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LA CONIURATIO: UNA TIPOLOGIA SOCIALE DEL MATURO MEDIOEVO
Poche sono le fonti che ci permetterebbero di documentare l’evoluzione di
questo fatto associativo e le più eloquenti (documentazione statutaria)
appartengono ad una fase matura della stessa. Il diritto comunque ci permette
di leggere in trasparenza la realtà che è stata vissuta o idealizzata nella prima
fase di vita e di organizzazione.
Alcune fonti dell’epoca ci permettono di individuare il momento del primo
sorgere delle coniurationes. Tali fonti di carattere cronachistico registrano solo i
fatti più eclatanti di organizzazioni in contrapposizione con l’autorità costituita.
Le fonti indicano queste associazioni come varie denominazioni. FRATERNITAS
denota l’originaria ispirazione socio religiosa; PARATICA in relazione agli
stendardi e segni di riconoscimento usati durante le pubbliche manifestazioni;
SCHOLA termine che rimanda a gruppi organizzati nella città di tradizione
romana o bizantina; GILDA, dal germanico geld-soldo, richiama il sistema di
tassazione gravante sui singoli membri della corporazione; ARS termine per
indicare il gruppo professionale, di mestiere; UNIVERSITAS corporazione di più
vaste proporzioni; CONIURATIO è il termine più significativo indica la natura
stessa della corporazione medievale quella di patto giurato tra i suoi
componenti. Rappresenta la prima tappa per la costituzione del nucleo sociale,
è l’atto di nascita. Attraverso il giuramento il gruppo esplicitala raggiunta
consapevolezza in ordine a precisi e comuni obiettivi correlati ai bisogni di tutti
i componenti. Il giuramento impegna ciascuno di fronte a tutti. È un atto di
adesione spontanea e quindi alla base della solidarietà sociale della
corporazione medievale. La solidarietà del gruppo esige delle verifiche
periodiche, altro elemento di coagulo sociale sono le riunioni assembleari.
L’autorità rimane comunque un punto di riferimento e da essa dipende il
preservare l’unità del gruppo quando dubbio o contese tra soci rischiano di
incrinarla. A tale scopo è investita del potere arbitrale e penale. Riferimento
ultimo sono le norme (statuti) che il gruppo stesso elabora e rielabora nelle
assemblee, attraverso esse la corporazione mette a fuoco i propri obiettivi,
elabora strumenti d’azione, neutralizza abusi, distribuisce compiti, precisa
funzioni e normalizza i rapporti tra i suoi soci.
Una significativa innovazione introdotta dal sistema comparativo è il regime
assembleare. La corporazione nasce dalla fase di trasformazione della realtà e
dai nuovi bisogni. I nuovi ceti emergenti avvertono il diritto e la possibilità di
una diretta partecipazione alla gestione della cosa pubblica, a salvaguardia dei
vantaggi e posizioni acquisite. Si comincia ad avvertire che solo una stretta
collaborazione può rendere perseguibile tali mete. Si può parlare di una nuova
coscienza comunitaria che si attua ed esplicita in una nuova sede decisionale:
l’assemblea deliberante e sovrana. Ciò porta al ridimensionamento del suolo
dell’autorità. Il verticalismo altomedievale, basato sulla nascita, si va
trasformando in un orizzontalismo di componenti a livello egualitario che
eleggono fra loro un primums inter pares, demandandogli alcuni compiti di più
alta responsabilità, sui quali deve rispondere di fronte a tutti. Colui che si
consocia con giuramento ad una fraternitas non assume impegni nei confronti
di una persona fisica (come vassallo), ma promette solidarietà sociale al
gruppo. Il giuramento corporativo non è funzionale alla gerarchizzazione dei
rapporti personali ma sancisce un vincolo di solidarietà tra un gruppo di
persone che si pongono su un piano paritari. Si instaura un rapporto di
reciproca collaborazione, all’interno del quale ciascuno si sente impegnato a
perseguire quello chiamato bonum comune. L’individuo deve obbedienza
all’autorità, che non è incondizionata e assoluta ma limitata dall’osservanza
delle norme. Al di là di ciò ha un ampio spazio di libertà e di azione personale. Il
potere dell’autorità è definito dall’universitas dei confrates, la quale può
ridefinire ruoli e funzioni dell’autoritas. L’autorità viene configurandosi come
ministerium. Minister servo che viene incaricato di mansioni particolari di
responsabilità e fiducia, a servizio non di un signore ma di una comunità,
società che lo ha deputato.
L’ambiente in cui questa nuova realtà associativa si manifestò più
evidentemente fu la città e tute le sue strutture economiche, politiche e socio-
culturali ne risultarono profondamente modificate. Il cambiamento non fu
progressivo e indolore anzi scatenarono tensioni e conflitti. L’esito fu un nuovo
tipo di gestione politica della città (comune). È un’innovazione socio-politica
che fa violenza alle vecchie istituzioni. Ma una novità produttiva finisce col
raccogliere il consenso degli spiriti più duttili e delle persone più pronte ad
intuire e cogliere i vantaggi che possono derivare dalle modifiche di strutture e
mentalità, indipendentemente dal ceto di appartenenza. Confluiscono così nella
coniuratio comunale nobili attivi economicamente e culturalmente, mercanti,
ministeriales assuefatti all’esercizio del potere. È una nuova struttura che
supera le vecchie barriere sociali e agisce come elemento trainante e fattore di
cambiamento. È in questo clima che nasce l’Universitas.
LE PRIMITIVE SOCIETATES SCHOLARIUM
Sorgono scuole specializzate al cui interno si stabilisce un rapporto diretto tra il
magister e gli scholares. Rapporto diretto, cioè non mediato dalle istituzioni,
che si pone sul piano di un patto volontario e privato. Tale accordo si configura
come un contratto bilaterale tra maestro e allievi: il maestro offre la sua
prestazione e gli studenti ne garantiscono la sussistenza. L’insegnamento nel
corso del secolo XII diventa una fonte di guadagno proporzionale al numero e
alle possibilità degli studenti. L’abilità e la fama del maestro ne costituiscono le
condizioni più adatte al reclutamento degli studenti e al conseguente
guadagno. Le testimonianze delle fonti in proposito non mancano. Tali
societates non hanno riscontri documentari inequivocabili, anzi il termine
societas (e sinonimi) non appare mai negli scritti degli antichi maestri bolognesi
che si limitano a chiamare socii i loro discepoli, i quali a loro volta riservano al
maestro l’appellativo di dominus meus. La societas non si configurava con le
caratteristiche della coniurationes. Il Cencetti scrive che il fine non era comune,
quello degli scolari era imparare e dell’insegnante trarne guadagno. Tra lui e gli
scolari non c’era una società ma un contratto di locazione d’opera. La prima e
originaria forma d’organizzazione delle scuole italiane libere. Tali scuole in
origine erano vaganti e non avevano una sede fissa. Il maestro fissa la sede e
qui vi confluiscono i discepoli; maestro e discepoli formano una societas sulla
base di impegni reciproci di diverso livello.
3. Dallo studium all’università, le fasi di un’evoluzione
LE ORIGINI DELL’UNIVERSITA’
Non conosciamo esattamente né il quando, né il come sorsero le prime
organizzazioni universitarie; è un fenomeno la cui genesi possiamo solo
ipotizzare. Come fatto associativo ne veniamo a conoscenza quando ha ormai
raggiunto una certa evoluzione. Universitas e studium alle origini sono due
realtà distinte ma strettamente legate tra loro. L’universitas sorge e si sviluppa
come organizzazione di magistri o di studenti. Lo studium invece è l’insieme
delle singole scuole rette dai vari magistri in una stessa cittadina; nelle due
grandi e prime città universitarie (Parigi e Bologna) è un’istituzione più o meno
libera che si va sempre più specializzando e che deve comunque fare i conti
con l’autorità ecclesiastica. Si tratta di un insieme di scuole di livello superiore
in cui operano magistri e studenti con responsabilità diverse e impegni
reciproci, regolati e controllati dalle autorità, soprattutto ecclesiastiche. Più
sganciate da tale autorità furono le scuole di notariato di Bologna, che
costituirono il nucleo originario del grande studium di quella città.
La genesi dell’Universitas è collegata all’esigenza di associarsi che caratterizza
la società medievale a partire dal XII secolo. Tale esigenza però nasce anche
dal bisogno di trasferire all’interno del gruppo i meccanismi di protezione e le
garanzie di vario genere a salvaguardia di privilegi o a difesa di diritti
elementari.
L’AUTENTICA HABITA E LO STUDIUM BOLOGNESE
Un primo documento frutto della solidarietà tra maestri e studenti è l’autentica
Habita: “autentica” perché inserita nella raccolta ufficiale della legislazione
imperiale, “habita” perché inizia con questo participio passato. Con tale legge
promulgata nella Dieta di Roncaglia nel 1158 Federico Barbarossa concede la
Securitas, una particolare forma di protezione imperiale a favore dei pellegrini
per ragioni di studio, soprattutto quelli che si impegnavano nello studio delle
sacre e divine leggi. L’imperatore si occupa del problema delle rappresaglie.
Concede a chi studia il foro privilegiato, cioè l’essere giudicati da un giudice
speciale, il maestro o il vescovo della città. Non c’è nel testo nessun riferimento
a località speciali.
Gli studenti forestieri erano particolarmente vulnerabili. I cittadini del contro
urbano in cui aveva sede lo studium si rifacevano su di loro per i torti subiti da
parte dei connazionali degli studenti stessi. Reclamo preciso che gli studenti e
maestri di Bologna avevano presentato nel 1155 a Federico Barbarossa, in
Italia per ristabilire il prestigio e potere dell’autorità imperiale sui comuni del
nord Italia. Fonte è una cronaca metrica di anonimo grammatico bergamasco
“Le gesta di Federico I in Italia”.
Le 2 fonti (Habita e Gesta) convergono dal punto di vista del contenuto della
lex promulgata da Federico ma sonodiscrepanti sugli specifici beneficiari e sulla
data:
Habita = amore scientiae facti exules 1158 Roncaglia
Gesta = legentes in Bologna 1155 Bologna
Discussione storiografica riassunta dal Cencetti. Autentica viene retrodatata
allineandosi con le Gesta.
A Bologna confluiscono studenti da ogni parte. Studenti e maestri si sentono
solidali e ciò unito al prestigio di cui godono i doctores bolognesi presso
Fede