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Anche il cardinale Pellegrino chiede la firma del contratto che avverrà il 9 aprile: è l’accordo dell’inquadramento
unico, dalle 16.000 mila lire di aumento per tutti, della quarta settimana di ferie pagate, delle 150 ore. Due
settimane dopo la firma del contratto oltre mille tute blu arrivano a Torino da tutta italia, alla Falchera, per il primo
convegno operai di LC. Si ascoltano molti dubbi sul futuro: i consigli in cui i delegati di LC stanno entrando perdono
influenza e potere, le decisioni stanno tornando in mano ai sindacati. Comincia la fase detta Tregua produttiva. Sil
dal 69 i ritmi vanno rallentando, alla catena si sono aperte lunghe pause, il potere dei capi è uscito a pezzi dalle
intimidazioni e dalle beffe dei cortei interni. La conflittualità tese a scemare, ma l’inefficienza aumentò a livelli
paurosi e i compromessi interni per garantire la produzione diventarono vergognosi. Ne emersero quindi
assenteismo, devianze, arbitrarietà dei comportamenti. A metà anni 70 la fabbrica è in mano agli operai che fumano,
giocano, c’è chi distribuisce cibo e chi fa il barbiere. L’azienda concepisce così un avanzato piano di riforme e di
corresponsabilizzazione del sindacato. Il 21 e 25 gennaio 75 Agnelli, presidente di Confindustria e Lama, segretario
della CGIL, concludono due storici accordi. La cassa integrazione ordinaria e straordinaria vengono unite, gli stipendi
cresceranno in base a un meccanismo automatico, non grazie accordi nazionali o aziendali. La mediazione politica
prevale sulla rissa continua. La tregua in fabbrica allenta per qualche tempo la tensione ma di fatto quando la
fabbrica entra nell’era della cogestione, molti leader di LC vengono buttati fuori. LC continua a chiedere agli operai di
lottare per il salato, ma ormai questi anche i più combattivi sono passati alla difensiva. Tentano di mantenere i
margini di autonomia conquistati nelle fabbriche del Nord e i livelli di occupazione, minacciati per la prima volta in
trent’anni dalla cassa integrazione e dall’avvio dei processi di automazione e decentramento produttivo.
Il PCI al governo: l’8 luglio 73 Rumor vara il nuovo governo di centrosinistra, addio ad Andreotti. L’attenzione
nazionale è rivolta però ai fatti cileni dell’11 settembre e all’elezione di Peron in Argentina. Fra i tanti militanti della
sinistra cilena rinchiusi nello stadio di Santiago c’è anche un ragazzo di LC, Paolo Hutter. Torturato e malmenato dai
carabineros, Hutter riesce a tornare in Italia dove raccontò in varie manifestazioni degli orrori fascisti di Pinochet.
Anche Berlinguer rimane colpito dal caso cileno e inizia a pensare ad un compromesso storico tra le forze che
raccolgono e che rappresentano la grande maggioranza del popolo italiano, comunisti e democristiani. Allende a LC
non era mai piaciuto, ma dalla sua morte si traggono ora le riflessioni che ispireranno la nuova linea. Il limite che
Allende ha imposto al suo popolo, per LC, è quello di aver disarmato la sua massa. Nell’ottica di LC, l’unica soluzione
per distruggere i nemici era golpear el golpe, ovvero sconfiggere i golpisti e prendere il potere. in italia doveva
prenderlo il PCI. Il PCI al governo sarò fattore di instabilità e poco importa ai leader di LC se Berlinguer tende la mano
a DC con il riformismo. L’urgenza non è più combatterlo, il voto al PCI è strumentale: non serve a bloccare l’onda
reazionaria, semmai ad alimentarla. Sarà la destra del capitale a dare la prima spallata al sistema cui seguirò quella
del popolo. Pci al governo diventerà lo slogan. Si riscopre anche il patrimonio positivo di milizia, disciplina e di serità
operaia dei vecchi comunisti. Per scendere nel campo della politica occorre eleggere dirigenti, formare quadri,
disciplinare attivisti e contare iscritti. Bisogna occuparsi di economia, di sanità, di pubblica istruzione, di rapporti
internazionali, si deve fare un partito, cominciando dall’organizzazione. I nuclei di intervento vengono sostituiti da
cellule raggruppate in sezioni territoriali, a loro volta riunite in federazioni provinciali. Ogni sezione esprime un
comitato direttivo. In ogni sede ci saranno compagni incaricati di raccogliere denaro e il comitato nazionale si riunirà
regolarmente. Lo sdoppiamento di LC con l’arrivo al Sud di Sofri e il suo arresto cambiano linea. Tutto torna sotto le
sue mani, ma a non tutti piacerà la nuova linea, come Viale. Dopo il golpe n Cile, LC comincia a tessere reti di
sicurezza, la prima misura sarà la vigilanza. I Proletari in divisa saranno gli occhi di LC nelle caserme. I leader
prendono spesso l’abitudine a dormire fuori casa, si raccolgono informazioni sull’esercito e sulle organizzazioni di
estrema destra e si nascondono pistole. Dirigenti dei servizi d’ordine prendono l’abitudine a girare con una revolver
sotto la giacca. Tuttavia la risposta di LC ai fatti di Santiago è essenzialmente teorica, cercava un modo per tenere
sotto controllo la violenza di piazza e darle uno sbocco politico. una delle conseguenze della nuova stagione è il
linguaggio più misurato del quotidiano, anche se per es. nell’attentato all’ammiraglio Blanco a Madrid LC non esista
ad esultare. Quando invece il 18 aprile 1974 le BR sequestrano a Genova il sostituto procuratore Sossi invece la
condannano. Per la questione sul referendum sul divorzio LC assume invece la posizione contraria rispetto a DC e
Msi. Non tanto per solidarietà alle donne, bensì perché visto come un voto contro il regime democristiano e i
padroni. Il no stravince, e due settimane dopo le bombe fasciste fanno strage a Brescia in Piazza della Loggia. LC
considera il ritorno alla strategia della tensione un segno di debolezza del sistema. non si condivide ancora però la
linea del PCI che si allea con i nemici. La linea del PCI al governo indurrà dirigenti e militanti di LC a impegnarsi in
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un’altra campagna elettorale, nel 75, per le amministrative. Ma questo comincerò presto a minare le energie e
l’unità dell’organizzazione. LC diventa più vicina alla politica nazionale, ma più lontana dalle ribellioni che
confluiranno nel movimento caotico e velleitario del 77. Questa fu una prima frattura a cui se ne aggiunse un’altra
nel 74, ancora una volta sul tema dell’uso della forza, sul rapporto fra politica e violenza. L’uso delle armi viene
abbandonato, i servizi d’ordine dovevano essere una struttura di difesa, non di attacco, mai per la violenza
d’avanguardia. Era una posizione non unanime, che lacerava LC. Non tutti però riusciranno a fermarsi in tempo.
Il suicidio dei NAP e di Prima Linea: il 29 ottobre 74 nascono in NAP, i nuclei armati proletari, nati dal movimento
delle carceri, composti da ex detenuti e liceali uniti dalla fede nelle armi e dalla delusione per l’attendismo di LC. Un
gruppo di giovani va all’assalto della cassa di risparmio di piazza alberti a firenze e all’uscita li attendono i carabinieri.
Muore un ex militante LC, Luca Mantini. Anche la protesta nelle prigioni non ha trovato sbocchi politici. L’ultima
rivolta carceraia, nei giorni del sequestro Sossi, finisce col sangue: gli uomini del generale Dalla Chiesa ad Alessandria
scelgono la linea dura. I NAP erano detenuti politicizzati in carcere da Sofri, ma quasi tutti andranno verso la morte,
suicidio, omicidio, o sotto il fuoco dei compagni. Lo stesso accadrà qualche mese dopo con i fondatori di Prima Linea.
Alcuni erano detenuti politicizzati, altri semplici ragazzi che non si riconoscevano più in LC. Il prezzo della nuova
dimensione di LC è la frattura interna con i servizi d’ordine, alcuni dei quali vorrebbero forzare in chiave militare la
nuova linea politica. è la scissione, la diaspora di alcuni di loro verso l’area dell’autonomia o il terrorismo. In
particolare a Milano, dove agli operai di Sesto (guidati da Rosso e Baglioni) si affiancano prima l’organizzazione Senza
tregua, da cui nascerà Prima linea, formata da alcuni studenti milanesi di LC. Le azioni violente erano già attive da
tempo, con gambizzazioni e altre violenze, ma ben presto fu uccisa la prima persona.
Dalla lotta al congresso: per fare in modo che i proletari passino dalle fila del partito comunista a quelle del partito
rivoluzionario occorre far esplodere la contraddizione interna al pci. Al congresso di gennaio 75 LC si trasforma in
partito. Si organizza un censimento interno, distinguendo candidati e iscritti, e solo chi frequenta con regolarià le
sezioni può eleggere i legati al congresso. Allo stesso congresso Sofri, Viale e Clemente Manenti lavorano ad un
documento di analisi del quadro politico e dei suoi sviluppi, chiamato La Tesi. Per Pietrostefani LC morì proprio a
questo congresso, guardando di continuo al passato e mai al futuro. Alle amministrative del giugno 75 per la prima
volta dirigenti, militanti e simpatizzanti di LC andranno al seggio, consegneranno il certificato elettorale e
tracceranno una croce sul simbolo dei revisionisti, dei traditori, degli alleati della borghesia. La rottura del tabù del
voto era stata decisa da Sofri nell’autunno del 74. Questo non piacque a molti. Si trattava infatti di votare un partito
fino a quel momento concepito come ostile. Questa sarà una prova di fedeltà dei militanti che diventerà ancora più
dura dopo l’aprile nero del 75. Vengono uccisi quattro militanti, tra cui Tonino Micciché, detto il sindaco della
Falchera. Manifestazioni, cariche della polizia si susseguono. Il primo maggio 75 le piazze d’italia sono più rosse e
affollate che mai, grazie alle notizie che venivano dal Vietnam (Ho Chi Minh aveva scacciato gli ultimi marine).
Tuttavia l’entusiasmo durò poco. Camera e senato approvarono la legge Reale, che inaspriva le norme del codice
Rocco, con il tacito assenso del PCI. LC continua comunque a sostenere il partito comunista e questo prende il potere
nelle maggiori città italiane, da nord a sud. LC capisce che è il momento di preparare l’opposizione anticipata al
governo delle sinistre, ovvero le pressioni delle masse, la conflittualità, l’insubordinazione dovrebbero costringere i
dirigenti comunisti ad avanzare. Le tute blu tuttavia preparano trincee piuttosto che la battaglia, proposta invece
nuovamente da LC, è il tentativo di recuperare una parola d’ordine in grado di unificare gli operai e radicalizzare le
lotte. I sindacati reagiscono: i delegati e ai militanti di LC vengono espulsi in centinaia. Le loro richieste di più soldi e
meno lavoro vengono bocciate anche da PCI e Fiom. È la rottura definitiva con il PCI. La linea politica degli ultimi tre
anni viene così azzerata. Ancora una volta si cambia di nuovo. L’obiettivo della conquista della maggioranza, ora
appare come una teoria del menscevismo democratici sta. La classe operaia non si pu&ogr