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Tanto più quando i vari elementi non hanno struttura omogenea: <<Notare: i capitelli dei pilastri, opera dimaestri lombardi; alcuni bassorilievi; resti di affreschi del’400;…>>. La virgola manca nelle serie sindetiche, cioè quando i membri sono separati da una congiunzionecopulativa o disgiuntiva (e, né, o ecc.). La norma può dirsi generale nell’italiano contemporaneo quando glielementi collegati sono due, soprattutto all’interno della stessa frase: <<cani e gatti>>. Quando si hacollegamento tra frasi coordinate occorre distinguere. Nel caso della copulativa e la virgola manca quando la struttura delle frasi è la stessa, ossia quando leproposizioni condividono il soggetto grammaticale e il tema trattato: <<L’esposizione è stata organizzata perpromuovere la moda italiana all’estero ed è già stata presentata a Malta e a Salisburgo>>. La virgola è

ammissibile quando collega due frasi che lo scrivente avverte distanti grammaticalmente o tematicamente: <<Sono pulito>>, continua a ripetere, e a tratti quasi sfiora una punta di spavalderia. In questo esempio le due coordinate sono su un piano diverso: la prima è una semplice didascalia relativa al discorso diretto appena riportato. Diversa è la seconda frase: <<O si ferma il ciclismo o si fermano i controlli antidoping. Il resto appartiene alla farmacopea, e non ci appassiona>>; in questo caso, le due coordinate condividono il soggetto, ma la virgola serve a staccare ciò che lo scrivente considera un dato obiettivo e quella che è la sua personale valutazione critica. Nella coordinazione disgiuntiva (congiunzioni: o, oppure, ovvero) la virgola è più frequente, anche in presenza di frasi con la stessa struttura: <<è spesso difficile prevedere se il quadro morboso sia destinato ad esaurirsi passando allo stadio di convalescenza,

O se invece…>>. Oppure, più regolarmente, prima di due o più coordinate introdotte dalla medesima congiunzione disgiuntiva: <<Le condizioni delle plebi rurali, orimasero stazionarie, o addirittura peggiorarono>>.6B. Per delimitare un inciso di qualsiasi tipo: <<I suoi paesaggi, senza dubbio i maggiori della tradizione svizzeraottocentesca, partecipano delle temperie culturale romantica>>. Con questa funzione la virgola concorre con altri due segni, che sottolineano maggiormente l'inciso, ma che possono adoperarsi anche per semplici ragioni di chiarezza: le parentesi tonde e le lineette. Le parentesi sono frequenti all'interno di frasi di una certa estensione, per delimitare con nettezza l'inciso, mentre le lineette (o trattini lunghi [—]; da non confondere con i trattini corti [-] adoperati per separare gli elementi di una parola composta, due cifre in sequenza come afro-asiatico) sono di uso assai meno frequente.

nella prosa letteraria e giornalistica e contrassegnano in modo marcato l'inciso. Ricorrono senza nessuna particolare restrizione nella saggistica e nella prosa scientifica: <>. C. Prima e dopo (o soltanto prima o soltanto dopo, a seconda della posizione nel periodo) diverse proposizioni subordinate che condividono in una certa misura le caratteristiche dell'inciso. Basterà ricordare che nell'italiano contemporaneo la virgola non va mai adoperata in due casi: tra reggente e completiva (oggettiva: <>; soggettiva: <>) e prima di una relativa limitativa. Le relative limitative (o restrittive) sono quelle che precisano il significato dell'antecedente, il quale altrimenti sarebbeincompleto: in particolare sono sempre limitative le relative in cui l'antecedente sia rappresentato da un dimostrativo ("sono quelle che precisano il significato"). La virgola invece compare prima di una relativa esplicativa, che potrebbe essere omessa senza compromettere il significato complessivo. Ecco un esempio in cui figurano una relativa limitativa (non preceduta da virgola) e una relativa esplicativa (preceduta da virgola): "Qui sta un problema sul quale vorrei attirare l'attenzione di tutti i soci, che sono in prima linea nella riscoperta dell'Italia". Una virgola usata male può compromettere persino la coerenza testuale. Chi scrive un testo (che non sia creativo) ha l'obbligo di favorire la comprensione del lettore, scrivendo in modo corretto ed efficace; solo così, oltre tutto, avrà qualche speranza che il lettore lo legga fino in fondo. 3. Il punto e virgola Come detto prima, il punto e virgola va adoperato in
  1. Per segnalare, in una frase coordinata e giustapposta di una certa complessità, una diversa tematizzazione; ciò che avviene quando il soggetto è diverso o quando un elemento è presente in funzione di un soggetto in una delle due frasi e con un diverso regime sintattico (per esempio come complemento oggetto o complemento di specificazione) nell'altra: <>.
  2. Davanti a un connettivo "forte" per rango argomentativo e sintattico, specie conclusivo o esplicativo (dunque, quindi, perciò, ecc.).

infatti, insomma, ossia ecc.); vale a dire, in tutti i casi in cui si introduce la conclusione di un ragionamento, si deducono le logiche conseguenze da certe premesse. In tal caso il punto e virgola è una specie di segnalatore luminoso che richiama l'importanza della frase successiva: <<nel Salento la nuova Sacra Corona Unita ha buona parte del personale criminale in galera, dopo gli ultimi blitz; perciò ricorre sempre più spesso ai giovanissimi...>>. In tutti e due gli esempi del punto A e B il punto e virgola avrebbe potuto essere sostituito dai due punti o dal punto. Anzi, l'uso di scandire piccole porzioni di frase ricorrendo al punto è frequente nella prosa giornalistica: l'isolamento di un singolo momento frastico, infatti, ha solo occasionalmente la funzione di mettere effettivamente in evidenza un'affermazione; in altri casi, si tratta semplicemente di una scelta stilistica individuale. Lo stesso brano, infatti,

potrebbe essere riscritto ricorrendo a periodi di più ampia gittata, spezzati al loro interno da virgole, punti e virgola, due punti. Ma attenzione: in nessun caso, rinunciando al punto fermo, potremmo accontentarci dellasemplice virgola; il risultato sarebbe quello di una cascata disordinata di frasi delle quali diventerebbe difficilericostruire la gerarchia. L’inadeguatezza della semplice virgola vale anche in assenza di connettivi, quando si hanno due frasigiustapposte la seconda delle quali svolga un ragionamento o arricchisca di particolari quella precedente: <<Nelladepressione infantile esistono sintomi difettuali e sintomi di compenso, questi ultimi sono la risposta eccessiva chel’organismo attiva per ristabilire un equilibrio>>. La seconda frase spiega che cosa siano i “sintomi di compenso”,collocandosi su un piano diverso rispetto alla prima; era necessario un segno di punto e virgola o anche, di duepunti. 4. I due punti Una funzione

La funzione tradizionale dei due punti è quella di introdurre il discorso diretto (<<Entrò e disse: "Come mai sei ancora qui?">>). Ma i due punti si adoperano anche in altri casi.

A. Funzione argomentativa, quando si comportano per dir così come un connettivo interpuntivo, indicando la conseguenza logica di un fatto, l'effetto prodotto da una causa: <<La memoria è un bene di famiglia: l'ho ereditata da mio padre, che fa il pilota e vola senza cartine geografiche, visto che rammenta alla perfezione tutte le mappe e le frequenze (= infatti l'ho ereditata)>>.

B. Funzione descrittiva, se si esplicitano i particolari di un insieme, enumerandone le singole componenti o facendone emergere un tratto saliente, a mo' di commento. In questo esempio sono rappresentate entrambe: Turgot era partito da una visione molto simile a quella di Quesnay, delle tre classi: la classe produttiva, che lavora la terra, la classe stipendiata

  • […]
  • e la classe disponibile dei proprietari terrieri: una strana definizione per indicare coloro del cui reddito la società può <<disporre>>, perché esso costituisce un surplus.
  • I due punti non vanno usati in presa di enumerazioni che facciano corpo con la frase che precede. Per esempio, che rappresentino il complemento oggetto del relativo predicato: <<Il Vocabolario della Crusca introdusse: precisi criteri di lemmatizzazione, tendenziale razionalizzazione delle definizioni, originali espedienti tipografici>> (correttamente, si sarebbe dovuto introdurre un complemento oggetto generico, e poi esplicitare i particolari: <<Il Vocabolario della Crusca introdusse molte novità:…>>).
  • Oppure, che rappresentino altrettanti complementi indiretti: <<l’incarico congiunto dei servizi di: progettazione; valutazione d’impatto ambientale, direzione e assistenza ai lavori ecc.>> (correttamente, per

mantenere l'autonomia sintattica dei singoli punti enumerati, sisarebbe dovuto scrivere: <<l'incarico congiunto dei servizi: progettazione ecc.>>).

5. Le virgolette

In tipografia si distinguono le virgolette basse [<<] e [>>] e le virgolette alte [“] e [”]. In genere, le prime assolvonoalla funzione più caratteristica, quella di delimitare una parola o un discorso altrui. Le virgolette alte si adoperano:

A. Per riportare un discorso diretto o una citazione entro un altro discorso diretto o un'altra citazione: Rinvio aGeymonat che desume il dato dalla citazione fattane da <<E. Lapini nel capitolo De versu hexametro:“Inchoata igitur, et imperfetta res fui […]”>>; qui chi scrive cita, tra virgolette basse, da un saggio diGeymonat, che a sua volta include, tra virgolette alte, una citazione in latino cinquecentesco.

Con questo valore le virgolette si alternano da tempo con la lineetta, di norma sono

all’inizio del discorso diretto (<>). Nella prosa narrativa più recente non è eccezionale l’uso di portare i dialoghi senza alcun segnale di delimitazione. B. Per contrassegnare l’uso parti
Dettagli
A.A. 2019-2020
29 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lazzerimartina9 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Tecniche di redazione, generi e testualità e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) o del prof Bocchiola Massimo.