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3.5 VALUTAZIONE QUALITÀ DELLE IMMAGINI DIGITALI
I parametri per la valutazione della qualità di un’immagine digitale sono dati dalla quantificazione della
risoluzione spaziale e del contrasto. Occorre valutare la presenza di eventuali artefatti, termine con il
quale indichiamo un qualunque tipo di alterazione dei valori dei pixel non riconducibile direttamente
all’oggetto che viene rappresentato.
3.5.1 RISOLUZIONE SPAZIALE (loop per
m): è la ripetizione dei valori dei pixel nello
spazio, indicazione dei più piccoli dettagli
presenti nell’oggetto correttamente
rappresentati dall’immagine ottenuta. Può
anche essere definita come la minima
distanza tra due oggetti puntiformi.
Occorre distinguere gli aspetti relativi alla
discretizzazione dell’immagine stessa da
quelli inerenti il processo di acquisizione:
non è possibile rappresentare dettagli con
dimensioni inferiori a quelle di un singolo
pixel, mentre non è detto che oggetti con
dimensioni analoghe a quelle di un pixel
siano correttamente rappresentati. Ciò è
una conseguenza del teorema del
campionamento.
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Per esprimere e descrivere dettagliatamente la risoluzione spaziale di un sistema per produzione di
immagini, che è quello di valutare la sua funzione di trasferimento della modulazione (MTF), che esprime
la variazione relativa di contrasto che il nostro sistema apporta a ciascuna frequenza spaziale, che
rapportata all’intensità del segnale, rappresenta l’attenuazione introdotta dal sistema alle diverse frequenze
spaziali.
3.5.2 RUMORE (QUANTIFICAZIONE E ANALISI SPETTRALE): variazioni casuali dell’intensità dei livelli di
grigio, non corrispondenti a una vera differenza di
intensità di segnale proveniente dall’oggetto da
rappresentare ma dovuti al contributo di diversi
fattori, tra cui tutta la strumentazione in catena che
trasforma l’immagine originale in quella digitalizzata
dell’oggetto rappresentato. Il rumore può essere
quantificato considerando i valori assunti dai pixel in una regione dell’immagine che dovrebbe essere
omogenea. Per evidenziare le frequenze spaziali del rumore occorrerà utilizzare l’analisi di Fourier.
L’effettiva visibilità di un elemento di un’immagine dipenderà, oltre che dal contrasto, anche dal rumore
presente. Per questo motivo è possibile utilizzare un indicatore di qualità dell’immagine che tenga conto
sia del contrasto tra oggetti diversi che del rumore con il quale essi sono rappresentati. Si parlerà in questo
caso di rapporto contrasto rumore (Contrast to Noise Ratio, CNR), che potrà essere definito come il
rapporto tra la differenza di livello tra due elementi e la deviazione standard media dei livelli presente al loro
interno. 4. ELABORAZIONE DI IMMAGINI
4.1 TECNICHE DI ELABORAZIONE
I pixel possiedono caratteristiche di colore e luminosità associate a numeri, il cui valore può essere
modificato secondo opportuni algoritmi di trasformazione. L’insieme delle tecniche di elaborazione utilizzate
per modificare immagini digitali dopo l’acquisizione è detto digital image processing.
I tipi di elaborazione in base alla modalità con cui vengono modificati i singoli pixel sono:
puntuali: modificando il valore di ciascun pixel secondo una funzione analitica di conversione prestabilita,
• resa eventualmente in forma tabellare (utilizzo di Tabelle di Conversione LUT (Look Up Table)); il valore
del pixel così calcolato è attribuito al pixel in posizione omologa nell’immagine elaborata; il procedimento è
ripetuto per ciascuno dei pixel che compongono l’immagine;
locali: si considera un insieme di pixel circostanti a quello oggetto di modifica; il nuovo valore del pixel è
• calcolato tenendo conto del valore dei pixel dell’insieme, pesato differentemente a seconda del tipo di
elaborazione che si vuole ottenere;
globali: ciascuno dei pixel dell’immagine elaborata ha un valore che è correlato con i pixel dell’intera
• immagine oggetto di elaborazione;
nel dominio trasformato: l’elaborazione è condotta operando sulle frequenze spazia- li che compongono
• l’immagine.
In base all’obiettivo invece le tecniche sono:
aumento e ottimizzazione del contrasto (contrast ingrandimento (zooming);
• •
enhancement); ripristino di qualità dell’immagine (image
•
aumento della nitidezza (sharpening); restoration);
• riduzione del rumore (smoothing);
•
FILTRI DIGITALIZZAZIONE IMMAGINE: ci sono tre livelli di immagine in processing
1. BASSO LIVELLO: non abbiamo bisogno d'informazioni in merito all'immagine. Filtro Smoothing → sfocatura, il valore del
singolo pixel viene mediato con quelli dei pixel adiacenti, il risultato è uniforme: cancella il rumore dall'immagine. Filtro Disturbo
Casuale → introduce del rumore nell’immagine. Vengono assegnati dei valori casuali ai pixel, più si aumenta la casualità più
aumenta il valore e dunque il disturbo.
2. MEDIO LIVELLO: i filtri di medio livello vanno a cercare la coerenza dell’elemento.
ALTO LIVELLO: i filtri di alto livello sono sofisticati e hanno un'alta capacità di analisi. Filtro Face Detection → rilevano insieme
3. di pixel che vengono confrontati nel database della macchina e in caso di corrispondenze o analogie viene riscontrato il volto.
4.2 DISTANZE FRA PIXEL:
Valgono le seguenti definizioni di connettività fra due pixel p, q: connectivity);
• 4-connettività (4-neighbors); • m-connettività( mixed
• 8-connettività (8-neighbors);
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4.3 ELABORAZIONI PUNTUALI
4.3.1 LOOK-UP TABLE: (LUT) sono tabelle che stabiliscono
una relazione tra i valori originali dei pixel e quelli risultanti
dopo l’elaborazione. Ex: Nell’immagine a basso contrasto, i pixel
hanno un valore di 140 per lo sfondo, supposto chiaro, e di 110 per
l’oggetto, supposto più scuro e disposto al centro. Il contrasto tra le
due aree, cioè dell’oggetto centrale rispetto al- lo sfondo, è dato
dalla differenza tra i valori, vale a dire 140 110 30.
L’elaborazione nell’esempio utilizza una LUT che sostituisce il valore 220 ai pixel con valore 140, e valori di 60 ai pixel
con valore 110. L’effetto di questa sostituzione genera un’enfatizzazione del contrasto che fa emergere il quadrato più
scuro sullo sfondo di colore più chiaro.
Può essere rappresentata graficamente con un diagramma
cartesiano, che riporta sulle ascisse i livelli di grigio
dell’immagine di partenza e sulle ordinate quelli dell’immagine
risultante. La rappresentazione grafica della LUT sotto forma
di curva (detta curva di stretching o curva LUT) fornisce
un’indicazione sintetica e immediatamente comprensibile del
risultato finale dell’elaborazione. Con questa tecnica è
possibile esaltare il contenuto informativo in uno specifico
intervallo di valori.
Una curva dell'andamento logaritmico aumenta la luminosità
dell'immagine: le parti scure si schiariscono e quelle chiare si
appiattiscono.
- LUT Identità: lascia invariati i livelli di luminanza;
- LUT inversione: inverte tutti i valori dei pixel
dell’immagine; quelli chiari diventano scuri e
viceversa; -
- Curva Rovesciata: diminuisco il contrasto;
Curva Esponenziale: scurisce l’immagine; -
- Curva Sigmoide: è una curva a rampa più
Curva Logaritmica: schiarisce l’immagine;
- morbida;
Curva a Scala: attua una quantizzazione della - Curva Binarizzazione: corrisponde a filtro di
luminosità (Posterizzazione) introduce falsi soglia, tutto è rappresentato con un solo bit
contorni;
- quindi o bianco o nero.
Curva a Rampa: aumento contrasto immagine; - Curva Generica: attua riduzione o aumento di
ciò che è scuro diventa più scuro/ciò che è contrasto a seconda se si supera o se si sta
chiaro diventa più chiaro; sotto la soglia predefinita.
La tecnica degli pseudo colori associa a ogni intensità dell’immagine iniziale un differente colore, nell’idea
che in questo modo l’occhio umano riesca a identificare particolari altrimenti poco percepibili.
4.3.3 Le operazioni algebriche tra immagini: Le operazioni algebriche forniscono come risultato
un’immagine i cui valori dei pixel sono costituiti dalla combinazione algebrica dei corrispondenti pixel di due
immagini. Operazioni comuni sono addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione.
addizione: i pixel sono la somma dei valori corrispondenti delle due immagini; è utilizzata per ridurre
• l’effetto del rumore. Funziona solo se la percentuale di rumore è minore del 10%;
sottrazione: sostituisce al pixel in esame la differenza tra i valori dei
• pixel di due immagini. Aiuta ad evidenziare le differenze tra loro;
moltiplicazione e divisione: consentono di enfatizzare o
• mascherare i pixel in corrispondenza ai diversi valori assunti
dall’immagine moltiplicatore o divisore; si ottengono degli effetti di
trasparenza (alpha blending) che possono essere utili per
evidenziare (shading) o mascherare (masking) zone all’interno
dell’immagine;
4.3.4 Gli operatori logici: Se l’immagine è binaria, ovvero
nell’immagine sono presenti esclusivamente pixel bianchi o neri,
possiamo identificare l’oggetto (foreground) quando i pixel assumono
valore 1 e lo sfondo (background) quando i pixel assumono valore 0.
Le operazioni logiche possono essere unarie, come ad esempio il
NOT, e si applicano a una singola immagine, oppure binarie come
AND, OR e XOR, che vengono applicate a coppie di immagini che
dovranno avere quindi uguale dimensione, a meno di operare solo su
specifiche sottoaree delle immagini che abbiano dimensioni coerenti.
Ogni operatore logico si applica al singolo pixel al fine di ottenere il
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risultato, che sarà anch’essa un’immagine binarizzata.
4.4 ELABORAZIONI LOCALI
I filtri convolutivi sono metodi di filtraggio
nel dominio spaziale che si basano su
somme di prodotti fra l’immagine
originale e opportune matrici scelte sulla
base degli obiettivi da perseguire.
Le convoluzioni operano con maschere
quadrate di pixel di dimensioni dispari, in
cui i valori costituiscono i pesi assegnati
ai pixel nell’intorno del pixel oggetto del
calcolo, che occupa la posizione centrale
della matrice. A seconda del tipo di
matrice di convoluzione utilizzata si
realizzerà una diversa elaborazione.
Filtro Smoothing: (sopra) attenuazione
contorni. Filtro Sharpening: esaltazione
c