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LVDT
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AMPLIFICATORI OPERAZIONALI
A O I
MPLIFICATORI PERAZIONALI DEALI
Configurazione Non Invertente
Configurazione Invertente
Sommatore
Amplificatore Differenziale
Integratore
Derivatore
Comparatore
Raddrizzatori
Raddrizzatori a Singola Semionda
Raddrizzatori a Doppia Semionda
Amplificatore Logaritmico
Amplificatore Anti – Logaritmico (Esponenziale)
Moltiplicatore Analogico
Amplificatore di Carica Scanned by CamScanner
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MISURA DI POTENZIALI BIOELETTRICI 1
CMRR I L E
E NTERFERENZE DELLA INEA LETTRICA
A S
MPLIFICATORE PER TRUMENTAZIONE Scanned by CamScanner
MISURA DI POTENZIALI BIOELETTRICI 2
F ILTRAGGIO
Filtro RC (Passa – Basso)
Filtro CR (Passa – Alto)
Filtro Attivo Passa Basso
Filtro Attivo Passa Alto
Filtro Bassa Banda
Filtro Attivo Elimina Banda
Filtri Attivi nella Strumentazione Biomedica
R I
UMORI ED NTERFERENZE
Il Rumore Termico
Rumore di tipo Shot
Rumore Flicker
I E
NTERFERENZE LETTROMAGNETICHE
Accoppiamento Elettrico
Accoppiamento Magnetico
S E
ICUREZZA LETTRICA
Effetti Biologici delle Correnti
Isolamento Esterno
Isolamento Galvanico Parte Applicata
Accoppiamento Elettromagnetico
Accoppiamento Capacitivo
Accoppiamento Optoelettronico
P S
ROTEZIONE DA OVRATENSIONI
E LETTRODI
Interfaccia Elettrodo – Elettrolita
Sovrapotenziali
Elettrodi Polarizzabili e Non Polarizzabili
Elettrodo ad Argento/Cloruro d’Argento (Ag/AgCl)
Circuito Equivalente
Interfaccia Pelle – Elettrodo e gli Artefatti da Movimento
Tipi di Elettrodi
Elettrodi per la Misura di Biopotenziali
Elettrodi a Placca Metallica
Elettrodi a Ventosa
Elettrodi Flottanti
Elettrodi Flessibili
Elettrodi Interni
Array di Elettrodi
Microelettrodi
MISURA DELLA PRESSIONE SANGUIGNA
M D ( ) P
ISURA IRETTA O INVASIVA DELLA RESSIONE
Equivalente Elettrico del Sistema
Equivalente Meccanico del Sistema
Analisi della Risposta in Frequenza
Stima della Risposta in Frequenza del Sistema
Cause di Errore nella Misura
M I ( ) P
ISURA NDIRETTA O NON INVASIVA DELLA RESSIONE
Metodo Palpatorio
Metodo Auscultatorio
Metodo Oscillometrico
Metodo ad Ultrasuoni
PLETISMOGRAFIA AD IMPEDENZA ELETTRICA (EIP)
P F
RINCIPI DI UNZIONAMENTO
M 2 4 E
ISURE A E LETTRODI
D M
ISTURBI NELLA ISURA
A EIP
PPLICAZIONI DELLA
EIP per Diagnosi Trombosi Venosa Profonda
Metodo di Kubicek per la Misura dello Stroke Volume
EIP per la Valutazione dell’Apnea Respiratoria
Tomografia ad Impedenza elettrica (EIT)
FOTOPLETISMOGRAFO E PULSIOSSIMETRO
L L – B
EGGE DI AMBERT EER
F OTOPLETISMOGRAFO
P
ULSIOSSIMETRO
Problematiche
MISURA DELLA PRESSIONE SANGUIGNA
M D ( ) P
ISURA IRETTA O INVASIVA DELLA RESSIONE
Equivalente Elettrico del Sistema
Equivalente Meccanico del Sistema
Analisi della Risposta in Frequenza
Stima della Risposta in Frequenza del Sistema
Cause di Errore nella Misura
M I ( ) P
ISURA NDIRETTA O NON INVASIVA DELLA RESSIONE
Metodo Palpatorio
Metodo Auscultatorio
Metodo Oscillometrico
Metodo ad Ultrasuoni DEFIBRILLATORE
C E D
IRCUITO LETTRICO DI UN EFIBRILLATORE
C E S
ARDIOVERSIONE LETTRICA INCRONIZZATA
D I
EFIBRILLATORE MPIANTABILE
P
ROBLEMATICHE Pacemaker
Sommario
Componenti di un Pacemaker .............................................................................................................. 3
Circuiti Elettronici ............................................................................................................................. 3
Cateteri ed Elettrodi ......................................................................................................................... 6
Modalità di Funzionamento ................................................................................................................. 8
Rate Modulation ............................................................................................................................ 10
Codice NASPE-BPEG ....................................................................................................................... 12
Controlli .............................................................................................................................................. 14
1
I pacemaker cardiaci sono stimolatori elettrici capaci di produrre impulsi autonomi o triggerati (cioè
stimolati da una causa naturale) che inducono eccitazione nelle cellule cardiache determinando la
loro contrazione. Essi rappresentano, perciò, dispositivi protesici per stati patologici nei quali il
cuore non batte alla giusta frequenza o in modo fisiologico. Gli impulsi elettrici sono generati da
circuiti elettronici interni al dispositivo e vengono trasmessi al cuore tramite elettrocateteri che
terminano con elettrodi posizionati sulle cellule cardiache. I circuiti elettronici del pacemaker che
generano l’impulso sono contenuti in una custodia, normalmente in acciaio inox o di titanio, che
viene impiantata per via chirurgica sotto cute nella sacca clavicolare destra o in zona addominale.
Il pacemaker cardiaco è normalmente usato in pazienti affetti da bradicardia, cioè coloro che hanno
una frequenza cardiaca bassa. In questo caso il pacemaker funge da segnapassi e stimola il cuore a
contrarsi alla giusta frequenza.
Anche in caso di conduzione anomala dello stimolo, tra le camere cardiache, si rende necessario
l’impianto di un pacemaker. In particolare, quando l’impulso generato dal nodo senoatriale fa
contrarre gli atrii ma non raggiunge le cellule ventricolari, si parla di blocco atrioventricolare. Si
conoscono 3 tipi principali di blocchi:
- Il blocco di 1° Grado è caratterizzato da un ritardo nell’arrivo dell’impulso ai ventricoli. Il
termine blocco è improprio dal momento che comunque ogni impulso che parte dagli atrii
raggiunge i ventricoli. Sul tracciato ECG si manifesta come un aumento dell’intervallo PR;
- Il blocco di 2° Grado è caratterizzato da un difetto di conduzione verso i ventricoli: l’impulso,
che proviene dal nodo senoatriale, raggiunge il nodo atrioventricolare ma non produce la
depolarizzazione dei ventricoli. Sul tracciato ECG vi è la presenza dell’onda P ma solo
saltuariamente questa è seguita dal complesso QRS. Tale conduzione conduce ad un arresto
cardiaco;
- Il blocco di 3° Grado è caratterizzato da un difetto di conduzione come in quello di 2° Grado,
ma è aggravato dal fatto che i ventricoli possono contrarsi autonomamente
indipendentemente dagli atrii. Nel tracciato ECG possono dunque essere presenti complessi
QRS non preceduti da onda P. Tale condizione è, ovviamente, la più grave.
Grazie all’impianto del pacemaker è possibile stimolare la contrazione dei ventricoli e permettere
quindi la giusta irrorazione di sangue in tutto il corpo. Inoltre tecniche più avanzate permettono di
stimolare la contrazione nel momento in cui parte un impulso dal nodo senoatriale e solo quando
2
questo non viene trasmesso ai ventricoli. In questo modo si ripristina l’attività cardiaca in maniera
quanto più simile a quella fisiologica.
Nuovi sviluppi dei pacemaker permettono di trattare anche pazienti con tachicardie o particolari tipi
di aritmie.
Componenti di un Pacemaker
Un pacemaker è costituito sostanzialmente da 3 componenti:
- I circuiti elettronici contenuti nella carcassa, necessari a generare gli impulsi elettrici con la
giusta frequenza;
- Cateteri per la trasmissione dell’impulso verso il cuore;
- Elettrodi che costituiscono l’interfaccia con le cellule cardiache.
Circuiti Elettronici
I circuiti elettronici sono la parte fondamentale del pacemaker che permettono la generazione e la
giusta temporizzazione degli impulsi elettrici da dare al cuore. Essi sono composti da:
- un blocco di alimentazione, tipicamente una batteria di pile, che fornisce energia ai circuiti;
- un circuito di temporizzazione, composto da circuiti logici complessi, microprocessori e altre
componenti e permette di generare l’impulso elettrico all’istante opportuno;
- un circuito elettrico di uscita il quale genera l’impulso e lo trasferisce agli elettrocateteri per
la trasmissione al cuore.
Lo scema circuitale di un pacemaker è il seguente: 3
il transistor T viene utilizzato come un interruttore ed è comandato dal circuito di temporizzazione:
quando tra base ed emettitore è applicata una tensione elevata, il