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Redstockings infatti criticavano la repressione sessuale femminile ed erano convinte della necessità che anche la

donna provasse piacere sessuale. Riguardo l’omosessualità femminile le Redstockings non la consideravano nella

loro lotta di classe tra uomini e donne. La loro presunzione eterosessuale si sviluppò poi in un antagonismo contro il

femminismo lesbico fino a quasi diventare omofobico. Le Redstockings rigettavano un’analisi istituzionale

sull’oppressione femminile perché pensavano che questa avrebbe concesso agli uomini di eludere la responsabilità

del loro ruolo nel mantenere la supremazia maschile. non tutte erano d’accordo su questo concetto: infatti se tutti

gli uomini erano loro oppressori, tutte le donne erano automaticamente loro alleate o sorelle. Nella primavera del 69

le Redstockings erano quindi molto divise e confuse nell’ideologia, nella struttura e nelle questioni strategiche. Vi era

una minoranza che premeva per una maggiore azione e teoria, separazione sia nella vita personale, sia in quella

politica, e una struttura del gruppo più egualitaria (in pratica volevano più autocoscienza). Questa fazione si

opponeva, oltre al gruppo principale, anche alle pro-woman. In particolare non erano d’accordo sulla posizione del

matrimonio e del sesso, che assicurava agli uomini la fedeltà femminile. Per questa piccola minoranza l’obiettivo era

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educare le donne da relazioni debilitanti con uomini, non incoraggiarle a combattere contro i loro mariti.

Discutevano inoltre del fatto che l’eterosessualità avesse inibito la solidarietà femminile e incoraggiato la dipendenza

femminile; non era altro che una fabbricazione maschile per tenere le donne schiavizzate. Questa fazione inoltre si

opponeva alla struttura ineguale delle Redstockings. Contestavano che le donne con determinate capacità, come

scrivere o parlare pubblicamente, dovessero essere le speaker del gruppo. Molte infatti non si sentivano

rappresentate dalle loro forzate portavoci. Il problema dell’uguaglianza tra i membri causò grosse tensioni nel

gruppo che portarono molte critiche alle donne più in vista del movimento. Altro problema nel gruppo riguardò

l’espansione. Fino all’estate del 1969 il gruppo era chiuso tranne per quelli che erano reclutati dai membri. Molte

delle fondatrici preferivano reclutare donne che erano d’accordo con loro programma. Molte donne, tuttavia,

sentivano che il rimaner chiuso a tutti era uno spreco di opportunità per organizzare un ampio numero di donne. A

fine giugno, le Redstockings annunciarono di voler organizzare nuovi gruppi di donne. Questo portò a tensioni e alla

diluizione delle idee politiche del gruppo originario: le nuove donne erano convinte che il manifesto originale

andasse cambiato. Le Redstockings rimasero attive fino all’autunno 1970. Dopodichè molte donne conversero verso

altri gruppi radicali femministi come The Feminists. Perché le Redstockings si dissolsero? Probabilmente perché il

gruppo deragliò dal suo impegno dogmatico verso la linea pro-woman e l’autocoscienza. Comunque le Redstocking

hanno lasciato un segno nel movimento radicale femminista: hanno reso celebre l’autocoscienza, inventato lo speak-

out e radicalizzato migliaia di donne distribuendo la letteratura del movimento. Inoltre, nonostante le Redstocking

cercarono di non giudicare mai le donne fuori dal movimento ed includere qualsiasi razza e classe, perlopiù i suoi

componenti erano bianchi e della classe media, infatti una larga maggioranza delle donne della classe lavoratrice e

del terzo mondo organizzarono un proprio femminismo. Inoltre il fatto che ci fosse una grossa fazione composta da

donne pro-woman ha portato il gruppo originario ad una tendenza a diffamare certi circoli del movimento: la linea

pro-woman era infatti interessata a corroborare le strategie di sopravvivenza tradizionali delle donne, non la

femminilità.

4.2 Cell 16

Le donne della Cell 16 erano considerate le nemiche del movimento. Il loro programma di celibato, separatismo e

karate sembrava la quintessenza del movimento di liberazione radicale della donna. Le Cell 16 furono le prime a

pubblicare un giornale radicale femminista “No more fun and games”. Dunbar formò le Cell 16 nell’estate del 68 e

reclutò delle donne con un inserzione in un giornale. I membri erano grandi lettori dello Scum manifesto di Solanas.

Cell 16 inizialmente sfuggirono allo scisma femminista politico perché il loro gruppo era molto piccolo. Nel febbraio

69 Dunbar dichiarò che era necessario per il gruppo passare ad un guerrilla style, iniziando a impressionare così

molte donne di altri gruppi di liberazione poiché i loro sforzi teorici sembravano essere più a sinistra di quelli

radicalisti femministi. Il pensiero della Dunbar era uno strano miscuglio di Marx, Mao, De Beauvoir e Solanas. I

membri del gruppo erano d’accordo che gli uomini non sottomettessero tutte le donne e che non solo le donne della

classe lavoratrice erano le vittime. Dunbar dichiarò che la famiglia era la pietra angolare della supremazia maschile e

che le donne in virtù del loro stato di schiave casalinge, rappresentavano il proletariato all’interno della famiglia.

All’inizio Dunbar sembrava condividere le idee politiche del Movimento Femminista e non sembrava voler

combattere per un suo fronte esclusivo, per poi cambiare idea. Le Cell 16 attribuivano il comportamento femminile

al loro ruolo sessuale condizionato: l’interesse per le donne nella moda, trucco e bambini provava che le donne

collaboravano con il sistema. Per le Cell 16 il problema era la diffidenza femminile e la dipendenza dagli uomini e la

soluzione stava in un decondizionamento di loro stesse, sbarazzandosi di tutto quel grasso fisico ed emozionale che

le teneva legate agli uomini. Esortavano le donne a rinunciare al sesso e a relazioni con uomini, di imparare il karate,

di vivere in comuni tutte femminili. Con il karate e con il celibato le donne, anche se non completamente

invulnerabili e impenetrabili, avrebbero potuto conseguire la propria personale sufficienza, quindi controllare le

proprie vite. Cell 16 si opponeva anche alle spiegazioni biologiche delle differenze di genere. Dunbar arrivò

addirittura a considerare la maternità una schiavitù, anche se poi cambierà idea e istituirà un programma di

maternità. Dunbar preferì poi parlare di liberazione femminile piuttosto che di liberazione delle donne perché,

secondo il suo principio, secondo cui il femminismo implicava la sostituzione del maschio alpha con la donna alpha,

così l’obiettivo del movimento sarebbe stato la liberazione della femmina alpha. Sin da quando le Cell 16 definirono

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la mascolinità un problema lavorarono per bannarla. Mentre Cell 16 era ossessionato per estromettere il

comportamento maschile, il loro stile era teoricamente stereotipato. Furono pioniere nel popolare il movimento con

pantaloni color kaki, magliette da lavoro, stivali da combattimento e capelli corti. Protestavano in pratica contro gli

standard di bellezza imposti dall’uomo. Dunbar comunque era molto attenta a definire mascolinità e femminilità

come costrutti sociali piuttosto che biologicamente determinati, mentre una parte dei membri si mosse verso la

comprensione biologica del genere. Dopo che Dunbar lasciò il movimento nel 1970 Cell 16 slittò lentamente dal

costruzionimo all’essenzialismo e questo è ben visibile dai loro scritti riguardo la sessualità. Originariamente la

Dunbar parlava della sessualità come una necessità condizionata che poteva essere decondizionata. Dal 70

l’argomento quindi ha iniziato a basarsi sul genere: non si parla più di piacere sessuale come motivazione per far

sesso, ma di gentilezza umana, comunicazione. In pratica le origini dell’ipersessualità maschile e l’iposessualità

femminile erano per loro ormonali. Sin dall’inizio le Cell 16 hanno avuto una posizione schizoide sui ruoli sessuali,

auspicando la loro eliminazione, ma al contempo imporre il maternalismo come la pietra angolare del loro

femminismo. Le Cell 16 hanno prefigurato il femminismo culturale non solo nelle loro formulazioni essenzialiste sul

genere, ma anche nella sua antipatia verso il sesso, che era uno spreco di tempo energie e irrilevante, quindi non

una necessità importante. A partire dal 1969 l’argomento sesso iniziò a slittare verso una accezione deleteria: infatti

crederanno sempre più che l’iposessualità femminile sarà essenziale alla loro causa. Le Cell 16 erano probabilmente

il primo gruppo a proporre di allontanarsi dagli uomini sia nella vita personale che politica. Tuttavia il separatismo

eterosessuale delle Cell 16 ha aiutato poi la fondazione teorica del separatismo lesbico, anche se il gruppo non ha

mai sostenuto il lesbismo. Per le Cell 16 il problema sia di omosessualità e di eterosessualità è che vi era sessualità. Il

femminismo proto culturale delle Cell 16 coesisteva con l’analisi marxista: dalla nozione di femmina alpha della

Dunbar il movimento iniziò ad attaccare il concetto di maschio piuttosto che quello di famiglia e di Stato (come

Marx). Il gruppo sarà attivo fino al 1973. (che palle che sei)

4.3 – The Feminists

La fondatrice del gruppo è Atkinson, cresciuta in una famiglia repubblicana, sposata a 17 anni, entra a contatto con i

gruppi femministi nel 67 e da questo momento inizia la sua scalata nel NOW. Incontrando molte donne di diverse

fazioni radicali è potuto emergere il suo femminismo. Man mano che cresceva nel NOW si accorse che il gruppo non

era radicale come lei. Gli attriti con il NOW portarono poi alla fondazione di The Movement nell’ottobre 68, dove si

ritrovò in pratica come unico membro. Nella primavera del 69 si unì a lei Koedt che aveva lasciato le Redstockings.

Nel giugno del 69, con l’affluenza di nuove donne, il gruppo verrà rinominato The Feminists. Interessante il fatto che

molte donne nel gruppo provenivano dal movimento di liberazione femminile senza altre esperienza in altri

movimenti di cambiamento sociale. Nel gennaio 69 il gruppo fece la sua prima azione, una dimostrazione alla Corte

criminale di New York per supportare l’abortista Rappaport e per chiedere l’abrogazione di tutte le leggi sull’aborto.

Non fecero nessun’altra azione fino al settembre 69, quando 5 membri si recarono presso l’ufficio di licenze

matrimoniali di New York per accusare i funzionari di frode. Dopodiché distribuirono un volantino in cui affermavano

che le donne erano prigioniere dei loro mariti, che l’amore e l’affetto non erano necessari nel matrimonio secondo lo

Stato e che anche lo stupro matrimoniale fosse legale. The Feminists svilupparono una posizione differente sul

matrimonio rispetto alle Redstockings, si appropriarono di un linguaggio e

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
27 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/02 Storia delle dottrine politiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher simosuxyeah di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di storia del pensiero politico moderno e contemporaneo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Adamo Pietro.