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L’incontro fu facile, davanti ai cancelli, tanti militanti discutono con gli operai, in modo positivo. Si organizzano quindi
riunioni con gli operai più combattivi alla fine di ogni turno in un bar vicino alla porta 2 di Mirafiori. Si discutono e si
preparano volantini che escono quotidianamente con brevi informazioni sull’andamento della lotta e con le
rivendicazioni elaborate autonomamente da gruppi di operai, reparto per reparto. I primi volantini, distribuiti dal 27
maggio, hanno l’intestazione “Lotta continua” con un pugno chiuso sotto che diventa così la sigla dell’intervento e
acquista notevole popolarità tra gli operai. Ai primi di giugno sembra che i sindacati riescano a recuperare la
situazione con una dichiarazione di 3 ore di sciopero e con l’avvio delle trattative al cui centro viene posto il
riconoscimento dei delegati. Ma quando l’accordo viene firmato il 14 giugno avviene la svolta: l’officina 54 entra in
sciopero autonomamente, per otto ore al giorno, paralizzando l’intera carrozzeria. La lotta dura una settimana e
viene preparata nelle riunioni di fine turno tra operai e studenti che ora si tengono due volte al giorno in un’aula
della facoltà di Medicina alle Molinette e segna il momento di massimo successo dell’intervento di LC. Acquista ora
un ruolo di direzione nella lotta. Si parla di dare il cambio all’officina 54 che da sola non può reggere tutta la lotta
così anche la lastro-ferratura si mette in sciopero. Si rimette al lavoro dopo pochi giorni, ma intanto si sono fermate
altre officine, ma anche altri stabilimenti fiat, lingotto, rivalta e spa stura. Sorge quindi la necessità di uno strumento
organizzativo in grado di coordinare i vari fronti di lotta e nasce così l’assemblea studenti-operai che a partire dal 21
giugno si riunisce ogni sabato e che viene vista come un primo embrione di organizzazione politica delle
avanguardie. Spesso si credette spesso che gli studenti, più acculturati, potessero influenzare gli operai, invece
questi imposero la loro autonoma soggettività. Il tema di fondo di cui questi nuovi soggetti sono sociali sono
portatori è quello della lotta contro il sistema fiat, contro il lavoro capitalistico, che si traduce in tre fondamentali
rivendicazioni: forti aumenti salariali uguali per tutti, passaggio alla seconda categoria, sganciamento del salario dalla
produttività, quindi l’abolizione del cottimo. I sindacati invece sostenevano una visione contraria a questi
fondamentali. Per questo finiscono ai margini della protesta. Il contrasto tra le avanguardie della lotta e il sindacato
prendere la forma di una divaricazione sempre più ampia. I sindacati sono un’organizzazione ufficiale, un pubblico
ufficio come altri; gli operai non hanno bisogno di questo. Inoltre questi sono contrari anche ai delegati, come gli
studenti del 68. La parola d’ordine è siamo tutti delegati. Altro problema da affrontare sarà la questione del rapporto
con la lotta contrattuale, prevista in autunno. I sindacati infatti temevano che Agnelli potessse concedere loro
acconti sul futuro contratto con lo scopo di sottrarre gli operai della fiat dalla lotta comune di tutti i metalmeccanici.
Ma opera e studenti concentrano le loro forze sul diritto di lotta in prima persona, per diventare una massa tutti
insieme che lotta per un obiettivo comune. Dopo il primo accordo del 27 giugno non succede nulla di particolare, ma
la carica di lotta non si è esaurita. Il 3 luglio i sindacati provinciali proclamano uno sciopero generale per gli affitti. Ma
gli operai la vedono come un tentativo di imbrigliare in una forma esterna alla fabbrica la loro organizzazione,
cercando di sviare dalla lotta all’interno della fabbrica. L’assemblea studenti-operai decide quindi di indire una
manifestazione di massa con partenza da Mirafiori. Il 3 luglio il corteo è subito caricato dalla polizia; gli scontri
durano tutta la giornata fino a tarda notte con la partecipazione dei giovani dei quartieri operai attorno a Mirafiori. È
la battaglia di Corso Traiano.
2.2 la lezione della Fiat
Sotto la sigla LC vengono quindi raccolti nel 69 i principali filoni della sinistra operaista: La Classe, il POT, e gli
studenti. Ciò che li unisce è la volontà la divaricazione che si è creata tra il nuovo protagonista sociale (l’operaio-
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massa) e il movimento operaio tradizionale. Ma le divergenze profonde sono visibili sin dall’inizio. Il gruppo più
solido è quello di La Classe che ha un patrimonio teorico definito e un programma politico. la loro formula può
essere riassunta nel “più soldi, meno lavoro”. Quelli de La Classe sostenevano la necessità di un “maggio francese” le
cui premesse vanno costruite attraverso la richiesta dell’anticipazione dei contratti e la generalizzazione delle lotte
sugli obiettivi dell’autonomia operaia. Nella Fiat questo si traduce nel passaggio dalla lotta per il salario, al rifiuto
della produzione, da cui deve conseguire la richiesta di un salario indipendente dalla produzione, ma commisurato ai
bisogni degli operai. Questa impostazione appare invece al movimento studentesco e ai militanti pisano come
riduttiva e meccanicistica: quello che va evidenziato in questa fare, per loro, non è la rivendicazione salariale, ma la
capacità di iniziativa soggettiva con cui la classe sa ormai investire tutti quanti gli aspetti dello scontro. La posta in
gioco è la crescita complessiva dell’autonomia operaia a tutti quanti gli aspetti del dispotismo e del controllo del
capitale. Dunque il problema principale era quello della socializzazione dell’esperienza fiat e il rapporto tra gli operai
e gli altri stati sociali (Aspetto invece stigmatizzato da La Classe). La disputa si ripercuote, ovviamente, sul problema
dell’organizzazione. Per La Classe non aveva senso proporre livelli organizzativi diversi rispetto a quelli che gli operai
si davano per la pratica degli obiettivi, era necessario per loro sovrapporre solo un ristretto nucleo organizzato. Per
Sofri e il movimento studentesco si trattava invece di mettere in piedi strutture organizzative permanenti che
consentissero alle avanguardie interne della Fiat di esprime fino in fondo la loro critica generale alla società
capitalistica. Il dibattito si polarizza sempre di più e le avanguardie minori vengono schiacciate. L’assemblea operai-
studenti decide di indire un convegno nazionale delle avanguardie operaie: in contrapposizione ai sindacati, viene
proposta una piattaforma politica come strumento di sviluppo dell’autonomia operaia sul piano nazionale. Il 1
convegno si tiene al palazzetto dello sport di Torino, con la partecipazione di gruppi provenienti dal veneto, milano,
toscana, roma. L’entusiasmo è grande, ma i risultati limitati: non si sviluppa una vera discussione, la
contrapposizione politica che caratterizza l’esperienza torinese anche qui prosegue rendendo impossibili conclusioni
politiche e organizzative. Per La Classe LC non basta più, c’è bisogno di un salto di qualità. I pisani e gli studenti sono
invece di diversa opinione. L’esperienza della Fiat è stata essenziale per loro e per la teoria delle avanguardie
interne; il partito della rivoluzione può nascere solo da quegli operai selvaggi e incazzati che guidano i cortei lungo le
linee e che gridano nelle assemblee. Ormai il processo rivoluzionario è stato innescato e si prepara il terreno a uno
scontro diretto e generale tra borghesia e proletariato.
2.3 il giornale nazionale
Alla ripresa dal lavoro dopo le ferie, la situazione a Mirafiori precipita di nuovo. Allo sciopero autonomo dell’officina
32 la Fiat risponde con 40.000 sospensioni e il 5 i sindacati metalmeccanici proclamano l’apertura anticipata del
contratto nazionale. Nel giro di dieci giorni è “lotta generale d’autunno”. Sofri propone di dar vita ad un giornale
nazionale, espressione delle avanguardie della fiat e il punto di raccordi degli altri nuclei organizzati di studenti e
operai, sparsi in tuta italia. il giornale deve chiamarsi Lotta Continua per sottolineare la continuità tra la staordinaria
esperienza di massa alla Fiat del maggio giugno e la nuova proposta nazionale. Ma i compagni di La classe sollevano
immediatamente forti obiezioni, hanno loro obiettivi personali che non voglio unificare sotto lo stesso giornale.
Diffusa è comunque la diffidenza. LC guarda a Milano, per la sua alleanza con gli studenti della Cattolica, che ha
aperto i cancelli nelle fabbriche di Sesto san giovanni, ma anche loro sono diffidenti. Si cerca quindi di sviluppare altri
contatti con gruppi operai, e con gruppi studenteschi (architettura) ma i risultati sono negativi. Ma il giornale nasce
comunque a Milano. Il primo numero esce il 1 novembre 1969 in cui si afferma come obiettivo principare quello di
creare uno strumento di intervento generale nella lotta di classe che rappresenti un elemento di continuità con
l’esperienza Fiat. Il tessuto organizzativo che sta dietro al giovare copre un’area ristretta al centro-nord (Torino,
Milano, Pavia, trento, venezia, poromaghera, città del litorale toscano, qualche gruppo a genova e bologna); un
piccolo nucleo a Latina e uno a Bagnoli (NA). Il giornale funzionerò da elemento di attrazione per molti gruppi
studenteschi e operai che tenderanno a vedere LC la prosecuzione del discorso avviato nel 68.
Parte seconda – l’estremismo
1) esprimere e organizzare l’autonomia operaia (1969-1970)
1.1 contro la gabbia dei contratti 5
LC nasce e si sviluppa nella convinzione di una divaricazione sempre più profonda tra le masse in lotta e il sindacato e
l’idea conseguente di un’organizzazione rivoluzionaria che cresca dal basso, sulla base dei bisogni più radicali del
proletario. Questo è il nocciolo strategico attorno a cui si coagula LC nell’autunno 69 e che surroga la mancanza di
un’elaborazione teorica o di un programma politico più definiti. Per LC nelle lotte sono già presenti i contenuti
politici, negli obiettivi che si danno, nella capacità di organizzare autonomia. Gli stessi obiettivi delle lotte vengono
quindi letti in controluce come critica generale dell’intero sistema capitalistico. Per rendere espliciti i contenuti della
lotta la chiarificazione ideologica e la propaganda sono importanti, ma secondari: il problema è quello di estendere
concretamente le lotte e di generalizzarle; la coscienza poltica va infatti di passo con lo sviluppo materiale
dell’organizzazione autonoma degli operai. La critica di LC ai sindacati non è quindi ideologica. Vengono rifiutati per
la loro linea rivendicativa o per il loro programma, per la loro stessa natura di istituzione che tende ad ostacolare lo
sviluppo di un’autonoma capacità di organizzazione e di espressione politica della classe. Così il contratto viene visto
come gabbia den