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TEORIE E PRATICHE DEL WEB
A. MICONI - SOCIOLOGIA
CAPITOLO 1: DIMENSIONE MACRO E NETWORK SOCIETY
1. DEFINIZIONE (network society, cinque capisaldi, interconnessione, 3 aspetti);
2. SPAZI E IDENTITÀ (spazio dei flussi, dei luoghi, 3 identità, 3 società, obiettivo della società);
3. CAPITALISMO INFORMAZ. (Castells, Harvey, tre motivi di matrice neocap., informazionalismo);
4. ECONOMIE DEL LAVORO+DONO (nodi intercomunicanti, livelli dei media, il codice legge);
5. NATURA NEOLIBERISTA (Shumpter, Wu, Castells, Dean, Harvey);
6. POTERE, CONTROPOTERE, POLITICA (Fuchs/4 usi, Castells/3 forme, autocomunicazione,
contropotere, identità, critica di Morozov);
1. DEFINIZIONE E PROCESSI FONDATIVI
Possiamo definire la Network Society come il sistema delle società economicamente avanzate
degli ultimi decenni che si basano sua diffusione di internet e che valorizzano la rete come
principio di informazione. Si basa su cinque capisaldi:
1. Centralità dell’informazione;
2. Diffusione dell’innovazione;
3. Produzione flessibile;
4. Convergenza delle nuove tecnologie;
5. Organizzazione orizzontale.
CASTELLS sostiene che solo grazie all’interazione di questi cinque elementi e la diffusione di
massa del web è stata resa possibile la nascita delle network society tra la fine degli anni ’70. Sta
avvenendo la transizione verso una nuova economia globale a cui la rete digitale serve da
meccanismo di connessione. Interconnessione è una parola chiave: descrive la proprietà di
internet di essere una rete di reti, interconnesse, dove il potere sta nel controllare i nodi che
regolano le connessioni. Castells sostiene che la nascita delle network society è resa possibile da:
1. INNOVAZIONE TECNOLOGICA: condizione necessaria della network society resa possibile
dalla diffusione dei pc e da internet, che hanno permesso la nascita di un terminale per tutti e
uno scambio di conoscenza tra pari.
2. TRASFORMAZIONE DEL QUOTIDIANO E CRISI DEL PATRIARCATO: definizione di Castells
per descrivere un sistema bloccato, cristallizzato nell’abitudine. Lo vede come un sistema
rigido messo in crisi da più eventi: l’immissione delle donne nel mondo del lavoro e la
successiva indipendenza economica; i movimenti di contestazione politica; lotte delle
minoranze e fratture generazionali. Tutto questo ha portato ad una società più individualistica.
3. APERTURA DEI MERCATI SUCCESSIVA ALLA CRISI ECONOMICA DEGLI ANNI ’70: la
network society fa da ponte di transizione tra il sistema industriale a quello post-industriale
quindi tra l’economia dei beni materiali a quella dei servizi. Tuttavia l’economia contemporanea
è ancora fondata sull’industria e la trasformazione ai servizi sta avvenendo solo qua e là. Ad
ogni modo per Castells la trasformazione non si preoccupa troppo sul processo industriale ma
piuttosto sul metodo di organizzazione che sta cambiando, diventando più flessibile. 1 di 19
Sono tre aspetti che riguardano ambiti completamente diversi ma che sono messi in relazione da
una forza comune: la perdita di efficacia dei modelli verticali a favore di quella orizzontale.
2. SPAZI E IDENTITÀ
L’espansione delle reti ha definito un pattern che taglia in due il pianeta creando l’opposizione tra:
A. SPAZIO DEI FLUSSI: delle connessioni digitali, che organizza la simultaneità delle pratiche
sociali a distanza attraverso i mezzi di comunicazione;
B. SPAZIO DEI LUOGHI: privilegia l’interazione sociale grazie alla continuità fisica, indicata nei
luoghi fisici e nei valori tradizionali.
In questa nuova struttura i processi dominanti avvengono nello spazio dei flussi. Secondo Castells
questa divisione degli spazi ha una ricaduta sul concetto di identità e ne individua tre che
producono tre tipi di società diversa:
1. Identità legittimante: introdotta dalle istituzioni che governano il sistema è un’identità imposta
che si riceve dall’alto senza margine di negoziazione. produce una ;
SOCIETÀ CIVILE
2. Identità resistenziale: prodotta dalle culture subalterne che propongono un’immagine
alternativa in risposta polemica all’identità legittimante. produce una .
COMUNITÀ
3. Identità progettuale: adattamento tattico che può trasformarsi in un’azione strategica per
trasformare la società. produce un (es. femminismo).
SOGGETTO SOCIALE
L’identità si presenta come una risposta rabbiosa allo sradicamento imposto dai flussi globali.
L’obiettivo della nuova società è quello di proporre uno spazio alternativo a quello globale imposto
dall’intreccio di flussi tecnologici, informativi e finanziari. Infatti la nuova società si manifesta in
diversi campi (tecnologico, economico, politico, legale…).
3. IL CAPITALISMO INFORMAZIONALE
Lo sviluppo della network society è mosso dalla forza evolutiva del capitalismo, un sistema capace
di rigenerarsi attraverso un processo di distruzione-creatrice. Il capitalismo non si accontenta della
stasi, deve muoversi continuamente inseguendo nuovi mercati e sistemi di produzione. Castells
sostiene che i tre campi economia, tecnologia e cultura che prima erano indipendenti ora sono
destinati ad intrecciarsi. Non sono mossi da una logica causa-effetto ma grazie alla legge di
reciprocità, per cui nessun livello è più rilevante di altri. Harvey sostiene che il capitalismo non ha
uno sviluppo omogeneo, quindi è impossibile prevedere quale tra i diversi campi: rapporti sociali -
produzione lavoro - rapporti con la natura - vita quotidiana . confezioni del mondo - tecnologie e
forme organizzative sarà il primo ad influenzare l’altro. Queste sette sfere vivono ritmi di
evoluzione separati e diversi, anche se la loro storia è destinata ad intrecciarsi perché tutti
necessari al funzionamento del capitale: la crisi di uno innesca una reazione sugli altri.
1968 - 1973: P ’ , .
UNTO D ORIGINE PERIODO DELLA GRANDE TRASFORMAZIONE
Nell’arco di questi anni si vedono almeno tre motivi per cui è evidente la matrice neocapitalista:
1. R : capitalismo propenso ad acquisire nuovi spazi e
INCORSA ALLA PRODUZIONE DELLO SPAZIO
nuovi mercati per sopravvivere;
2. I : i media servono due mercati, quello degli
NVESTIMENTO SULLE RETI GLOBALI DI COMUNICAZIONE
intermediari e quello dei consumatori, la distinzione tra informazione e informazionalismo non
può nascondere il rapporto che c’è tra il capitalismo e i media
3. P : si riferisce
OTENZIAMENTO DELLA COMPONENTE TECNOLOGICA NEI PROCESSI DI PRODUZIONE
all’adozione massiva dei computer e delle inevitabili conseguenze sul lavoro: l’economia
informazionale disinnesca il classico rapporto direttamente proporzionato tra crescita degli
investimenti e crescita del lavoro, ora gli investimenti sulle tecnologie riducono il lavoro. Si crea
un punto di contatto tra Marx e Castells, dove il primo sostiene l’idea dei capitali come fonte
sociale che sfrutta i nuovi mezzi per prendere possesso di quei mondi, mentre il secondo
sostiene che l’aumento delle tecnologie riduce il lavoro delle persone. 2 di 19
I : economia globale in cui il fulcro sta nel generare, elaborare ed applicare
NFORMAZIONALISMO
l’informazione. La novità sta nel fatto che la produzione di ricchezza è vincolata al processo della
conoscenza e la capacità di applicarla per produrre informazione (tendenza che il mercato
dell’informatica sfrutta all’estremo).
Possiamo parlare di perché il fulcro sta nel generare, elaborare ed
CAPITALISMO INFORMAZIONALE
applicare le informazioni, quindi ora la produzione di ricchezza coincide con la produzione di
informazione.
4. ECONOMIE DEL LAVORO E DEL DONO
Benkler: sostiene che quello del web è un sistema di produzione sociale in cui gli utenti sono
ispirati dalla condivisione più che dal dogma dell’accumulazione. Infatti le attività sul web sono
spiegabili da una spontanea vocazione a mettere in comune le proprie conoscenze. La storia della
nostra società si divide in:
1. : lo stato regola gli investimenti economici e le politiche industriali;
ECONOMIA CENTRALIZZATA
2. : il funzionamento del mercato è affidato alla lungimiranza individuale;
LIBERA CONCORRENZA
3. : la libera collaborazione si trasforma nel fine in sé dell’attività umana.
DIFFUSIONE DI INTERNET
Benkler è convinto che al cuore dell’economia ci sia la : mettere in circolazione
LIBERA COOPERAZIONE
le risorse e condividere i risultati del proprio lavoro in modo spontaneo. Parla di Individualismo
metodologico, che da un lato spiega la ragione profonda del lavoro spontaneo che le persone
offrono all’economia del web e dall’altro ipotizza una relazione tra la libertà di scelta individuale e la
solidità dei del sentire comunitario. Secondo Benkler l’accumulazione (profitto, carriera, consumo) e
la cooperazione (condivisione, fare qualcosa per altri…) non sono compatibili in quanto opposti.
ANDERSON: il suo modello di pensiero è rappresentato dalla metafora della coda lunga: si riferisce
a ciò che è andato disperso, la grande massa di prodotti destinata ad un pubblico di nicchia. Questa
cosa lunga permette di mettere in circolazione prodotti culturali di poco successo che non avevano
spazio nella vendita fisica. L’abbassamento dei costi rende possibile l’allargamento del catalogo e di
scovare le nicchie nascoste di pubblico. A trarne profitto di questo non sono i singoli autori ma i
grandi aggregatori come Amazon. Con spazio maggiore il web offre il diritto di cittadinanza anche ai
prodotti minori. Afferma anche che già prima del web vi erano tipi di offerta gratuita:
- : prodotto gratis solo per indurre all’acquisto di un altro;
SOVVENZIONAMENTO INCROCIATO
- : servizio gratuito associato ad un pacchetto a pagamento;
FREEMIUM
- : introduce l’economia non monetaria in quanto lo scambio non consiste
SCAMBIO NON MONETARIO
nella moneta ma nell’informazione. si tratta di un’attività di produzione per gli altri e di concessione
del proprio tempo di lavoro alla comunità.
Benkler e Anderson considerano l’ come un sistema in cui le persone offrono alla
ECONOMIA DEL DONO
comunità il tempo del proprio servizio, senza preoccuparsi del guadagno individuale. Il web scava nel
sentire umano, riportando a galla le motivazioni remote intrinseche dell’uomo.
LESSIG: critica la teoria dell’economia del dono di Benkler affermando che il lavoro fatto dagli utenti
su internet per collaborare non è pagato, ma le piattaforme guadagnano. Terranova risponde alle
sue critiche sostenendo che il web ha una doppia faccia: di positivo c’è ch