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• VISIONARIETÀ E MOBILITÀ SOCIALE
Nascono i backstage musical: prima forma di musical cinematografico che si libera dalla
componente teatrale, genere possibile al cinema solo con l’avvento del sonoro.
- LA DANZA DELLE LUCI (1933)
Anno in cui le sale cinematografiche raggiungono un’unità: sebbene il sonoro sia stato
introdotto nel 1927, solo nel 1933 tutte le sale sono dotate di attrezzature che ne
permettono la fruizione. È un film duale, ci sono due stili di regia autonome e una fabula
ricca di eventi (mentre di solito il musical era narrativamente molto povero). Narra le
difficoltà della vita quotidiana dopo la grande depressione, la ricerca del lavoro e la nascita
dell’amore.
La figura della donna è evidenziabile nella cosiddetta gold digger woman: la giovane
donna astuta e furba che cerca il marito ricco, nonostante nell’immaginario collettivo si
pensi alla gold digger come una donna spregevole, in realtà si tratta di figure di buon
cuore, dotate di una grande solidarietà femminile; per questo la figura della donna ne esce
valorizzata. 4 di 13
CAPITOLO 3: APOGEO DEL MODELLO CLASSICO (METÀ ANNI ’30)
Il modello classico si afferma nella metà degli anni ’30, la classicità va intesa come una
modalità narrativa in sintesi con la poetica aristotelica: il racconto è basato su un intreccio
ordinato di fatti con una forma organica per cui le parti che lo compongono devono essere
coordinate.
Il film classico è un modo di narrare e rappresentare il soggetto, che deve mettere alla
prova il suo io per conoscersi, realizzarsi e distinguersi dagli altri.
Il cinema classico hollywoodiano dalla metà degli anni ’30 riduce gli elementi visivi e
spettacolari in una funzione di una linearizzazione narrativa, dialogo ha un ruolo primario,
l’emancipazione femminile fallisce e protagonista delle vicende è la coppia.
SCREWBALL COMEDY: commedia nata con l’avvento sonoro, una sorta di rivisitazione
della slapstick comedy, ma la differenza sostanziale è che se prima si mostravano
inseguimenti e scontri fisici, ora gli scontri sono tra generi e classi sociali diverse. Sono
storie di conflitto, ma nella maggior parte dei casi gli antagonisti finiscono per innamorarsi,
dopo diverse intemperie, riescono a coronare la loro storia d’amore.
A (Capra): mostra le conquiste della donna e la successiva regressione
CCADDE UNA NOTTE
degli anni ’30. È un film dove si vedono gli elementi classici come la motivazione e i legami
causa-effetto, che predilige l’invisible text: macchina da presa e montaggio sono invisibili,
subordinati alla narrazione. A differenza delle altre commedie la figura paterna è ben
visibile e fondamentale, una figura benevole che dà continuità alla famiglia. Si mostra la
subordinazione classica femmina < maschio, come nella maggior parte dei film
d’avventura e biografici del periodo, dove l’uomo (agente dell’azione) è spesso in
conflitto con la donna (ruolo marginale); in questo senso la possibilità di un soggetto di
occupare uno spazio dipende dal suo sesso. 5 di 13
CAPITOLO 4: CINEMA NOIR E IL SOGGETTO MASCHILE (ANNI ’40)
Secondo Bordwell il noir può essere integrato all’interno della classicità, contrariamente
all’idea che rappresenti un esempio di cinema sovversivo.
Il noir e il woman’s film, presentano tante analogie ma anche grandi differenze
fondamentali. Il primo rappresentare la crisi del personaggio maschile, il secondo del
personaggio femminile, entrambi si sviluppano nel periodo 1940-50.
Sono accomunati dal fatto che entrambi presentano il ritorno del rimosso e un rapporto
costante tra presente/passato, evidenziato dal numeroso utilizzo di flashback. La
narrazione passa da oggettiva (narratore onnisciente) a soggettiva (narrazione in primo
piano attraverso il voice-over). Sono entrambi dei generi urbani ma gli spazi utilizzati
riguardano la metropoli, le strade notturne, gli uffici e i centri di boxe per il noir, mentre
spazi casalinghi e domestici per il woman’s film. Ambedue i generi mettono in mostra una
ricerca da parte del protagonista, che nel caso del noir intende indagare sulla metropoli e
sul rapporto con le donne, mentre nel woman’s film la ricerca è interiore per auto-
affermarsi ed emanciparsi.
In entrambi i generi è presente la figura della modella, ma mai fine a se stessa: si tratta di
figure femminili che sono scappate dal paese per raggiungere la metropoli e affermarsi
personalmente, usano il loro corpo come mezzo temporaneo per sostenersi
economicamente.
Sono fondamentalmente generi urbani ambientati nelle metropoli con figure illegali, sesso/
violenza non mancano ed è presente una forte alienazione del soggetto.
CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEL NOIR: VISIONARIETÀ + DISCONTINUITÀ
NARRATIVA
Possiamo affermare che il noir è un macrogenere che influenza anche il woman’s film e il
western. Come detto in precedenza si passa da una narrazione oggettiva a soggettiva, si
abbandona il narratore onnisciente in cui la macchina da presa è esterna agli eventi con
conoscenze superiori ai personaggi.
Elemento innovativo è l’uso della parola, che diventa più rilevante rispetto al visivo.
Fondamentale è l’embodied subjectivity: il corpo diventa la materia su cui si incide
l’identità. È un genere in cui il maschio è quasi sempre protagonista, ed è una figura ribelle
(contrapposta alla figura del maschio omologato e integrato dei primi anni ’30), fatta
eccezione per alcuni casi dove il controllo è nella figura femminile e il maschio subisce una
sorta di “castrazione”.
Ma fondamentale è il rapporto tra la metropoli e l’uomo: c’è una grande opposizione tra le
città che diventano sempre più grandi ed immense (contrapposte al cinema precedente
che si focalizzava sugli spazi chiusi nel set), e l’individuo che all’interno di queste si perde,
si sente sempre più piccolo e soffocato, portandolo a una grande alienazione e solitudine,
il tutto reso più visibile attraverso la manipolazione tecnica delle immagini e dal forte
contrasto tra luci e ombre, sono gli anni della città simbolo di dinamismo, energia e
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solitudine; le grandi innovazioni tecnologiche che dovrebbero aiutare l’uomo e in realtà lo
fanno sentire costretto e impossibilitato ad agire.
Film noir in cui sono visibili queste caratteristiche, in particolare modo il rapporto con la
metropoli:
- ’
L UOMO DEL PASSATO
- NOTTE SENZA FINE
- SUI MARCIAPIEDI 7 di 13
CAPITOLO 5: LE DISAVVENTURE DEL DESIDERIO FEMMINILE NEL
WOMAN’S FILM (ANNI ’40)
SCENARI SOCIALI DEL FEMMINILE
Nel secondo dopoguerra le donne sacrificano il loro interesse personale e la loro voglia di
autonomia per l’interesse nazionale, lasciando da parte le aspirazioni. Troviamo un
abbandono della sfera domestica per entrare in quella lavorativa.
In questo senso è fondamentale la figura di Rosie the riveter: l’immagine della donna più
forte del tempo, bianca, muscolosa, rappresentata con una tuta da lavoro mentre mangia
un panino in pausa pranza. La consapevolezza negativa che questa situazione è
temporanea e dura solo per la durata della guerra.
Nel dopoguerra il forte desiderio di emancipazione femminile viene messo in scena nel
Woman’s film, sempre più legato alle dinamiche della psicoanalisi. c’è un forte
cambiamento di contenuti rispetto al cinema delle new woman. La grande maggioranza
dei film (con alcune eccezioni) mettono in scena la malattia mentale femminile, con
l’idea che derivi da un evento traumatico del passato che ha conseguenze nel presente.
Nonostante questo la malattia femminile quasi sempre un esito positivo per la protagonista
con la guarigione, a dispetto del noir film dove il maschio vede il proprio fallimento e
sovente la morte.
Caratteristiche principali:
- narrazione soggettiva in prima persona, tentativo di costruire la propria identità (come
nel noir);
- alternarsi di eventi presenti/passati e onirici, situazioni sempre più ambigue e
complesse;
- tecniche narrative che evidenziano questo stato sono il flashback, il primo piano e l’uso
di dissolvenze e sovrimpressioni = la scarsa leggibilità dell’immagine rappresenta lo
stato psichico del soggetto, incapace di vedere chiaramente e agire razionalmente; oltre
a un forte utilizzo del contrasto luci/ombre (altra analogia con il noir).
I woman’s film si basano sulle teorie freudiane pre-edipiche:
• EDIPO 1: PERDUTAMENTE TUA = il rapporto madre figlia è segnato dalla conflittualità,
la centralità della donna passa tramite il lavoro sul corpo, e la sua felicità dipende anche
dall’essere oggetto del desiderio maschile;
• EDIPO 2: IL ROMANZO DI MILDRED = affronta la questione del desiderio femminile:
fonde il noir (destino segnato) al woman’s film (punto di vista femminile). La sconfitta
della donna è totale, l’emancipazione ha un esito tragico, la colpa viene attribuita al
voler usurpare il ruolo maschile: rappresenta la paura comune del dopoguerra che la
donna non lasci il posto di lavoro all’uomo; 8 di 13
• EDIPO 3: NOTORIUS = mette in scena la traiettoria femminile, caratterizzata da un
eccessivo amore per il padre e l’assenza della figura materna, quella con cui la femmina
dovrebbe identificarsi per arrivare alla maturità. 9 di 13
CAPITOLO 6: FAMILY MELODRAMA (ANNI ’50)
• FORME DEL MELODRAMMA
I melodrammi sono generalmente film che affrontano le problematiche familiari, in
particolare il rapporto contrastante tra genitori e figli. Altri studi dimostrano che l’uso del
termine melodramma era riservato a film in cui predominava l’azione, la violenza e la
suspence, non il sentimento. C’è una distinzione tra melodramma teatrale (dei primi
decenni, legato alle forme di intrattenimento popolare, intensità fisica delle dinamiche
metropolitane) e melodramma sensazionale (visione estetica della modernità, eccessive
stimolazioni sensoriali, rispetto alla situazione del soggetto nella metropoli, rappresentata
come un pericolo).
Ci sono diverse forme di melodramma, alcuni in cui dominano i tratti maschili, l’azione e la
violenza fisica, il setting è la metropoli e c’è un dominio dell’attenzione sulla narrazione, in
dinamiche di coincidenze implausibili.
Singer propone di vedere il melodramma come un cluster concept, e quando un testo
combina alcuni dei cinque elementi può definirsi melodrammatico:
1. PATHOS
2. INTENSITÀ EMOTIVA
3. POLARIZZAZIONE MORALE
4. STRUTTURA NON CLASSICA
5. SENSAZIONALISM