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GROTOWSKI
, uomo del teatro più importante della seconda metà del ‘900, fu un regista
polacco che nel 1959 costituì un teatro con un gruppo di attori di diversa provenienza. Egli si pose
il problema di riportare il teatro a quando era ancora efficace e si domanda cosa serva: una grande
sala? servono le sedie? serve la musica? No. Servono solo un attore ed uno spettatore per fare il
teatro: si crea il rapporto corto tra due corpi fisici nello spazio che è l’essenza del teatro e che
manca con i media.!
Teoria del teatro povero che elimina le cose superflue, sulla scena devono esservi solo le cose
indispensabili: rapporto corto + qualcosa di più profondo; come lo psicologo o il maestro di yoga:
equilibrio è il combaciamento tra psiche è corpo in grado di realizzare l’uomo totale attraverso il
teatro in cui si riconosce questo combaciamento. Le tecniche di questo teatro erano: • creazione di
una situazione di laboratorio dove si fanno esperimenti per avere il combaciamento tra psiche è
corpo negli attori (ci vuole moltissimo tempo: ~3 anni); • le prove erano molto più importanti della
rappresentazione (~ gradini, perchè gli i spettacoli erano un mezzo o un veicolo per arrivare alla
totalità).
Problema: gli spettatori mostrano che il teatro deve avere un carattere aggregante, per cui deve
tornare a quando era un rito, una cerimonia, quando era potente e religioso nel senso rilegante.!
↳ Elemento primitivi nell’uomo è la messa (legame con la magia - riti) - piccolo dramma il cui
➝
fulcro è il sacrificio eucaristico Grotowski sostiene si debba fare lo stesso sacrificio nel teatro:
➝ ➝
riflesso incondizionato atteggiamento religioso/rilegante nell’uomo creare un segno
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contrario con un personaggio cristico (che è un elemento comune) shock (elemento di
potenza che il teatro aveva perso) che fa riconsiderare le cose (non è blasfemia) perchè si
cambia il rapporto con i simboli;! !
SPETTACOLO (finzione) contro PERFORMANCE (vita)!
(già presente in Platone)!
!
↳ PROBLEMA: tra arte e vita, finzione e esistenza, quello che conta è la realtà come affrontare la
vita, mentre l’arte/finzione ci allontana dal contatto con la vera vita e la ricerca della verità (gli
attori), ci fa perdere l’esistenza.!
!
06/03:*Quelli che odiano il teatro. Il cristianesimo e il teatro. [2.2 - 2.3]!
1959/99 - arco temporale di Grotowski, ma nel 1970 smette di fare teatro; fra l’arte e la vita, la cosa
che conta è la realtà e il modo di affrontarla mentre l’arte diventa un problema che ci allontana
dalla verità e la vera vita; yoga: perfetta coincidenza tra psiche e corpo negli attori e creare il
➝
pubblico dentro questo gioco (uomini totali) il teatro diventa un mezzo, una scusa per arrivare a
➝
questo punto Holiday (discorso sull’allontanamento dal discorso teatrale): se si diventa buoni
attori non si rivela se stessi, si deve mostrare che si è capaci ma non chi si è. [Il principe
costante]!
[pag. 31 - 32] Problema: non esiste un trapasso, una comunicazione tra me e l’altro, contatto tra
➝
uomini il teatro è morto e ci impedisce di compiere il trapasso verso la vita e la conoscenza, lo
spirito e il corpo.!
Dal ’70 in poi, rifiuta la nozione di spettacolo passando al parateatro, che recupera delle qualità
della vita e affina i propri sensi (≠ dallo spettacolo). In esso non ci si toccava, non c’era luce, per
recuperare la sensorialità che la vita in città ci ha tolto. (La morte dello spettacolo era ciò che
voleva Platone)!
↳ performance (≠ spettacolo), significa fornire una prestazione; il tipo di prestazione non ha
confini. È tutto ciò che nasce da …?, comprende la ricerca spirituale e la body art. !
[L’ultima fase della vita performance esoteriche (~asceti/sarti), non vengono viste e servono a
migliorare la vita.]!
All’inizio ha posizioni platoniche e le aggrega: !
TERTULLIANO (198 d.C. ca) scrive il De Spectaculis, luogo in cui noi non siamo più noi stessi
perchè come dei dementi godiamo delle sofferenze degli altri (nelle tragedie e nelle commedie),
Inoltre nel teatro antico vediamo l’imitazione e le maschere, che porta a chiedere i come faccia la
maschera ad amare dio che è il creatore delle verità (e viceversa).
↳ anche i pagani lo pensano (M. Aurelio, Giuliano l’Apostato) ma risp. alla filosofia!
AGOSTINO (conversione tarda): ne Le confessioni …?, Ne La città di Dio, sostiene che a teatro
si è lucidamente dementi e immorali, si prova una pietà che non serve a niente e vi è un
allucinazione della realtà. Sostiene che il teatro è la peste ma in senso negativo, il teatro dà
emozioni che non si tirano fuori nella vita. !
BOUVIER (1824) scrive un trattato per i confessori sul 6° comandamento/sessualità (Dissertatio
in sextum decalogi praceptum) e parla del teatro: nelle danze c’è un elemento che attizza le
passione, per questo motivo punisce tutti coloro che fanno parte del mondo del teatro eccetto
coloro che lo restaurano. !
SAN TOMMASO (XIII sec.) che nel Summae Theologiae (1266-1268), sostiene che il teatro
senza oscenità sia accettabile, perchè l’arte rende la vita più umana;!
S. FRANCESCO DI SALES (XVII sec.), nell’Introduzione alla vita devota, sostiene che il
teatro si salva se non ci si affeziona troppo a questi svaghi.!
! I filosofi illuministi contro il teatro!
[2.4] Nell’Encyclopedie la ragione analizza aspetti della vita per una visione laica. In essa
DIDEROT
: a Ginevra i cittadini non permettevano rappresentazioni teatrali o di avere un teatro
perchè: • etica del lavoro > etica del divertimento; • tollerava spettacoli improvvisati; • perchè il
teatro elevava il valore dell’arte; • per il calvinismo; • pregiudizi contro le attrici; sostiene che è
assurdo questo rifiuto contro il teatro perchè esso equivale ad avere una cultura e ad aumentare il
rilievo morale della vita (pov illuministico).!
D’ALAMBERT partendo da questi pregiudizi valorizzava illuministicamente l’utilità degli
spettacoli, che formavano il gusto dei cittadini e davano por una delicatezza di modi ed una
sensibilità difficili da acquisire; lancia a favore del riscatto degli attori - “uomini necessari al
progresso” - rispetto allo stato di umiliazione in cui versavano; gli attori erano infatti o pensionati
dal governo o oggetto di anatemi e di disprezzo sociale, confinati ad un’esistenza precaria e
!
libertina.
ROUSSEAU , appassionato di teatro. Questo esercizio va posto in reflazione alla Lettera a
d’Alambert sugli spettacoli (1758) in cui afferma che il teatro è un maleficio che eccita le passioni
(aggiunge un invettiva contro le attrici) in cui gli attori commerciano se stessi e ingannano gli
spettatori, ma aggiunge che ci vuole uno spettacolo nella Repubblica, ce ne vogliono molti perchè
essi sono nati nella repubblica.!
Il modello di Sparta (contro Atene, ricca di arti, teatri e filosofi) ha una cultura di guerrieri, gare
militari e ginniche, molto virile in grado di costruire società più forti e autonome.!
Per Rolland il teatro sono le piazze piene di persone. Anche Appia, nel 1918, scrive che non
abbiamo bisogno del teatro. Queste sale servono per recuperare un senso collettivo (tutti sono
attori). Anche J. Beck, nel 1963 scrive, nel Living theatre (programma anarchico): per far sì che vi
sia partecipazione non deve esserci una divisione tra classi e tra attore - spettatore e che non
renda passivo il corpo.!
!
30/04: [riassunto cap 1-2] Teatro nel Rinascimento [4]!
2 filoni: dramma scritto dà conoscenza (aristotelico) - teatro teatrale, per cui il testo è una variante
della rappresentazione (Bar…?).!
Nel clima della società tecno-elettronica non abbiamo più idea dei valori forti, di cui fa parte il
!
teatro-performance.
ORAZIO
[3.4-3.5] e i romani hanno mediato il mondo greco verso di noi. La Poetica di Aristotele
veniva studiata nelle scuole (per pochi eletti). L’Ars poetica di Orazio riassume il pensiero del
filosofo. L’idea fondamentale che Orazio ci ha trasmesso è che il dramma deve ammaestrare e
divertire, deve avere un fine morale (questo non lo ha detto Aristotele) [ex: di fronte alla Sindone
traggo l’idea che un grande sacrificio ha riscattato la mia vita]. Questo accade anche nelle
trasmissioni moderne. Deve essere verosimile con sentimenti accettabili, deve avere 5 atti e deve
seguire delle regole precise (➝ consigli di carattere moderato). Il valore morale diventa così
importante nel Rinascimento che finisce con l’eclissare le idee aristoteliche (già andate perse
durante il Medioevo). Nel Rinascimento Aristotele viene interpretato non solo tramite Orazio ma
anche Cicerone che dice che il teatro deve essere specchio della vita e che nel teatro debba
esserci una forma di diletto ed educazione, che servono anche a tappare la bocca della polemica
della Chiesa che avevano idee platoniche nei confronti del teatro, pieno di riti pagani dove la
passione amorosa regna, e non piaceva l’idea dell’attore mascherato che ricorda il demonio. Dire
che il teatro è morale/ammaestra e diverte permette di sdoganare il cristianesimo in ambiente
cristiano in un periodo in cui il mondo cristiano si rompe per la Controriforma. Si comincia a dire
che il teatro, nel momento in cui educa, può essere accettato. Maggi, un ecclesiastico, dice che
nel momento in cui il teatro è morale e insegna, il teatro può essere sdoganato. Quando si riscopre
tutto questo (Cicerone/Orazio), avere questi elementi ci porta ad accettare il teatro. Vanno chiariti
due elementi: • (storico) verso la fine del ‘400-‘500, viene rivalutata (ripresa) l’idea (antica) del
teatro (che nel Medioevo non esisteva se non come cerimonia) (l’edificio, la teoria, dramma);!
[cap. 3] Una serie di teorici (soprattutto Robortello, Scaligero, Castelvetro) in un lasso di tempo
ridotto, si sono accanite di scrivere migliaia di pagine per restituire al teatro lo spirito di Aristotele,
perchè 1. per rifondare il teatro come dramma; 2. per trovare in Aristotele una ricetta del dramma
perfetto (di cui effettivamente aveva parlato, ma non regole generali e specifiche, ma è stato molto
largo). Le regole precise rendevano il teatro ancora più sicuro da pov morale; 3. Il Rinascimento
vuole chiudere con il Medioevo che non aveva il teatro, con manifestazioni informi e irregolari, e
volevano dare un impianto al dramma, di modellarlo. !
SCALIGERO
, guarda con disprezzo che tutti gli attori del Medioevo fossero in scena anche
quando dovevano uscire, colpendo