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Il neorealismo e l’avvento del cinema moderno in Italia

6.1

Il neorealismo italiano nasce nell’estate del 1943 ma non può essere fatto coincidere

né con una scuola né con un movimento organizzato. I registi più rappresentativi del

neorealismo italiano sono: Vittorio de Sica, Cesare Zavattini, Roberto Rossellini,

Luchino Visconti e Giuseppe de Santis. I lavori della coppia De Sica- Zavattini come ad

esempio ‘’Ladri di biciclette’’ tendono verso una riduzione dell’intreccio narrativo,

favorendo i tempi morti, valorizzando ogni gesto della quotidianità, pedinando

l’individuo nella sua semplicità. Anche i film di Rossellini sono mossi da un intento

divulgativo della realtà e pone un’attenzione inusuale ai dettagli, alle piccole cose, alla

realtà così come si offre. Luchino Visconti sembra allontanarsi dai parametri

neorealistici dei precedenti autori. Innanzitutto per Visconti la distanza fra il momento

dell’ideazione del soggetto e la fase finale di edizione del film è molto ampia perché

nulla è lasciato al caso e in secondo luogo, Visconti ricorre a fonti letterarie come

soggetti per i propri film e quindi si allontana dalla totale aderenza al presente.

Giuseppe de Santis ha sicuramente il merito di aver operato un abbassamento dei

canoni neorealisti per una resa più popolare dei suoi film.

Ciò che accomuna tutti questi autori sono 3 punti: in primo luogo esiste la volontà di

ampliare l’orizzonte del visibile cinematografico e quindi si da spazio a personaggi e

ambienti esclusi nel cinema precedente, in secondo luogo viene avviata una profonda

riflessione sulle strategie di narrazione del reale optando sia per la massima

trasparenza dell’immagine, sia per il ricorso alla tradizione letteraria dell’800 e infine

si crea un nuovo modello di comunicazione fra il personaggio e lo spettatore

producendo fenomeni di rispecchiamento.

6.2

‘’Paisà’’ di Rossellini è un film composto da 6 episodi e che racconta l’esperienza della

Liberazione. Il film presenta una voce narrante che oggettivizza gli eventi e rende

ufficiale la Storia. Con ‘’La terra trema’’ di Visconti ci troviamo davanti ad una

trasposizione cinematografica del romanzo ‘’I Malavoglia’’ di Verga. Le riprese sono

fatte in ambienti reali, l’attore è preso dalla strada e lo strato sociale messo in scena è

popolare ma abbiamo la presenza di un narratore che, a differenza dei personaggi,

parla un italiano perfetto e la cui funzione è di rendere comprensibile alla maggioranza

degli spettatori una realtà così particolare. ‘’La terra trema’’ risponde in maniera totale

allo spirito neorealista ma al contempo contravviene all’idea che il cinema altro non

debba essere che la manifestazione del reale così com’è. ‘’Ladri di bicilette’’ di De Sica

racconta in modo scheletrico il viaggio di Antonio Ricci e del piccolo Bruno. La

macchina da presa resta incollata ai personaggi, non si stacca un attimo per far si che

lo spettatore non guardi quello che è accaduto ma quello che sta accadendo. ‘’Riso

amaro’’ di Giuseppe de Santis porta come data di distribuzione il 1949 ed è

sicuramente anche per questo che viene definito un film tra il neorealismo e il cinema

popolare degli anni 50 che mostra sullo sfondo la povertà, l’ambiente delle risaie e in

primo piano la storia di 4 protagonisti che si inseguono per una collana rubata.

6.3

Il cinema popolare degli anni 50 si trova al centro di un generale movimento di

riorganizzazione ed espansione dei mezzi di comunicazioni di massa cioè la radio, la

stampa e la tv. Inoltre, il cinema italiano, attraverso il melodramma e la commedia si

fa testimone della realtà sociale circostante ma promuove anche i vari processi di

modernizzazione verso i quali si muove il paese. In tutto ciò il cinema conosce un forte

impulso dal punto di vista della produzione grazie al miglioramento della situazione

economica in Italia. Come conseguenza a tutto ciò anche il consumo del cinema

conosce un momento di grande fortuna. Offrendo un prodotto facilmente accessibile a

tutte le classi sociali, il pubblico risulta essere più vasto ed è in questo senso che si

può parlare di cinema popolare. Negli anni 50 prende vita una nuova ondata di

narratività che propone di romanzare il mondo reale ed è sotto questo segno che

opera la commedia che lavorando su toni leggeri si rende più piacevolmente

consumabile.

6.4

Uno dei tratti distintivi della commedia è sicuramente l’essere nomade, la commedia

non si stanzia a lungo nel medesimo luogo, ma migra continuamente trasformandosi

così da paesana a cittadina e viceversa. Nello stesso modo la commedia si comporta

con il tempo, essa ricopre diverse temporalità della vita quotidiana e molto spesso

adotta un racconto a episodi. La commedia italiana degli anni 50, che all’inizio del

decennio successivo si trasformerà in commedia all’italiana, presentando delle

caratteristiche forti di stereotipia, rappresenta un campo interessante per avviare il

cinema italiano verso la strada della modernità.

Il cinema d’autore degli anni 50 e 60 europeo

7

Il cinema degli anni 50 presenta un gruppo d’autori il cui cinema s’impone sugli

schermi di tutto il mondo. Il fenomeno si protrae anche nel decennio successivo,

correndo a fianco a quello dei film delle nouvelles vagues in un rapporto che darà vita

al cosiddetto cinema della modernità. Di questo gruppo fanno parte autori come Luis

Buñuel, Ingmar Bergman, Robert Bresson e Jacques Tati. Gli elementi che tengono

insieme questo gruppo d’autori sono: il lavoro del regista che si estende a

tutte le fasi della lavorazione del film, dall’ideazione al montaggio definitivo;

una complessità di contenuti che fanno del film un oggetto culturale a tutti gli effetti;

una particolare originalità espressiva;

la complessità dei contenuti e l’originalità delle forme espressive impone un nuovo

tipo di spettatore, la cui funzione principale è di accrescimento culturale;

il film d’autore è tale perché caratterizzato da una serie di elementi che lo rendono

riconoscibile e identificabile a un determinato autore.

7.1

Dopo il suo esordio surrealista, Luis Buñuel nel dopoguerra si trasferisce in Messico. La

gran parte dei film messicani presenta quel gusto dissacratorio, quell’ironia,

quell’esplicito attacco ai valori dominanti della società borghese che segnano tutta la

sua produzione cinematografica. ‘’Virdiana’’ è il film che lancia Buñuel nel panorama

del cinema internazionale d’autore. Con esso si apre l’ultimo periodo del cinema di

Buñuel sempre indifferente alle norme dominanti e in cui troviamo la sua matrice

surrealista, l’attenzione ai temi d’ordine psicanalitico, la dialettica di Eros e Thanatos e

la dialettica fra realtà e fantasia. Dialettica, quest’ultima, che incide particolarmente

sulla struttura narrativa dei film che privilegiano il ricorso a sequenze oniriche che

Buñuel non distingue visivamente e quindi evita il ricorso a dissolvenze e

sovraimpressioni.

7.2

Ingmar Bergman dopo aver lavorato come regista teatrale si dedica alla carriera di

cineasta. I temi che affronta il regista nei suoi film come ad esempio la perdita della

fede, le crisi adolescenziali, la ricerca di Dio, gli permettono una complessa

meditazione sul senso della vita e della natura umana. È ‘’Il settimo sigillo’’ il film che

fa di Bergman uno dei grandi autori di cinema. Al centro della storia c’è il personaggio

del Cavaliere che ha combattuto alle crociate in nome di Dio ma che ora vede la

propria fede vacillare. L’angoscia esistenziale e le inquietudini religiose di Block fanno

un vero e proprio modello di molti dei personaggi dei film a venire di Bergman.

7.3

Sin dai primi film di Robert Bresson sono evidenti alcune caratteristiche essenziali del

suo cinema: uno stile spoglio ed essenziale, il rifiuto delle regole dominanti e la

volontà di cogliere l’essenza delle cose. I suoi personaggi, spesso dei giovani, sono

sempre più alla deriva con una vocazione quasi istintiva al suicidio e sono personaggi

che non offrono una lettura psicologica. ‘’Pickpocket’’ è uno dei film più

rappresentativi di Bresson. ‘’Pickpocket’’ riprende alcuni aspetti dei film precedenti di

Bresson come ad esempio l’idea della grazia conclusiva, la recitazione degli attori che

sussurrano anziché parlare, ma è un film che guarda anche avanti soprattutto per

quanto riguarda il lavoro del montaggio in particolare nelle scene dei borseggi in cui la

frenesia del ladro è simile a quella del cineasta che gira.

7.4

Il cinema di Jacques Tati richiama esplicitamente il cinema comico dei tempi del muto

e in particolare l’opera di Keaton. Ciò è testimoniato soprattutto dall’attenzione alla

dimensione mimica e comica. A partire dal suo secondo film, Tati introduce il suo

personaggio ricorrente: Monsieur Hulot che è incapace di fare sue le regole e i modi di

comportamento che regolano la società che lo circonda ed in questo modo finisce col

rilevarne le contraddizioni e i paradossi. ‘’Playtime’’ è il film più ambizioso di Tati in cui

prosegue il suo discorso critico sulla società dei consumi e la modernità attraverso la

contrapposizione di due personaggi: Hulot cioè lo sfigato e il nuovo impiegato cioè lo

yuppie.

Il cinema d’autore in Giappone

8

Di tutte le cinematografie orientali, la giapponese è stata quella che ha saputo meglio

imporsi nell’ambito dell’intera storia del cinema. Sino agli anni 70, il cinema

giapponese si è retto su un sistema molto simile a quello hollywoodiano e che

garantiva un alto numero di film, personale specializzato e controllava abilmente il

mercato. Proprio grazie a ciò il cinema giapponese riuscì a crescere e creare degli

ottimi rapporti con il cinema occidentale. Le 3 principali tendenze stilistiche del

cinema giapponese sono: lo stile calligrafico tipico dei racconti ambientati nel passato

e pieno di dinamiche figure in movimento, lo stile pittorico associato al dramma

urbano o al melodramma e lo stile analitico tipico dei racconti ambientati nel presente

e che si fonda su un attento uso del montaggio. Al contrario dello stile calligrafico,

quello analitico evita azioni dinamiche e complessi movimenti di macchina.

8.1

I

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
19 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ulisse1234 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e critica del cinema e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi L'Orientale di Napoli o del prof Annunziata Luigia.