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Cinque dimensioni della forza di un oggetto culturale:
- reperibilità: se la cultura deve influenzare una persona, deve
innanzitutto raggiungerla. Le persone valutano la probabilità di un
evento futuro in base alla facilità con cui riescono a pensare alla sua
occorrenza. Si attinge più facilmente ad alcuni elementi
dell’esperienza come fondamenti per l’azione rispetto ad altri. Diverse
dimensioni di reperibilità —> un oggetto culturale è più reperibile
economicamente se è meno costoso; cultura può anche essere
socialmente reperibile (es.: libri di pubblica lettura sono più facilmente
reperibili di quelli rari).
- forza retorica: esiste una retorica dell’emittente, del ricevente, del
mezzo di comunicazione, della forma, del contesto di fruizione e infine
del messaggio stesso.
- risonanza: misura in cui l’oggetto culturale è in sintonia con il
pubblico. Le persone non solo fruiscono dei media in modo selettivo,
ma percepiscono in modo selettivo ciò di cui fruiscono. Prendono
quindi parte al processo di costruzione della cultura. Il livello di
risonanza della cultura riguarda non tanto il modo in cui essa si
relaziona agli interessi individuali, quanto piuttosto il modo in cui si
relaziona a interessi costituiti a loro volta da una cornice culturale.
- ricordo istituzionale: la cultura esiste anche come insieme di concrete
relazioni sociali in cui il significato è messo in atto e fissato. Es.: se
non si conosce Omero si viene socialmente sanzionati. Questa è
cultura stabilizzata, istituzionalizzata. Più un oggetto culturale è
istituzionalizzato, maggiori sono le opportunità che eserciti la sua
influenza. L’indifferenza nei confronti di un oggetto istituzionalizzato è
punita con sanzioni sociali, economiche o giuridiche.
- risoluzione: alcune forme culturali sono destinate ad influenzare
l’azione più di altre perché sono per loro natura direttive (es.
pubblicità). Sono ad alta risoluzione.
Mode e capricci: una teoria organizzativa dell’industria culturale
3)
La preselezione dei prodotti che possono potenzialmente diventare
oggetti di consumo è una caratteristica comune a tutte le industrie.
Perché nuovi prodotti o idee raggiungano i consumatori, devono prima
riuscire a passare un processo di selezione.
Prodotti culturali: beni immateriali diretti ad un pubblico di consumatori,
per i quali svolgono una funzione estetica o espressiva, più che pratica.
Mass media sono primari gatekeepers, regolatori istituzionali
dell’innovazione.
Le organizzazioni culturali (case editrici, studi cinematografici, etichette
discografiche…) investono il proprio capitale imprenditoriale nelle
creazioni di organizzazioni affiliate nei loro confini sia di input (selezione
del prodotto) che di output (marketing). Ciascuna di esse mette in
relazione i produttori con i gatekeepers massmediali e i consumatori.
Nel settore di produzione, i livelli organizzativi sono collegati da talent
scout che ne attraversano i confini —> “amministrazione artigianale
della produzione”: ai talent scout e agli artisti sotto contratto viene
delegata la responsabilità di produrre creazioni vendibili; gli
amministratori sono indotti a fidarsi del giudizio professionale dei loro
impiegati. Il fatto di non essere a conoscenza delle relazioni causa-
effetto impedisce una stretta supervisione del settore della produzione.
L’amministrazione artigianale è dovuta all’incertezza della domanda e a
una tecnologia “economica”. L’incertezza della domanda è causata dai
mutamenti di gusto e di abitudini dei consumatori, dall’ampia variabilità
dei criteri impiegati dai gatekeepers massmediali nel selezionare i
prodotti culturali da diffondere. Una tecnologia economica permette a
numerose organizzazioni culturali di competere nella produzione di un
surplus di oggetti culturali a basso budget.
Per le case editrici, le compagnie discografiche e gli studi
cinematografici, il pubblico cruciale da raggiungere è costituito dai
gatekeepers indipendenti (consumatori rappresentativi) come i Dj, i
critici cinematografici e letterari assunti dalle organizzazioni massmediali
come opinion leader.
Cicli di produzione simbolica: il caso della “popular music”
4)
Alcuni economisti hanno sostenuto che il tasso di innovazione in
un’industria sia funzione della struttura di mercato. Altri economisti
hanno sostenuto che solo quando il mercato è caratterizzato dalla
competizione tra un ampio numero di aziende si registrano incentivi
all’innovazione. Empiricamente, quando la competizione tra oligopolisti
(aziende che insieme controllano una buona fetta del mercato) è
intensa, si registrano bassi incentivi ad innovare —> omogeneizzazione
della produzione. Al contrario, quando molte aziende sono in
competizione tra loro, si registra una ricerca continua verso
l’innovazione dei prodotti.
Attenzione su un campo di produzione simbolica: la popular music.
Studio che prende in esame il periodo di ventisei anni tra il 1948 e il
1973. 1948: resa possibile la produzione ininterrotta di dischi e vennero
istituiti i formati dei dischi a 45 e 33 giri. Periodo di ventisei anni
suddiviso in cinque sottoperiodi.
- Nel periodo tra il 1948 e il 1955 le otto aziende maggiori
rappresentavano quasi il totale del mercato dei singoli musicali di
successo. L’indice di concentrazione del mercato nell’industria
discografica è sorprendentemente alto. In questo primo periodo non vi
erano leggi sulla proprietà o regolazioni del diritto d’autore, quindi
quali erano le barriere che limitavano la competizione? La
concentrazione oligopolistica dell’industria discografica è stata
mantenuta grazie al controllo del flusso produttivo complessivo dai
materiali grezzi alle vendite all’ingrosso (“integrazione verticale”). Le
quattro aziende principali controllavano le strutture commerciali e i
canali di distribuzione dei dischi. Un’altra tattica era quella delle cover.
Il risultato era anche una certa omogeneità dei prodotti culturali. Le
canzoni prodotte in questo periodo erano scritte secondo formule
standard. In condizioni di oligopolio però si ipotizza che ci sia una
crescente domanda insoddisfatta. Infatti, proliferazione di “musica
locale” (jazz, rhythm & blues..)
- Crescita di competizione tra il 1955 e il 1959. 1955: nasce il
rock’n’roll. Nel 1948 la Corte Suprema degli Stati Uniti priva le
compagnie di produzione cinematografica delle loro catene di sale e
teatri —> Compagnie cinematografiche passano all’industria
musicale. Le quattro grandi aziende persero il controllo della
promozione di dischi attraverso le radio. Tra il ’55 e il ’60 il numero di
radio utilizzate crebbe grazie all’introduzione di dispositivi portatili a
basso costo. Le radio iniziarono a differenziare le loro
programmazioni. La maggior parte delle stazioni trasmetteva musica
registrata per via del suo basso costo —> diversi generi musicali
ricevettero una promozione senza precedenti. Aumento del numero di
nuovi artisti. Maggiore competizione tra i produttori di musica porta a
una maggiore varietà del prodotto e una maggiore soddisfazione della
domanda.
- Tra il 1960 e il 1963 il numero di aziende presenti sul mercato si
stabilizza intorno a quaranta. Fino al ’60 il rock’n’roll sembrava
dovesse essere una moda passeggera. Il mercato è stanco.
- Il periodo tra il 1964 e il 1969 portò innovazione e mutamento su tutti i
fronti. Seconda generazione di artisti rock raggiunge il mercato.
Tendenza verso la ri-concentrazione.
- Dal 1969 al 1973 gli indici di concentrazione delle prime otto aziende
crescono. Nonostante questo però tra il ’70 e il ’73 persiste la varietà
e questo contraddice la teoria che la concentrazione conduca
all’omogeneità. Le grandi aziende ora (a differenza di quando nacque
il rock negli anni Cinquanta) sfruttano ogni nuova tendenza poiché
possiedono un ampio spettro di artisti sotto contratto e quindi possono
beneficiare di ogni nuova sfumatura nel gusto dei consumatori.
Le forme culturali tendono quindi a svilupparsi attraverso cicli. Lunghi
periodi di omogeneità e concentrazione si alternano a brevi esplosioni di
competizione e diversificazione. Momenti esplosivi di innovazione
creativa sono comuni nel campo delle arti, della scienza e della
religione.
Dallo snob all’onnivoro: le trasformazioni del gusto raffinato
5)
Anni di ricerca storica dicono che le persone di status più alto evitano
espressioni culturali considerate non elevate. Peterson e Simkus hanno
suggerito invece l’ipotesi che stia avendo luogo un passaggio storico
dallo snob raffinato (highbrow) all’onnivoro.
Surveys del 1982 e 1992, ipotesi del cambiamento. Tra i raffinati, lo
snob è quello che non partecipa ad alcuna attività di status inferiore o
medio (lowbrow o middlebrow), mentre l’onnivoro è aperto per
apprezzarli tutti.
I dati suggeriscono che nel 1992 gli highbrows sono più onnivori di
quanto lo fossero nel 1982. Il gusto onnivoro significa un’apertura ad
apprezzare tutto.
Un framework metodologico per lo studio della cultura
6)
Con oggetto culturale ci si riferisce ad un significato condiviso
incorporato in una forma o ad un’espressione di significati sociali che sia
tangibile. Analisi di quattro azioni:
- intenzione: scopo dell’attore sociale nella produzione e
incorporazione sociale di oggetti culturali. Gli attori hanno delle
intenzioni. Approccio tipo all’intenzione è quello che tenta di mettere
in relazione un oggetto culturale all’attore che lo produce.
Concentrarsi sull’intenzione significa chiedersi perché un attore
sociale impegnato nella produzione ha dato all’oggetto le particolari
caratteristiche che ha
- ricezione: consumo, l’incorporazione o il rifiuto di oggetti culturali da
parte dell’attore sociale.
- comprensione: esame da parte dello studioso delle strutture interne,
dei modelli e delle potenzialità degli oggetti culturali di veicolare
simboli. Lo studioso prende in esame le caratteristiche dell’oggetto
culturale che rilevano per l’indagine. La comprensione richiede sia
l’inclusione (lo studioso accoglie l’oggetto) sia l’utilità. Specificazione
di genere dell’oggetto culturale.
- spiegazione: analisi delle relazioni tra gli oggetti culturali compresi e il
mondo esterno.
Un programma forte in sociologia culturale: elementi di
7) ermeneutica strutturale
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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