agli archivi del

passato come falso profeta. ’attitudine

Se la corrente storico-razionalista aveva circoscritto il contenuto rivoluzionario della profezia, l della dottrina

ufficiale, già a partire dalla prima metà del XVI secolo si era proposta di raggiungere il medesimo obiettivo con un

procedimento opposto: collocandola lontano in un futuro indefinito.

La profezia di Daniele andrebbe allora riferita all’intera mundi historia e non soltanto a un passato più o meno

identificato.

Antonio Vieira considera già presente quel lontano futuro.

Vieira, oltre a parlare di una fine dell’Impero Romani, aveva sottolineato che tale fine era imminente, ipotizzando una

nuova translatio imperii, stavolta a favole dei re del Portogallo, fondata sulla leggenda di Campo de Ourique, quando

Cristo sarebbe apparso al primo re, Alfonso Henriques .

Dietro alle false reliquie di quell’impero Romano si celava di fatto un ordine costituito che avvertiva come minaccia ai

propri fondamenti il grande progetto di pacificazione universale per il quale egli lavorò e si batté tutta la vita.

Clavis Prophetarum è la sua opera più importante perché in esso è contenuta la chiave per interpretare le profezie del

Vecchio e Nuovo Testamento e il preannuncio di una nuova e differente età della Chiesa.

Le centinaia di pagine manoscritte parlano di una cristianità non più divisa, di un popolo ebreo libero di seguire la sua

religione e di tornare in Palestina, di musulmani non più nemici di fede, di un regno di Dio aperto a tutti i popoli del nuovo

mondo.

Il Quinto Impero si consegna ai secoli futuri come grande promessa di pace e di fratellanza universale.

Parenetica b arocca: la figura poliedrica del padre Antonio Vieira

L’oratoria religiosa è il genere più coltivato nel periodo barocco. Abbiamo riscontrato che l’attività parenetica

accompagna qualunque tipo di celebrazione religiosa. Ma anche diverse circostanze della vita sociale sono celebrate

con la predicazione di sermoni. ’azione

La principale funzione di questi sermoni era di esercitare sulla società un di propaganda, una pedagogia del

tettore. Anche la vita politica è segnata e influenzata dalla pratica parenetica.

Andare al sermone aveva una funzione socioculturale identica a quella di uno spettacolo teatrale.

Sono teatrali i testi, l’agire dell’oratore, i mezzi visivi e uditivi utilizzati come complemento e rinforzo della parola

dell’oratore.

Il padre Antonio Vieira nacque a Lisbona, ma a soli sei anni seguì i suoi genitori in Brasile. È a Bahia che si compie la

sua formazione intellettuale, nel collegio dei gesuiti. È ordinato sacerdote nel 1634.

Restaurata l’indipendenza nazionale del Portogallo nel 1640, lascia il Brasile e una volta a Lisbona conquista le buone

grazie e la fiducia di Don Joao IV, facendone una specie di consigliere privato e di ambasciatore personale.

Egli redige pareri a proposito di diverse e gravi questioni politiche.

Incaricato da Don Joao IV di missioni ufficiali, viaggi.

I sermoni risalgono al 1642. Sono testi essenzialmente politici.

Sermão dos b ons anos in cui vi si oppone alle credenze sebastianiste.

Vieira dimostra che Don Joao IV è il vero Encob erto.

Il sermone di Sant’Antonio è un esercizio di seduzione delle varie classi sociali affinché accettino questo sacrificio, il

Sermone di S. José esalta la figura di restauratore della patria quasi come quella del santo la cui festa la chiesa celebra

in quel giorno; il Sermone di S.Roque proponeva in pubblico le misure per la creazione di due compagnie di commercio

con capitale di ebrei.

Nel 1652 Vieira è di nuovo inviato dai suoi superiori in Brasile nelle missioni di Maranh ão.

Vieira cerca di portare gli indios dalla foresta alla civiltà e al cristianesimo, ma impedisce ai coloni di renderli schiavi.

Vieira ottiene che la tutela degli indios sia affidata alla Compagnia di Gesù. Vieira e i suoi compagni finiscono con

l’essere espulsi dal Maranhão nel 1661. Il Sermone dell’Epifania è l’espressione violenta della sua indignazione di fronte

a questo gesto dei coloni e l’invocazione di un rimedio da parte del re a questa situazione.

Dopo l’ascesa al trono di Don Alfonso VI, egli è allontanato dalla Corte ed esiliato a Oporto. Finisce con l’essere

condannato a varie pene, tra cui il divieto di predicare. Ma nel 1668, in seguito dell’avvento al potere del principe Don

Pedro sarà prosciolto da queste condanne.

Nel 1669 parte per Roma, ha anche un obiettivo di ordine personale: ottenere la revisione del suo processo inquisitoriale

e il riconoscimento da parte della Santa Sede delle idee da lui difese.

Vede riconosciuto il suo talento di oratore.

Si dedica alla stesura della Clavis prophetarum in cui si occupa dall’impero universale di Cristo che, secondo quanto egli

crede, doveva essere da lì a poco insediato sulla terra. Per ordine del superiore generale Joao Paulo Oliva, Vieira

comincia a preparare sui sermoni per la pubblicazione.

La relativa freddezza di Don Pedro II nei suoi confronti, lo amareggerà fino alla morte come si può leggere nella

corrispondenza di questo periodo romano. Lo vedremo impegnarsi nel patrocinare la causa degli ebrei conversi nei suoi

ricorsi al papa affinché siano modificate le procedure dell’Inquisizione portoghese.

Essi sono, servi di cui Dio si serve per compiere la storia raggiungibile in questo impero che ri unirà tutti gli uomini sotto la

legge di Cristo.

Vieira torna in Portogallo nel 1675, non senza aver prima ottenuto da papa Clemente X un breve che lo esenta della

giurisdizione dell’Inquisizione portoghese, collocandolo direttamente sotto la giurisdizione di quella romana.

I problemi di salute e le delusioni lo portano ad allontanarsi definitivamente dal Portogallo e a tornare a Bahia.

Dal 1681 fino alla morte sopraggiunta il 18 luglio del 1697.

I sermoni sono il titolo principale della sua gloria letteraria. I suoi testi oratori sono giunti fino a noi, non nella forma in cui

furono pronunciati, ma quasi tutti, nella forma che il suo autore ha voluto dar loro preparandoli per la stampa e tal volta

il testo.

egli fa riscrivere ex novo

La necessità di combattere per una dignitosa presentazione della sua opera, di difendere la sua immagine e la sua fama,

sono troppo evidenti nella sua corrispondenza perché si possano prendere alla lettera i suoi insistenti lamenti pe r questo

compito ingrato cui era obbligato dal voto di obbedienza.

È necessario notare il profondo legame tra il testo della maggior parte dei sermoni e le circostanze concrete, storiche, in

cui vennero predicati. Il sermone è uno strumento di intervento nella vita politica e sociale.

La sua parola denuncia con frequenza vizi e abusi, sia con critica diretta e perfido violenta o con tono causticamente

ironico ma sempre con veemenza, energia, vigore.

Sermao da Sexagesima, Vieira fa un succinto e magnifico trattato di retorica; egli utilizza i procedimenti dei trattati

classici di Aristotele, Cicerone e Quintiliano.

Queste parole sono infatti utilizzate non solo nelle loro accezioni semantiche, ma anche nella loro mentalità fonica e

perfino nel loro aspetto grafico.

L’organizzazione melodica della frase assume con lui un ritmo incantatorio che conquista per la musicalità e per la forza

degli argomenti.

Vieira ha disegnato un modello ideale di predicatore e ha segnalato figure che personificano questo ideale: San Paolo,

S. Giovanni Battista, Sant’Antonio.

Dalla corrispondenza di Vieira furono pubblicati due volumi nel 1735 e un terzo nel 1746.

Fu il conte di Ericeira a garantire la trasmissione della gran parte dei suoi testi epistolari.

Ci offre abbondanti e preziose informazioni su fatti politici, meandri diplomatici, i dietro le quinte delle decisioni

governative e lancia sopra tutto uno sguardo critico acuto, esprimendo pareri, pro ponendo misure, dando consigli,

raccontando il suo agire sul piano politico.

È un autoritratto di scrittore che troviamo in molti suoi testi. È inoltre la sua intera personalità poliedrica che si delinea

nelle lettere.

I testi di carattere esplicitamente profetico: la historia do futuro e la clavis prophetarum , entrambe incomplete.

Dalla historia do futuro sappiamo che era stata iniziata nel 1649.

L’argomento dell’opera è l’annuncio e la caratterizzazione del Quinto Impero, impero universale di Cristo su di una terra

finalmente unita nella fede cristiana sotto il dominio del re di Portogallo.

L’opera è rimasta incompleta, una specie di proemio che si intitola

dell’opera Livro anteprimeiro da Historia do futuro.

L’utilità è l’argomento e l’obiettivo dell’opera. È un testo marcato da un intenso lusocentrismo.

La clavis prophetarum si dedica principalmente durante gli anni romani. La sostanza di questa opera è identica a quella

precedente è qui sostituito da un ecumenismo che tiene contro del

della Historia do futuro. Il lusocentrismo dell’opera epico.

destino universale senza nessuna preferenza nazionalista. È sparito l’entusiasmo

È da credere che il regno di Cristo sulla terra sarà un regno non solo spirituale, ma anche temporale, che si dedica ai

compiti politici che ritiene possano contribuire alla costruzione di quel regno.

Don Francisco Manuel de Melo e Antonio Vieira sono le due figure di maggior rilievo nella storia della cultura portoghese

del Seicento. Nati entrambi a Lisbona, nel 1608.

Sappiamo che Melo frequentò il collegio gesuita di Santo Antão a Lisbona, intraprese a diciassette anni la carriera

militare, la sua vita si divise tra missioni militari e politiche e soggiorni a Lisbona e alla corte di Madrid. Passò

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
7 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/08 Letteratura portoghese e brasiliana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher aivlis93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Testi e questioni di letteratura portoghese e brasiliana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Pincherle Maria Caterina.