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DI SOCRATE
A partire dal VI e soprattutto durante il V secolo vi furono mutamenti politici e sociali che comportarono
mutamenti della relazione educativa.
Le “scienze” che si occupano dell’uomo evolvono verso un atteggiamento di indagine : ad esempio,la
storiografia di Tucidide si distanzia da quella precedente proposta una storiografia come scienza
rigorosa,indagine sui fatti accaduti,ricostruzione il più possibile fedele di fatti e discorsi pronunciati.
L’affermazione di questa avviene in maniera non priva di travagli ed interrogativi.
Per quanto riguarda la medicina, questa sviluppa una tradizione ionica dell’osservazione naturale , diversa
dalla tradizione idealista,e il Corpus Ippocratico ne è l’emblema.
Secondo quest’ultimo,la medicina è scienza fondata sulla raccolta e il confronto di dati particolari che vanno a
costruire idee generali,dunque basata sull’osservazione di fatti e sull’esercizio pratico che consente lo studio
dei corpi e degli ambienti.
Tale evoluzione della medicina fu possibile grazie a un cammino di compromesso tra differenti tradizioni di
saperi e di poteri.
L’essere umano è visto come parte integrante dell’ambiente e della natura,da studiare nel suo habitat.
Considerando il trattato “Delle arie ,delle acque e dei luoghi”, questo studia i vari tipi umani e le loro
predisposizioni tenendo conto dell’influenza del clima sulla costituzione fisica e dell’intreccio tra clima,fisico e
condizioni politicosociali.
L’introduzione di questo testo tratta indicazioni precise sulla metodologia fondata sull’attenta osservazione
metodologia
concezione della che porta ad una concezione dell’apprendimento quale basato sull’equilibrio tra
esperienza empirica e vaglio intellettuale. Cambiando la metodologia cambia anche il linguaggio,che diviene
contrassegnato da termini che rimandano alla gamma semantica della chiarezza,certezza e precisione.
Per quanto riguarda le norme,il dibattito prese piede in quasi tutte le espressioni culturali del V secolo. Un
celebre momento di riflessione su questo tema è il confronto tra Antigone e Creonte nell’ ”Antigone” nella cui
opera Sofoclea è l’eroina che sancisce la separazione tra universo di Zeus e di Dike e quello giuridicopolitico
di nomos.
La scrittura della legge è dunque separazione tra dimensione politica e sacra cos ì entra in crisi
l’elaborazione partita da Esiodo. La legge è dunque elaborazione delle comunità umane,quindi non esiste un
criterio che la ritenga gusta in assoluto tema del relativismo ,sottolineato di sofisti,in particolare quello delle
consuetudini e quindi l’arbitrarietà del considerare un popolo migliore o superiore ad altri poiché,se le leggi
sono stabilite dagli uomini,gli esseri umani sono tutti uguali. Non esiste una legge migliore di un’altra ,poiché la
legge è sovente il diritto stabilito dal più forte ,dunque la legge della polis è messa in discussione come norma
giusta.
Questo tema viene affrontato nelle “Storie “ di Tucidide,nel “Gorgia”,nella “Repubblica”.
Il dibattito sulla giustizia o meno delle leggi viene affrontato in alcune opere di Euripide,prima fra tutte “Le
supplici”,dove vi è una condanna alle atrocità della guerra e l’affermazione della legge quale unica possibilità
di accordo all’interno delle comunità umane.
In altre opere Euripide nutre angosciosi interrogativi sulla validità delle leggi,in quanto ogni popolo ritiene che
le proprie siano migliori di quelle altrui,ad esempio Giasone ,che tradisce la fedeltà di Medea e si proclama
appartenente alla terra di Grecia ,quale patria di leggi e di giustizia,in contrapposizione con la terra selvaggia
da cui proviene Medea.
Il dibattito sulla giustizia emerge anche dagli scritti medici ,all’interno dei quali viene risolto in una concezione
che vede l’ambiente naturale e le strutture sociali come fattori entro i quali prende forma l’assetto individuale e
dei popoli.
E’ un dibattito che compare in molteplici testi filosofici,politici,teatrali e storici scardinando il legame tra
religione e politica e ponendo l’accento sulla relatività di norme e costumi.
ALCUNI TRATTI COMUNI
Platone è il primo filosofo di cui si hanno scritti.
Per quanto riguarda Socrate e i sofisti le loro parole sono tramandate attraverso il filtro deformante della
tragedia e commedia antica e quello dei dialoghi platonici.
Socrate,difatti,non scrisse nulla,mentre le opere di alcuni sofisti,primo tra tutti Protagora , furono soggette a
tragiche vicende.
Per quanto riguarda le caratteristiche di Socrate e sofisti :
la loro apparizione sulla scena culturale avvenne all’interno di un clima culturale caratterizzato dalla riflessione
sull’essere umano e sulle relazioni umane.
proposero un’analisi sistematica e una messa in discussione delle differenti dimensioni dell’educare : i
contenuti trasmissibili , il ruolo del docente , il profilo professionale dell’insegnante e altre questioni.
Werner Jaeger parlò di tecnicizzazione dell’educazione,a proposito del movimento sofistico,poiché gli
esponenti utilizzano il termine techne al fine di designare l’arte di trasmettere le conoscenze.
L’uso del termine , da parte dei sofisti , rimanda a molteplici significati e identifica l’opera del maestro come
arte,artificio,capacità di forgiare,ma anche come mestiere che segue proprie regole.
La riflessione sofistica e socratica è basata su tali regole e sulle dimensioni dell’educare.
Vi sono elementi in comune tra il movimento sofistico e la predicazione socratica ,motivo per il quale sono stati
sovente sovrapposti e/o confusi gli uni con gli altri.
Nella commedia “Le nuvole” di Aristofane viene descritto in modo significativo come Socrate e i sofisti fossero
percepiti da uomini e donne del tempo.
Socrate era percepito come fondatore di una scuola iniziatica( con tratti simili alle confraternite misteriche).Al
tempo stesso viene descritto come intento ad esaminare alcuni interrogativi naturalistici.
Durante la notte studia i percorsi della luna e i suoi discepoli si dedicano ad esaminare questioni di geometria
e astronomia. Attraverso la commedia viene in luce come Socrate fosse percepito continuatore di molteplici
filoni di riflessione presenti in ambito greco : naturalisti della scuola ionica,tradizione orficopitagorica e
sciamanismo di Anassagora.
Un tratto che compare nella commedia e accomuna Socrate e i sofisti è la loro fede in divinità non
tradizionali,quali le Nuvole,per l’appunto,a cui il filosofo rivolge una solenne preghiera.
Nella commedia Socrate e i sofisti sono rappresentati come coloro che incarnano una torsione della riflessione
filosofica che assume una forte tensione pedagogica.
La meta fondamentale della riflessione è la ricerca di una consapevolezza critica , la quale è connessa con
l’affermazione di una cultura scritta.
La torsione pedagogica della riflessione filosofica costituisce una risposta significativa e immediata ad
interrogativi della cultura del tempo.
La problematica del rapporto tra insegnamento e ricerca e tra ricerca,studio e politica fu molto sentita nel V e
nel IV secolo e rintracciabile,ad esempio,nell’ ”Epitaffio” pronunciato da Pericle in onore dei caduti ateniesi
del primo anno di guerra “Ci dedichiamo al sapere,ma senza debolezza” la frase descrive la cultura ateniese
quale basata sull’insegnamento e lo studio al fine di operare nella realtà politica e quindi una delle tematiche
più sentite dalla cultura dirigente del tempo, la quale riemerge anche nel Gorgia platonico dove Callicle
afferma che la ricerca sia un’attività a cui dedicarsi ai fini del completamento della propria educazione.
Socrate considera la ricerca come elemento decisivo nel portare ciascuno ad interrogarsi su se stesso e su ciò
che lo circonda.
Secondo i sofisti vi è un legame tra ricerca e insegnamento. Il compito del maestro e della politica è quello di
formare un futuro cittadino che sappia affrontare l’agone politico.
Secondo Socrate la ricerca deve essere sostenuta dalla consapevolezza dell’esistenza di una verità.
Secondo i sofisti la ricerca conduce all’impegno politico,mentre secondo Platone la ricerca è indirizzata alla
verità e conduce all’impegno.
Accanto alla tematica della ricerca vi è la problematica del pensiero socratico e sofistico,quale la formazione
del cittadino. Socrate si propone di far diventare i cittadini più auto consapevoli,chiedendosi cosa sia la virtù
(l’areté) e se sia insegnabile,interrogativo rintracciabile anche nella predicazione di tutti i sofisti ; quindi
l’esistenza della città è basata sulla compartecipazione dei cittadini, che devono essere consapevoli e
“virtuosi”.
Socrate e i sofisti diedero risposte molto differenti riguardo il problema dell’ insegnabilità della virtù stessa. I
sofisti formano all’insegna del relativismo ,in quanto intendono formare persone che saranno partecipi di una
forma sociale e politica e anche consce della discutibilità della forma politica.
Socrate esplicita una forte esigenza di interiorizzare le regole,trasformando la sophrosyne politica in norma
comportamentale individuale,giungendo ad una saggezza pratica che equilibri piaceri e dolori.
Il ruolo dell’insegnamento viene messo in discussione : il maestro è colui che produce un sapere e porta
innovazione e criticità ( e non che riproduce il sapere tramandato dalla tradizione).
Socrate e i sofisti propongono una nuova concezione della formazione quale riflessione critica ,tematica che si
intreccia con un’altra,quella della differenza tra innato e acquisito.
Vi è un rovesciamento dell’idea di formazione quale percorso che suscita virtù innate; inoltre vi è una messa in
discussione di valori trasmessi mnemonicamente dall’educazione arcaica. Secondo l’educazione arcaica,l’idea
di crescita era strettamente connessa con la possibilità di coltivare una virtù che fosse già presente
nell’uomo,in quanto appartenente ad una classe sociale.
La crescita , secondo Socrate e i sofisti , avviene grazie all’interazione tra l’individuo e l’ambiente circostante.
Secondo Socrate,la crescita si ha grazie al raggiungimento di un’autoconsapevolezza attraverso il dialogo tra
maestro e allievo.
Secondo i sofisti , questa si ha grazie al raggiungimento della capacità critica e argomentativa,attraverso la
pratica dell’insegnamento e della riflessione su valori e significati.
Il carattere eversivo di queste riflessioni porterà all’accusa di eresia e