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Ruolo delle banche nella rivoluzione industriale verde
Il vero fulcro nella rivoluzione industriale verde è quindi oltre alla strategia, strumenti e tasse, la volontà politica di mettere in atto misure di sostegno e vere e proprie spinte date dagli esempio della Cina. Coraggio è anche investimenti verso le tecnologie pulite il ruolo delle banche di sviluppo che entrano in campo quando le banche commerciali si tirano indietro promuovendo lo sviluppo economico, la crescita delle aziende e un rendimento più "tracciabile" del capitale. È importante che i fondi stanziati dallo stato siano tracciabili perché se dovesse avere successo aumentano la probabilità che ve ne siano altri e il ruolo che lo stato può giocare verso l'innovazione diventa più "visibile". Infatti se alcuni paesi hanno dimostrato l'importanza di garantire continuità e sostegno duraturo (a lungo termine) allaR&S gli stati Uniti hanno dimostrato per contro che una situazione di incertezza possa finire per bloccare lo sviluppo. Gli stati uniti possono prendere esempio dagli altri paesi che hanno creato banche per lo sviluppo in grado di garantire maggior controllo sulle attività di sviluppo e crescita di un'azienda. Se i venture capitals non sono disposti a partecipare allo sviluppo di una tecnologia se non ci sono prospettive di poter arrivare ad un collocamento in borsa, una fusione o acquisizione (da questi ricavano i loro profitti) il vero esempio di capitale paziente per i produttori e sviluppatori di energie rinnovabili è quello erogato dalle banche di investimenti finanziate dallo stato, le banche per lo sviluppo, che le distinguono dagli istituti di credito privato per la capacità di assumersi maggiori rischi riguardo a tutti gli aspetti con lo scopo di raggiungere una serie di obiettivi nazionali, internazionali attinenti al bene pubblico (inoltre il settore).privato non offre finanziamenti con scadenze superiori a 10 anni). Il ruolo e l'ambito di intervento delle banche per lo sviluppo non si limita al finanziamento di con l'obiettivo di progetti, questi istituti possono fissare delle condizioni per accedervi massimizzare il valore economico e sociale del paese.
Venture capitals e banche commerciali: guardano il ritorno economico.
Stato e banche per lo sviluppo: guardano il beneficio per il paese.
EOLICO E SOLARE
Come per le tecnologie alla base dell'iphone anche nel caso dell'ecosistema dell'innovazione nel campo delle tecnologie pulite ed in particolare nel settore eolico e solare il settore pubblico ha assunto un ruolo guida.
E' normale che lo stato a volte affronti degli insuccessi, come nel caso dei grandi investimenti in R&S di Germania e Stati Uniti per l'energia eolica (1980-85) che non riuscì a produrre nell'immediato progetti di turbine eoliche commercializzabili. Al contrario
della Danimarca che grazie al connubio R&S e genio nazionale sviluppò una turbina robusta ed affidabile. Germania e stati uniti non ridussero gli investimenti, bensì li aumentarono. Che si giudichi un successo o un fallimento, le iniziative di questi governi hanno segnalato che esisteva una domanda per l'energia eolica e gli stati uniti, se da un lato hanno faticato a conservare un ruolo di primo piano nella produzione, dall'altro una "spinta" e non una "spintarella" a sono riusciti a creare un mercato dominante dove le imprese private potessero entrare senza rischi. Mentre la Germania con un approccio a lungo termine allo sviluppo dell'energia eolica che continua l'incertezza del mercato e a dare maggiore fiducia agli ancora oggi ha permesso di ridurre gli investitori. O ancora la Cina che tramite un forte interventismo statale sta assumendo la supremazia in campo energetico. Ancora una volta lo stato "leone" faceva da
apripista per gli animali addomesticati (le imprese private). La sfida futura è creare, mantenere e finanziare politiche a lungo termine che conservino slancio al settore dell'energia pulita orientate alla: - domanda per promuovere il consumo di energia solare ed eolica; - offerta per favorire con capitali pazienti la produzione industriale delle tecnologie pulite. I governi devono ridurre il rischio legato alla commercializzazione delle innovazioni energetiche, le condizioni per la concorrenza sui mercati globali dell'energia e gestirne i rischi. Per vincere questa sfida è necessario superare una visione del mondo fondata sui miti: LA R&S È L'UNICA COSA CHE CONTAMITO 1: come l'eolico e il solare serve sostegno, sussidi e impegno a lunga scadenza sia sul versante della produzione sia su quella della creazione del mercato e della commercializzazione da parte dello stato quindi il merofinanziamento inR&S non basta se non collegato a quanto detto.
PICCOLO E’ BELLOMITO 2:Aziende grandi e affermate come l’americana General Electric possono conquistarsi più facilmente la fiducia degli investitori e delle aziende di pubblico servizio, grazie al fatto che esistono da tempo, che hanno a disposizione ingenti disponibilità finanziarie, esperienza ed infrastrutture ed anche per il fatto che è diventata uno dei maggiori produttori mondiali di turbine eoliche potendo ereditare investimenti precedenti statali grazie ai budget in R&S di cui può disporre oltre a tutto quanto detto.
Tuttavia anche piccole aziende sono diventate grandi (google, amazon) quindi non va sottovalutato il loro apporto all’innovazione anche perchè più snelle e senza lo svantaggio dei costi sommersi.
MITO 3: I VENTURE CAPITALISTS AMANO IL RISCHIOI venture capitalists come detto sono capitalisti impazienti che puntano ad un ritorno economico a breve
Il termine senza accollarsi il rischio di uno sviluppo tecnologico a lungo termine, vogliono finanziare tecnologie a bassa intensità di capitale e prossime all'ingresso sui mercati. Per finanziare fino in fondo la crescita di imprese innovative ad alto sviluppo energetico servono grossi capitali e bisogna competere su mercati molto complessi, ovvero servono i capitali pazienti pubblici. Inoltre, i venture capitals con l'ideologia di realizzare enormi guadagni all'andamento azionario (che penalizza il ritorno economico in mano a soggetti diversi dallo stato) compromette il rendimento dell'azienda: invece di realizzare investimenti rischiosi in ulteriore innovazione, le persone che hanno in mano il controllo strategico sperperano risorse per assicurarsi un ritorno economico e quando i capitali da investire finiscono, le aziende vanno in bancarotta creando un negativo posizionamento strategico statale, al contrario delle aziende cinesi che possono.Fare affidamento su un sistema di finanza pubblica pronto a sostenerle adoltranza.
CONCLUSIONE
Un fattore chiave per il decollo della rivoluzione verde e dell'innovazione in generale sarà la capacità di costruire ecosistemi dell'innovazione che producano collaborazioni pubblico-privato simbiotiche e non parassitiche ovvero con il coinvolgimento di tutti i soggetti che investono nel gioco dell'innovazione. Il settore privato non può più permettersi di stare suglispalti e dedicarsi alle aree più remunerative ed immediate lasciando allo stato il compito di effettuare investimenti ad alto rischio.
RISCHI E RICAVI
È stato detto come sia lo stato ad essere capace attivamente a generare una crescita trainata dall'innovazione, ma spesso l'unico ritorno economico che lo stato ricava dai suoi investimenti sono i benefici indiretti derivanti dall'aumento del gettito fiscale legato alla crescita dei finanziamenti che ha generato.
ma a causa delle numerose scappatoie fiscali attraverso l'imposizione fiscale si è rivelata una strada impervia; mentre i ricavi veri e propri finiscono nelle tasche di un gruppo ristretto di privati. Apple nell'immaginario collettivo si parla sempre di azienda che genera. Tornando al discorso tuttavia tale predisposizione evidenzia che il lavoro offerto dall'azienda di elevati posti di lavoro, Cupertino presenta caratteristiche di carriera limitata, diseguaglianza e benefici in mano a pochi infatti secondo gli ultimi aggiornamenti riportati dal libro il recente successo della Apple in termini di liquidità è finito in tasca soltanto agli azionisti nonostante siano in molti alla base (lo stato) ad avervi contribuito. Bisogna far notare che il gettito fiscale che ritorna allo stato in termini di benefici diminuisce ancor di più dalla produzione delocalizzata di diverse grandi aziende come la Apple (es. componenti).Fatti in Cina dell'iPhone). Oltre a questo è evidenziato come la Apple, Google, Amazon e altre creano società controllate in paradisi fiscali per spostare i profitti da una parte all'altra sfruttando una tassazione più bassa e il gettito fiscale in mano allo stato diminuisce ancor di più. Il fatto che queste imprese, che più hanno beneficiato degli investimenti pubblici, siano le stesse che fanno pressione per ottenere riduzioni delle tasse logorando la disponibilità finanziaria dello stato dovrebbe far aprire gli occhi.
SOCIALIZZAZIONE DEI RISCHI E PRIVATIZZAZIONE DEI GUADAGNI: LO STATO IMPRENDITORIALE PUÒ RITAGLIARSI UNA FETTA DELLA TORTA?
Sulla scia della crisi finanziaria è emerso come la finanza aveva privatizzato sempre di più i guadagni delle proprie attività socializzando i rischi, ovvero con lo stato e i contribuenti come ruolo centrale nel sistema dell'innovazione mentre la distribuzione dei
profitti diventa sempre meno collettiva. potrebbe servire ad alimentare l'innovazione anziché Trovare un giusto equilibrio rischi-ricavi e minarla attraverso una più ampia distribuzione dei benefici in modo collettivo. Per favorire l'innovazione abbiamo bisogno di istituzioni sociali che consentano agli operatori che si accollano il rischio (stato) di raccogliere i benefici del processo di innovazione se e quando questo va in porto con la necessità di una distribuzione più collettiva dei guadagni dato che appunto l'innovazione è frutto di un processo a lungo termine, cumulativo, incerto e collettivo. La tesi di Mazzuccato è che:
- quando la distribuzione dei proventi finanziari del processo di innovazione collettivo dell'ecosistema riflette la distribuzione dei contributi al processo stesso, allora l'innovazione tende a ridurre la diseguaglianza;
- quando alcuni operatori riescono ad accaparrarsi una quota dei proventi
sproporzionata
rispettivamente