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TEORIE E PRATICHE DEL WEB
CAPITOLO PRIMO. La dimensione macro e la teoria della network
society
1. Definizione e processi fondativi
Network society: sistema delle società avanzate degli ultimi decenni, caratterizzate
dalla diffusione di Internet. Insistono sul modello di rete come principio di
ispirazione. Cinque capisaldi della network society: centralità dell’informazione
come risorsa, diffusione dell’innovazione, produzione flessibile, organizzazione
reticolare, convergenza di tecnologie specifiche. [Castells]
Prerogativa della società contemporanea è abbracciare la logica dei network come
soluzione ai diversi livelli, dalla comunicazione di massa alla produzione,
dall’organizzazione del lavoro alla finanza, fino alla ricerca scientifica.
Tesi della network society: un crescente numero di pratiche sociali, economiche,
politiche, di istituzioni e relazioni si organizzano intorno alla forma del network
(flussi tra nodi connessi da legami).
Tre diversi processi di cambiamento agiscono alla radice della network society (fine
anni ’60, metà anni ’70): rivoluzione della tecnologia dell’informazione, crisi
economica sia del capitalismo sia dello statalismo, nascita di movimenti culturali-
sociali (come libertarismo, difesa dei diritti umani, femminismo, ambientalismo…).
- Innovazione tecnologica ha un ruolo decisivo nella fondazione della network
society, in particolare il personal computer, che offre a tutti gli utenti la possibilità
di accedere a contenuti, e la rete Internet, che servirà a metterli in connessione.
- “Crisi del patriarcato”. Patriarcato è metafora di un sistema sociale bloccato, in
cui l’autorità rimane nel tempo incarnata nelle stesse figure. Due processi
attaccano questo meccanismo: l’immissione delle donne nel mercato del lavoro e
la loro rivendicazione di autonomia; i movimenti di contestazione politica, lotte
delle minoranza tra gli anni ’60 e ’70.
- Apertura dei mercati successiva alla crisi economica degli anni ’70
Tratto tipico dell’economia contemporanea è l’adozione della logica di rete come
principio di organizzazione. Castells individua la più spietata conseguenza
dell’innovazione: organizzando in modo flessibile la produzione, il modello di rete
impone una radicale flessibilità dei tempi di lavoro. Precarietà è il prezzo più duro
da pagare alla nascita delle network society.
2. Spazi e identità
Espansione delle reti produce una ricaduta topologica sul pianeta: opposizione tra
spazio dei flussi (spazio delle connessioni digitali e delle dorsali di Internet, della
finanza, del credito e del business) e spazio dei luoghi (zona d’ombra della network
society, spazio dell’esperienza vissuta radicata nei luoghi fisici e nei valori
tradizionali). Lo spazio dei flussi organizza la simultaneità delle pratiche sociali a
distanza, grazie ai mezzi di telecomunicazione; lo spazio dei luoghi privilegia
l’interazione sociale e l’organizzazione sociale sulla base della contiguità fisica. 1
Caratterizza la nuova struttura sociale il fatto che i processi più rilevanti, a livello di
concentrazione di ricchezza, potere e informazione, hanno luogo nello spazio dei
flussi.
Correzione alla teoria di Castells proposta da Van Dijk: anche per lui la nascita delle
network society è un processo che coinvolge l’intero arco delle pratiche sociali, ma
che non separa e decentralizza come diceva Castells, bensì offre più stretti legami
di connessione tra gli individui. Pur all’interno di una nuova configurazione sociale, i
protagonisti rimangono sempre i gruppi sociali e non le reti che li mettono in
connessione.
3. Continuità e discontinuità: il capitalismo “informazionale”
Tesi di Joseph Shumpeter sul capitalismo come “metodo di evoluzione economica”
che deve inseguire il continuo allargamento dei mercati e la rivoluzione dei propri
sistemi di produzione.
E’ possibile individuare la nascita della società in rete con la ristrutturazione del
capitale in seguito alla crisi di accumulazione e all’apertura del mercato globale.
Inizio della grande trasformazione: 1968-1973, anni in cui gli Stati Uniti vedono i
primi anni di crisi, vulnerabilità del paese egemone. La risposta nordamericana alla
crisi sistemica degli anni ’70 sarà appunto l’aggressione al mercato attraverso le
reti globali della specializzazione flessibile e dell’informazionalismo. Evidente
matrice neocapitalista della società in rete.
Investimento sulle reti globali di comunicazione dovuto alla qualità
dell’informazione. I media sono sia un mezzo che un fine, sia un prodotto in sé che
il veicolo di diffusione della pubblicità, per questo le reti informatiche hanno offerto
la migliore prospettiva di rilancio.
La principale novità del XXI secolo è che la produzione di ricchezza è sempre più
vincolata al possesso della conoscenza e alla capacità di applicarla per produrre
innovazione, una tendenza che il mercato dell’informatica sfrutta all’estremo.
4. Le economie del lavoro e del dono
Tesi di Benkler: la rete sta da un lato offrendo più possibilità di redistribuzione delle
risorse in eccesso, dall’altro lato rendendo più evidenti i vantaggi delle relazioni non
orientate allo scopo. Le attività che svolgono le persone sul Web (produrre
contenuti, segnalare un ristorante, caricare video…) sono spiegali solo in base a
una spontanea volontà di mettere in comune le proprie risorse. Al cuore
dell’economia del Web vi è la libera cooperazione, un processo spontaneo che la
tecnologia ha consolidato.
Contrapposizione tra modello utilitaristico e modello di libera cooperazione. Lessig
osserva come le pratiche di collaborazione in rete siano convertibili in strumenti di
profitto. Le multinazionali hanno saputo sfruttare le modalità peer to peer,
traendone guadagno (es.: iniziale pirateria musicale ha guidato poi verso nuovi
modelli di business, come la rivendita online). Ne deriva una forma di economia
ibrida: le aziende possono estrarre valore dal giacimento del lavoro libero. 2
Metafora della “coda lunga”: il Web consente di mettere in circolazione anche
prodotti culturali di poco successo, che non avevano spazio nelle rivendite fisiche a
causa dei prezzi di distribuzione e di stoccaggio.
Nuovo ordine della produzione ispirato al regime del “gratis”. Esistono quattro
forme di offerta gratuita (Anderson):
- sovvenzionamento incrociato: prodotto offerto gratis solo per indurre all’acquisto
di un altro prodotto (promozioni due per un. campioni omaggio…)
- pagamento a tre vie: prodotto gratuito solo in apparenza, perché a pagare non è
l’utente ma l’inserzionista pubblicitario (modello classico di radiotelevisione)
- freemium: servizio gratuito associato all’offerta di un pacchetto avanzato a
pagamento (canali premium delle Pay-Tv, software concessi sotto licenza)
- scambio non monetario: nuova economia non monetaria fondata sull’attività di
produzione per gli altri e la concessione del proprio tempo di lavoro alle comunità
che si formano (file-sharing, Wikipedia, recensioni…)
Analogia con l’economia del dono: sistema in cui le persone offrono alla comunità il
tempo del proprio servizio, senza misurare il guadagno individuale.
Tali comportamenti sono sempre esistiti, ma sono stati occultati dalle ragioni del
profitto e della carriera; il Web li recupera.
Per Lessing invece la gratuità della cultura è solo un effetto diretto delle architetture
di rete, inconciliabili con il sistema giuridico del copyright.
Il Web si pone quindi da un lato come nuovo spazio di partecipazione, dall’altro
però come piattaforma per la raccolta e lo sfruttamento del lavoro liberamente
offerto dagli utenti. Web come evoluzione del capitale alla perenne ricerca di nuove
fonti di guadagno.
Grande quantità di contenuti che circolano, è quindi importante attrarre sempre più
l’attenzione degli utenti (es.: “like” su Facebook, “tag” prodotti dagli utenti, algoritmi
dei motori di ricerca…)
5. La natura neoliberista della società in rete
Passaggio dalla gestione pubblica dell’infrastruttura di rete alla sua successiva
proprietà privata. Arpanet, poi diventata Internet, nasce negli Stati Uniti da uno
stanziamento statale, per rimanere sotto il controllo di un istituto pubblico fino agli
anni ’80. Poi invasione di campo delle aziende multinazionali. La prima strategia di
espansione fece uscire gli Stati Uniti dalla crisi, attraverso i ricavi ottenuti dai
mercati esteri. In una seconda fase poi l’affare è sfuggito di mano all’economia
nazionale e i network globali hanno assunto direttamente il controllo.
Secondo Castells, il passaggio da Internet come bene pubblico a affare privato ha
preso corpo gradualmente, attraverso l’azione di quattro diversi gruppi sociali:
- le tecno-élite: ambienti della ricerca scientifica che, arruolati dal governo
americano attraverso il progetto Arpa, hanno messo a punto l’infrastruttura di rete
e il sistema di connessioni informatiche;
- gli hacker: programmatori spesso amatoriali, dotati di alte competenze
informatiche. Essendo animati da principi libertari, sono i primi a immaginare un
progetto di rete a disponibilità universale; 3
- le comunità virtuali: gruppi di utenti appassionati, senza specifiche conoscenze
tecniche che abbracciano l’innovazione in anticipo;
- gli imprenditori: in grado di assumere il rischio delle scommessa e di investire su
un mercato ancora tutto da costruire.
“Capitalismo comunicativo”: Web come circuito di produzione del piacere e sua
distruzione, che costringe l’utente ad un’ossessiva riproduzione degli stessi gesti.
Uso dei social media ad esempio genera ondate di aspettative, che generano un
appagamento effimero. Il capitalismo comunicativo somministra all’utente piccole
gemme di piacere, che lo gratificano al momento, per poi farlo tornare alla sua
insoddisfazione. Questa dose minima di soddisfazione è ciò che il Web usa per
catturare i suoi utenti [Dean] (es.: aspettare messaggio di un amico). L’utente così
non presta più attenzione al vero senso sociale della sua attività: produrre dati e
contenuti per le piattaforme dei social media che se ne appropriano per estrarre
valore. Definitiva fusione tra tempo libero e tempo di produzione (es.: smatphone
che ci rendono sempre raggiungibili anche se fuori dall’ufficio)
6. Potere, contropotere, politica
Castells ricorda che i media non sono i detentori d