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STATISTICA ECONOMICA
Note introduttive
La statistica economica si occupa dell’identificazione e quantificazione delle attività economiche
svolte all’interno di uno specifico territorio da determinati soggetti, cosiddetti operatori economici.
Il circuito del reddito e gli operatori economici
Reddito e ricchezza
Per disporre di informazioni statistiche in grado di permettere e supportare coerenti ragionamenti
economici, è necessario che le variabili oggetto di analisi siano definite e rilevate avendo come
riferimento un « modello » di funzionamento del circuito del reddito . Il primo schema, seppur molto
semplificato, di funzionamento di un sistema economico fu introdotto nel 1933 dall’americano
Knight. Tale schema infatti ammette l’esistenza di soli due soggetti economici: l’operatore imprese,
che determina da un lato l’offerta di beni e servizi e dall’altro la domanda di capitale e lavoro; e
l’operatore famiglie, che al contrario determina da un lato l’offerta di fattori produttivi e dall’altro
la domanda di beni e servizi.
Nella realtà invece si avverte l’esistenza anche di altri soggetti economici, quali: l’operatore
Amministrazioni Pubbliche, che fornisce servizi collettivi, utilizzati cioè senza la formulazione di
una specifica domanda; e l’operatore Resto del Mondo, costituito dall’insieme dei soggetti che non
risiedono nell’unità territoriale considerata ma con la quale intrattengono scambi economici.
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Oltretutto nello schema di Knight la sequenza delle operazioni non è reale, in quanto si ipotizza che
queste siano sempre simultanee. Sostanzialmente quindi tale schema è funzionale al concetto di
attività economica come mera azione di trasformazione delle materie prime effettuata dai fattori
produttivi, lavoro (L) e capitale (K). Nella letteratura economica questa relazione è denominata
«funzione di produzione» ed è espressa in simboli da: Y = f (L, K).
La misurazione dei fattori produttivi comporta però numerosi problemi definitori in ordine: al loro
“contenuto”, all’unità di misura monetaria e fisica utilizzata, alla comparazione spazio-temporale
tra le varie definizioni e “misurazioni” e ai diversi metodi e criteri di valutazione.
In ogni caso, l’insieme dei fattori produttivi, e quindi dei mezzi che un Paese ha a disposizione per
soddisfare le proprie “necessità”, viene genericamente definito come ricchezza nazionale.
L’operatore famiglie
Uno dei fondamentali soggetti decisionali nel processo economico che si manifesta in una
determinata unità territoriale e temporale è rappresentato dall’operatore famiglie, ossia dalla
popolazione residente o presente in un dato momento in un Paese. Le famiglie costituiscono infatti
il centro delle decisioni economiche di consumo e di offerta del mercato del lavoro. In particolare in
relazione a quest’ultimo, viene distinta la popolazione attiva da quella non attiva; la prima viene poi
ulteriormente suddivisa tra:
• popolazione in cerca di prima occupazione;
• popolazione attiva in condizione professionale, che comprende:
gli occupati;
o i disoccupati;
o gli individui temporaneamente impediti a esercitare la propria professione.
o L’operatore imprese
Il soggetto economico che impiega i fattori produttivi per la produzione di beni e servizi è
l’operatore imprese. Queste possono essere «unilocalizzate» o «plurilocalizzate» a seconda che
possiedano una o più unità locali.
L’unità locale rappresenta l’impianto in cui si compie effettivamente l’attività d’impresa, e viene
definita:
• operativa, se costituisce il luogo dove si attua materialmente la produzione o lo scambio di
beni o la prestazione di servizi;
• amministrativa, se è costituita dalla sede centrale e dagli uffici direttivi e tecnici in cui si
realizza la gestione aziendale.
Nell’ambito delle rilevazioni statistiche sono state inoltre introdotte:
• le unità di produzione omogenea che, esercitando un’attività unica su un prodotto, sono
utilizzate per le analisi riguardanti i processi produttivi;
• le unità istituzionali che, presentando contabilità completa e autonomia decisionale
nell’espletamento della funzione principale, sono utilizzate per analizzare i flussi del reddito
e della spesa, i circuiti finanziari e le relazioni di comportamento dei soggetti economici.
Le unità di produzione omogenea vengono poi raggruppate in branche a seconda dell’attività
economica. Le due più grandi categorie sono rappresentate:
• dalle branche che producono beni e servizi destinabili alla vendita, ulteriormente distinte in:
agricoltura;
o industria;
o servizi;
o
• dalle branche che attendono solo alla prestazione di servizi non destinabili alla vendita, a
loro volta suddivise in:
Amministrazioni Pubbliche;
o
2 altri servizi; questi ultimi comprendono quelli domestici e quelli erogati dalle
o istituzioni sociali private (come ad esempio sindacati, associazioni culturali,
fondazioni, eccetera che, a differenza della Pubblica Amministrazione, erogano
servizi senza scopo di lucro solo a particolari categorie di persone fisiche o
giuridiche).
Le unità istituzionali vengono invece raggruppate in settori istituzionali sulla base della funzione
che svolgono e delle risorse che utilizzano; precisamente sono stati individuati sette settori:
• società e quasi-società non finanziarie;
• istituzioni di credito;
• imprese di assicurazione;
• amministrazioni pubbliche;
• istituzioni sociali private;
• famiglie;
• resto del mondo.
L’operatore Amministrazioni Pubbliche
Le Amministrazioni Pubbliche sono definite anche come l’operatore economico che, finanziandosi
con i versamenti obbligatori effettuati dagli altri soggetti, attende alla prestazione di servizi
collettivi e attua la perequazione del reddito, ossia la sua redistribuzione mediante operazioni di
trasferimento o erogazioni unilaterali in denaro o in natura. La Pubblica Amministrazione è
costituita da vari enti che operano con diverse finalità e a diversi livelli territoriali. Dal punto di
vista funzionale vengono infatti distinti il settore statale, il settore pubblico e il settore pubblico
allargato; mentre dal punto di vista territoriale si distinguono:
• le amministrazioni centrali;
• le amministrazioni locali;
• gli enti di previdenza. L’operatore Resto del Mondo
Anche il Resto del Mondo è considerato un operatore economico, sebbene sui generis in quanto
costituito dall’insieme delle persone fisiche e giuridiche non residenti nel territorio considerato, con
il quale hanno però stabilito in un determinato periodo contabile dei rapporti economici. Il concetto
di residenza è basato su quello di centro di interesse economico principale; per cui non fanno parte
dei residenti del paese considerato:
• i visitatori, cioè le persone presenti nel paese per meno di un anno;
• i componenti del personale delle navi e degli aerei che vivono in un altro paese;
• i viaggiatori commerciali;
• i dipendenti dei governi stranieri o di enti internazionali in missione nel paese per meno di
un anno;
• i membri di ambasciate, dei consolati e delle Forze Armate di stanza di paesi esteri;
• i lavoratori stagionali e i «frontalieri» che abitano in un altro paese;
• le filiali e le rappresentanze all’estero delle persone giuridiche;
• la parte d’impresa appartenente a operatori economici aventi residenza estera.
I fattori produttivi lavoro e capitale
Il lavoro come fattore della produzione
Nelle analisi economiche il fattore produttivo lavoro viene generalmente misurato:
3 • in unità fisiche, mediante le forze di lavoro;
• in volume, tramite le ULA (Unità Lavorative Annue);
• in valore monetario, attraverso il capitale umano.
Le forze di lavoro misurano la partecipazione potenziale degli individui all’attività produttiva.
In Italia l’ammontare delle forze di lavoro viene rilevato dall’Istat mediante un’indagine condotta
continuativamente dal 1959 e che, a partire dal 2004, è stata profondamente ristrutturata negli
aspetti contenutistici, definitori, tecnici e organizzativi non solo per adeguarla ai nuovi standard
comunitari ma anche per migliorarne la qualità e rispondere alle accresciute esigenze conoscitive.
L'universo di riferimento dell'indagine è costituito dalla popolazione residente, ossia da tutte le
persone di cittadinanza italiana e straniera che risultano iscritte alle anagrafi comunali, ad
esclusione di coloro che vivono abitualmente all’estero e dei membri permanenti delle convivenze
(come ospizi, istituti religiosi, caserme, eccetera).
L'unità di rilevazione è invece la famiglia di fatto, intesa come una sola persona oppure come un
insieme di persone legate da vincoli affettivi, di matrimonio, parentela, affinità, adozione e tutela
aventi dimora abituale nello stesso comune, anche se non residenti nello stesso domicilio.
Dal 2004 inoltre la rilevazione è divenuta continua in quanto l’indagine non viene più svolta in una
specifica settimana per ciascun trimestre bensì in ognuna di esse. In generale, le informazioni
raccolte si riferiscono alla cosiddetta settimana di riferimento, che va dal lunedì alla domenica
successiva; in relazione a quest’ultimo giorno viene considerata l’età degli intervistati, mentre
alcune informazioni (come ad esempio stato civile, livello di istruzione e cittadinanza) sono raccolte
nella settimana seguente, cosiddetta di rilevazione, o qualora non sia possibile in una delle quattro
successive, dette settimane di coda.
I criteri classificatori sono invece di tipo gerarchico, in quanto si individuano dapprima gli occupati,
poi le persone in cerca di lavoro e infine gli inattivi. In linea generale, vengono classificati come
occupati gli individui con età compresa tra i 15 e i 64 anni che nella settimana di riferimento:
• hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo
monetario o in natura;
• hanno svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito come collaboratore abituale nella ditta
di un familiare;
• sono assenti dal lavoro (ad esempio, per ferie o malattia). Nel caso particolare dei
dipendenti, l’assenza non deve però superare i tre mesi, tranne che venga corrisposto almeno
il 50% della retribuzione; nel caso invece degli indipendenti, è necessario che durante
l’assenza sia mantenuta l’attività; infine a