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K L T
dove s è il peso relativo dei fattori rispetto al reddito, mentre r, w e t sono il profitto per unità
capitale, il salario per lavoratore, la rendita per unità di terra. * indica la variazione percentuale di
una variabile.
Grazie a questo metodo si è potuto calcolare la TFP in Inghilterra tra il 1250 e il 1347: con un
aumento dello 0,32% sia dei salari nominali sia delle rendite nominali (dovuta a un elevato potere
contrattuale dei proprietari terrieri a causa di una scarsità di terra), un’inflazione di + 0,15% annua
e con r=0,6 e w=0,4 portò ad avere un TFP pari a:
TFP = 0,6 * 0,32 + 0,4 * 0,32 - 0,15 = 0,17
Questo valore è simile comunque al TFP annuo delle economie preindustriali più avanzate (0,2),
valore a cui poteva ambire un’economia che facesse buon uso delle risorse e fosse caratterizzata
da livelli di urbanizzazione crescenti: questo smentisce l’ipotesi che l’aumento della popolazione
negli anni precedenti alla peste abbia provocato una diminuzione della produttività del lavoro,
cioè ciò che aveva ipotizzato Malthus.
In Francia invece il quadro dell’economia è differenziato nello spazio e nel tempo: le difficoltà
della crescita sono attribuite da Hoffman principalmente a fattori esogeni come disordini sociale e
guerre e non alla crescita demografica.
L’urbanizzazione viene considerato con un indicatore indiretto della produttività: la validità di
questo indicatore è buona a patto che:
l’aumento della popolazione urbana avvenga a parità di consumi pro capite di beni alimentari
• si tenga conto delle importazioni di alimenti (potrebbero essere pagati con manufatti prodotti in
• ➝
città apporto nullo della campagna)
i salari reali urbani non siano troppo inferiori a quelli agricoli
•
Nelle economie pre industriali si può assumere che TFP ≈ produttività del lavoro perché le
variazioni di terra e capitale per addetto sono trascurabili.
Robert Allen studiò le differenze della produttività del lavoro agricolo in diversi paesi europei tra il
1300 e il 1800, lo scenario che gli si presentò era molto variegato:
Belgio: produttività del lavoro agricolo è al vertice in Europa nel 1400, poi declina; la
• dipendenza della Spagna impedisce l’affermazione di istituzioni a favore della crescita
Spagna e Italia: presentano un declino della produttività agricola dal ‘600 in poi.
• Olanda: aumento notevole del lavoro agricolo tra il 1600 e il 1750, c'è uno sviluppo generale
• dell’economia e del progresso tecnologico, il capitale umano si arricchisce dei profughi del
Belgio e della Francia, inoltre le istituzioni politiche favoriscono la crescita.
Inghilterra: consce un evoluzione simile all’Olanda, tra il 1650 e il 1800 la produttività del lavoro
• agricolo raddoppia.
Francia: in contrasto con i risultati di Hoffman presenta una stagnazione: la produttività del
• ➝
lavoro resta inferiore a quella della Gran Bretagna nel 1500 per tutto il periodo la differenza
della produttività del lavoro è troppo grande per essere spiegabile con fattori tecnologici o
dotazioni di risorse: la causa va cercata in istituzioni che non promuovono la crescita e in
disordini sociali. 9
I paesi più dinamici, cioè Inghilterra e Olanda erano anche quelli più densamente popolati: ciò va
contro quanto detto da Malthus, bisogna considerare in questo caso quanto detto da Pepys:
➝
tanto maggiore è una popolazione, tanto più probabile è che tra i suoi abitanti vi sia un genio
correlazione positiva tra popolazione e innovazione tecnologica.
Salari e distribuzione del reddito
I salari sono variati nel corso del tempo: elevati fino alla meta del ‘400 a cui segue un declino
➝
dovuto all’aumento dei prezzi e a salari nominali stabili vibrazione nella composizione della
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dieta. Nonostante il calo dei salari giornalieri, aumentò il numero di giorni lavorativi reddito
annuo cresce.
Tra il 1550 e il 1650 vi fu una ridistribuzione del reddito a vantaggio di rendita e profitto e a sfavore
dei salari (i salari non sono indicatori del reddito pro capite, rappresentano solo una quota del
reddito accanto a profitti e rendite, è dunque possibile che salari stazionari si accompagnano a
crescita del reddito pro capite). 10
Lezione 6
Istituzioni ed efficienza
“le istituzioni sono le regole del gioco della politica e della società, stabiliscono il funzionamento
di questi sistemi”. In economia esse servono a stabilire: le modalità di impiego delle risorse, chi
ne ha accesso e la ripartizione del loro frutto (prodotto); le istituzioni possono essere un prodotto
sociale, in particolare possono essere formali se stabilite dalle leggi, informali se definite per
mutuo e spontaneo consenso (es. rispetto dei patti). Esempi di istituzioni economiche sono la
proprietà privata, i mercati , la moneta, le banche, le corporazioni, lo stato sociale, il diritto
societario…
la moneta risolve un problema di fiducia presente nei pagamenti e facilita gli scambi
• le banche risolvono il problema delle asimmetrie informative tra risparmiatori e investitori e
• facilitano l’allocazione migliore delle risorse
lo stato sociale risolve un problema di fallimento del mercato in ambito assicurativo e finanziario
• la proprietà privata risolve le inefficienze che originano dalla proprietà collettiva e riducono lo
• sfruttamento eccessivo delle risorse (l’agire individuale non regolato genera esternalità, cioè
costi che ricadono sulla collettività)
Le istituzioni generano effetti distributivi, ossia agiscono sulla distribuzione del reddito favorendo
alcuni gruppi sociali e sfavorendone altri. In generale comunque le istituzioni non permettono di
raggiungere l’efficienza paretiana tra gli individui, riescono solo ad apportare un incremento netto
del benessere sociale. Il fatto che le istituzioni siano in vigore non comporta come dato di fatto
anche l’efficienza (istituzioni ≠ efficienza, es. schiavitù: favoriva solo l’efficienza di una ristretta
parte della popolazione).
le cooperazioni sono un caso particolare: vi fu un dibattito tra storici che affermavano fossero
• orientato alla rendita e ostacolo al progresso tecnico e altri che invece ritenevano fossero
4
soluzioni a mercati sottili del prodotto, del lavoro e della tecnologia; in qualunque caso, da
quando vennero istituite offrirono ai propri membri efficace tutela contro comportamenti
discriminatori
L’attenzione ai meccanismi di selezione delle istituzioni è giustificato anche dal fatto che talvolta
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esse nascano per effetto di un disegno, di una progettazione a tavolino regolamentazione
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finanziaria; e il loro perdurare non è da attribuire totalmente all’efficienza prodotta favoriscono
interessi potenti/costituiti; in alcuni caso possono rappresentare addirittura un “accidente storico”.
Caratteristiche di un’economia moderna
Considerando l’Olanda all’alba del ‘600, considerata la prima economia moderna e la più
prospera in europa: mercati efficienti, elevata divisone del lavoro, tutela dei diritti di proprietà,
tolleranza e apertura allo straniero, vincoli al potere dell’esecutivo.. È facile notare che lo sviluppo
dei mercati favorisce la crescita generale di un’economia: consente la miglior allocazione del
lavoro, del capitale, e della terra; le istituzioni politiche (cioè i vincoli al potere esecutivo) hanno
svolto un ruolo importante ai fini della crescita (es. la pressione del controllo da parte del
parlamento sulla pressione fiscale ha permesso investimenti e attività imprenditoriali e
commerciali). Le differenti crescite tra Olanda e Belgio a fine ‘500 hanno mostrato come le
istituzioni fossero necessarie e il loro impatto sulla crescita (nonostante un assetto istituzionale è
necessario ma non sufficiente a una crescita sostenuta nel tempo).
4 parliamo di mercati sottili quando: le controparti coinvolte nello scambio sono poco numerose
geograficamente distanti e quando l0informazione è difficile da ottenere e si diffonde lentamente 11
L’efficienza dei mercati nella storia
In generale i mercati non sono perfetti, perché funzionino in modo efficiente occorre che vi sia
disponibilità di informazione sui beni trattati e che l’informazione possa essere elaborata a costi
non insormontabili (prezzo: sintesi di tutte le informazioni rilevanti).
Il prezzo di un prodotto doveva essere uguale al prezzo di mercato del paese di esportazione più
i costi di trasporto (prezzo di equilibrio), in genere il prezzo di equilibrio veniva raggiunto
difficilmente. La convergenza accelerò con l’introduzione del telegrafo e della stampa
commerciale (secondo ‘800). Quando il prezzo si discosta da quello di equilibrio: se il prezzo è
troppo alto la domanda diminuisce finche non cala anche il prezzo, processo inverso se il prezzo
è troppo alto. Mercati sottili aumentano il rischio degli scambi e ne riducono il volume, un passo
decisivo verso la formazione di mercati efficienti è stato rappresentato dallo sviluppo delle
comunicazioni da metà ‘800 in poi (telegrafo, telefono e radiocomunicazioni hanno aumentato la
velocità di trasmissione delle informazioni); mercati in cui sono presenti grandi potenze con
grandi poteri contrattuali sono meno efficienti.
Evoluzione dei mercati del lavoro
Consideriamo il caso in cui le istituzioni perdurino anche se no sono efficienti: la servitù della
gleba. L’affermazione di tale istituzione è dovuta al fatto che ci fosse mancanza di lavoro, le
proprietà terriere detenevano il monopolio dell’uso della forza e disponibilità di terre di frontiera di
uguale fertilità. Se i lavoratori fossero liberi di spostarsi potrebbero: negoziare il salario (= reddito
opportunità) ma poiché le rendite delle terre signorili erano uguali, il reddito opportunità si azzera
e quindi i proprietari terrieri limitano la libertà di spostamento dei lavoratori. Il sistema in cui sono
inseriti incentiva i contadini a erogare uno sforzo massimo sul proprio appezzamento (poiché di
➝ ➝
dimensioni molto ridotte) e sforzo minimo su quello del signore inefficienza del sistema il
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signore deve adottare sistemi di monitoraggio del lavoro (maggiori costi) il vantaggio è positivo
solo fino a quando la rendita è maggiore dei costi di monitoraggio. In Inghilterra e in Europa
occidentale la servitù della gleba viene abolita nell’anno 1000: le terre di frontiera hanno un
rendimento minore di quelle dei proprietari terrieri e quindi il reddito