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INTERPRETAZIONE DI UN TESTO

Per poter interpretare un testo è necessario conoscere il significato dei termini:

- Prototesto: testo originale

- Metatesto: la traduzione del testo originale

- Paratesto: l’insieme delle informazioni paratestuali sul testo tradotto

La teoria del senso

La traduzione è un lavoro sul messaggio e sul senso e comporta quindi comprendere l’argomento

e padroneggiare la lingua ma soprattutto immettersi nei panni dell’autore.

La teoria della dominanza del testo elaborata da Jackobson nel 1935, rappresenta una

caratteristica imprescindibile che non va perduta con la traduzione.

LA NEGOZIAZIONE DEI SIGNIFICATI TRA PERDITE E COMPENSAZIONI

RESIDUO: ogni comunicazione verbale lascia qualche residuo (es. di senso non decodificato).

Questi si possono accumulare e il traduttore potrà decidere se eliminarli (perdita) o recuperarli in

altra forma nel metatesto (compensazione).

PERDITA: si verifica nelle traduzioni quando un termine o un concetto del testo di partenza non

esiste nella lingua di arrivo o quando dei termini coprono aree semantiche diverse.

COMPENSAZIONE: quando il residuo viene recuperato, reinserendolo in un altro modo nel

metatesto (epiteto formale in lingue che non hanno forme di cortesia).

NEGOZIAZIONE: scelto tra la perdita e la compensazione

LA MEDIAZIONE LINGUISTICO-CULTURALE

Nella mediazione come interazione vede il mediatore come una figura ponte per superare gli

ostacoli comunicativi. E’ possibile utilizzare l’interpretazione di tipo dialogica, che riguarda i

mediatori linguistico-culturali, interpreti di comunità, interpreti di trattative e interpreti dello

spettacolo. Nella mediazione riferita al coordinamento nel dialogo tra le varie parti, invece, il

mediatore rappresenta una figura cruciale nel coordinare il dialogo tra le parti (guerra, tribunali,

carceri, contesti migratori ecc..)

LE TEORIE SULLA TRADUZIONE: DIMENSIONE DIACRONICA

In Occidente- il Novecento

In Occidente nel Novecento nascono nuove discipline e molti esponenti di altre discipline si

occupano di traduzione. Si aprono settori di studio specifici:

- Storia della traduzione

- Traduzione nella cultura d’arrivo

- Traduzione e linguistica

- Traduzione e poetica

Possibili periodizzazioni

George Steiner invidia due periodi fondamentali:

- Dal I sec a.C al XVIII sec = la traduzione si basa sulla focalizzazione empirica immediata

- Da fine XVIII ad oggi = traduzione caratterizzata da ricerca ermeneutica

- (merà del XX secolo: avvento della traduzione automatica tramite mezzi informatici)

Lo strutturalismo, la traduzione automatica e la “scienza della traduzione” (anni 50-60)

La linguistica strutturalistica si occupa della traduzione come linguistica applicata e come

confronto fra sistemi linguistici intesi come sistemi strutturati. Tuttavia ha dei limiti che fanno

nascere il concetto di introducibilità (John Catford). John Maurin rafforzò l’idea strutturalista e

come Catford vede la traduzione come un’operazione fra lingue. Chomsky ha un’approccio

generativista, cioè prevede l’esistenza degli universali semantici, ovvero strutture che

rappresentano le relazioni costanti. Roman Jackbson propone invece una dimensione semantica,

impostando la traduzione come forma di interpretazione.

L’analisi testuale e la teoria della traduzione” (anni 70-inizio anni 80)

L’aspetto linguistico è solo uno dei tanti che interessano la traduzione. La “teoria della traduzione”

o “traduttologia” vuole affrancarsi dalla dipendenza della linguistica. Gli studiosi spostano

l’interesse dalle relazioni interlinguistiche a quelle intertestuali. Gli studi sulla teoria della

traduzione del testo letterario si espandono in tutta Europa: tradurlo significa risaltare gli aspetti

intellettuali e gli impatti della letteratura tradotta nei diversi sistemi.

- Anton Popovich: la traduzione comporta inevitabili deviazioni (“The nature of translation”)

- Meschovic: l’autore è colui che sceglie se usare il decentramento (rapporto tra protesto e

metatesto) o l’annessione (testo tradotto come se fosse scritto nella lingua d’arrivo)

- Ladmirat: il traduttore corrisponde al co-autore, in cui il pubblico ha molta importanza

- Newmark: il traduttore sceglie se usare la traduzione comunicativa e semantica

Translation Studies (anni 80-90) - Holmer

Si hanno delle riflessioni di tipo riflessivo sulla traduzione: disciplina empirica, che dovrebbe

studiare:

- la descrizione dei fenomeni attraverso l’analisi:

- Fenomeni traduttivi e di come di manifestano concretamente (area descrittiva)

- Fenomeni dei principi esplicativi (area teorica)

- applicazione dei risultati (area applicativa

Secondo Holmes gli studi applicati riguardano gli studi della didattica della traduzione, gli

strutturanti della traduzione e la critica della traduzione. La prospettiva descritta inaugura lo

scioglimento dei generi testuali diversi e gli studi sui processi mentali del tradurre (Gran Fabbro).

Nello studio della ricezione dei testi tradotti si afferma la “teoria polisemica” elaborata dalla scuola

di Telauin, che analizza le condizioni storico-culturali in cui avviene e si inserisce la traduzione.

La traduzione come riscrittura si verifica quando il traduttore diventa co-autore (Bassnet e

Lefevre).

Nel corso degli anni 90 la traduzione viene percepita come un’interdisciplina composta da una

serie di altri studi e ricerche. Sempre in questo periodo vengono analizzati i rapporti tra autore -

traduttore - committente in contrasto proprio con la pratica tramutavi utilizzata nel periodo post-

coloniale in cui era presente uno squilibrio tra la parte dominate e quella dominata. Quindi i

Translation Studies

concetti fondamentali dei sono:

prospettiva storica

• prospettiva interculturale

• prospettiva ideologica

• prospettiva del potere

• prospettiva dell’invisibilità

• prospettiva post-coloniale

Tendenze attuali

Attualmente la traduttologia si è affermata come disciplina autonoma e le nuove tecnologie si

sono affiancate ad essa. Sono nati così varie tipologie di approcci:

• Approccio integrato ed interdisciplinare: Hornby;

I fondamenti di questo approccio sono:

- studi di traduttologia si integrano con altri studi e ricerche

- è necessario inserire nella traduzione il concetto di continum

- la traduzione deve tener conto del testo, del contesto e della cultura

• Approccio funzionalista; Vermeer, Nord e Reiss;

La traduzione è finalizzata verso uno scopo determinato da contento di arrivo e dalla funzione

stessa del testo che riguarda il parlare di sé, il contatto con altri, l’influenza di altri e il relazionarsi

con il mondo circostante o con mondi fatti ed immaginari definendo e sapendo spiegare il

linguaggio stesso. Secondo Nord ci sono 3 approcci utili:

- importanza delle coordinate del prototresto e metatesto

- importanza dell’analisi del prototesto

- gerarchia dei problemi traduttivi

Ladmiral individua invece 4 tipologie di traduzione:

- prescrittiva = si riferisce al passato

- descrittiva = si riferisce al passato

- induttiva = si riferisce al futuro

- produttiva = si riferisce al presente

• Corpora e Mat

Alla fine del XX secolo la linguistica dei corpora ha creato degli strumenti tecnologici capaci di

immagazzinare e allargare dati (dizionari elettronici, corporea bilingui, software online ecc..)

• Traduzione multimediale

Si tratta ad esempio dei testi audiovisivi e dei testi realizzati attraverso le tecnologie digitali; sono

sempre più polarizzati sull’inglese e condividono tratti della traduzione scritta e tratti della

traduzione orale. La traduzione per la rete o per il cinema puntano ad una traduzione di servizio,

cioè a dover adattare il testo ai destinatari. I traduttori multimediali si muovono verso

l’adattamento, la collaborazione e la settorialità.

• Traduzione e qualità

Alla fine del XX secolo si fa riferimento alla competenza traduttiva o di mediazione; infatti la

valutazione delle competenze diversa parte di un programma europeo di accreditamenti e in più

nasce il controllo di qualità per la traduzione intesa come prodotto commerciale.

In Oriente

La traduzione nel Vicino Oriente si afferma nella società sumera (per i testi sacri e culturali) e

accadica (per la vita quotidiana) = III millennio a.C. Era caratterizzata da “diglossia”. Il termine

tradurre corrispondeva alla parola “mihuitu”, che significava armonia, incontro, coincidenza.

Questa situazione di diglossia si mantiene per circa mille anni (più del latino in Europa). Si

sviluppò la riflessione sulla traduzione scientifica, grazie a Hunayr Ibn Ishaq, che fonda a Baghdad

una scuola di traduttori, elaborando un metodo di traduzione bastato su alcuni principi:

- Rendere il senso senza tradurlo

- Prendere in considerazione i destinatari, pur salvaguardando l’essenzialità del significato

originale

- La lettura della traduzione deve essere maturale

Si afferma inoltre la pratica della traduzione collettiva e la traduzione funzionale allo scopo e ai

destinatari.

La traduzione in Cina presenta tre momenti fondamentali:

Traduzione dei testi sacri del buddismo (II-VII sec d.C)

1. Traduzione delle scritture cristiane e dei testi scientifici (XVI sec)

2. Traduzione dei testi letterari occidentali (XIX sec)

3.

Tuttavia in tutte le fasi si ha una relativa staticità derivata da una forte identità culturale, diverse

realizzazioni di traduzione, eredità della pratica traduttiva orale, diverso approccio dei traduttori

verso il testo sacro. Le caratteristiche della Cina sono rappresentate dalla convinzione della

propria centralità culturale, scarso interesse per il “diverso” (la traduzione solo quando è

necessario), cultura omogenea, ristretta cerchia di intellettuali (cultura statica), traduttore orientato

verso il destinatario, traduzione di gruppo e non escludeva la dimensione orale. Ci sono 3 fasi:

Fase Kaishav: interpretazione orale dei testi

1. Fase Chanyan: insegnamento orale e trasmissione dei testi

2. Fase Bisnau: stesura in cinese

3.

In Cina si mantiene la “retorica funzionale”, cioè si adattano alle aspettative dei destinatari (Yan

Fu: teorie traduttrice basate su fedeltà, scioltezza ed eleganza). Nel XX secolo Leo Chan individua

4 approcci: impressionistico, moderno, post-coloniale e post-strutturalista.

La traduzione in India implica la collaborazione, il lavoro collettivo e lo scarso valore

all’individualità e all’originalità. Si individua 3 differenti epoche:

Epoca medievale: traduzione dei testi sacri per chi non poteva comprenderli

1. Ottocento: traduzione della Bibbia e testi di autori antichi e moderni

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
13 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Valentina9527 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teoria e tecnica della traduzione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università per stranieri di Siena o del prof Diadori Pierangela.